• 2021

    • dicembre (1)

      • Disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura

        Art. 1.

        (Oggetto e finalità)

        1.La presente legge, nell’ambito del più generale obiettivo di promozione del lavoro femminile definito dalla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in attuazione delle normative e degli indirizzi dell’Unione europea, reca disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle aree rurali e marginali, costiere, lacuali e fluviali, prevedendo interventi che garantiscano la valorizzazione delle competenze, delle esperienze e delle professionalità delle donne per lo sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile, il diritto alla maternità, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, i servizi di assistenza, la continuità della formazione, l’accesso al credito, alla terra e alle acque, nonché la rappresentanza di entrambi i sessi negli organismi decisionali e nelle cariche direttive del settore. La presente legge reca altresì disposizioni per eliminare le criticità esistenti nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e per contrastare le disparità salariali e le discriminazioni di genere, nonché per monitorare l’impatto di genere delle misure adottate nel medesimo settore.

         

        Art. 2.

        (Piano nazionale annuale di interventi per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Al fine di promuovere il lavoro e l’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, è redatto, con cadenza triennale, un Piano nazionale di interventi.
        2. Il Piano nazionale di cui al comma 1, redatto sulla base di dati aggiornati sulle condizioni di vita e di lavoro delle donne nelle aree rurali, è finalizzato alla realizzazione e al finanziamento di interventi:
        3. a) per favorire la creazione e l’attività delle imprese a conduzione femminile;
        4. b) per promuovere l’agricoltura multifunzionale, basata su un modello gestionale in cui sia rilevante l’apporto del lavoro e nel quale il reddito derivi anche da un complesso di attività connesse a quelle agricole, con specifico riguardo alle esigenze di sviluppo e riqualificazione socio-economica delle aree rurali;
        5. c) per sostenere le imprese e il lavoro femminili, con particolare attenzione alle aree interne e disagiate, anche mediante la previsione di premialità utilizzabili nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale e nei programmi di sviluppo rurale regionali e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP);
        6. d) per tutelare la maternità e la genitorialità delle lavoratrici e delle imprenditrici agricole nonché per garantire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso la creazione di servizi alle famiglie e di politiche di welfare, a partire dall’istituzione di agri-asili e blu-asili, di agri-nidi e blu-nidi, di asili aziendali nelle imprese ittiche, di welfare aziendale e di servizi di sostituzione, nel rispetto delle normative regionali vigenti, e la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati;
        7. e) per promuovere reti di contrasto e prevenzione di fenomeni di molestie e violenza anche in raccordo con i centri antiviolenza, i consultori familiari e le aziende sanitarie locali;
        8. f) per promuovere azioni mirate per la tutela della salute e della sicurezza in ottica di genere delle lavoratrici agricole, ponendo una particolare attenzione alle attività che si svolgono in condizioni climatiche difficili;
        9. g) per potenziare l’offerta formativa e l’aggiornamento professionale delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole e sostenere la formazione del capitale umano nel quadro dello sviluppo di agricoltura 4.0, anche con modalità telematiche e a carattere individuale, ove occorra prevedendo la collaborazione con università, con istituti ed enti agrari;
        10. h) per attivare e potenziare i servizi di trasporto pubblico, prevedendo incentivi per l’acquisto di abbonamenti a tali servizi, al fine di promuovere un reale ed effettivo diritto alla mobilità sostenibile delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole;
        11. i) per rafforzare i servizi di assistenza sanitaria e di cura nei territori rurali e costieri periferici, anche attraverso la realizzazione di strutture agrosanitarie, avvalendosi, in tale ambito, delle esperienze regionali e internazionali già maturate in materia, nonché attraverso il potenziamento, entro un’ottica multifunzionale, delle strutture agrituristiche, consentendo l’utilizzo di quest’ultime per attività prescolastiche e post scolastiche e per servizi di accoglienza di anziani, disabili e soggetti fragili, coordinando le relative misure con quanto previsto dalla legge 18 agosto 2015, n. 24 in materia di agricoltura sociale;
        12. l) per contrastare fenomeni di intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nonchè per sostenere, con apposite azioni e attività mirate, la promozione e la nascita di imprese condotte da donne immigrate;
        13. m) per promuovere l’installazione e l’utilizzo della banda larga e ultralarga nelle zone rurali, prevedendo agevolazioni fiscali per le imprese agricole femminili che utilizzano infrastrutture digitali;
        14. n) per favorire l’economia agricola e ittica circolare in un’ottica di sostenibilità integrale dell’attività economica, di valorizzazione della biodiversità e del recupero di pratiche agro-ecologiche nelle imprese femminili;
        15. o) per incentivare l’aggregazione dell’offerta agricola anche attraverso il sostegno e la creazione di reti di imprese femminili, di cui all’articolo 3 del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e di distretti del cibo, di cui all’articolo 13; del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228;
        16. p) per promuovere la partecipazione delle donne all’impresa agricola familiare, in conformità ai principi di cui alla direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010 in materia di parità di trattamento tra uomini e le donne che esercitano un’attività di lavoro autonomo;
        17. q) per garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica delle aree rurali.
        18. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro del turismo, previa intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le modalità di adozione del Piano di cui al comma 1, in modo da assicurarne il coordinamento con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 e con gli atti di programmazione di competenza del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Piano, predisposto dall’ufficio di cui all’articolo 3 con il supporto dell’Osservatorio di cui all’articolo 4, è approvato con decreto del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del turismo.
        19. Per l’attuazione del Piano nazionale di cui al comma 1 sono stanziati 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Le risorse erogate per il finanziamento del Piano sono cumulabili con agevolazioni e contributi eventualmente già previsti dalla vigente normativa europea, nazionale o regionale. Le risorse di cui al presente comma possono essere integrate con quelle destinate all’attuazione delle misure previste dalle priorità del Piano strategico nazionale, i fondi della politica agricola comune e il FEAMP.

         

         

        Art. 3.

        (Ufficio per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale – Direzione generale dello sviluppo rurale, l’ufficio dirigenziale non generale per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura.
        2. L’ufficio di cui al comma 1, che coordina la propria attività con quella del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), ha i seguenti compiti:
        3. a) monitorare l’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura;
        4. b) monitorare, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’evoluzione del lavoro femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle retribuzioni, alle progressioni di carriera, al rispetto delle norme sulla maternità, alle situazioni di lavoro irregolare e a situazioni di molestie e violenza nei luoghi di lavoro;
        5. c) monitorare l’utilizzo e l’efficacia delle misure previste dalla Politica agricola comune, primo e secondo pilastro, dai piani triennali della pesca e dell’acquacoltura e dalle norme nazionali e regionali per la crescita del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e l’impatto che tali misure hanno complessivamente sulle donne;
        6. d) condurre indagini periodiche volte ad accrescere le conoscenze sul lavoro e sull’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura nonché sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
        7. e) elaborare misure dedicate e percorsi condivisi con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per promuovere la parità tra i sessi nell’accesso al credito, alla terra e alle acque nonché per garantire il sostegno all’attività di impresa durante la maternità, la genitorialità e nell’assistenza ai figli e ai familiari;
        8. f) contribuire alla redazione del piano nazionale annuale di cui all’articolo 4.
        9. Per l’attività dell’ufficio di cui al comma 1 è stanziata una somma pari a 300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022.

