• 2021

    • dicembre (1)

      • Disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura

        Art. 1.

        (Oggetto e finalità)

        1.La presente legge, nell’ambito del più generale obiettivo di promozione del lavoro femminile definito dalla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in attuazione delle normative e degli indirizzi dell’Unione europea, reca disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle aree rurali e marginali, costiere, lacuali e fluviali, prevedendo interventi che garantiscano la valorizzazione delle competenze, delle esperienze e delle professionalità delle donne per lo sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile, il diritto alla maternità, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, i servizi di assistenza, la continuità della formazione, l’accesso al credito, alla terra e alle acque, nonché la rappresentanza di entrambi i sessi negli organismi decisionali e nelle cariche direttive del settore. La presente legge reca altresì disposizioni per eliminare le criticità esistenti nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e per contrastare le disparità salariali e le discriminazioni di genere, nonché per monitorare l’impatto di genere delle misure adottate nel medesimo settore.

         

        Art. 2.

        (Piano nazionale annuale di interventi per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Al fine di promuovere il lavoro e l’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, è redatto, con cadenza triennale, un Piano nazionale di interventi.
        2. Il Piano nazionale di cui al comma 1, redatto sulla base di dati aggiornati sulle condizioni di vita e di lavoro delle donne nelle aree rurali, è finalizzato alla realizzazione e al finanziamento di interventi:
        3. a) per favorire la creazione e l’attività delle imprese a conduzione femminile;
        4. b) per promuovere l’agricoltura multifunzionale, basata su un modello gestionale in cui sia rilevante l’apporto del lavoro e nel quale il reddito derivi anche da un complesso di attività connesse a quelle agricole, con specifico riguardo alle esigenze di sviluppo e riqualificazione socio-economica delle aree rurali;
        5. c) per sostenere le imprese e il lavoro femminili, con particolare attenzione alle aree interne e disagiate, anche mediante la previsione di premialità utilizzabili nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale e nei programmi di sviluppo rurale regionali e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP);
        6. d) per tutelare la maternità e la genitorialità delle lavoratrici e delle imprenditrici agricole nonché per garantire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso la creazione di servizi alle famiglie e di politiche di welfare, a partire dall’istituzione di agri-asili e blu-asili, di agri-nidi e blu-nidi, di asili aziendali nelle imprese ittiche, di welfare aziendale e di servizi di sostituzione, nel rispetto delle normative regionali vigenti, e la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati;
        7. e) per promuovere reti di contrasto e prevenzione di fenomeni di molestie e violenza anche in raccordo con i centri antiviolenza, i consultori familiari e le aziende sanitarie locali;
        8. f) per promuovere azioni mirate per la tutela della salute e della sicurezza in ottica di genere delle lavoratrici agricole, ponendo una particolare attenzione alle attività che si svolgono in condizioni climatiche difficili;
        9. g) per potenziare l’offerta formativa e l’aggiornamento professionale delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole e sostenere la formazione del capitale umano nel quadro dello sviluppo di agricoltura 4.0, anche con modalità telematiche e a carattere individuale, ove occorra prevedendo la collaborazione con università, con istituti ed enti agrari;
        10. h) per attivare e potenziare i servizi di trasporto pubblico, prevedendo incentivi per l’acquisto di abbonamenti a tali servizi, al fine di promuovere un reale ed effettivo diritto alla mobilità sostenibile delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole;
        11. i) per rafforzare i servizi di assistenza sanitaria e di cura nei territori rurali e costieri periferici, anche attraverso la realizzazione di strutture agrosanitarie, avvalendosi, in tale ambito, delle esperienze regionali e internazionali già maturate in materia, nonché attraverso il potenziamento, entro un’ottica multifunzionale, delle strutture agrituristiche, consentendo l’utilizzo di quest’ultime per attività prescolastiche e post scolastiche e per servizi di accoglienza di anziani, disabili e soggetti fragili, coordinando le relative misure con quanto previsto dalla legge 18 agosto 2015, n. 24 in materia di agricoltura sociale;
        12. l) per contrastare fenomeni di intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nonchè per sostenere, con apposite azioni e attività mirate, la promozione e la nascita di imprese condotte da donne immigrate;
        13. m) per promuovere l’installazione e l’utilizzo della banda larga e ultralarga nelle zone rurali, prevedendo agevolazioni fiscali per le imprese agricole femminili che utilizzano infrastrutture digitali;
        14. n) per favorire l’economia agricola e ittica circolare in un’ottica di sostenibilità integrale dell’attività economica, di valorizzazione della biodiversità e del recupero di pratiche agro-ecologiche nelle imprese femminili;
        15. o) per incentivare l’aggregazione dell’offerta agricola anche attraverso il sostegno e la creazione di reti di imprese femminili, di cui all’articolo 3 del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e di distretti del cibo, di cui all’articolo 13; del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228;
        16. p) per promuovere la partecipazione delle donne all’impresa agricola familiare, in conformità ai principi di cui alla direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010 in materia di parità di trattamento tra uomini e le donne che esercitano un’attività di lavoro autonomo;
        17. q) per garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica delle aree rurali.
        18. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro del turismo, previa intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le modalità di adozione del Piano di cui al comma 1, in modo da assicurarne il coordinamento con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 e con gli atti di programmazione di competenza del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Piano, predisposto dall’ufficio di cui all’articolo 3 con il supporto dell’Osservatorio di cui all’articolo 4, è approvato con decreto del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del turismo.
        19. Per l’attuazione del Piano nazionale di cui al comma 1 sono stanziati 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Le risorse erogate per il finanziamento del Piano sono cumulabili con agevolazioni e contributi eventualmente già previsti dalla vigente normativa europea, nazionale o regionale. Le risorse di cui al presente comma possono essere integrate con quelle destinate all’attuazione delle misure previste dalle priorità del Piano strategico nazionale, i fondi della politica agricola comune e il FEAMP.

         

         

        Art. 3.

        (Ufficio per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale – Direzione generale dello sviluppo rurale, l’ufficio dirigenziale non generale per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura.
        2. L’ufficio di cui al comma 1, che coordina la propria attività con quella del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), ha i seguenti compiti:
        3. a) monitorare l’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura;
        4. b) monitorare, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’evoluzione del lavoro femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle retribuzioni, alle progressioni di carriera, al rispetto delle norme sulla maternità, alle situazioni di lavoro irregolare e a situazioni di molestie e violenza nei luoghi di lavoro;
        5. c) monitorare l’utilizzo e l’efficacia delle misure previste dalla Politica agricola comune, primo e secondo pilastro, dai piani triennali della pesca e dell’acquacoltura e dalle norme nazionali e regionali per la crescita del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e l’impatto che tali misure hanno complessivamente sulle donne;
        6. d) condurre indagini periodiche volte ad accrescere le conoscenze sul lavoro e sull’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura nonché sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
        7. e) elaborare misure dedicate e percorsi condivisi con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per promuovere la parità tra i sessi nell’accesso al credito, alla terra e alle acque nonché per garantire il sostegno all’attività di impresa durante la maternità, la genitorialità e nell’assistenza ai figli e ai familiari;
        8. f) contribuire alla redazione del piano nazionale annuale di cui all’articolo 4.
        9. Per l’attività dell’ufficio di cui al comma 1 è stanziata una somma pari a 300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022.

         

         

         

        Art. 4.

        (Ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura)

        1. Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi all’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentite le associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, provvede con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (ONILFA) quale sede permanente cui partecipano rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali e associative delle donne impegnate a diverso titolo nel mondo agricolo e agroalimentare, attribuendo allo stesso le competenze previste dal decreto del Ministro per le politiche agricole 13 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell’8 aprile 1998. La composizione dell’ONILFA è integrata con un rappresentante dell’ISMEA ed uno del CREA. Il Ministro delle politiche agricole può, con propri provvedimenti, integrarne ulteriormente la composizione.
        2. All’ONILFA sono assegnate le seguenti ulteriori funzioni:
        3. a) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad avviare politiche attive volte a sostenere la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura, comprese le attività formative, fornendo indicazioni in relazione a specifiche problematiche;
        4. b) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad attuare e a diffondere politiche di sviluppo rurale attraverso la realizzazione di infrastrutture e di servizi nei territori rurali, destinate alle imprese femminili e alle donne, in conformità a quanto previsto dalla normativa dell’Unione europea;
        5. c) svolgere un ruolo di stimolo e di supporto all’azione del Governo, in sinergia con gli analoghi organismi istituiti presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione all’obiettivo di promuovere le azioni dell’Unione europea in favore dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura nell’ambito della programmazione 2021-2027;
        6. d) costituire un punto di contatto con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, anche per il suo tramite, con i competenti uffici delle regioni e delle province autonome, provvedendo altresì alla richiesta e allo scambio di informazioni disponibili in materia di lavoro femminile in agricoltura con gli organismi dell’Unione europea e regionali competenti;
        7. e) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale telematico, costantemente aggiornato, che metta a disposizione delle aspiranti imprenditrici agricole le normative vigenti in materia, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, avvisi concernenti la pubblicazione di bandi relativi al settore agricolo e consigli per la risoluzione di problemi concernenti le procedure amministrative;
        8. f) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale, denominato « banca della solidarietà », che consenta alle imprenditrici e alle lavoratrici del settore agricolo nazionale di confrontare le loro esperienze e conoscenze con quelle delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole dei Paesi dell’Unione europea e dei Paesi in via di sviluppo;
        9. g) redigere un rapporto annuale per il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e il Ministro per le pari opportunità e la famiglia sullo stato di attuazione delle politiche in favore dello sviluppo del lavoro e dell’attività imprenditoriale delle donne in agricoltura;
        10. h) collaborare con le università e i centri di ricerca ai fini dell’istituzione di corsi di studio sui temi relativi alla presenza e alla rappresentanza delle donne nel settore dell’agricoltura, delle foreste e nel comparto agricolo, della pesca e dell’acquacoltura;
        11. i) collaborare con gli istituti tecnici superiori agroalimentari e con i cluster dei settori delle green e blu economy al fine di sviluppare percorsi di formazione per agevolare l’inserimento delle figure femminili specializzate nell’intera economia agricola e della pesca con particolare riferimento alle sfide climatiche e dell’economia circolare;
        12. l) partecipare alla redazione del Piano nazionale annuale di interventi di cui all’articolo 2.
        13. L’ONILFA si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
        14. Fanno parte dell’Osservatorio anche rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con lo stesso collabora la Cabina di regia nazionale della Rete del lavoro agricolo di qualità.
        15. I componenti dell’Osservatorio svolgono la propria attività a titolo gratuito e durano in carica tre anni.
        16. Al funzionamento dell’ONILFA si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le regioni provvedono a individuare una specifica struttura di collegamento con l’ONILFA ai fini dello scambio di dati e di informazioni.

         

         

         

        Art. 5.

        (Disposizioni per favorire la costituzione e l’aggregazione di imprese a conduzione femminile nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura)

        1. Al comma 1 dell’articolo 4 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo la parola: «giovanile » sono inserite le seguenti: « e femminile ».
        2. Al comma 3 dell’articolo 29 del decreto- legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Per le medesime finalità di cui al primo periodo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali procede con propri decreti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e sulla base dei criteri di cui al comma 4, alla revisione della disciplina attuativa degli strumenti di competenza allo scopo di favorire la costituzione di imprese nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura, in particolare a conduzione femminile, mediante gli interventi previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185 ».
        3. Al fine di favorire la concentrazione produttiva del sistema imprenditoriale agricolo a conduzione femminile, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Fondo per promuovere l’aggregazione dell’imprenditoria femminile agricola, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        4. Le risorse del Fondo di cui al comma 3 sono destinate alla realizzazione di iniziative e di percorsi di aggregazione imprenditoriale femminile agricola, compresa la costituzione di reti di imprese agricole femminili ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, con specifica attenzione a iniziative finalizzate alla valorizzazione delle produzioni tipiche territoriali e alla salvaguardia del sistema ambientale-paesaggistico nelle aree interne e costiere nonché nelle aree svantaggiate e all’integrazione tra economia verde, blu ed economia circolare.
        5. Con regolamento adottato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

        Art. 6.

        (Disposizioni per l’attuazione del principio della parità di genere)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, al fine di dare piena attuazione all’articolo 48 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in sede di rinnovo delle cariche degli enti strumentali agricoli e delle società non quotate in mercati regolamentati controllate, ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile, dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e operanti nel settore agricolo, si provvede ad assicurare che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato nel rispetto dei criteri previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.
        2. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo provvede a modificare il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251, in conformità ai seguenti criteri:
        3. a) per quanto concerne il comma 1 dell’articolo 3, prevedere che il rispetto della composizione degli organi sociali indicata all’articolo 2 del medesimo regolamento sia sempre assicurato, sopprimendo il limite dei tre mandati consecutivi;
        4. b) per quanto concerne il comma 5 dell’articolo 4, prevedere che i compiti attribuiti al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro delegato per le pari opportunità siano estesi anche al Ministro competente.
        5. Al comma 17-bis dell’articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dal primo periodo, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Nei propri statuti i consorzi provvedono a disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dal presente comma».
        6. Dopo la lettera b) del comma 3 dell’articolo 41 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, è inserita la seguente: « b-bis) sia retto da uno statuto che preveda, altresì, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dalla presente lettera, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Lo statuto, inoltre, deve disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dalla presente lettera».
        7. Al comma 3 dell’articolo 2 della legge 28 luglio 2016, n. 154, le parole: «per tre mandati consecutivi» sono soppresse.

         

         

        Art. 7.

