Aiutare la famiglia significa aiutare le donne. Il governo lo deve capire

Potenziare le misure a sostegno della famiglia in senso lato, valorizzando il ruolo di madre all’interno di un contesto famigliare mutato, adeguando gli strumenti di sostegno alle nuove esigenze di casa, lavoro, welfare pubblico.

Noi lo abbiamo chiesto attraverso una mozione PD alla Camera dei Deputati, chiedendo che vengano messe in atto “efficaci politiche per la famiglia, per la previdenza, per il lavoro, per la casa, per il welfare”, visto che “una delle cause della bassa natalità italiana è costituita dagli ostacoli economici e culturali che la scelta di diventare madri comporta, a partire dalla discriminazione nell’accesso e nella prestazione di lavoro, che aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di figli. Discriminazione aggravata da un sistema di welfare debole che spesso lascia alle donne il lavoro di cura di bambini e anziani, senza che questo venga riconosciuto dal punto di vista previdenziale”.

Secondo noi “le ultime misure introdotte dall’attuale Governo non tengono conto delle prerogative delle famiglie, in particolar modo di quelle numerose, di quelle con bambini o di quelle al cui interno vi è una persona disabile. In particolare, il reddito di cittadinanza, quale misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, prevede una scala di equivalenza che penalizza le famiglie numerose e quelle dove vi è una persona disabile. Si aggiunga poi che nessuna risorsa è stata aggiunta sul cosiddetto premio alla nascita; che l’incremento degli assegni per l’iscrizione e la frequenza all’asilo nido risulta tuttavia senza risorse aggiuntive e fino ad esaurimento delle dotazioni.