         

         

         

        Art. 4.

        (Ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura)

        1. Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi all’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentite le associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, provvede con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (ONILFA) quale sede permanente cui partecipano rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali e associative delle donne impegnate a diverso titolo nel mondo agricolo e agroalimentare, attribuendo allo stesso le competenze previste dal decreto del Ministro per le politiche agricole 13 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell’8 aprile 1998. La composizione dell’ONILFA è integrata con un rappresentante dell’ISMEA ed uno del CREA. Il Ministro delle politiche agricole può, con propri provvedimenti, integrarne ulteriormente la composizione.
        2. All’ONILFA sono assegnate le seguenti ulteriori funzioni:
        3. a) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad avviare politiche attive volte a sostenere la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura, comprese le attività formative, fornendo indicazioni in relazione a specifiche problematiche;
        4. b) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad attuare e a diffondere politiche di sviluppo rurale attraverso la realizzazione di infrastrutture e di servizi nei territori rurali, destinate alle imprese femminili e alle donne, in conformità a quanto previsto dalla normativa dell’Unione europea;
        5. c) svolgere un ruolo di stimolo e di supporto all’azione del Governo, in sinergia con gli analoghi organismi istituiti presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione all’obiettivo di promuovere le azioni dell’Unione europea in favore dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura nell’ambito della programmazione 2021-2027;
        6. d) costituire un punto di contatto con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, anche per il suo tramite, con i competenti uffici delle regioni e delle province autonome, provvedendo altresì alla richiesta e allo scambio di informazioni disponibili in materia di lavoro femminile in agricoltura con gli organismi dell’Unione europea e regionali competenti;
        7. e) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale telematico, costantemente aggiornato, che metta a disposizione delle aspiranti imprenditrici agricole le normative vigenti in materia, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, avvisi concernenti la pubblicazione di bandi relativi al settore agricolo e consigli per la risoluzione di problemi concernenti le procedure amministrative;
        8. f) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale, denominato « banca della solidarietà », che consenta alle imprenditrici e alle lavoratrici del settore agricolo nazionale di confrontare le loro esperienze e conoscenze con quelle delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole dei Paesi dell’Unione europea e dei Paesi in via di sviluppo;
        9. g) redigere un rapporto annuale per il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e il Ministro per le pari opportunità e la famiglia sullo stato di attuazione delle politiche in favore dello sviluppo del lavoro e dell’attività imprenditoriale delle donne in agricoltura;
        10. h) collaborare con le università e i centri di ricerca ai fini dell’istituzione di corsi di studio sui temi relativi alla presenza e alla rappresentanza delle donne nel settore dell’agricoltura, delle foreste e nel comparto agricolo, della pesca e dell’acquacoltura;
        11. i) collaborare con gli istituti tecnici superiori agroalimentari e con i cluster dei settori delle green e blu economy al fine di sviluppare percorsi di formazione per agevolare l’inserimento delle figure femminili specializzate nell’intera economia agricola e della pesca con particolare riferimento alle sfide climatiche e dell’economia circolare;
        12. l) partecipare alla redazione del Piano nazionale annuale di interventi di cui all’articolo 2.
        13. L’ONILFA si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
        14. Fanno parte dell’Osservatorio anche rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con lo stesso collabora la Cabina di regia nazionale della Rete del lavoro agricolo di qualità.
        15. I componenti dell’Osservatorio svolgono la propria attività a titolo gratuito e durano in carica tre anni.
        16. Al funzionamento dell’ONILFA si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le regioni provvedono a individuare una specifica struttura di collegamento con l’ONILFA ai fini dello scambio di dati e di informazioni.

         

         

         

        Art. 5.

        (Disposizioni per favorire la costituzione e l’aggregazione di imprese a conduzione femminile nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura)

        1. Al comma 1 dell’articolo 4 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo la parola: «giovanile » sono inserite le seguenti: « e femminile ».
        2. Al comma 3 dell’articolo 29 del decreto- legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Per le medesime finalità di cui al primo periodo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali procede con propri decreti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e sulla base dei criteri di cui al comma 4, alla revisione della disciplina attuativa degli strumenti di competenza allo scopo di favorire la costituzione di imprese nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura, in particolare a conduzione femminile, mediante gli interventi previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185 ».
        3. Al fine di favorire la concentrazione produttiva del sistema imprenditoriale agricolo a conduzione femminile, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Fondo per promuovere l’aggregazione dell’imprenditoria femminile agricola, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        4. Le risorse del Fondo di cui al comma 3 sono destinate alla realizzazione di iniziative e di percorsi di aggregazione imprenditoriale femminile agricola, compresa la costituzione di reti di imprese agricole femminili ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, con specifica attenzione a iniziative finalizzate alla valorizzazione delle produzioni tipiche territoriali e alla salvaguardia del sistema ambientale-paesaggistico nelle aree interne e costiere nonché nelle aree svantaggiate e all’integrazione tra economia verde, blu ed economia circolare.
        5. Con regolamento adottato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

        Art. 6.

        (Disposizioni per l’attuazione del principio della parità di genere)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, al fine di dare piena attuazione all’articolo 48 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in sede di rinnovo delle cariche degli enti strumentali agricoli e delle società non quotate in mercati regolamentati controllate, ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile, dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e operanti nel settore agricolo, si provvede ad assicurare che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato nel rispetto dei criteri previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.
        2. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo provvede a modificare il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251, in conformità ai seguenti criteri:
        3. a) per quanto concerne il comma 1 dell’articolo 3, prevedere che il rispetto della composizione degli organi sociali indicata all’articolo 2 del medesimo regolamento sia sempre assicurato, sopprimendo il limite dei tre mandati consecutivi;
        4. b) per quanto concerne il comma 5 dell’articolo 4, prevedere che i compiti attribuiti al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro delegato per le pari opportunità siano estesi anche al Ministro competente.
        5. Al comma 17-bis dell’articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dal primo periodo, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Nei propri statuti i consorzi provvedono a disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dal presente comma».
        6. Dopo la lettera b) del comma 3 dell’articolo 41 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, è inserita la seguente: « b-bis) sia retto da uno statuto che preveda, altresì, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dalla presente lettera, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Lo statuto, inoltre, deve disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dalla presente lettera».
        7. Al comma 3 dell’articolo 2 della legge 28 luglio 2016, n. 154, le parole: «per tre mandati consecutivi» sono soppresse.