        (Istituzione della Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura)

        1. In corrispondenza con la Giornata internazionale delle donne rurali, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007, la Repubblica riconosce il 15 ottobre di ogni anno quale Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura, al fine di far conoscere l’importanza sociale e la qualità dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura, nonché l’apporto dato dalle donne alla crescita civile e sociale del Paese, e allo scopo di assicurare la parità di trattamento tra uomo e donna in agricoltura.
        2. In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1 sono promossi eventi e iniziative, anche a livello regionale, destinati ai cittadini e in particolare al mondo della scuola, allo scopo di far conoscere le attività, le esperienze e le professionalità acquisite dalle donne in agricoltura.
        3. La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.
        4. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

         

         

         

        Art. 8.

        (Disciplina della qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura)

        1. Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, al familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nell’impresa ittica è riconosciuta, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 230-bis del codice civile, la qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura.

         

        Art. 9.

        (Rifinanziamento del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura)

        1. Il fondo rotativo di cui al comma 506 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, destinato all’attuazione delle disposizioni dei commi 504 e 505 del medesimo articolo 1, è rifinanziato in misura pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione delle risorse del fondo rotativo previste dal comma 1.

         

         

        Art. 10.

        (Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca)

        1. Al fine favorire la diffusione della cultura imprenditoriale e del lavoro femminile, con particolare riferimento al settore della ricerca applicata in agricoltura, nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca è istituito il Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca, destinato alla realizzazione di studi di genere nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono altresì destinate all’istituzione di borse di studio in favore degli studenti che discutono una tesi di laurea in materie attinenti alle finalità di cui al medesimo Fondo.
        3. Con regolamento adottato mediante decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

         

        Art. 11.

        (Copertura finanziaria)

        1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, pari a 32.300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2025, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
        2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
    • maggio (1)

      • “Decreto Sostegni” Profili di interesse della Commissione agricoltura

        • Articolo 1, commi 1-12 (Contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici e proroga dei termini per precompilata IVA)

        L’articolo 1 riconosce un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario

         

        • Articolo 1, commi 13-17-bis (Aiuti di importo limitato e aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti)

        L’articolo 1, commi da 13 a 17-bis, disciplina le condizioni per fruire di talune misure di aiuto autorizzate dalla Commissione europea, o per le quali è necessaria l’autorizzazione della Commissione europea, sulla base delle Sezioni 3.1 (“Aiuti di importo limitato”) e 3.12 (“Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti”) della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final (Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19), e successive modifiche. La disciplina europea relativa agli aiuti temporanei di importo limitato ne consente l’erogazione alle imprese che si trovano di fronte a un’improvvisa carenza o addirittura indisponibilità di liquidità. L’importo complessivo dell’aiuto non supera 1,8 milioni di EUR per impresa. L’aiuto – che deve essere concesso entro e non oltre il 31 dicembre 2021 – non può essere concesso a imprese che si trovavano già in difficoltà il 31 dicembre 2019, ad eccezione, alle condizioni previste, delle microimprese o alle piccole imprese. Particolari condizioni si applicano alle imprese operanti nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, mentre è prevista una disciplina speciale per le imprese dei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 1-bis (Contributo a fondo perduto per start up)

        L’articolo 1-bis – di cui le Commissioni riunite propongono l’inserimento con gli identici emendamenti 1.136 (testo 3), 1.89 e 1.138, approvati nel corso dell’esame in sede referente – al comma 1 riconosce per il 2021 un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 1.000 ai soggetti titolari di reddito d’impresa che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la cui attività d’impresa, in base alle risultanze del Registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è iniziata nel corso del 2019, a cui non spetta il contributo di cui all’ articolo 1 del decreto-legge in esame. Il contributo è riconosciuto a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 non sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019, purché siano rispettati gli altri requisiti e condizioni previsti dal citato articolo 1 del decreto-legge in esame.

         

         

        • Articolo 1-bis (Esenzione prima rata IMU per gli operatori economici destinatari del contributo a fondo perduto)

        Nel corso dell’esame in sede referente è stato proposto l’inserimento dell’articolo 1-bis (em. 6.0.226 t2 e idd.) che esenta dal pagamento della prima rata dell’IMU 2021 i soggetti destinatari del contributo a fondo perduto disposto dal provvedimento in esame (articolo 1, commi 1-4), cioè i soggetti passivi titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario, con alcune eccezioni e a specifiche condizioni, in termini di limiti di reddito, ricavi o compensi, valevoli per accedere al contributo. Per il ristoro ai comuni delle minori entrate viene costituito un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’interno con una dotazione di 142,5 milioni per l’anno 2021.

         

         

        • Articolo 7 e Articolo 8, commi da 1 a 8 e da 12 a 14 (Interventi di integrazione salariale con causale COVID-19)

        I commi da 1 a 8 e da 12 a 14 dell’articolo 8 prevedono – con riferimento ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, agli assegni ordinari di integrazione salariale e ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, già riconosciuti secondo una disciplina transitoria, posta in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19 – la concessione di ulteriori periodi di trattamento.

        Questi ultimi vengono ammessi – in relazione ai casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per eventi riconducibili alla suddetta emergenza – nella misura massima complessiva di: – tredici settimane, relative al periodo 1° aprile 202137 -30 giugno 2021, per i trattamenti ordinari di integrazione salariale (comma 1); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202138 -31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale in deroga (comma 2). In base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 26 marzo 2021, a tale numero di settimane si possono aggiungere, nella parte ancora non eventualmente fruita, le dodici settimane previste (sempre con causale COVID19) per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021 dalla normativa precedente39 (fermo restando il termine di fruizione di queste ultime entro il 30 giugno 2021); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202140 -31 dicembre 2021, per gli assegni ordinari di integrazione salariale (commi 2 e 7), sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali cosiddetti alternativi41 (relativamente a questi ultimi, il concorso finanziario statale è definito dal comma 7). Anche in tal caso, in base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le dodici settimane previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021; – centoventi giorni, relativi al periodo 1° aprile 2021-31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) (comma 8).

        Anche in tal caso, secondo l’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le novanta giornate di trattamento previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021. La circolare dell’INPS n. 72 del 29 aprile 202142 specifica che le prestazioni di cui ai commi 1, 2 e 7 possono essere chieste anche con riferimento all’inizio della settimana in cui si colloca il suddetto termine del 1° aprile, quindi dal 29 marzo 2021. Al riguardo, l’emendamento 8.3 (testo 2) ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono, con l’inserimento di un comma 2-bis, di consentire il riconoscimento delle medesime prestazioni in continuità con quelle possibili (sempre con causale COVID-19) in base alla normativa precedente, ove interamente fruite, quindi con possibile decorrenza già dal 26 marzo 2021.

        I termini e le modalità per le domande, per gli invii dei dati e per i relativi pagamenti sono oggetto dei commi da 3 a 6 e 8 (oltre che della norma di rinvio posta dal comma 7). L’emendamento 8.37 (testo 2), approvato in sede referente, propone, con l’inserimento di un comma 3-bis e di un comma 3-ter, un differimento di termini temporali già scaduti, relativi alle domande o agli invii di dati per le prestazioni con causale COVID-19 previste dalle norme precedenti, e una riduzione per il 2021, pari a 5 milioni di euro, del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili”. Il comma 12 dello stesso articolo 8 definisce i limiti di spesa per i nuovi trattamenti suddetti (diversi dalle prestazioni oggetto del citato comma 7). I limiti vengono posti distintamente con riferimento alle seguenti tipologie: trattamenti ordinari di integrazione salariale ed assegni ordinari di integrazione salariale dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS; trattamenti di integrazione salariale in deroga; trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA). Ulteriori profili finanziari, relativi ad eventuali fattispecie specifiche, sono definiti dal successivo comma 13, mentre il comma 14 concerne la copertura finanziaria degli oneri (derivanti dai commi 7 e 12). Alla copertura concorrono le rimodulazioni di cui al precedente articolo 7, il quale opera alcune riduzioni degli stanziamenti e degli oneri previsti in materia per il periodo 16 novembre 2020-31 dicembre 2020 e per i primi mesi del 2021.

         

         

        Articolo 8, commi 9-11 (Disposizioni in materia di licenziamento) L’articolo 8, ai commi da 9 a 11, preclude ai datori di lavoro, salve specifiche eccezioni, la possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale e collettivo nonché di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo: a) fino al 30 giugno 2021, per coloro che richiedano il trattamento di cassa integrazione ordinaria; b) dal 1° luglio 2021 al 31 ottobre 2021, per coloro che richiedano l’assegno ordinario e il trattamento di integrazione salariale in deroga. Le disposizioni in esame, inoltre, sospendono di diritto, salve specifiche eccezioni, le procedure di licenziamento e le procedure inerenti l’esercizio della facoltà di recesso dal contratto per giustificato motivo oggettivo già avviate successivamente al 23 febbraio 2020. Il comma 10 dell’articolo dispone le medesime preclusioni e sospensioni contemplate al comma 9, ma prolungandone il periodo dal 1° luglio al 31 ottobre 2021, in considerazione: a) della concessione dell’ulteriore periodo di ventotto settimane per i trattamenti di assegno ordinario e di cassa integrazione salariale in deroga (per periodi intercorrenti tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 2 dell’articolo 8 in esame (alla cui scheda di lettura si rinvia); b) della concessione del trattamento di cassa integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) per una durata massima di centoventi giorni (nel periodo ricompreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 8 dell’articolo 8 in esame

         

         

        • Articolo 19 (Esonero contributivo per le filiere agricole della pesca e dell’acquacoltura)

        L’articolo 19 dispone, con riferimento al mese di gennaio del 2021, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL), per la quota a carico dei datori di lavoro, per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni, che svolgono determinate attività. Sono, altresì, determinati i limiti individuali per l’accesso agli esoneri contributivi.

         

        • Articolo 30-bis (Canoni demaniali per le attività di pesca e acquacoltura)

        L’articolo aggiuntivo 30-bis – che le Commissioni di merito propongono di inserire con l’approvazione dell’emendamento 30.091 testo 2 e di altri identici – riconosce un contributo ai concessionari di aree demaniali marittime per le attività di acquacoltura, pesca e ripopolamento, nonché per la realizzazione di manufatti destinati al prodotto ittico, nel limite di spesa di 1 milione di euro per il 2021.

         

        • Articolo 38 (Sostegno al sistema delle fiere)

         L’articolo 38, al comma 1, rifinanzia di 150 milioni di euro per l’anno 2021 il Fondo per la promozione integrata sui mercati esteri per la concessione di contributi a fondo perduto – commisurati ai costi fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili – a favore degli enti fieristici italiani per il supporto ai processi di internazionalizzazione degli stessi enti. Il comma 2 dispone che ai relativi oneri si provveda ai sensi dell’articolo 42. Il comma 3 istituisce, nello stato di previsione del Ministero del Turismo, un Fondo destinato al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, dal rinvio e dal ridimensionamento, a causa della pandemia da COVID-19, di fiere e congressi. Il Fondo viene dotato di 100 milioni per l’anno 2021. Il comma 4 demanda le modalità di riparto del Fondo ad un decreto del Ministro del turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, tenendo conto dell’impatto economico negativo nel settore conseguente alle restrizioni determinate dalla pandemia. Ai sensi del comma 5, l’indennità di sostegno disciplinata dal comma 3 è incompatibile con i contributi a fondo perduto di cui al comma 1. Infine, il comma 6 dispone che agli oneri relativi al comma 3 si provveda ai sensi dell’articolo 42.

         

         

        • Articolo 39, comma 1 (Incremento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacultura)

        L’articolo 39, comma 1, incrementa, per il 2021, di 150 milioni di euro, il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 39-bis (Accesso delle imprese agricole al Conto termico)

        L’articolo 39-bis, prevede che, nelle zone montane, le misure di incentivazione per interventi di incremento dell’efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni, c.d. “Conto termico 2.0”, si applicano anche alle imprese il cui titolare esercita le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile.

         

        • Articolo 39-bis (Semplificazioni in materia di controllo e certificazione delle macchine agricole e forestali)

        L’articolo 39-bis, consente, al comma 1, al MIPAAF, nell’ambito delle proprie competenze, e al fine di sviluppare le conoscenze tecniche indispensabili ad assicurare la competitività del settore meccanico agrario, di avvalersi previa stipula di apposita convenzione, per il 2021 e nel limite di spesa di cui al comma 3 che costituisce tetto di spesa massima, dell’assistenza tecnica dell’ENAMA (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola).

         

         

        • Articolo 39, commi 1-bis-1-septies (Disposizioni su alimenti, imballaggi e cooperative)

        I commi 1-bis-1-septies dell’articolo 39, che le Commissioni di merito propongono di introdurre con l’approvazione degli emendamenti 39.30 testo 3 e identici, contengono alcune disposizioni di carattere eterogeneo volte ad intervenire volte nei seguenti ambiti: prodotti ortofrutticoli di quarta gamma; caratteristiche della birra; proroga in materia di imballaggi; monitoraggio delle produzioni cerealicole e disciplina delle cooperative.

         

        • Articolo 39-bis (Disposizioni in materia di materiale vegetale spiaggiata)

        L’articolo 39-bis, novella l’articolo 185, comma 1, lettera f) del codice dell’ambiente in materia di esclusioni dall’applicazione della parte quarta inerente i rifiuti, inserendo tra le esclusioni previste anche il riferimento alla posidonia spiaggiata, laddove reimmessa nel medesimo ambiente marino o riutilizzata a fini agronomici o in sostituzione di materie prime all’interno dei cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.