         

         

        Art. 7.

        (Istituzione della Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura)

        1. In corrispondenza con la Giornata internazionale delle donne rurali, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007, la Repubblica riconosce il 15 ottobre di ogni anno quale Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura, al fine di far conoscere l’importanza sociale e la qualità dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura, nonché l’apporto dato dalle donne alla crescita civile e sociale del Paese, e allo scopo di assicurare la parità di trattamento tra uomo e donna in agricoltura.
        2. In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1 sono promossi eventi e iniziative, anche a livello regionale, destinati ai cittadini e in particolare al mondo della scuola, allo scopo di far conoscere le attività, le esperienze e le professionalità acquisite dalle donne in agricoltura.
        3. La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.
        4. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

         

         

         

        Art. 8.

        (Disciplina della qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura)

        1. Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, al familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nell’impresa ittica è riconosciuta, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 230-bis del codice civile, la qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura.

         

        Art. 9.

        (Rifinanziamento del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura)

        1. Il fondo rotativo di cui al comma 506 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, destinato all’attuazione delle disposizioni dei commi 504 e 505 del medesimo articolo 1, è rifinanziato in misura pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione delle risorse del fondo rotativo previste dal comma 1.

         

         

        Art. 10.

        (Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca)

        1. Al fine favorire la diffusione della cultura imprenditoriale e del lavoro femminile, con particolare riferimento al settore della ricerca applicata in agricoltura, nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca è istituito il Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca, destinato alla realizzazione di studi di genere nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono altresì destinate all’istituzione di borse di studio in favore degli studenti che discutono una tesi di laurea in materie attinenti alle finalità di cui al medesimo Fondo.
        3. Con regolamento adottato mediante decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

         

        Art. 11.

        (Copertura finanziaria)

        1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, pari a 32.300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2025, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
        2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
    • maggio (1)

      • “Decreto Sostegni” Profili di interesse della Commissione agricoltura

        • Articolo 1, commi 1-12 (Contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici e proroga dei termini per precompilata IVA)

        L’articolo 1 riconosce un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario

         

        • Articolo 1, commi 13-17-bis (Aiuti di importo limitato e aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti)

        L’articolo 1, commi da 13 a 17-bis, disciplina le condizioni per fruire di talune misure di aiuto autorizzate dalla Commissione europea, o per le quali è necessaria l’autorizzazione della Commissione europea, sulla base delle Sezioni 3.1 (“Aiuti di importo limitato”) e 3.12 (“Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti”) della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final (Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19), e successive modifiche. La disciplina europea relativa agli aiuti temporanei di importo limitato ne consente l’erogazione alle imprese che si trovano di fronte a un’improvvisa carenza o addirittura indisponibilità di liquidità. L’importo complessivo dell’aiuto non supera 1,8 milioni di EUR per impresa. L’aiuto – che deve essere concesso entro e non oltre il 31 dicembre 2021 – non può essere concesso a imprese che si trovavano già in difficoltà il 31 dicembre 2019, ad eccezione, alle condizioni previste, delle microimprese o alle piccole imprese. Particolari condizioni si applicano alle imprese operanti nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, mentre è prevista una disciplina speciale per le imprese dei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 1-bis (Contributo a fondo perduto per start up)

        L’articolo 1-bis – di cui le Commissioni riunite propongono l’inserimento con gli identici emendamenti 1.136 (testo 3), 1.89 e 1.138, approvati nel corso dell’esame in sede referente – al comma 1 riconosce per il 2021 un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 1.000 ai soggetti titolari di reddito d’impresa che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la cui attività d’impresa, in base alle risultanze del Registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è iniziata nel corso del 2019, a cui non spetta il contributo di cui all’ articolo 1 del decreto-legge in esame. Il contributo è riconosciuto a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 non sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019, purché siano rispettati gli altri requisiti e condizioni previsti dal citato articolo 1 del decreto-legge in esame.

         

         

        • Articolo 1-bis (Esenzione prima rata IMU per gli operatori economici destinatari del contributo a fondo perduto)

        Nel corso dell’esame in sede referente è stato proposto l’inserimento dell’articolo 1-bis (em. 6.0.226 t2 e idd.) che esenta dal pagamento della prima rata dell’IMU 2021 i soggetti destinatari del contributo a fondo perduto disposto dal provvedimento in esame (articolo 1, commi 1-4), cioè i soggetti passivi titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario, con alcune eccezioni e a specifiche condizioni, in termini di limiti di reddito, ricavi o compensi, valevoli per accedere al contributo. Per il ristoro ai comuni delle minori entrate viene costituito un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’interno con una dotazione di 142,5 milioni per l’anno 2021.

         

         

        • Articolo 7 e Articolo 8, commi da 1 a 8 e da 12 a 14 (Interventi di integrazione salariale con causale COVID-19)

        I commi da 1 a 8 e da 12 a 14 dell’articolo 8 prevedono – con riferimento ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, agli assegni ordinari di integrazione salariale e ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, già riconosciuti secondo una disciplina transitoria, posta in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19 – la concessione di ulteriori periodi di trattamento.

        Questi ultimi vengono ammessi – in relazione ai casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per eventi riconducibili alla suddetta emergenza – nella misura massima complessiva di: – tredici settimane, relative al periodo 1° aprile 202137 -30 giugno 2021, per i trattamenti ordinari di integrazione salariale (comma 1); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202138 -31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale in deroga (comma 2). In base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 26 marzo 2021, a tale numero di settimane si possono aggiungere, nella parte ancora non eventualmente fruita, le dodici settimane previste (sempre con causale COVID19) per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021 dalla normativa precedente39 (fermo restando il termine di fruizione di queste ultime entro il 30 giugno 2021); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202140 -31 dicembre 2021, per gli assegni ordinari di integrazione salariale (commi 2 e 7), sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali cosiddetti alternativi41 (relativamente a questi ultimi, il concorso finanziario statale è definito dal comma 7). Anche in tal caso, in base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le dodici settimane previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021; – centoventi giorni, relativi al periodo 1° aprile 2021-31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) (comma 8).