         

        • Articolo 40-bis (Disposizioni temporanee per le cooperative sociali cosiddette di tipo b e in materia di prevalenza della mutualità delle cooperative)

        L’articolo 40-bis – di cui l’emendamento 40.0.17 ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono l’inserimento – prevede alcune norme transitorie relative alla quota percentuale minima di lavoratori svantaggiati che devono essere occupati nelle cooperative sociali cosiddette di tipo b ed alla perdita, da parte di una società cooperativa, delle condizioni di mutualità prevalente

  • 2020

    • maggio (1)

      • Lavoro agricolo, più salute e più dignità

        La regolarizzazione del lavoro agricolo, in tutte le sue forme, è una delle risposte più urgenti che occorre mettere in campo in un momento nel quale è necessario prestare ancora più attenzione alla tutela delle condizioni di salute dei lavoratori, oltre alle condizioni di tutela sociale nelle quali si trovano ad operare nelle nostre campagne.

        Si tratta di una battaglia di civiltà e di dignità, oltre che di salute pubblica, che già da tempo ho voluto intraprendere, insieme al mio partito, il Partito Democratico. E che ci vede impegnati anche per la regolarizzazione e la tutela di altre categorie di lavoratrici e lavoratori da troppo spesso ignorati, come ad esempio colf e badanti. Si tratta di 2 milioni di persone, di cui solo 865mila regolari, che svolgono una funzione fondamentale prendendosi cura di anziani e persone fragili, e spesso sono titolari di rapporti di lavoro “grigi”, che non tengono in conto le reali ore lavorate.

        Per quanto riguarda i lavoratori agricoli, poi, resta attualissima la mia interrogazione al Ministro dell’agricoltura del 15 aprile scorso.

        Ho chiesto al governo, insieme ad altri deputati, come individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore agricolo, ricordando che il Partito democratico aveva richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione .

        Inoltre ho chiesto quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.

        Il lavoro, ne sono convinta, deve ripartire con più garanzie rispetto al passato. Credo che questa crisi ci abbia insegnato che la dignità e la salute delle persone, tutte le persone, vadano tutelate maggiormente.

    • aprile (2)

      • Un 25 Aprile dei diritti e dei Beni Comuni

        “E’ bene che si sappia cosa è stata la Resistenza, non il mito di cui parlano i revisionisti ma la rivelazione di ciò che un popolo può fare quando prende il destino del Paese nelle sue mani”. (G.Bocca)

        E’ un 75esimo della Liberazione inedito in cui l’emergenza sanitaria sembra superare ogni altro tema. Qualcuno ha persino suggerito di non festeggiare la Festa della Liberazione, cambiandone profondamente la valenza simbolica.

        Io al contrario dico che possiamo vivere con ancora più forza il 25 Aprile basandoci sul significato più profondo che una celebrazione come questa ha e, anzi, tributando il giusto ricordo a coloro che si sono sacrificati e hanno donato la loro vita per difendere i valori di libertà e democrazia.

        È altresì occasione per riflettere sul futuro.
        La pandemia da Covid 19 ci ha consegnato la consapevolezza di quanto siano importanti quei ‘Beni Comuni’ come Sanità, Scuola, Cultura che sono capisaldi valoriali e materiali della nostra Carta Costituzionale, vero esito del lungo cammino verso un Paese libero e democratico operato dai Resistenti.
        Il diritto alla salute (art. 32) come diritto fondamentale dell’individuo e della collettività, il diritto allo studio (art. 33/34) , alla cultura e alla ricerca scientifica (art.9) in tempo di Coronavirus hanno mostrato tutta la loro importanza.
        Senza il servizio sanitario nazionale la lotta al virus sarebbe stata più difficile e ingiusta.

        La chiusura delle scuole ha fatto emergere quanto il servizio di istruzione nazionale sia significativo, luogo irrinunciabile di formazione per tutti, sia culturale che civile .

        Siamo oggi molto più consapevoli di quanto sia necessario l’investimento in ricerca, in istruzione, in cultura…

        Ecco perché questo 25 aprile è ancor più speciale. Non contiene affatto il richiamo ad ‘una retorica del passato’ ma ancora rappresenta la riscoperta dei valori che ci indicano la strada maestra per il futuro.

         

        Buon 25 Aprile a tutte e tutti!

      •  Cura Italia, un primo passo anche… agricolo

        L’emergenza coronavirus ha costretto il governo a prendere numerose decisioni, che hanno avuto un impatto significativo sulla vita di tutti i cittadini, sui lavoratrici e i lavoratori, sulle imprese.

        Gli obiettivi sono: cercare di arginare il diffondersi del contagio, non lasciare nessuno da solo, aiutare chi è in difficoltà, gettare le basi per una ripresa economica quando tutto questo sarà finito.

        Ultimo in ordine di tempo il cosiddetto decreto “Cura Italia”, introduce misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese.

         

        Si interviene su quattro fronti principali e si prendono altre misure settoriali.

        • Per prima cosa si punta a finanziare e a potenziare il Sistema sanitario nazionale, la Protezione civile e gli altri soggetti pubblici che in queste settimane sono in prima linea per contrastare l’emergenza.
        • Il secondo obiettivo è quello di sostenere l’occupazione e i lavoratori, attraverso l’estensione delle misure speciali in tema di ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale, e a favore dei lavoratori per la difesa del lavoro prevedendo norme speciali in materia di riduzione dell’orario di lavoro e di sostegno al reddito.
        • Si vuole poi supportare il credito per famiglie e micro, piccole e medie imprese, tramite il sistema bancario e l’utilizzo del fondo centrale di garanzia.
        • Si stabilisce la sospensione – ed è il quarto “pilastro” di questa vera e propria manovra – degli obblighi di versamento per tributi e contributi ed altri adempimenti fiscali e incentivi fiscali per la sanificazione dei luoghi di lavoro e premi ai dipendenti che restano in servizio.

         

        Nel POTENZIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE vengono, ad esempio, disposti incentivi a favore del personale; aumentate le risorse umane per il ministero della Salute; potenziate le reti di assistenza sul territorio; previste delle aree sanitarie temporanee; disposti incentivi per avere più dispositivi medici e di protezione individuale; l’arruolamento di medici e infermieri militari; l’assunzione urgente di funzionari tecnici per la biologia, la chimica e la fisica presso le strutture sanitarie militari.

         

        Nel SOSTEGNO DEL LAVORO E DEI LAVORATORI sono ad esempio previste: la cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario; la cassa integrazione ordinaria per le imprese in cassa integrazione straordinaria; la trasformazione degli assegni di solidarietà in assegno ordinario; la cassa integrazione in deroga; il congedo e indennità per i lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti alla gestione separata e autonomi; il congedo, indennità e bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i lavoratori del settore pubblico e sanitario; l’indennità lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali.

         

        Nel SOSTEGNO DELLA LIQUIDITÀ ATTRAVERSO IL SISTEMA BANCARIO sono previste, tra le numerose disposizioni, il Fondo centrale di garanzia Pmi; la modifica alla disciplina del Fondo indennizzo risparmiatori; il contenimento dei costi garanzia confidi per le Pmi; misure per il credito all’esportazione; l’stensione del Fondo solidarietà mutui “prima casa” a lavoratori autonomi e liberi professionisti; le misure di sostegno finanziario alle imprese, e alle Pmi.

         

        Nel SOSTEGNO DELLA LIQUIDITÀ DELLE FAMIGLIE E DELLE IMPRESE sono infine previste, tra le altre, la rimessione in termini per i versamenti e sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi e dei premi per l’assicurazione obbligatoria; premi ai lavoratori dipendenti; il credito d’imposta per spese di sanificazione ambienti di lavoro; il credito d’imposta per botteghe e negozi; la sospensione termini relativi all’attività degli enti impositori.

         

        Per saperne di più: http://deputatipd.it/files/documenti/45_DecretoCuraItalia_0.pdf

        E in agricoltura?

        L’approvazione del maxiemendamento al Senato che recupera tutti gli emendamenti approvati in commissione arricchisce in modo significativo i contenuti normativi che riguardano l’agricoltura del “Cura Italia“, e l’approvazione di un robusto Ordine del Giorno condiviso di maggioranza che IMPEGNA il Governo crea le premesse per completare il quadro delle misure sui prossimi provvedimenti.

        Di seguito una  sintesi delle misure contenute:

        1) L’articolo 22, si consente a regioni e province autonome di riconoscere, nei limiti delle risorse messe a disposizione, trattamenti di integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo non superiore a nove settimane, ai datori di lavoro del settore privato per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, e sono esplicitamente citati i datori di lavoro agricoli, della pesca e del terzo settore. Il trattamento è equiparato a lavoro ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola.

        2) L’articolo 28 riconosce, per il 2020, un’indennità una tantum per il mese di marzo 2020 pari a 600 euro in favore dei lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’INPS (relative agli artigiani, agli esercenti attività commerciali ed ai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali), qualora tali soggetti non siano titolari di pensione e non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

        3) Analogamente l’articolo 30 riconosce la medesima indennità in favore degli operai agricoli a tempo determinato che non siano titolari di pensione e che nel 2019 abbiano svolto almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo. Le predette indennità non concorrono alla formazione del reddito fiscale imponibile.

        4) L’articolo 32 proroga dal 31 marzo 2020 al 1° giugno 2020 il termine di presentazione delle domande per i trattamenti di disoccupazione agricola, relative agli eventi di disoccupazione verificatisi nell’anno 2019. Restano valide le domande già presentate.

        5) L’articolo 49 prevede un potenziamento e un’estensione dell’intervento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, in deroga alla sua disciplina ordinaria. Le disposizioni si applicano, fino al 17 dicembre 2020, in quanto compatibili, anche alle garanzie rilasciate da ISMEA, cui assegna ulteriori 80 milioni di euro per l’anno 2020.

        6) L’articolo 72 istituisce, un nuovo Fondo per la promozione integrata verso i mercati esteri, con una dotazione finanziaria iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato all’adozione di misure di comunicazione, di potenziamento delle attività di promozione del Made in Italy nonché per il cofinanziamento di iniziative di promozione dei mercati esteri realizzate da altre pubbliche amministrazioni mediante apposite convenzioni anche per la realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione volta a sostenere le esportazioni italiane e l’internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare e negli altri settori colpiti dall’emergenza derivante dalla diffusione del Covid-19.

        7) L’articolo 78 prevede specifiche misure in favore del settore agricolo e della pesca che sono state significativamente integrate in sede di conversione.

        Più in dettaglio, aumenta dal 50 per cento al 70 per cento la percentuale relativa all’importo per il quale può essere richiesta l’anticipazione dei pagamenti diretti disposti nell’ambito della politica agricola comune (PAC) a favore degli imprenditori agricoli. In sede di conversione è stata introdotta una semplificazione procedurale che consentirà alle aziende di ottenere in forma semplificata, già a partire dal mese di maggio, una anticipazione degli aiuti diretti del primo pilastro della PAC, con fondi nazionali, in misura pari al 70 per cento del valore dei titoli in portafoglio, calcolata sulla base dei dati in possesso della pubblica amministrazione, presenti nel fascicolo aziendale delle aziende agricole. L’emendamento approvato consente anche di accelerare l’erogazione delle risorse nazionali attese dalle aziende agricole, concedendo la possibilità di pagare gli aiuti in due fasi, di acconto e di saldo, consentendo alle pubbliche amministrazioni che gestiscono gli aiuti di versare immediatamente gli acconti e di eseguire i controlli previsti al momento del pagamento dei saldi.

        Viene istituito un Fondo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dotandolo di 100 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato alla copertura delle spese per gli interessi passivi sui finanziamenti bancari erogati per garantire capitale circolare o per ristrutturare i debiti per la copertura dei costi degli interessi sui mutui maturati nel corso degli ultimi due anni, nonché a sostenere l’arresto temporaneo delle attività di pesca. In sede di conversione è stata introdotta una estensione anche al settore dell’acquacoltura e si sono definite le modalità di attuazione del Fondo, in deroga alle disposizioni stabilite del Regolamento (UE) 2019/316 della Commissione del 21 febbraio 2019 che modifica il Regolamento (UE) n. 1408/2013, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea agli aiuti «de minimis» nel settore agricolo, in relazione al riconoscimento formale dell’emergenza COVID-19 come calamità naturale, ai sensi del Regolamento (UE) n. 702/2014, e del Regolamento (UE) n. 717/2014 della Commissione, del 27 giugno 2014, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti ”de minimis” nel settore della pesca e dell’acquacoltura e del florovivaismo.

        I versamenti e gli adempimenti i termini relativi alle ritenute alla fonte, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta e dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, sono sospesi per le imprese del settore florovivaistico dalla data di entrata in vigore della legge di conversione e per le stesse sono sospesi anche i versamenti da autoliquidazione relativi all’imposta sul valore aggiunto compresi fra il 1 aprile e il 30 giugno. I versamenti sospesi saranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di luglio 2020. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato.

        E’ stato introdotta l’estensione del Fondo di garanzia per le PMI di cui all’articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266 anche alle imprese agricole oltre che a quelle artigiane.

        Viene incrementato di 50 milioni per l’anno 2020 il Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti, al fine di poter far fronte alle maggiori necessità – causa l’emergenza CODIV-19 – legate alla distribuzione di derrate alimentari, e dette risorse saranno utilizzate anche a favore delle aste telematiche, della logistica della vendita diretta del prodotto ittico alla GDO e ai punti vendita al dettaglio delle comunità urbane.

        E stata introdotta una prima norma che sanziona e punisce le pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori ai sensi della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, e la subordinazione di acquisto di prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura a certificazioni non obbligatorie riferite al COVID-19 né indicate in accordi di fornitura per la consegna dei prodotti su base regolare antecedenti agli accordi stessi.

        Per i lavoratori a tempo determinato e stagionali, e limitatamente a lavorazioni generiche e semplici, non richiedenti specifici requisiti professionali, per le quali è prevista la effettuazione della sorveglianza sanitaria, la visita medica avrà validità annuale, permettendo al lavoratore risultato idoneo di prestare la propria attività anche presso diverse imprese agricole (nell’arco di quel periodo di tempo) per lavorazioni che presentano i medesimi rischi, senza la necessità di ulteriori accertamenti medici, semplificandone le procedure.

        E’ stato modificato l’ambito di applicazione della normativa antimafia prevedendo, nel caso di concessione di terreni agricoli e zootecnici demaniali, che la stessa sia necessaria, se gli stessi fruiscono di contributi superiori a 5.000, siano essi di provenienza europea sia di provenienza statale. E stato inoltre previsto l’esonero dalla documentazione antimafia per i provvedimenti anche di erogazione di ammontare non superiore ai 150.000 euro.

        E’ introdotta per i prodotti agricoli e alimentari a Denominazione d’origine protetta o a Indicazione d’origine protetta, inclusi i prodotti vitivinicoli e le bevande spiritosi, la possibilità di sottoporsi a pegno rotativo, le cui modalità di registrazione della costituzione e dell’estinzione del pegno rotativo saranno definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, e con la previsione che per i prodotti per i quali vige l’obbligo di annotazione nei registri telematici istituiti nell’ambito del Sistema Informativo Agricolo Nazionale l’annotazione sia assolta con la sola registrazione nei predetti registri.

        Alla filiera avicola, per la sicurezza alimentare e il benessere animale, sono destinate agevolazioni erogate a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca, 100 milioni di euro. Le agevolazioni sono concesse ai sensi della normativa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in merito ai contratti di filiera e di distretto.

        E’ introdotta una deroga, limitatamente al periodo di crisi, alle ordinarie procedure di autorizzazione definite ai sensi del d.lgs. 387/2003 e s.m.i.. per l’utilizzo dei sottoprodotti derivanti da processi di trattamento e trasformazione del latte, negli impianti di digestione anaerobica del proprio territorio regionale, pur preventivamente formulando preventiva richiesta straordinaria all’autorità sanitaria competente che, effettuatele necessarie verifiche documentali, procederà all’accoglimento/diniego entro i successivi tre giorni lavorativi dalla data richiesta.

        Detto intervento si rende necessario in relazione alla riduzione della domanda di latte e derivati ed alla minore capacità del sistema industriale di trasformarli e tenuto conto inoltre delle limitazioni del sistema di distribuzione, si ritiene necessario favorire una gestione dei prodotti e residui non destinabili al consumo o ad altri utilizzi industriali, alla valorizzazione energetica mediante impianti di digestione anaerobica. Analogamente sempre previa autorizzazione dell’autorità sanitaria competente, ai soggetti di cui all’articolo 2135 del Codice Civile, l’utilizzo agronomico delle acque reflue addizionate con siero, scotta, latticello e acque di processo delle paste filate, nonché l’utilizzo di siero puro o in miscela con gli effluenti di allevamento su tutti i tipi di terreno e in deroga all’articolo 15 comma 3 del decreto interministeriale n. 5046 del 25 febbraio 2016.

        Sempre con inerenza al tema impianti a biogas, i termini per la pubblicazione del bando per l’accesso agli incentivi di cui all’articolo 1, comma 954, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, introdotti dall’articolo 40-ter del decreto legge 30 dicembre 2019 n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, sono prorogati al 30 settembre 2020.

        E’ introdotta la possibilità agli Organismi autorizzati all’attività di controllo e di certificazione dei prodotti agricoli biologici e di quelli ad indicazione geografica protetta a norma dei Regolamenti (UE) n. 1151/2012, (UE) n. 1308/2013, (CE) n. 110/2008 e (UE) n. 251/2014, che i certificati di idoneità siano rilasciati, anche sulla base di una valutazione del rischio da parte dei predetti Organismi in ordine alla sussistenza o alla permanenza delle condizioni di certificabilità, anche senza procedere alle visite in azienda laddove siano state raccolte informazioni ed evidenze sufficienti e sulla base di dichiarazioni sostitutive, fermo restando l’obbligo di successiva verifica aziendale da parte degli Organismi da svolgersi a seguito della cessazione dell’emergenza.

        Per le aziende della pesca :

        1. tutte le certificazioni e i collaudi dei motopescherecci adibiti alla pesca professionale, sono prorogati al 31 dicembre 2020

        2. entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge si ridefinisce un percorso di riprogrammazione delle risorse previste dal Programma Operativo Nazionale del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, al fine di favorire il massimo utilizzo possibile delle relative misure.

        Alle micro, piccole e medie imprese agricole (ex art. 2135 del c.c.), singole e associate, la possibilità di rinegoziare i mutui e gli altri finanziamenti destinati a soddisfare le esigenze di conduzione e/o miglioramento delle strutture produttive, in essere al 1º marzo 2020, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, e le operazioni di rinegoziazione sono esenti da ogni imposta e da ogni altro onere, anche amministrativo, a carico della impresa, ivi comprese le spese istruttorie.

        E’ prorogata la validità dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale, rilasciati ai sensi del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, in scadenza tra il 23 febbraio ed il 31 maggio 2020, al 31 dicembre 2020.

        I certificati di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 14 agosto 2012 n. 150 (patentino fitofarmaci), i cui corsi di formazione e/o esami finali necessari per il loro rinnovo non siano stati eseguiti alla data di pubblicazione del presente decreto legge conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020.

        L’articolo 105 che per le aziende agricole estende ai parenti e affini sino al sesto grado (in luogo del quarto grado attualmente previsto) le prestazioni da loro svolte che non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato. A tal fine viene modificato l’articolo 74 del decreto legislativo n. 276 del 2003, che prevede che non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato le prestazioni svolte dai suddetti soggetti in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori.

        In sede di conversione, per le sole aree montane di cui alla Legge 97 del 1994 fino alla fine dell’emergenza Covid-19 le disposizioni sopra citate, che non integrano rapporto d lavoro, si applicano anche ai soggetti che offrono aiuto e sostegno a tutte le aziende agricole.

        E’ infine consentito ai Centri di Assistenza Fiscale di cui all’art.78 della Legge 413/91, l’acquisizione telematica delle deleghe, dei mandati, delle dichiarazioni sostitutive e dell’altra documentazione necessaria ai fini della elaborazione delle pratiche, prevedendo l’invio della copia per immagine dei documenti sottoscritti e, in alternativa, possibilità di affidare l’incarico al CAF o all’intermediario abilitato anche mediante la sola autorizzazione conferita con modalità telematiche.

        L’ Ordine del Giorno condiviso di maggioranza IMPEGNA il Governo :

        a procedere in tempi rapidi alla verifica del fabbisogno di lavoro nei comparti agricolo ed agroalimentare sull’intero territorio nazionale, così da permettere di risolvere l’ingente problema delle imprese di garantirsi manodopera per le produzioni, e laddove sia necessario, l’emersione del lavoro e l’incontro legale e trasparente di domanda e offerta di lavoro agricolo, in particolare, a favorire, per le campagne di raccolta in arrivo,

        1- l’assunzione con esonero contributivo dei percettori di reddito di cittadinanza, pensionati e lavoratori in cassa integrazione, prevedendo non solo le opportune modifiche normative che lo rendano possibile per il periodo dell’emergenza, ma soprattutto appositi incentivi, sia per i datori di lavoro, per i quali potrebbe essere previsto un esonero contributivo, e per i lavoratori, la cumulabilità fino a 5mila euro, il non computo a fini impositivi, con modalità semplificate;

        2- semplificare le condizioni legittimanti il ricorso agli istituti della codatorialità e del distacco,

        attribuendo al legame tra socio e cooperativa la stessa valenza del contratto di rete ai fini dell’operatività degli istituti del distacco e codatorialità;

        3- garantire l’allestimento di locali, anche abbandonati o in disuso, per un congruo alloggiamento

        dei braccianti, con adeguati livelli di precauzione e tutela, ai fini anche della prevenzione del COVID-19, aumentando al tempo stesso i controlli;

        4- riaprire, il prima possibile, il flusso dei lavoratori agricoli interrotto dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, in particolare dall’Est Europa, ivi inclusa la realizzazione del c.d. “corridoio verde” e la promozione di iniziative simili con tutti i paesi di provenienza dei lavoratori stagionali agricoli;

        In particolare:

        settore della pesca:

        1- a prevedere la possibilità di garantire, nel rispetto della disciplina unionale relativa agli aiuti de minimis nello specifico settore della pesca e dell’acquacoltura, che le risorse siano erogabili anche mediante lo strumento del credito di imposta;

        2- di sospendere il pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime per le attività di pesca e acquacoltura da parte di imprese, cooperative e loro consorzi;

        3- a prevedere adeguate misure di sostegno, a favore delle imprese interessate, per quanto concerne i divieti temporanei di pesca professionale nelle acque interne;

        settore florovivaistico:

        1- a istituire presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali un fondo con congrua dotazione per l’anno 2020 per risarcire le imprese del settore florovivaistico dei danni subiti a causa dell’emergenza;

        2- a valutare la possibilità di accesso al credito di imposta per spese energetiche sostenute da filiera ed interventi finalizzati con fondi ISMEA;

        3- prevedere altresì la proroga del c.d. bonus verde anche per il 2021, con un aumento dell’ammontare complessivo oggetto di detrazione;

        per i settori del florovivaistico e del latte, a prevedere la sospensione dei versamenti di ritenute, contributi e premi, di cui agli articoli 61 e 62 del decreto;

        per il settore del latte

        1- prevedere l’avvio di azioni di promozione del latte italiano sul mercato interno,

        2- attivando procedure per la piena trasparenza di quantità e destinazione delle produzioni importate, anche in accordo con le Istituzione Europee,

        3- con la intera filiera, per la durata dell’emergenza, della concessione di aiuti all’ammasso privato del latte in polvere, burro e formaggi duri, al fine di contenere la repentina diminuzione dei prezzi;

        a garantire la tutela delle imprese dell’agriturismo, che come le altre del settore turistico-ricettivo sono state particolarmente colpite dall’emergenza in corso, e la cui crisi, presumibilmente, non avrà un rientro a breve;

        a prevedere misure finalizzate a garantire la continuità produttiva e l’operatività dell’intera filiera bieticolo-saccarifera, messa a rischio dalla situazione di emergenza epidemiologica da CoVID-19 in atto e dai contenziosi in essere conseguenti alla riforma del settore del 2006;

        Per tutto il settore

        ad incentivare la riconversione anche temporanea per i servizi a domicilio di beni alimentari per la durata della crisi dovuta al COVID-19;

        a garantire le necessarie forme di liquidità per le imprese dei settori agricolo ed agroalimentare per superare la forte crisi di liquidità attuale, al fine di permettere alle imprese di far fronte alle necessarie spese dell’anno, ai mutui, alle anticipazioni della nuova annata;

        a valutare la possibilità per tutte le aziende agricole di:

        – prevedere l’esonero contributivo a favore dei giovani agricoltori per l’anno corrente;

    • febbraio (1)

      • Violenza di genere, lavoriamo sulla discriminazione

        Non si parla mai abbastanza di volenza sulle donne. Lo facciamo ogni 25 novembre, ma chiaramente non basta. E’ indispensabile farlo sempre, far sentire la propria voce lungo tutto il corso dell’anno.

        Nell’ultimo anno i femminicidi in Italia sono stati 92, donne assassinate dai propri mariti, fidanzati, ex o colleghi di lavoro. Una donna su 3, tra i 16 e i 70 anni, ha subito nella vita almeno una volta qualche forma di violenza fisica o sessuale. Parliamo di 7 milioni.

        Esistono tanti piani sui quali si può affrontare la questione, partendo da una considerazione fondamentale.

        La violenza di genere non è solo un problema inerente alla sicurezza ed incolumità fisica e psicologica delle donne e dei minori che vi assistono. E’ una gravissima forma di discriminazione legata ad una cultura sessista che svilisce la donna, ne oggettivizza il corpo e ne limita l’individualità, la visibilità e l’autorevolezza. E’ un problema culturale – e in quanto tale appartiene a tutti, non solo alla donna – capace di infiltrarsi subdolamente in tutte le sfaccettature della vita – familiare, affettiva, economica, sociale, politica – che riflette e allo stesso tempo rafforza gli stereotipi nelle relazioni tra i membri della società. E’ una gravissima violazione dei diritti fondamentali: quelli alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla dignità, all’integrità fisica e mentale, all’uguaglianza tra i sessi. A partire dagli anni settanta del XX secolo si è costituito un vero e proprio movimento contro la violenza di genere, che ha trovato solo da qualche anno una risposta legislativa efficace.

        Ritengo quindi che la prima forma di prevenzione riguardi la parità, di genere, fra uomo e donna, non solo nel privato, ma anche nel pubblico, sul posto di lavoro, liberando le donne dagli ostacoli, senza uguaglianza c’è spazio solo per la violenza. E soprattutto le nostre istituzioni devono farsi carico anche di creare una nuova cultura del rispetto, senza sessismo, divario salariale e violenze sul posto di lavoro.

        Non basta lavorare su strumenti repressivi ma è necessario lavorare di più sul rafforzamento della rete di protezione, investire di più su specializzazione e formazione degli operatori dell’intera filiera, dare nuovo impulso e concretezza alle azioni di prevenzione, sostenere di più e meglio i servizi antiviolenza, le reti di contrasto, i progetti di autonomia per donne vittime di violenza, ripartire dalle scuole con l’educazione al rispetto della differenza e dell’identità di genere.

  • 2019

    • dicembre (1)

      • Sisma, accelerare la ricostruzione

        Insieme al gruppo del PD alla Camera, abbiamo approvato nei giorni scorsi un testo molto atteso, quello dedicato alla ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti.