        Anche in tal caso, secondo l’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le novanta giornate di trattamento previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021. La circolare dell’INPS n. 72 del 29 aprile 202142 specifica che le prestazioni di cui ai commi 1, 2 e 7 possono essere chieste anche con riferimento all’inizio della settimana in cui si colloca il suddetto termine del 1° aprile, quindi dal 29 marzo 2021. Al riguardo, l’emendamento 8.3 (testo 2) ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono, con l’inserimento di un comma 2-bis, di consentire il riconoscimento delle medesime prestazioni in continuità con quelle possibili (sempre con causale COVID-19) in base alla normativa precedente, ove interamente fruite, quindi con possibile decorrenza già dal 26 marzo 2021.

        I termini e le modalità per le domande, per gli invii dei dati e per i relativi pagamenti sono oggetto dei commi da 3 a 6 e 8 (oltre che della norma di rinvio posta dal comma 7). L’emendamento 8.37 (testo 2), approvato in sede referente, propone, con l’inserimento di un comma 3-bis e di un comma 3-ter, un differimento di termini temporali già scaduti, relativi alle domande o agli invii di dati per le prestazioni con causale COVID-19 previste dalle norme precedenti, e una riduzione per il 2021, pari a 5 milioni di euro, del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili”. Il comma 12 dello stesso articolo 8 definisce i limiti di spesa per i nuovi trattamenti suddetti (diversi dalle prestazioni oggetto del citato comma 7). I limiti vengono posti distintamente con riferimento alle seguenti tipologie: trattamenti ordinari di integrazione salariale ed assegni ordinari di integrazione salariale dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS; trattamenti di integrazione salariale in deroga; trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA). Ulteriori profili finanziari, relativi ad eventuali fattispecie specifiche, sono definiti dal successivo comma 13, mentre il comma 14 concerne la copertura finanziaria degli oneri (derivanti dai commi 7 e 12). Alla copertura concorrono le rimodulazioni di cui al precedente articolo 7, il quale opera alcune riduzioni degli stanziamenti e degli oneri previsti in materia per il periodo 16 novembre 2020-31 dicembre 2020 e per i primi mesi del 2021.

         

         

        Articolo 8, commi 9-11 (Disposizioni in materia di licenziamento) L’articolo 8, ai commi da 9 a 11, preclude ai datori di lavoro, salve specifiche eccezioni, la possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale e collettivo nonché di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo: a) fino al 30 giugno 2021, per coloro che richiedano il trattamento di cassa integrazione ordinaria; b) dal 1° luglio 2021 al 31 ottobre 2021, per coloro che richiedano l’assegno ordinario e il trattamento di integrazione salariale in deroga. Le disposizioni in esame, inoltre, sospendono di diritto, salve specifiche eccezioni, le procedure di licenziamento e le procedure inerenti l’esercizio della facoltà di recesso dal contratto per giustificato motivo oggettivo già avviate successivamente al 23 febbraio 2020. Il comma 10 dell’articolo dispone le medesime preclusioni e sospensioni contemplate al comma 9, ma prolungandone il periodo dal 1° luglio al 31 ottobre 2021, in considerazione: a) della concessione dell’ulteriore periodo di ventotto settimane per i trattamenti di assegno ordinario e di cassa integrazione salariale in deroga (per periodi intercorrenti tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 2 dell’articolo 8 in esame (alla cui scheda di lettura si rinvia); b) della concessione del trattamento di cassa integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) per una durata massima di centoventi giorni (nel periodo ricompreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 8 dell’articolo 8 in esame

         

         

        • Articolo 19 (Esonero contributivo per le filiere agricole della pesca e dell’acquacoltura)

        L’articolo 19 dispone, con riferimento al mese di gennaio del 2021, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL), per la quota a carico dei datori di lavoro, per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni, che svolgono determinate attività. Sono, altresì, determinati i limiti individuali per l’accesso agli esoneri contributivi.

         

        • Articolo 30-bis (Canoni demaniali per le attività di pesca e acquacoltura)

        L’articolo aggiuntivo 30-bis – che le Commissioni di merito propongono di inserire con l’approvazione dell’emendamento 30.091 testo 2 e di altri identici – riconosce un contributo ai concessionari di aree demaniali marittime per le attività di acquacoltura, pesca e ripopolamento, nonché per la realizzazione di manufatti destinati al prodotto ittico, nel limite di spesa di 1 milione di euro per il 2021.

         

        • Articolo 38 (Sostegno al sistema delle fiere)

         L’articolo 38, al comma 1, rifinanzia di 150 milioni di euro per l’anno 2021 il Fondo per la promozione integrata sui mercati esteri per la concessione di contributi a fondo perduto – commisurati ai costi fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili – a favore degli enti fieristici italiani per il supporto ai processi di internazionalizzazione degli stessi enti. Il comma 2 dispone che ai relativi oneri si provveda ai sensi dell’articolo 42. Il comma 3 istituisce, nello stato di previsione del Ministero del Turismo, un Fondo destinato al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, dal rinvio e dal ridimensionamento, a causa della pandemia da COVID-19, di fiere e congressi. Il Fondo viene dotato di 100 milioni per l’anno 2021. Il comma 4 demanda le modalità di riparto del Fondo ad un decreto del Ministro del turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, tenendo conto dell’impatto economico negativo nel settore conseguente alle restrizioni determinate dalla pandemia. Ai sensi del comma 5, l’indennità di sostegno disciplinata dal comma 3 è incompatibile con i contributi a fondo perduto di cui al comma 1. Infine, il comma 6 dispone che agli oneri relativi al comma 3 si provveda ai sensi dell’articolo 42.

         

         

        • Articolo 39, comma 1 (Incremento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacultura)

        L’articolo 39, comma 1, incrementa, per il 2021, di 150 milioni di euro, il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 39-bis (Accesso delle imprese agricole al Conto termico)

        L’articolo 39-bis, prevede che, nelle zone montane, le misure di incentivazione per interventi di incremento dell’efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni, c.d. “Conto termico 2.0”, si applicano anche alle imprese il cui titolare esercita le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile.

         

        • Articolo 39-bis (Semplificazioni in materia di controllo e certificazione delle macchine agricole e forestali)

        L’articolo 39-bis, consente, al comma 1, al MIPAAF, nell’ambito delle proprie competenze, e al fine di sviluppare le conoscenze tecniche indispensabili ad assicurare la competitività del settore meccanico agrario, di avvalersi previa stipula di apposita convenzione, per il 2021 e nel limite di spesa di cui al comma 3 che costituisce tetto di spesa massima, dell’assistenza tecnica dell’ENAMA (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola).