        Un testo su cui mi sono impegnata in prima persona, per dare risposte ai tanti territori che ancora vivono l’incubo della ricostruzione, che è stato oggetto di lunga discussione e modificato rispetto alla stesura originaria con molti emendamenti.

        In particolare, si introducono misure per garantire il superamento della situazione emergenziale e il conseguente ripristino di condizioni di normalità, nonché misure finalizzate ad accelerare le procedure per la realizzazione degli interventi funzionali a superare la fase dell’emergenza, a garantire condizioni socio-abitative adeguate alle popolazioni interessate e ad assicurare la realizzazione degli interventi per la riparazione e la ricostruzione degli edifici pubblici e privati.

        Quattro gli aspetti di assoluto valore: l’ampliamento delle aree di intervento, che precedentemente si riferivano al solo terremoto del Centro Italia; la scelta di un approccio veramente onnicomprensivo, affinché la ricostruzione non riguardi solo l’edilizia, ma anche il tessuto economico e sociale delle comunità; la ricerca di soluzioni concrete, ascoltando i suggerimenti dei territori, attraverso la semplificazione delle procedure e il rafforzamento quantitativo e qualitativo del personale; la volontà di migliorare la governance del processo di ricostruzione, puntando a un percorso di uscita dallo stato emergenziale, senza nascondersi come il ritorno alla normalità sia ancora un obiettivo lontano.

    • ottobre (1)

      • Il mio impegno per il popolo Saharawi, anche a New York

        Un intervento all’assemblea ONU a New York, come presidente del gruppo interparlamentare “Amici del popolo Saharawi”. L’ho tenuto venerdì 11 ottobre scorso, in rappresentanza di tutti i gruppi politici che si impegnano per sostenere la causa Saharawi, come presidente dell’intergruppo parlamentare nato alcuni anni fa per sostenere la causa, insieme alle rappresentanze delle famiglie che ospitano i bambini Saharawi ogni estate.

        Da vari anni e in diverse sedi istituzionali nazionali ed internazionali , utilizziamo strumenti come risoluzioni, mozioni, interrogazioni che vogliono porre all’attenzione dei governi la non soluzione della causa Saharawi e chiedere azioni utili per rilanciarne la soluzione che sia rispettosa del diritto all’autodeterminazione favorendo il superamento dello stallo il cui verte il negoziato internazionale.

        Col mio intervento, ho voluto chiedere il rispetto dei diritti umani da parte del governo marocchino, chiedere la libertà di accesso e di circolazione nel Sahara occidentale di osservatori internazionali indipendenti, della stampa e delle organizzazioni umanitarie, chiedere lo stanziamento di fondi per aiuti umanitari per la popolazione saharawi rifugiata nei campi di Tindouf.

        Ho sottolineato come si tratti dell’ultima colonia africana che sta aspettando la sua indipendenza e di un popolo che ha sempre scelto la strada del confronto e della non violenza. Nonostante ciò, i Saharawi continua a vivere in esilio nei campi del deserto algerino privati dei diritti fondamentali. Al presidente della sessione sulle decolonizzazioni, e di consegunza a tutta la comunità internazionale che si occupa del tema, ho chiesto che si metta in campo ogni sforzo organizzativo, diplomatico e politico per riaprire i negoziati con il governo marocchino.

        Parallelamente, proprio in questi giorni, il gruppo interparlamentare ha depositato in Commissione Esteri un’interrogazione per chiedere al Governo che provvedimenti intenda prendere affinché possano proseguire gli stessi negoziati e che si possa arrivare ad una definizione dei tempi per indire il referendum. Un dialogo che al momento è in stallo.

    • giugno (2)

      • No alle vendite sottocosto, no al doppio ribasso

        E’ per dire no alle vendite sottocosto e no alle aste a doppio ribasso che nei giorni scorsi sono intervenuta nella discussione generale sulla proposta di Legge del Partito Democratico (A1549 Cenni ed altri ) che mira a regolamentare e vietare meccanismi e pratiche di concorrenza sleale nella vendita di prodotti agricoli e agroalimentari .

        Una legge che vuole garantire maggiore trasparenza, certezza nella definizione dei prezzi e soprattutto garantire una retribuzione adeguata all’agricoltore. Aste on Line al doppio ribasso mettono infatti i produttori in condizione di offrire prezzi così bassi che hanno come diretta conseguenza il rivalersi sull’anello più debole, cioè sui lavoratori agricoli.

        Abbiamo affrontato tema del sottocosto nell’articolo 1. Abbiamo deciso, anche a seguito di un confronto con diversi attori della filiera, di non vietarlo, ma piuttosto regolamentarlo in particolare per prodotti alimentari freschi e deperibili. Si tratta infatti di un elemento che favorisce una illegalità diffusa; è il settore, come dicevo prima, dove finiscono per soccombere sempre i più deboli e questo vale a maggior ragione per le vendite all’asta con doppio ribasso, affrontato, poi nell’articolo 2, di cui si chiede espressamente il divieto.

        Un esempio emblematico è quello rappresentato da un prodotto di largo consumo, il pomodoro, che, di fatto, è diventato solo un prodotto merce e di una catena che non molto tempo fa ha acquistato a 31,5 centesimi l’una venti milioni di bottiglie di passata. Cifra raggiunta con un’asta a doppio ribasso; quindi, con un sistema di contrattazione non trasparente che penalizza la filiera produttiva. Le aste a doppio ribasso, lo ricordiamo, si affidano infatti a due gare e la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Così, è tutta la filiera che si impoverisce e così si finirà per favorire un fenomeno che invece abbiamo cercato, anche a livello legislativo, di fermare, come il caporalato, costringendo i produttori a tenere il più basso possibile, soprattutto, il costo del lavoro. Sono gli stessi produttori che lo dicono.

        Ma un effetto che questa legge conta di raggiungere è sicuramente il sostegno alle filiere etiche. L’articolo 5, infatti, mette in campo un sistema di agevolazioni fiscali e di accesso ai fondi per quelle imprese che concorrono a realizzare progetti che creano filiere etiche di produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti agroalimentari. Ma anche quelli che sono in grado di certificare l’applicazione dei contratti nazionali collettivi, creando così, oltre a buoni prodotti, buona occupazione.

        Si tratta insomma di una legge che va a incontrare oltremodo una sensibilità sempre più diffusa e attenta dello stesso consumatore verso l’acquisto di prodotti etici che siano rispettosi dell’ambiente, della legalità e dei diritti dei lavoratori.

      • Assegno divorzile, più sostegno al coniuge debole

        Il principio di solidarietà come fondamento dell’assegno che contrasta il principio di “mantenimento del reddito”. Questa la sostanza di una proposta di legge – presentata nella scorsa legislatura e a firma dell’on Ferranti (PD) – rispetto all’assegno divorzile.
        La fine della legislatura non ha consentito l’approvazione della proposta. Nel frattempo, sono intervenute le Sezioni Unite della Cassazione (sent. 18278/2018), riprendendo i criteri già esplicitati nell’iniziativa dell’on. Ferranti, che hanno composto il contrasto giurisprudenziale riconoscendo invece il principio di solidarietà come fondamento dell’assegno ma escludendo al tempo stesso che la finalità dell’assegno sia quella di assicurare al coniuge debole il medesimo tenore di via del matrimonio.
        Un tema su cui da tempo si discute molto e su cui i giudici non si sono ancora espressi in modo univoco. Ecco perché è utile fare chiarezza sull’argomento.
        In sostanza nel prendere la decisione il giudice dovrà valutare e bilanciare alcuni criteri.
        Anzitutto, la durata del matrimonio alla data dell’ordinanza presidenziale che autorizza i coniugi a vivere separati. Rispetto al testo vigente, tale criterio costituisce elemento valutativo autonomo. In secondo luogo le condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio. Altro elemento da tenere in considerazione è l’età e lo stato di salute del soggetto richiedente. E ancora, il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune; il patrimonio e il reddito netto di entrambi; la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive, anche in considerazione della mancanza di un’adeguata formazione professionale o di esperienza lavorativa, quale conseguenza dell’adempimento dei doveri coniugali nel corso della vita matrimoniale; l’impegno di cura.
        Inoltre, vengono velocizzare le procedure per la sentenza di divorzio e si istituisce la decadenza dell’assegno in caso di nuovo legame.

    • aprile (5)

      • E’ il 1° Maggio, ribadiamo con forza le nostre idee sul lavoro!

        Mentre scrivo queste righe, siamo alla vigilia di un 1° Maggio particolare, caratterizzato da un governo che risolve il tema del lavoro con una serie di promesse vuote e prive di visione, che non ha adottato un solo provvedimento che sappia interpretare davvero le esigenze delle varie fasce della popolazione su questo tema, che preferisce la logica dell’assistenzialismo a quella della creazione di posti di lavoro.

        Le nostre proposte sul tema del lavoro ci sono, sono in campo da tempo e sono state ribadite con forza recentemente dal nostro segretario Nicola Zingaretti.

        Come sottolineato da Zingaretti, dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perché le persone non ce la fanno più. E occorre un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre sarebbe utile favorire l’occupazione di donne e giovani, aumentare le indennità per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull’equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali

        Per ribadire quanto fatto nella passata legislatura e per ribadire le nostre idee e le nostre posizioni sul tema del lavoro, sarò in piazza ad Albinea il 1° Maggio con i sindacati. Sempre dalla parte dei lavoratori!

      • Codice rosso, legge ipocrita e nemica delle donne

        Una legge al ribasso, firmata dal governo gialloverde, che affronta il tema della violenza sulle donne in modo superficiale e senza considerare aspetti importanti quali educazione e prevenzione.

        A presentare questo disegno di legge è un Governo a guida Lega-M5S, la stessa maggioranza che ha incardinato il testo del senatore leghista Pillon sull’affido condiviso, un provvedimento maschilista e reazionario che colpisce le donne più deboli e non guarda al supremo interesse del minore e che rischia di intrappolarle in relazioni violente, mettendo a repentaglio la loro incolumità e quella dei loro figli. Un Governo che, per il tramite del Ministro della famiglia Fontana, dà il patrocinio al “Congresso delle famiglie” di Verona dove la famiglia naturale viene usata come grimaldello per scardinare anni di battaglie di libertà e per affermare tesi retrograde e antistoriche.

        Questa è una delle ragioni per cui noi del PD ci siamo astenuti dal votare il testo sul Codice Rosso.

        La cronaca ci racconta, quasi quotidianamente, casi di violenza sulle donne, donne che non sono state protette, che non sono state credute o di cui non è stato valutato in maniera adeguata il rischio che stavano correndo; un fenomeno strutturale, che non accenna a ridimensionarsi.

        Da parte nostra non c’è stata alcuna preclusione o opposizione preconcetta al cosiddetto codice rosso, che abbiamo invece accolto come un’occasione importante per colmare vuoti normativi e di tutela ancora presenti nel nostro ordinamento.

        Su un tema come quello della violenza di genere, infatti, non dovrebbero esserci né divisioni né tentativi di primogenitura, ma è solo grazie alla battaglia dell’opposizione che si è arrivati all’approvazione, all’unanimità, del reato di revenge porn.

        Così come evidenziato anche nel corso delle audizioni di magistrati specializzati nelle indagini sulle violenze contro le donne e i minori, il “codice rosso”, così come è stato approvato, rischia di essere “inutile, difficilmente applicabile e potenzialmente dannoso”

        Un obbligo così generalizzato ed in tempi così ristretti (il PM deve sentire la vittima entro 3 giorni), appare non utile e, di fatto, corre il rischio di paralizzare gli uffici di procura, perché riguarderebbe tutte le notizie astrattamente inquadrabili nelle categorie indicate, in assenza di un vaglio serio sulla fondatezza della denuncia e, soprattutto, in assenza di una attualità della condotta criminosa e di esigenze di protezione della denunciante; potrebbe dunque essere del tutto inutile anche per chi è chiamato a rendere 3 le dichiarazioni se quelle che ha già rese sono esaustive in relazione ai fatti denunciati ed allo stato delle indagini.

        Resta inoltre il ragionevole dubbio che si tratti di una mera operazione di comunicazione e propaganda da parte del Governo. Non si capisce, infatti, perché, se è davvero così fondamentale che la persona offesa, vittima di violenza, debba essere sentita nel giro di soli tre giorni, il Governo inserisce un termine meramente ordinatorio e non perentorio. La norma non prevede infatti alcuna conseguenza legata all’eventuale mancata osservanza del termine di tre giorni. Nonostante ciò, tutti gli emendamenti che raccoglievano tali osservazioni, provenienti dal PD e da altri gruppi di opposizione, ma non solo, sono stati respinti. Resta quindi una norma che nelle intenzioni vuole introdurre una sorta di corsia preferenziale alle denunce, imponendo indagini più rapide, ma che di fatto rischia di essere controproducente

         

      • Tutte le bugie del governo… in un unico DEF

        Quanto sono antipatici, in politica e non solo, i “ve l’avevamo detto…”. Eppure la tentazione viene in un momento nel quale il Documento Economico e Finanziario presentato dal governa mette a nudo le bugie della campagna elettorale, le promesse non mantenute, le bugie distrutte dai fatti.

        L’esecutivo ha infatti varato nei giorni scorsi il DEF, dopo lunghe trattative e un brevissimo Consiglio dei ministri, evitando, per sfuggire alle domande scomode dei giornalisti, la tradizionale conferenza stampa, e limitandosi a consegnare una scarsa nota. Sono passati dallo streaming al silenzio stampa. Del resto è comprensibile il loro imbarazzo. Questo 2019 doveva essere un “anno bellissimo” (cit. Presidente Conte), e invece rischia di riportare gli italiani agli anni bui della crisi economica e sociale e del disastro finanziario.

         

        L’ECONOMIA NON CRESCE

        La crescita del PIL non c’è. Per i prossimi tre anni sarà pari a uno zero virgola, niente di più.

        Il quadro economico e finanziario che emerge dal DEF 2019 conferma la “grande frenata” del Sud, secondo la Svimez. In un Paese che si ferma, dopo quattro anni di ripresa, nel Meridione torna il segno meno, con una previsione che scende a -0,21.

         

        REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100: EFFETTI SUL PIL QUASI A ZERO

        In particolare, il DEF fa riferimento all’impatto sulla crescita dei consumi delle famiglie ascrivibile al reddito di cittadinanza a partire dal secondo trimestre di quest’anno, il quale dovrebbe fornire uno stimolo ai consumi delle famiglie meno abbienti (con una propensione al consumo più elevata della media) in grado di determinare un effetto positivo sulla crescita del PIL reale di appena 0,2 punti percentuali nel 2019. Analogamente, le misure relative al sistema previdenziale (c.d. quota 100), che avrebbero un effetto “neutrale” – quindi pari a zero! – sul PIL nel 2019.

         

        IL DEFICIT DI FIDUCIA CHE PESA SUI CONTI

        Il Governo ha penalizzato la crescita due volte, al netto delle conseguenze della congiuntura internazionale più debole del previsto. Una prima volta al momento del suo insediamento, quando grazie ad annunci sguaiati e contraddittori, ha fatto crollare la fiducia di famiglie e imprese e quindi anche la spesa per consumi e investimenti, con conseguenze anche sul lungo periodo. Una seconda volta con la legge di Bilancio 2019 e con questo DEF, confermando che le misure messe in campo, in particolare quota 100 e reddito di cittadinanza, hanno effetti, come abbiamo visto, molto modesti sulla crescita.

        L’incertezza e il clima di sfiducia che caratterizzano famiglie e imprese permangono ancora, come ha registrato anche l’Istat, e inevitabilmente si riflettono nella bassa dinamica dei consumi e degli investimenti. “In una parola il Paese è sull’orlo della recessione e il Governo è senza strumenti per affrontarla”. È il totale fallimento della “manovra del popolo”.

         

        L’INGANNO DELLA “TASSA PIATTA”: LA “FLAT TAX”

        Ulteriori e ingenti risorse – oltre 50 miliardi di euro l’anno secondo varie stime, anche del Centro Studi Confindustria – andrebbero reperite per consentire la riforma delle imposte sui redditi, con l’introduzione della “flat tax”, che va contro il principio di progressività del sistema tributario, stabilito dall’articolo 53 della Costituzione. Significative sono le osservazioni della Confindustria, che pure non è contraria all’idea di una “flat tax” o “quasi flat tax” (con due aliquote). Secondo l’Associazione degli industriali dovrebbe comunque accompagnarsi a un sistema di deduzioni/detrazioni che assicuri il principio di solidarietà, evitando la sovrapposizione di diversi regimi impositivi che creerebbero ulteriore complessità. Una sua implementazione al momento appare molto costosa in termini di minor gettito fiscale e, se fatta a parità di gettito, rischia di tradursi in aliquote troppo elevate.

        Sulla “tassa piatta” la CGIL sostiene che “passare da un sistema multi-aliquota, che dovrebbe essere corretto e più progressivo, ad un sistema con una o due aliquote, finanziando la modifica con la riduzione delle spese fiscali, non può generare maggiori vantaggi per lavoratori e pensionati rispetto ai redditi più alti“8. Preoccupazioni analoghe sono state espresse anche dalla CISL, che paventa “ingiustificati e inaccettabili vantaggi fiscali per i redditi più alti”9, mentre la UIL ritiene che porterà “più squilibri e più iniquità”

         

        TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA

        Anche per quanto riguarda la revisione della spesa pubblica (spending review), nel DEF non ci sono indicazioni precise su dove intervenire per “tagliare”. Nel pubblico impiego, misure di contenimento della spesa, come ad esempio nuovi blocchi del turn over, si scontrerebbero con il già avvenuto calo della dotazione di personale e con l’invecchiamento degli addetti, e con le promesse elettorali della maggioranza di nuove assunzioni. Nella sanità ulteriori tagli della spesa inciderebbero sulla qualità dei servizi offerti. I tagli alla spesa pubblica non appaiono inoltre conciliabili con le scelte operate finora da Lega e M5S di aumentare la spesa pensionistica prevista con quota 100 e le altre prestazioni sociali a seguito dell’introduzione del reddito di cittadinanza.

        Un taglio sicuro previsto come clausola di salvaguardia – un’altra – arriva per il mancato rispetto dell’obiettivo fissato nell’ultima legge di Bilancio di un indebitamento netto pari al 2 per cento del PIL. Sono due miliardi di spese della Pubblica Amministrazione, accantonati in una tabella a garanzia dei conti, ed ora “tagliati” definitivamente. Ci sono 1,18 miliardi a carico del Ministero dell’Economia, 481 milioni destinati agli incentivi alle imprese, 159 milioni tagliati al Ministero dello Sviluppo, 300 milioni al Ministero delle Infrastrutture, destinati al trasporto pubblico, 150 milioni in meno alla Difesa, 100 milioni sono tagliati al Ministero dell’Istruzione (70 Università e 30 milioni dalla ricerca), altri 40 milioni sono tagliati alla cooperazione e sviluppo e così via.

         

        ESPLODE IL DEBITO PUBBLICO

        In questo contesto, si fa sempre più pesante e insostenibile il nostro debito pubblico, che rischia di “esplodere”, nel senso di un aumento rapido, come ha evidenziato Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia, al suo successore Giovanni Tria durante un’audizione sul DEF alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.  Dopo la stabilizzazione accompagnata da una prima riduzione nel triennio 2015-2017, che ha invertito un trend crescente in corso dal 2008, il debito pubblico in rapporto al Pil – invece di scendere di un punto percentuale come previsto da Governo a dicembre – nel 2019 aumenta fino al 132,6 per cento. Un rapporto che nelle valutazioni dell’UPB potrebbe persino continuare ad aumentare fino al 135,4 per cento del PIL nel 2022

         

      • Aiutare la famiglia significa aiutare le donne. Il governo lo deve capire

        Potenziare le misure a sostegno della famiglia in senso lato, valorizzando il ruolo di madre all’interno di un contesto famigliare mutato, adeguando gli strumenti di sostegno alle nuove esigenze di casa, lavoro, welfare pubblico.

        Noi lo abbiamo chiesto attraverso una mozione PD alla Camera dei Deputati, chiedendo che vengano messe in atto “efficaci politiche per la famiglia, per la previdenza, per il lavoro, per la casa, per il welfare”, visto che “una delle cause della bassa natalità italiana è costituita dagli ostacoli economici e culturali che la scelta di diventare madri comporta, a partire dalla discriminazione nell’accesso e nella prestazione di lavoro, che aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di figli. Discriminazione aggravata da un sistema di welfare debole che spesso lascia alle donne il lavoro di cura di bambini e anziani, senza che questo venga riconosciuto dal punto di vista previdenziale”.

        Secondo noi “le ultime misure introdotte dall’attuale Governo non tengono conto delle prerogative delle famiglie, in particolar modo di quelle numerose, di quelle con bambini o di quelle al cui interno vi è una persona disabile. In particolare, il reddito di cittadinanza, quale misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, prevede una scala di equivalenza che penalizza le famiglie numerose e quelle dove vi è una persona disabile. Si aggiunga poi che nessuna risorsa è stata aggiunta sul cosiddetto premio alla nascita; che l’incremento degli assegni per l’iscrizione e la frequenza all’asilo nido risulta tuttavia senza risorse aggiuntive e fino ad esaurimento delle dotazioni.

      • Agricoltura, un decreto al ribasso

        Si doveva fare di più, non possiamo essere soddisfatti. Questo il mio commento sul decreto con cui il governo ha inteso disciplinare le molte esigenze degli agricoltori senza rispondere, se non molto parzialmente, ai reali bisogni di un comparto così importanti per la crescita e il benessere del Paese.

        Un decreto arrivato con un grandissimo ritardo, dopo essere sparito dai radar per due mesi, situazione che tra l’altro sta diventando frequente. Purtroppo non viene incontro alle richieste dei contadini, degli agricoltori, dei lavoratori della filiera agricola. Dispiace invece dover notare che, come ogni volta che la Lega va al governo, torna il tema delle quote latte. A danno di chi invece si è comportato correttamente…

        In questo provvedimento ci sono molte bandierine. Ma dove sono, ad esempio, le risposte promesse da Salvini ai pastori sardi? Finita la campagna elettorale, spariscono tutte. Prima si promettono aiuti agli agricoltori colpiti dalla Xilella e poi si fa marcia indietro, tradendo aspettative e necessità importanti.

        Il Partito democratico  ha deciso di astenersi sul provvedimento perché – nonostante alcune nostre proposte siano state accolte – si doveva fare di più, si doveva fare meglio. La maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dal Pd al decreto emergenze agricole che chiedevano di stanziare risorse aggiuntive per le gelate in Emilia Romagna del febbraio e marzo 2018. Il nostro obiettivo era di estendere le giuste e opportune misure per la Puglia anche agli agricoltori che hanno subito ingenti danni in Emilia Romagna. Il governo, che ha deciso di non tener conto della nostra proposta adducendo motivazioni pretestuose, deve assumersi la responsabilità di una scelta dannosa e incomprensibile.

        Manca in questo provvedimento una visione di sistema, non si capisce in che direzione si vuole andare, e con quali criteri vengono assegnate le poche risorse che ci sono. Servono risposte serie per gli agricoltori italiani. Ci auguriamo che al Senato possa essere integrato e migliorato, perchè così non è sufficiente.

        CI STIAMO BATTENDO CONTRO LE ASTE A DOPPIO RIBASSO 

        Ci stiamo battendo, e continueremo a farlo contro le aste a doppio ribasso.

        Oltre all’emendamento al decreto emergenze in agricoltura, abbiamo presentato una proposta di legge per bloccare questa pratica purtroppo presente nel settore agro-alimentare, e contro il “sottocosto” di alimenti freschi nella grande distribuzione.

        L’obiettivo è contrastare quello che c’è dietro i prezzi ‘stracciati’ di alcuni prodotti al supermercato ossia spesso illegalità, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente.

        Puntiamo inoltre a migliorare le cosiddette ‘etichette parlanti’, inserendo informazioni sulla provenienza delle materie prime e sul rispetto delle norme che hanno regolato il lavoro di quelle produzioni.

         

        Il mio intervento alla Camera

         

    • marzo (1)

      • Di ritorno da Dharmasala, ora al lavoro per favorire il dialogo Tibet-Cina

        Sono rientrata da poche ore da un viaggio di straordinario significato geopolitico, la visita a Dharamsala dove ha sede il Governo tibetano in esilio, in occasione del 60esimo anniversario dalla rivolta repressa nel sangue dal regime cinese.

        Un viaggio breve, 48 ore piene in tutto, ma così intenso da lasciare un segno indelebile nella memoria dei tanti delegati internazionali presenti. Un ricordo che si tradurrà soprattutto in azioni concrete, con l’obiettivo di favorire – attraverso gli intergruppi parlamentari e le risoluzioni – la difficile ricostruzione di un rapporto tra Cina e Tibet.

        Insieme a parlamentari provenienti da tutto il mondo ho avuto modo di incontrare il Dalai Lama, persona di straordinaria semplicità con una visione lucida e moderna. Abbiamo a lungo discusso di prospettive e abbiamo compreso come quella che lui definisce la ‘via di mezzo’, ossia un’autonomia del governo tibetano e non più un’indipendenza dalla Cina, sia una prospettiva ragionevole.

        Ma prima è necessario ristabilire i rapporti con la Cina. Ci impegneremo attraverso le risoluzioni e le attività degli intergruppi parlamentari affinché si riaprano i colloqui sospesi da troppo tempo – ha dichiarato la Incerti -. Da parte mia l’impegno a contribuire per quanto nella mia possibilità ad avviare un percorso di autonomia della regione.

        Sono rimasta molto colpita anche dal sistema educativo avanzatissimo ma nello stesso tempo rispettoso della tradizione e di una cultura che ha valore assoluto. Un contesto educativo nel quale siamo stati accolti da circa 800 ragazzi, un evento nel quale ho avuto l’onore di esplicitare il mio sostegno alla causa tibetana.

         

    • febbraio (1)

      • Primarie PD, noi scegliamo la partecipazione e… Zingaretti

        “Libertà è partecipazione” cantava Gaber tempo fa… Parole che oggi potrebbero sembrare superate ma noi crediamo che non lo siano. Il 3 Marzo il Partito Democratico sceglierà infatti il suo segretario attraverso la consultazione dei suoi iscritti e simpatizzanti, radunando il suo popolo per un momento di partecipazione.

        Ma mentre c’è chi declina la partecipazione in chiave semplicemente virtuale – con fantasiose consultazioni su temi di primaria importanza condotte su altrettanto discutibili piattaforme – noi preferiamo continuare a guardarci negli occhi, chiamando a raccolta quanti si riconoscono in un progetto politico di centro sinistra.

        E lo facciamo con i nostri strumenti, i nostri circoli, le nostre facce. Fieri di scegliere la democrazia vera e non quella di facciata, la partecipazione cantata da Gaber e non quella dei social, orgogliosi di credere ancora in un progetto fatto di condivisione delle scelte politiche e di responsabilizzazione di tutti.

        Per questo ritengo che sia fondamentale recarsi al seggio domenica prossima, versare il piccolo contributo richiesto per l’organizzazione della consultazione, e scegliere la proposta politica che più è conforme alle proprie istanze e alle proprie inclinazioni.