         

         

        • Articolo 39, commi 1-bis-1-septies (Disposizioni su alimenti, imballaggi e cooperative)

        I commi 1-bis-1-septies dell’articolo 39, che le Commissioni di merito propongono di introdurre con l’approvazione degli emendamenti 39.30 testo 3 e identici, contengono alcune disposizioni di carattere eterogeneo volte ad intervenire volte nei seguenti ambiti: prodotti ortofrutticoli di quarta gamma; caratteristiche della birra; proroga in materia di imballaggi; monitoraggio delle produzioni cerealicole e disciplina delle cooperative.

         

        • Articolo 39-bis (Disposizioni in materia di materiale vegetale spiaggiata)

        L’articolo 39-bis, novella l’articolo 185, comma 1, lettera f) del codice dell’ambiente in materia di esclusioni dall’applicazione della parte quarta inerente i rifiuti, inserendo tra le esclusioni previste anche il riferimento alla posidonia spiaggiata, laddove reimmessa nel medesimo ambiente marino o riutilizzata a fini agronomici o in sostituzione di materie prime all’interno dei cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.

         

        • Articolo 40-bis (Disposizioni temporanee per le cooperative sociali cosiddette di tipo b e in materia di prevalenza della mutualità delle cooperative)

        L’articolo 40-bis – di cui l’emendamento 40.0.17 ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono l’inserimento – prevede alcune norme transitorie relative alla quota percentuale minima di lavoratori svantaggiati che devono essere occupati nelle cooperative sociali cosiddette di tipo b ed alla perdita, da parte di una società cooperativa, delle condizioni di mutualità prevalente

    • aprile (2)

      • SNAI STRATEGIA NAZIONALE AREE INTERNE. NO ALLA RIDUZIONE DELLE RISORSE

        Una riduzione che potrebbe impattare sulla progettualità di una delle aree più avanzate: quella del nostro Appennino Reggiano, nel condividere la preoccupazione per una possibile riduzione dei fondi nazionali annunciata dalla MINISTRA CARFAGNA ho presentato un’interrogazione urgente

        Al Ministro per il sud e la coesione territoriale.

        — Per sapere – premesso che

        La Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) è un progetto nazionale, presentato nel 2012, che ha come obiettivo il rilancio socio-economico del Paese, ed in particolare di quelle aree interne caratterizzate da una forte diminuzione della popolazione, un tasso crescente di disoccupazione (specialmente quella giovanile), una carente offerta di servizi di base per la popolazione;

        sono 72 le aree selezionate nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, pari a 1060 Comuni (il 13.4% del totale nazionale), con una popolazione complessiva al di sotto dei 2 milioni di abitanti (3.3% del totale nazionale) e una superficie che rappresenta il 17% del suolo del Paese. Luoghi caratterizzati dalla distanza dai servizi essenziali e da un alto tasso di spopolamento. È pari a 1,142 miliardi di euro il valore complessivo delle strategie approvate, di cui 261 milioni di euro sono risorse statali, 693 milioni di euro provengono da Programmi finanziati dai fondi europei, mentre ulteriori 189 milioni di euro sono costituiti da altre risorse pubbliche e private.

        gli ambiti di intervento delle 71 aree approvate sono molteplici: mobilità, salute, scuola, efficienza e trasparenza della PA, natura, cultura e turismo, agricoltura e zootecnia, bosco, energia, imprese, infrastrutture e servizi digitali, lavoro e formazione e sicurezza del territorio. Moltissimi i progetti già in fase di attuazione.

        nel corso del 2020 sono stati stanziati ulteriori 310 milioni di risorse nazionali alla SNAI che, oltre a garantire una premialità all’area pilota che hanno fatto registrare le performance migliori e più coerenti con lo sviluppo della Strategia, consentiranno nei primi mesi del 2021 di attivare almeno 2 nuove aree per Region

        il 16 marzo scorso durante l’audizione alla Camera dei deputati la Minstra Carfagna ha annunciato l’intenzione di ridurre da 1, 5 miliardi a 900 milioni i fondi destinati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Strategia nazionale per le aree interne;

        la Federazione nazionale aree interne nel ribadire la necessità di rafforzare la Stategia nazionale per le aree interne attraverso interventi di riforma legislativa e con adeguati investimenti ha inoltrato alla Ministra una lettera nella quale ha riassunto l’esperienza della SNAI nei territori e avanzato proposte di riforma in un’ottica di semplificazione procedurale;

        quali iniziative di competenza intenda intraprendere per avviare un confronto sulla nuova Strategia nazionale per le aree interne nell’ambito della programmazione dei fondi europei.

      • AGRICOLTURA: GELATE, INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE

        Purtroppo anche quest’ anno le calamità naturali colpiscono in modo pesante la nostra agricoltura. Misure urgenti e veloci da mettere in campo.

        Al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

        Per sapere – premesso che:

        l’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito nelle ultime settimane il Centro-Nord ha provocato danni ingenti alle aziende ortofrutticole; dal monitoraggio delle principali organizzazioni agricole emerge una situazione drammatica per molte imprese agricole che hanno visto perdere in pochi giorni il lavoro di un intero anno. I danni ammonterebbero a centinaia di milioni di euro se si considerano le conseguenti irreversibili perdite commerciali;

        la Toscana, dalla costa alle aree interne, è stata interessata da diverse nottate di gelo che hanno colpito pesantemente le colture in campo, a partire dagli ortaggi, ma anche alberi da frutto in piena fioritura. Molte le aziende che hanno incendiato le rotoballe di fieno per provare ad alzare le temperature nei vigneti; in Emilia-Romagna ciliegi in fioritura, ma anche pereti e meleti, stanno infatti pagando a caro prezzo il gelo che si ripete da notti. In Romagna e Centro Emilia il peggio è toccato anche agli ortaggi a foglia destinati al consumo fresco, ma anche ai vigneti, con i germogli del Lambrusco completamente lessati dal freddo;

        il fenomeno meteorologico è risultato perticolarmente violento anche in Veneto e Piemonte . Oltre ai vigneti non si sono salvate alcune varietà di peschi, albicocchi e susini e seminativi quali barbabietola e mais.;

        scendendo verso il Sud, nel Barese si osserva l’identico scenario: alberi da frutto, ma anche l’uva da tavola hanno subito diversi danni. Danni ingenti sono stati segnalati in Basilicata, in Campania e in Puglia,

        questi continui eventi calamitosi, stanno compromettendo non solo il reddito ma l’esistenza stessa di numerose aziende agricole dislocate in tutto il Paese.