        Consapevoli che un grande partito plurale deve saper far convivere anime diverse sotto uno stesso tetto, deve saper discutere e saper trovare una sintesi che non lasci nessuno indietro, deve saper mettere in campo proposte credibili e una classe politica rappresentativa e competente.

        Ci sono in campo più candidati che competono ma sono tutti parte del nostro partito. Tuttavia bisogna scegliere.

        Io consiglio di votare Nicola Zingaretti perché ha un profilo culturale, politico e umano che può ben interpretare la necessità di un leader che guida e di costruttore di unità.

        Ha esperienza di governo e di partito, è giovane e può prendere in mano una nuova generazione politica. È. aperto al nuovo e sappiamo quanto sia importante essere capace di interpretare e leggere i cambiamenti.

        È certamente quella persona che può tenere insieme il Partito Democratico e ricostruire un Centro Sinistra di cui questo Paese ha bisogno.

        In ogni caso andare a votare e siate protagonisti. Io credo che, a prescindere da quello che sarà l’esito delle Primarie di domenica, scegliere la partecipazione sia sempre una grande vittoria.

  • 2018

    • novembre (2)

      • Anche Antonella Incerti dice no al Decreto Pillon

        Anche la Deputata Pd Antonella Incerti ha aderito alla campagna di mobilitazione permanente del Pd nazionale contro il disegno di legge Pillon, lesivo dei diritti di tutti, in particolare di donne e minori.

        Una campagna del Pd nazionale che invita i propri eletti e le proprie elette ad assumere iniziative nelle sedi istituzionali e i propri circoli a promuovere iniziative di sensibilizzazione, informazione e approfondimento contro la deriva oscurantista in atto.

        Infatti come si legge nel documento approntato dal partito “il disegno di legge n. 735 riguardante l’affido, mantenimento e genitorialità in caso di separazione, primo firmatario il senatore Pillon, in discussione in commissione Giustizia del Senato, sta determinando una profonda avversione ed un animato contrasto sia dal punto di vista giuridico che politico”.

        La stessa Unione Nazionale Camere Minorili rileva che “il minore è descritto come un bene che deve essere diviso esattamente a metà come un oggetto della casa familiare”.

        Anche il Coordinamento nazionale delle Commissioni regionali di pari opportunità giudica la proposta come una controriforma del diritto di famiglia artatamente sottratta al dibattito e al confronto pubblico, costituendo di fatto un provvedimento adultocentrico che aggrava le condizioni di separazione, viola i diritti dei minori ed impoverisce ulteriormente il coniuge più debole, rilevando che “le proposte contenute nel Disegno di legge Pillon richiedono una riflessione ben più ampia e approfondita, poiché rischiano di minare lo sviluppo armonico di bambine e bambini figli di coppie separate, aggravare i costi della separazione compresi quelli immateriali per il coniuge più debole, ignorare una realtà discriminatoria per le donne”.

        Una risoluzione è già stata adottata dalla Regione Emilia Romagna, mentre a Reggio Emilia si è costituito il “Comitato NoPillon”, promosso da donne appartenenti a diversi movimenti, associazioni, sindacati, istituzioni locali, partiti politici (Nondasola, Nonunadimeno, Iniziativa Laica, CGIL, COBAS, Coordinamento Donne Val D’Enza PD, Conferenza delle Donne Democratiche, Sinistra italiana, Potere al Popolo, ARCI, ARCI GAY GIOCONDA) che richiedono il ritiro immediato dell’inemendabile proposta di legge.

        Il Forum Donne Giuriste di Reggio Emilia si è reso disponibile a fornire sostegno tecnico-giuridico al severo giudizio di arretramento dei diritti di donne e dell’interesse primario di figli e figlie minori con inevitabile aumento della conflittualità intrafamiliare, oltre alla violazione della Convenzione di Istanbul che all’art. 48, per la sicurezza di donne e minori, esclude proprio qualsiasi mediazione con il maltrattante o la condivisione del “piano genitoriale educativo” previsti in modo obbligatorio dal Disegno di legge Pillon.

        Antonella Incerti ha partecipato alla manifestazione organizzata in tutta Italia il 10 novembre scorso, quando a Reggio Emilia è stato organizzato un flash mob anti-Pillon. Il lunedì successivo invece la Deputata ha coordinato una serata sul tema a cui hanno partecipato anche il magistrato Fabio Roia, l’avvocato Celestina Tinelli del Forum Giustizia Reggio Emilia, oltre alla senatrice Pd Vanna Iori e alla Consigliera regionale Roberta Mori.

        Nella foto, un momento della serata insieme alla collega senatrice Vanna Iori

      • La Costituzione al femminile, incontro a Gattatico

        Il ruolo delle donne nella scrittura della Costituzione, quando la legge fondamentale della Repubblica Italiana compie 70 anni. Questo il tema di un incontro che ha avuto luogo sabato 13 ottobre nella Sala Maria Cervi dell’Istituto Cervi di Gattatico.

        Un’iniziativa dedicata dall’Istituto Cervi, organizzatore insieme a Auser, Anpi, Gif, EnERgie diffuse e Regione Emilia Romagna, a Genoeffa Cervi, madre dei sette fratelli Cervi. Il tutto in occasione del 70esimo anniversario della Costituzione.

        A “La Costituzione è anche delle donne”, questo il titolo dell’iniziativa, hanno partecipato ricercatrici e storiche che hanno dedicato parte della propria attività allo studio della Resistenza, oltre alla consigliera regionale Roberta Mori e alle onorevoli Antonella Incerti e Rosy Bindi.

        Dedicato alla figura i Nilde Iotti l’intervento dell’onorevole Antonella Incerti. “Nel momento in cui assistiamo al tentativo di mettere in discussione i diritti, in particolare quello delle donne, duramente conquistati, – ha dichiarato la Incerti – è bene rimarcare come fondamentale sia stato il contribuito delle costituenti come Nilde Iotti che – a partire dal piano giuridico – hanno avviato un profondo rinnovamento sulla via dei principi di uguaglianza e non discriminazione”.

    • settembre (1)

      • Decreto disumano. E meno sicurezza…

        di Antonella Incerti

        Massimizzare il consenso con provvedimenti inutili, anticostituzionali e che producono disumanità diffuse: ecco il senso del recentemente decreto sicurezza firmato dal governo.

        Leggendo un testo che mette insieme ‘furbescamente’ immigrazione e sicurezza non posso non dire che con questo provvedimento saremo meno sicuri.

        Partendo dalla chiara pregiudiziale anticostituzionale (in fondo che noia la Costituzione, protegge le élite …) di porre su due piani diversi persone che hanno medesima cittadinanza e che commettono lo stesso reato.

        E non importa se ancora una volta si arriva a depotenziare il ruolo dei sindaci per accentrare i migranti nei grandi centri di raccolta di cui conosciamo la disumanità e l’inefficacia nel contenere i flussi migratori. Ma d’altra parte l’umanità cos’è se non un altro vizio delle élite nella visione del governo populista…

        Abolita inoltre la parola integrazione, che tanto non piace a nessuno. Così avremo più migranti ammassati e senza il minimo piano di costruzione di progetti di inserimento. Quindi più migranti in giro, senza scopo, più difficili da controllare e dunque… MENO SICUREZZA.

        E se poi vogliamo parlare di espulsioni e rimpatri… Se ne parla moltissimo ma a che punto sarebbero gli accordi con i Paesi di provenienza? Ha trattato con i governi stranieri il nostro Ministro dell’Interni? Per ora non risulta…

        Quindi ricapitolando… Si attacca il modello Sprar, da molti considerato un esempio di accoglienza di grande qualità, si torna alle mega concentrazioni nei centri di accoglienza, con conseguente maggiore impiego delle forze dell’ordine che non vengono potenziate, di rimpatri non c’è traccia… Ma si sbandiera “maggiore sicurezza”.

        Potremmo insomma chiamarlo il Decreto “Facciamo finta di essere più sicuri”.

    • luglio (2)

      • Amici del popolo Saharawi, presentati i lavori dell’intergruppo

        Presentato nei giorni scorsi l’Intergruppo parlamentare “Amici del popolo Saharawi”, coordinato dalla Deputata PD Antonella Incerti.

        “Le priorità del gruppo che ha raccolto adesioni da tutti i gruppi parlamentari – ha spiegato Antonella Incerti – sono quelle di adottare ogni iniziativa utile a far riprendere i negoziati tra Marocco e Fronte Polisario sotto l’egida delle Nazioni Unite, sollecitare la Comunità Europea per favorire la ricerca di una soluzione del conflitto, approntate una politica di cooperazione umanitaria a sostegno della popolazione Saharawi nei campi di Tindouf”.

        Presente anche l’ambasciatore del Sudafrica Prof. Soni che ha testimoniato il sostegno alla causa saharawi ricordando il percorso non violento di Nelson Mandela e il centenario sua nascita proprio domani 18 luglio.

        Dal 1975 il popolo del Sahara occidentale attende una soluzione politica del conflitto marocchino-saharawi e il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione, sostenuto da centinaia di risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Da diverse legislature nel Parlamento italiano senatori e deputati della Repubblica, appartenenti a tutte le forze politiche, hanno costituito un Intergruppo parlamentare a sostegno del popolo saharawi per sviluppare iniziative, studi, attività a sostegno del diritto all’autodeterminazione.

      • A tutela del popolo Saharawi

        Martedì scorso un nuovo appuntamento: l’impegno dei deputati Richetti e Incerti (PD)

        “Il Sahara occidentale è l’ultimo Paese africano a non aver ancora terminato il processo di decolonizzazione, per questo il popolo saharawi continua a vivere diviso.
        Da diverse legislature senatori e deputati, appartenenti a tutte le forze politiche, hanno costituito un Intergruppo per sviluppare studi e attività a sostegno del diritto all’autodeterminazione”. Lo ha dichiarato il Deputato modenese Matteo Richetti (PD) presentando l’incontro di martedì scorso dell’intergruppo, oggi coordinato dall’onorevole Antonella Incerti (PD), nato per discutere di nuove possibili iniziative per sensibilizzare in merito ad una questione tanto delicata come quella che riguarda la sopravvivenza di un popolo che da troppo tempo vive in condizioni di dignità praticamente assenti.

        continua

    • giugno (5)

      • Immigrazione, alcuni miti (salviniani) da sfatare…

        Tutta la campagna elettorale, così come l’esito delle elezioni dello scorso 4 marzo, è stata fortemente influenzata dal dibattito in tema di immigrazione e migranti.

        Da ultimi rilievi di Demos, un italiano su 2 si sente invaso dall’arrivo ininterrotto di migranti.

        Non si vuole sottovalutare la percezione di insicurezza così come si può comprendere l’inquietudine verso l’altro, il diverso per lingua o colore di pelle, la naturale paura per ciò che non conosci.

        Ciò non toglie che – forse – può essere utile affidarsi anche a qualche dato e cercare di sfatare miti, luoghi comuni e stereotipi sapientemente utilizzati da leader di partito o Ministri come Matteo Salvini, capo della mitologia sovranista.

        I migranti arrivati nel 2018 sulle coste italiane sono quasi l’80% in meno di quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati dello stesso Ministero dell’Interno, nei primi 6 mesi del 2018 sono arrivate in Italia via mare 14.441 persone, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente ne erano arrivati 64.033.

        Ecco alcuni miti su cui ragionare e fondare politiche di regolazione, accoglienza reali.

        1 – L’Italia è stata lasciata sola

        È vero solo in parte. Se Grecia ed Italia hanno sostenuto il peso maggiore soprattutto dopo il 2015 e la crisi siriana, nello stesso tempo si è lavorato sulla revisione del Trattato di Dublino che è uno dei problemi all’origine. E poi si vuole rimarcare che alcuni Paesi si sono dimostrati del tutto disponibili alle quote e alla ripartizione. La Germania che è il Paese che ha ricevuto più richieste di asilo negli ultimi anni ha sospeso il Trattato per accogliere un milione di siriani. L’Italia NON è al primo posto nell’accoglienza di rifugiati.

        2 – La proposta di rimpatriare 5000 persone. È finita la pacchia?

        Salvini ha detto che rimpatrierà 500mila migranti irregolari.

        Peccato che non abbiamo accordi di rimpatrio con i Paesi di origine dei migranti e i rimpatri forzati sono molto costosi. Ci sono più di 60 nazionalità di immigrati e non sappiamo quanti immigrati irregolari oggi sono presenti in Italia. Come ha detto qualcuno, ci vorrebbero “27 anni di voli per i rimpatri e oltre un miliardo e mezzo di spesa più diarie, indennità di missione, vitto e alloggio degli agenti di scorta”.

        3 Le ONG sono taxi 

        Di Maio dice che le navi delle Ong davanti alle coste libiche sarebbero un incentivo a partire per l’Europa.

        Se si guardano i dati degli ultimi 2 anni si evince che non c’è nessuna correlazione. Che operassero o no in mare i flussi non ne sono mai stati influenzati.

        4 Gli immigrati ci contendono posti di lavoro

        Se leggiamo il “Rapporto sull’economia dell’immigrazione” agli immigrati spettano i lavori più dequalificati che gli Italiani non fanno più. Edilizia ed agricoltura, settori in cui il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con paghe basse e contratti senza nessuna protezione.

        Dunque sarebbe ora opportuno smontare le false convinzioni che continuano a condizionare erroneamente le scelte politiche e l’opinione pubblica continuamente deviata da una propaganda rozza ed opportunista.

        On. Antonella Incerti, Deputata PD

        Grafico tratto dalla rivista “Internazionale”

      • Punto nascite di Castelnovo, studiare un modello alternativo

        Resta al centro dell’attenzione la vicenda del punto nascite di Castelnovo Monti. Si susseguono incontri di approfondimento e momenti istituzionali di confronto a più livelli. Antonella Incerti, Deputata PD eletta proprio nel territorio montano di Reggio Emilia, ha dichiarato: “La mia proposta è chiara e in campo da tempo. Si tratta di studiare un modello sperimentale e alternativo all’attuale per salvaguardare la sicurezza e la qualità del servizio in zone di montagna come Castelnovo Monti. Una proposta che, come chiarito anche nell’incontro tra parlamentari aperto alla cittadinanza di alcuni giorni fa, deve eventualmente anche partire da un livello nazionale perché deve mettere in discussione l’accordo Stato-Regioni del 2010 che partiva da altri presupposti”.

        Una proposta che dovrà dunque passare anche attraverso uno stimolo al Ministero affinché produca una nuova e approfondita analisi sugli ospedali di montagna, per costruire un nuovo modello di ospedale in aree periferiche che sia sostenuto con appositi finanziamenti e anche da una legislazione ad hoc e che consideri le caratteristiche di questo tipo di territori.

        Secondo Incerti, comunque, la qualità del servizio e la massima sicurezza delle DONNE sono gli elementi imprescindibili sui quali focalizzare l’attenzione. Oltre naturalmente al generale interesse a continuare a investire e migliorare l’intero sistema socio-sanitario della montagna reggiana, a cominciare – come già annunciato anche dalla Regione Emilia Romagna – dal potenziamento dei servizi dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti.

        Altro fattore delicato è sicuramente relativo al personale medico a disposizione: “In questo contesto – aggiunge Antonella Incerti – non va infatti sottovalutata la penuria di personale medico disponibile a raggiungere i centri di montagna per esercitare la professione. Un dato di realtà che va affrontato se si vuole risolvere il problema”.

      • Intergruppo “Amici del popolo Saharawi”, ripartono i lavori

        Sono ripartiti i lavori dell’intergruppo parlamentare “Amici del popolo Saharawi”, nato per impegnare il governo italiano a mantenere la vicinanza e gli aiuti nei confronti di questa popolazione.

        L’intergruppo è oggi coordinato dall’onorevole Antonella Incerti (PD) ed è già stato convocato in due occasioni, dal debutto della nuova legislatura per fare il punto della situazione e discutere di nuove possibili iniziative per sensibilizzare in merito ad una questione tanto delicata come quella che riguarda la sopravvivenza di un popolo che da troppo tempo vive in condizioni di dignità praticamente assenti.

        Per chi non conosce la storia dell’ex Sahara spagnolo, si tratta di oltre 160 mila persone rifugiate che vivono in condizioni di estrema precarietà e dipendenza totale dagli aiuti umanitari. Il popolo Saharawi, che rivendica semplicemente la possibilità di vivere in una striscia di deserto priva di qualsiasi risorsa “appetibile” ad altri Stati, vive ormai da troppi anni in stato di sopravvivenza disumano, come ha potuto constatare di persona la missione di parlamentari che ha visitato, nel corso delle attività del primo intergruppo coordinato dall’on. Vaccari, i villaggi abitati da questo popolo, privi di acqua, energia elettrica e beni di prima necessità.

        “Proseguire l’attività dell’intergruppo come coordinatrice – ha dichiarato l’onorevole Incerti – è per me motivo di grande orgoglio e di grande senso di responsabilità. Una responsabilità che voglio trasferire a tutti i membri del gruppo e che spero ci spinga a proseguire un lavoro tanto importante per un popolo che sentiamo veramente amico”.

      • Donne al centro, chiesta una commissione d’inchiesta

        Una commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione delle donne italiane, che consegni al Paese un quadro aggiornato sulla condizione economica e sociale delle donne italiane. Questa la richiesta di alcune Deputate del PD, capeggiate da Susanna Cenni, presentata nei giorni scorsi alla Camera.

        La richiesta è stata sottoscritta anche dalla deputata reggiana Antonella Incerti che ha sottolineato la necessità di “monitorare le condizioni delle donne italiane nell’ottica di riorientare politiche di genere adeguate alla situazione attuale”. Secondo la deputata infatti “nonostante la scolarizzazione femminile, le qualifiche e il tasso di occupazione siano migliorati il ‘gender gap’ è ancora una piaga considerevole per le donne italiane in termini di differenze salariali e pensionistiche”.

        Una commissione di inchiesta che sappia fotografare la situazione della cittadinanza femminile italiana diventa quindi utile nell’ottica di suggerire politiche di genere e riequilibrare posizioni e condizioni economiche.

        Una richiesta, quella di questa commissione, che rappresenta anche un atto politico forte, l’intenzione di mantenere il tema della rappresentanza femminile e della tutela della donna al centro di un’agenda governativa che non pare avere per questi temi una sensibilità particolare, almeno stando alle recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del governo e della lettura del contratto propedeutico all’accordo sull’esecutivo giallo-verde.

        A firmare la richiesta presentata dalla Cenni, anche Chiara Braga, Chiara Gribaudo, Flavia Piccoli Nardelli, Silvia Fregolent, Carla Cantone, Barbara Pollastrini, Elena Carnevali, Lucia Ciampi, Stefania Pezzopane, Antonella Incerti, Debora Serracchiani, Laura Cantini, Francesca La Marca, oltre che da alcuni deputati maschi.

      • Il contratto di governo fa acqua sui diritti

        Il neonato governo Salvini-Di Maio genera preoccupazioni, soprattutto tra chi ha a cuore i temi dei diritti, del welfare e del lavoro.

        Il tema, sollevato anche dall’ex ministro della giustizia Orlando al debutto del nuovo governo, è quello del “passo indietro” rispetto a tanti temi che il governo Pd aveva messo al centro della propria agenda governativa.

        Se davvero il governo, come il contratto Lega-5Stelle lascia presagire, fosse una sommatoria delle promesse elettorali servirà fermezza e proposta, anche tra i banchi dell’opposizione, in Italia e in Europa.

        Nello specifico, se guardiamo al tema del lavoro scopriamo che è trattato in modo debole e superficiale. Non risultano – come ha recentemente affermato anche Cesare Damiano – riferimenti al problema della salute e della sicurezza, in un momento nel quale purtroppo aumentano incidenti mortali e infortuni sul lavoro che richiederebbe un aumento degli organici degli ispettori e dei controlli preventivi.

        Ma non c’è nessun accenno nemmeno ad una revisione delle regole sui licenziamenti illegittimi di carattere individuale. Mancano riferimenti al diritto alla tutela in caso di malattia, maternità e infortunio e al versamento di contributi previdenziali utili per la pensione contributiva.

        Sui diritti dell’infanzia, sulle politiche educative e sulle donne la situazione non migliora. Mancano totalmente, nell’accordo stipulato dalle due forze che formano il nuovo governo, riferimenti a tanti temi chiave che hanno guidato l’azione del governo Pd verso la stipula di leggi fondamentali come quella sulle unioni civili, sul Dopo di Noi, sul testamento biologico, su bullismo e cyberbullismo e del divorzio breve. Il tanto lavoro svolto in questo senso, per migliorare le condizioni di tante famiglie, rischia di essere disperso, per non dire sconfessato.

        Sulle donne, Salvini ha dichiarato di non voler applicare le quote rosa in perfetta controtendenza rispetto ad esempio al neo governo spagnolo che a donne ha affidato tanti incarichi e di grande rilevanza, riconoscendo nei fatti un ruolo decisivo alla componente femminile dell’esecutivo.

    • maggio (2)

      • Sanità in montagna, la risposta delle donne

        Nei giorni scorsi a Castelnovo Monti un gruppo di donne dell’area di centro-sinistra ha avviato un percorso di approfondimento e di confronto sui temi inerenti la sanità, a partire dai servizi che riguardano in modo specifico le donne.

        Il gruppo intende vigilare e impegnarsi perché il livello di funzionalità e sicurezza del servizio ospedaliero raggiunto in questi anni non solo sia salvaguardato, ma sappia interpretare i cambiamenti di una domanda sempre più mirata alle specializzazioni. In questa direzione va il progetto di consolidamento dell’ospedale S. Anna appena avviato e che si intende seguire con attenzione.

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      • Festeggiamo i lavoratori, lavorando per loro

        La Festa del lavoro arriva in un periodo di grande incertezza politica, proprio quando la politica dovrebbe lavorare per sostenere i lavoratori e le lavoratrici, migliorando le loro condizioni. Mi auguro che sarà presto possibile dedicarci ai temi concreti e urgenti per i cittadini. Il lavoro deve a mio avviso essere declinato in varie parole chiave: stabilità, parità, conciliazione, salute e sicurezza, competenze.

        Un lavoro più stabile per i giovani, e non solo, è sempre stato una delle priorità della mia attività politica. Come negli ultimi cinque anni in Parlamento, voglio continuare a lavorare per l’aumento delle tutele, per sgravi contributivi per che assume gli under 35, per maggiori incentivi per l’imprenditoria giovanile, per la tutela del lavoro autonomo.

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    • aprile (1)

      • Equità salariale di genere priorità del nuovo Parlamento

        L’occasione dell’Equal Pay Day 2018 – quest’anno dedicato in particolare al divario pensionistico tra donne e uomini – deve fungere da sprone per il nuovo Parlamento per inserire tra le priorità assolute l’obiettivo dell’equità salariale di genere. La situazione attuale non è più tollerabile: i dati provenienti da tutto il mondo sono sconfortanti e parlano di un’emergenza discriminatoria da affrontare a livello europeo oltre che nazionale.

        La parità nel mondo del lavoro e una riformulazione dell’organizzazione delle politiche di genere sono da sempre al centro del mio impegno politico. Occorre superare la disparità in tutti i settori lavorativi, dalla rappresentanza nelle istituzioni alle aziende, con l’eliminazione di tutte le discriminazioni salariali e di ingresso al lavoro.

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    • febbraio (6)

      • Donne e lavoro: stop a stipendi bassi e discriminazioni

        Antonella Incerti mette al centro del suo impegno la parità di salario e una serie di provvedimenti per conciliare lavoro e famiglia  

        Secondo Antonella Incerti, candidata alla Camera dei Deputati (collegio uninominale 11), nonostante alcuni miglioramenti intervenuti negli ultimi anni, la possibilità per le donne di entrare nel mondo del lavoro è ancora troppo bassa, inferiore di circa il 27% rispetto agli uomini, anche se nella provincia di Reggio Emilia il tasso di occupazione femminile si attesta al 61%, contro il 48% del dato nazionale, secondo solo a Bolzano.

        Le donne italiane, inoltre, faticano di più: molto spesso spetta a loro il compito di accompagnare i figli a scuola, di prendersi cura della casa, di assistere i parenti anziani: si sobbarcano insomma tanto lavoro non retribuito, mentre a livello professionale continuano a guadagnare meno dei colleghi maschi. Il motivo? Non solo discriminazioni – che pure esistono – ma anche perché spesso sono occupate in settori meno retribuiti, oppure perché hanno lavori part-time.

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      • Perché votare

        Perché votare? Anche perché è un dovere civico: art. 48 della Costituzione.

        “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”.

      • Auguri a tutti gli innamorati

        Abbiamo reso l’Italia più civile e giusta approvando la legge sulle Unioni Civili: possiamo fare ancora di più in tema di diritti e questo sarà uno dei miei impegni.

        E per chi non si ama più? Niente paura, abbiamo introdotto anche il Divorzio Breve!

      • Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: i tre impegni di Antonella Incerti

        Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: Antonella Incerti, candidata PD collegio uninominale 11 – Reggio Emilia, annuncia le priorità del suo programma.

        Il primo impegno della candidata riguarda la cura e protezione del territorio, che ha dimostrato anche in passato la sua fragilità dal punto di vista idrogeologico (l’alluvione a Lentigione, il problema frane di Ligonchio). Su questo tema occorre un impegno forte e costante, a sostegno delle popolazioni e delle attività imprenditoriali che già hanno avuto la forte di reagire.

        Arginare il dissesto idrologico significa strutturare un progetto innovativo di protezione ambientale del territorio, che comporti anche la corretta gestione della risorsa acqua e un adeguato piano di lavori pubblici. “Siamo tutti consapevoli della grande forza e ricchezza della nostra montagna – commenta Antonella Incerti – e vogliamo lavorare insieme per sfruttarne appieno le potenzialità, anche a livello turistico”.

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      • DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ

        Nel mondo del lavoro occorre riformulare l’organizzazione delle politiche di genere. Dalla rappresentanza nelle istituzioni alle aziende, fino all’eliminazione di tutte le discriminazioni salariali e di ingresso al lavoro.

        Il mio lavoro in Parlamento è andato sin da subito in questa direzione con la presentazione della proposta di “Legge quadro per la parità dei sessi e contro le discriminazioni di genere” come prima firmataria. Non solo parità uomo/donna ma, parità a 360 gradi.

      • Mi prendo cura. Delle persone, della mia terra.

        Impegnarsi in politica, secondo me, significa prendersi cura. Prima di tutto delle persone e della loro vita: degli affetti così come delle preoccupazioni. Del futuro e della felicità. Della comunità e del luogo nel quale vivono e dove cresceranno i loro figli. Perché affrontare insieme le mille complesse questioni quotidiane – dall’istruzione al lavoro, dalla sanità alla pensione, con un occhio di riguardo alla cultura – è una sfida ardua che mi ha sempre appassionata. E che richiede competenza, studio, pazienza e soprattutto capacità di ascoltare, per poi fornire risposte rapide ed efficaci.

        Il mio percorso nelle istituzioni pubbliche – dal Comune di Albinea, del quale sono stata amministratrice per molti anni, fino alla recente esperienza alla Camera dei Deputati, della quale vado particolarmente orgogliosa – è stato caratterizzato proprio dalla ricerca costante di soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone, offrendo loro più opportunità, più giustizia e più equità.

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