        Aziende agricole che da più di un anno sono costrette a fronteggiare gli effetti congiunturali negativi imposti dal perdurare della pandemia ;

        secondo quanto reso noto dalle associazioni di categoria sulla base dei dati del Crea gli eventi calamitosi hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale di oltre 20 miliardi di euro nel corso dell’ultimo decennio;

        siccità, gelo e alluvione sono le avversità che hanno procurato più danni durante il 2020, per un totale di 612,6 milioni di euro (dati Ismea, 2020) ;

        a seguito dell’evolversi dell’emergenza sanitaria e del protrarsi delle misure restrittive per il contenimento del contagio, il Governo ha adottato provvedimenti straordinari per sostenere le imprese del settore agricolo. L’art. 222-bis del decreto legge n. 34/2020 oltre a prevedere una misura a favore delle imprese agricole ubicate nei territori che hanno subìto danni per le eccezionali gelate occorse dal 24 marzo al 3 aprile 2020 ha incrementato di 10 milioni di euro, per il 2020, la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale – interventi indennizzatori;

        per affrontare queste nuove emergenze che aggiungono danni e problemi a una situazione già difficile, l’agricoltura ha bisogno di strumenti nuovi, strumenti più adeguati per dare risposte concrete.

        se non ritiene di dover estendere all’anno 2021 le disposizioni previste dall’articolo 222 –bis del decreto legge n. 34 del 2020 a favore delle imprese agricole danneggiate dalle avversità atmosferiche di eccezionale intensità del mese di aprile 2021 e incrementare la dotazione finanziaria del fondo di solidarietà nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102;

        se intende assumere iniziative , d’intesa con le regioni, per ottimizzare i tempi di riconoscimento dello stato di calamità, modificare il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 al fine di introdurre procedure amministrative semplificate nella distribuzione delle risorse finanziarie e dei risarcimenti fra territori e filiere produttive ;

        Antonella Incerti

  • 2020

    • maggio (1)

      • Lavoro agricolo, più salute e più dignità

        La regolarizzazione del lavoro agricolo, in tutte le sue forme, è una delle risposte più urgenti che occorre mettere in campo in un momento nel quale è necessario prestare ancora più attenzione alla tutela delle condizioni di salute dei lavoratori, oltre alle condizioni di tutela sociale nelle quali si trovano ad operare nelle nostre campagne.

        Si tratta di una battaglia di civiltà e di dignità, oltre che di salute pubblica, che già da tempo ho voluto intraprendere, insieme al mio partito, il Partito Democratico. E che ci vede impegnati anche per la regolarizzazione e la tutela di altre categorie di lavoratrici e lavoratori da troppo spesso ignorati, come ad esempio colf e badanti. Si tratta di 2 milioni di persone, di cui solo 865mila regolari, che svolgono una funzione fondamentale prendendosi cura di anziani e persone fragili, e spesso sono titolari di rapporti di lavoro “grigi”, che non tengono in conto le reali ore lavorate.

        Per quanto riguarda i lavoratori agricoli, poi, resta attualissima la mia interrogazione al Ministro dell’agricoltura del 15 aprile scorso.

        Ho chiesto al governo, insieme ad altri deputati, come individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore agricolo, ricordando che il Partito democratico aveva richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione .

        Inoltre ho chiesto quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.

        Il lavoro, ne sono convinta, deve ripartire con più garanzie rispetto al passato. Credo che questa crisi ci abbia insegnato che la dignità e la salute delle persone, tutte le persone, vadano tutelate maggiormente.

    • aprile (3)

      • Lavoratori agricoli, quali tutele

        Nei giorni scorsi ho interrogato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali  Teresa Bellanova su un tema di grande rilevanza.

        Secondo quanto riportato dalla stessa Ministra interrogata, infatti, è stimato in circa 350.000 unità il numero di lavoratrici e lavoratori agricoli che mancano nel comparto dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria. Tutte le principali associazioni del mondo agricolo hanno sottolineato la gravità della situazione, che rischia di lasciare senza manodopera adeguata una parte rilevante della filiera agricolo-alimentare;

        Contemporaneamente vi sono molti richiedenti asilo che hanno visto respinta la propria domanda di asilo e che, quindi, sono in condizioni di irregolarità e sono oggetto di sfruttamento lavorativo; questi lavoratori in misura rilevante associano alla precarietà lavorativa e allo sfruttamento anche una precarietà e fragilità abitativa caratterizzata per lo più da insediamenti informali rurali, veri e propri ghetti in prossimità dei campi; tale situazione, già inaccettabile in tempi normali, diventa ancor più insostenibile e potenzialmente pericolosa in presenza di una pandemia globale;

        A nostro parere, oltre a garantire il rinnovo dei permessi di soggiorno scaduti ai lavoratori stagionali regolari, i richiedenti asilo potrebbero usufruire della norma di cui all’articolo 20-bis del decreto legislativo 25 luglio 2008, n. 286, introdotto dall’articolo 1, comma 1, lettera h), del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, che prevede la possibilità di rilasciare il permesso di soggiorno per calamità; inoltre, occorrerebbe organizzare l’evacuazione delle persone che vivono negli insediamenti informali prossimi alle attività agricole e agevolare accordi con i proprietari di strutture alberghiere o ricettive, anche utilizzando gli strumenti previsti all’articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 18 del 2020; indispensabili appaiono, inoltre, la costruzione di una piattaforma telematica di facile utilizzo per l’incrocio di domanda e offerta di lavoro agricolo, come approntato ad esempio in Francia, che garantisca il reperimento legale della manodopera e autorizzi gli spostamenti fra le aree agricole del Paese, nonché strumenti per l’esonero o l’alleggerimento contributivo finalizzato all’utilizzo di personale che usufruisce di reddito di cittadinanza, pensioni, ammortizzatori sociali.

        Al fine di individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore, il Partito democratico nei giorni scorsi ha richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione.

        Ecco perché ho chiesto al Ministro quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.

      • No voucher ma liquidità e semplificazioni in agricoltura

        La continuità della filiera agricola e agroalimentare, anche con l’ausilio di tanti lavoratori immigrati rappresenta oggi, in piena pandemia, un elemento irrinunciabile per sostenere la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione. È indispensabile pertanto che il Governo continui a contrastare il caporalato e il lavoro nero in agricoltura, anche valutando la proroga automatica dei permessi di soggiorno per i braccianti regolari. Chiediamo che venga tutelata la salute di tutti i lavoratori della filiera agricola applicando loro le norme per salvaguardare la salute pubblica presenti nei decreti relativi al coronavirus.

        L’agricoltura Italiana non si è mai fermata e sta garantendo al nostro Paese la continuità nell’approvvigionamento alimentare. Per queste ragioni, così come per il ruolo di presidio ambientale e sociale, al mondo agricolo dobbiamo sostegno, strumenti adeguati e semplificazioni, tanto più in una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo ed alla luce di una possibile criticità nell’approvvigionamento di manodopera per le prossime raccolte.

        Non ci convince la riapertura di una discussione sui voucher in questo momento. Pensiamo che siano altre le azioni da poter attivare subito e rispondendo alle esigenze delle imprese e alla tutela del lavoro agricolo.  Già nei giorni scorsi Paolo De Castro ha avanzato la proposta di una smobilitazione delle risorse ferme e non utilizzate tra i fondi non impegnati in ambito comunitario. Condividiamo tale ipotesi su cui Governo e Regioni possono lavorare. Mettiamo il prima possibile a disposizione delle aziende agricole risorse che potrebbero generare una importante iniezione di liquidità finalizzata il più possibile a progetti innovativi

        Circa le serie difficoltà rappresentate dalle imprese agricoli per il reperimento di personale occorre facilitare, in condizioni di sicurezza, la mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE e mettere in sicurezza sanitaria, e nel rispetto dei protocolli firmati pochi giorni fa, i lavoratori immigrati presenti nel Paese facilitando la loro regolarizzazione e l’emersione da situazioni non trasparenti.

        Creiamo velocemente piattaforme agili, come in Francia, che consentano facile incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro agricolo, e costruiamo strumenti per esonero o alleggerimento contributivo finalizzato all’utilizzo di personale che usufruisce di reddito di cittadinanza, pensioni, ammortizzatori.

      • Cuneo fiscale, arriva il taglio

        Questo decreto legge introduce una misura attesa da tempo, diretta a ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente, come previsto dal programma di governo al momento della sua formazione.

        La finalità del provvedimento è quella di restituire potere d’acquisto alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, in modo da rilanciare i consumi di individui e famiglie che da molti anni hanno visto salari stagnanti.

        Il provvedimento recepisce l’intesa raggiunta tra le rappresentanze dei lavoratori e il governo.

        L’accordo con i sindacati sul taglio del cuneo fiscale con cui alzare i salari netti per 16 milioni di lavoratori con redditi medio bassi è molto positivo. Aumentiamo gli attuali 80 euro a 100 euro netti in busta paga per tutti gli attuali percettori del bonus fiscale ed estendiamo il beneficio ad altri 4,3 milioni di lavoratori dipendenti che fino a oggi ne erano esclusi.

        In pratica, ai lavoratori dipendenti con redditi compresi tra 8.174 euro e 28.000 euro, viene riconosciuto direttamente in busta paga un bonus, per un importo pari a 100 euro al mese, mentre per i redditi superiori, e fino a 40.000 euro, è invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale.

        La platea di coloro che percepiscono attualmente il bonus 80 euro, pari a 11,7 milioni, tra lavoratori dipendenti privati e pubblici, aumenta così di 4,3 milioni, arrivando a 16 milioni di beneficiari.

        Si riconosce al contribuente una somma a titolo di trattamento integrativo, di natura permanente, che sostituisce e amplia il bonus 80 euro.

        Viene istituita una detrazione fiscale Irpef ulteriore rispetto a quella esistente a beneficio di coloro con redditi superiori a 28.000 euro e fino a 40.000 euro, esclusi dal trattamento integrativo. La detrazione ha carattere temporaneo, in quanto si applica limitatamente alle prestazioni rese nel semestre che va dal 1 ° luglio al 31 dicembre 2020, in vista di una revisione strutturale del sistema delle detrazioni.

        Le classifiche OCSE collocano l’Italia al terzo posto con il cuneo fiscale più alto, dieci punti sopra la media europea. Questo si traduce in un pesantissimo gap negativo, in termini di competitività delle nostre imprese e di beneficio dei nostri lavoratori.

        Questo decreto legge costituisce un primo importante tassello, che anticipa una più ampia riforma del sistema, per un fisco più equo.

        Non è certamente un punto di arrivo, quindi, ma è un punto di partenza importante, ancora più importante all’interno della crisi economica complessa che, purtroppo, anche l’epidemia di coronavirus ci costringe ad affrontare.

  • 2019

    • dicembre (1)

      • La tutela del lavoro, tra diritti e crisi aziendali

        Tra i tanti temi per cui mi sono impegnata in questi mesi anche quello per far approvare il decreto legge 101 riguardando la tutela del lavoro e la risoluzione di crici aziendali.

        Già questo titolo spiega perché il Partito Democratico ha assunto, nei confronti del provvedimento, un atteggiamento responsabile e attento alle molte persone coinvolte, a cominciare dai lavoratori che chiedono il riconoscimento dei loro diritti e la salvaguardia del posto di lavoro.

        Di qui la ricerca costante di un terreno comune e di soluzioni capaci di contrastare le situazioni di crisi che stanno colpendo diverse aree industriali del Paese e di dare una prima risposta – certo non definitiva, ma importante anche per il senso di marcia che viene indicato – nel complesso e in continuo mutamento campo delle tutele del lavoro nell’era digitale, del welfare per i nuovi lavori, delle politiche attive e della formazione.

        L’obiettivo è quello di estendere i diritti. Pensiamo ai riders e più in generale ai lavoratori delle piattaforme digitali che ora avranno un contratto scritto e copertura per gli infortuni, le malattie professionali e la tutela della privacy per i dati sensibili. Ai dipendenti dell’Anpal finalmente stabilizzati, ai cosiddetti “commercianti esodati” che vedono riconosciuti i loro diritti.

        Un cambio di passo, perché finalmente viene data concretezza all’economia verde con il fondo di transizione ambientale che alimenta il processo di decarbonizzazione verso le fonti rinnovabili e l’economia sostenibile.

    • giugno (1)

      • No alle vendite sottocosto, no al doppio ribasso

        E’ per dire no alle vendite sottocosto e no alle aste a doppio ribasso che nei giorni scorsi sono intervenuta nella discussione generale sulla proposta di Legge del Partito Democratico (A1549 Cenni ed altri ) che mira a regolamentare e vietare meccanismi e pratiche di concorrenza sleale nella vendita di prodotti agricoli e agroalimentari .

        Una legge che vuole garantire maggiore trasparenza, certezza nella definizione dei prezzi e soprattutto garantire una retribuzione adeguata all’agricoltore. Aste on Line al doppio ribasso mettono infatti i produttori in condizione di offrire prezzi così bassi che hanno come diretta conseguenza il rivalersi sull’anello più debole, cioè sui lavoratori agricoli.

        Abbiamo affrontato tema del sottocosto nell’articolo 1. Abbiamo deciso, anche a seguito di un confronto con diversi attori della filiera, di non vietarlo, ma piuttosto regolamentarlo in particolare per prodotti alimentari freschi e deperibili. Si tratta infatti di un elemento che favorisce una illegalità diffusa; è il settore, come dicevo prima, dove finiscono per soccombere sempre i più deboli e questo vale a maggior ragione per le vendite all’asta con doppio ribasso, affrontato, poi nell’articolo 2, di cui si chiede espressamente il divieto.

        Un esempio emblematico è quello rappresentato da un prodotto di largo consumo, il pomodoro, che, di fatto, è diventato solo un prodotto merce e di una catena che non molto tempo fa ha acquistato a 31,5 centesimi l’una venti milioni di bottiglie di passata. Cifra raggiunta con un’asta a doppio ribasso; quindi, con un sistema di contrattazione non trasparente che penalizza la filiera produttiva. Le aste a doppio ribasso, lo ricordiamo, si affidano infatti a due gare e la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Così, è tutta la filiera che si impoverisce e così si finirà per favorire un fenomeno che invece abbiamo cercato, anche a livello legislativo, di fermare, come il caporalato, costringendo i produttori a tenere il più basso possibile, soprattutto, il costo del lavoro. Sono gli stessi produttori che lo dicono.

        Ma un effetto che questa legge conta di raggiungere è sicuramente il sostegno alle filiere etiche. L’articolo 5, infatti, mette in campo un sistema di agevolazioni fiscali e di accesso ai fondi per quelle imprese che concorrono a realizzare progetti che creano filiere etiche di produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti agroalimentari. Ma anche quelli che sono in grado di certificare l’applicazione dei contratti nazionali collettivi, creando così, oltre a buoni prodotti, buona occupazione.

        Si tratta insomma di una legge che va a incontrare oltremodo una sensibilità sempre più diffusa e attenta dello stesso consumatore verso l’acquisto di prodotti etici che siano rispettosi dell’ambiente, della legalità e dei diritti dei lavoratori.

    • aprile (3)

      • E’ il 1° Maggio, ribadiamo con forza le nostre idee sul lavoro!

        Mentre scrivo queste righe, siamo alla vigilia di un 1° Maggio particolare, caratterizzato da un governo che risolve il tema del lavoro con una serie di promesse vuote e prive di visione, che non ha adottato un solo provvedimento che sappia interpretare davvero le esigenze delle varie fasce della popolazione su questo tema, che preferisce la logica dell’assistenzialismo a quella della creazione di posti di lavoro.

        Le nostre proposte sul tema del lavoro ci sono, sono in campo da tempo e sono state ribadite con forza recentemente dal nostro segretario Nicola Zingaretti.

        Come sottolineato da Zingaretti, dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perché le persone non ce la fanno più. E occorre un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre sarebbe utile favorire l’occupazione di donne e giovani, aumentare le indennità per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull’equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali

        Per ribadire quanto fatto nella passata legislatura e per ribadire le nostre idee e le nostre posizioni sul tema del lavoro, sarò in piazza ad Albinea il 1° Maggio con i sindacati. Sempre dalla parte dei lavoratori!

      • Aiutare la famiglia significa aiutare le donne. Il governo lo deve capire

        Potenziare le misure a sostegno della famiglia in senso lato, valorizzando il ruolo di madre all’interno di un contesto famigliare mutato, adeguando gli strumenti di sostegno alle nuove esigenze di casa, lavoro, welfare pubblico.

        Noi lo abbiamo chiesto attraverso una mozione PD alla Camera dei Deputati, chiedendo che vengano messe in atto “efficaci politiche per la famiglia, per la previdenza, per il lavoro, per la casa, per il welfare”, visto che “una delle cause della bassa natalità italiana è costituita dagli ostacoli economici e culturali che la scelta di diventare madri comporta, a partire dalla discriminazione nell’accesso e nella prestazione di lavoro, che aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di figli. Discriminazione aggravata da un sistema di welfare debole che spesso lascia alle donne il lavoro di cura di bambini e anziani, senza che questo venga riconosciuto dal punto di vista previdenziale”.

        Secondo noi “le ultime misure introdotte dall’attuale Governo non tengono conto delle prerogative delle famiglie, in particolar modo di quelle numerose, di quelle con bambini o di quelle al cui interno vi è una persona disabile. In particolare, il reddito di cittadinanza, quale misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, prevede una scala di equivalenza che penalizza le famiglie numerose e quelle dove vi è una persona disabile. Si aggiunga poi che nessuna risorsa è stata aggiunta sul cosiddetto premio alla nascita; che l’incremento degli assegni per l’iscrizione e la frequenza all’asilo nido risulta tuttavia senza risorse aggiuntive e fino ad esaurimento delle dotazioni.

      • Troppo basse le pensioni minime degli agricoltori

        Il Paese che vogliamo è un Paese che riconosce dignità alle pensioni degli agricoltori.

        Ho avuto l’occasione di parlarne all’assemblea dei pensionati Cia, il 16 aprile scorso, con la vice presidente della Regione Elisabetta Gualmini, e i colleghi Paola De Micheli e Giuseppe Labbate

        Ho ribadito come, dal mio punto di vista, sono troppo basse le pensioni minime degli agricoltori e come le misure messe in campo da questo Governo non producono crescita né lavoro. Ma ho sottolineato anche come le cosiddette pensioni di cittadinanza sono da rivedere perché producono grandi discriminazioni e come vada ridotto il carico fiscale a cui sono sottoposti i pensionati, compresi gli agricoli.

         

    • gennaio (1)

      • Incerti: “Ex Tecnogas di Gualtieri: trovata l’intesa sulla via d’uscita dalla crisi”

        Finalmente una svolta per la risoluzione della crisi dell’ex Tecnogas di Gualtieri (Reggio Emilia). Stamattina, presso il Ministero dello Sviluppo economico a Roma, tutte le parti interessate – la componente datoriale, quella sindacale e le istituzioni – hanno raggiunto un accordo di massima per definire un piano di rilancio che risolva gli aspetti occupazionali, finanziari e produttivi della Tecno srl (ex Tecnogas), l’importante azienda produttrice di elettrodomestici da tempo in una situazione di grave precarietà. Primo obiettivo: tutelare i 300 lavoratori dell’azienda attraverso strumenti e misure di salvaguardia dell’occupazione.

        Dopo vari tavoli senza alcun esito – commenta l’onorevole reggiana Antonella Incertioggi è stata imboccata la strada giusta e si può guardare con fiducia al futuro. L’intesa di massima che si va delineando è stata raggiunta grazie al contributo di tutte le parti: nel giro di 2/3 mesi contiamo di risolvere questa crisi in modo positivo, grazie anche alla chiara volontà e disponibilità della società acquirente nell’offrire strumenti di garanzia e salvaguardia dei lavoratori”.

        All’incontro, oltre ai funzionari del Mise e all’onorevole Incerti – che sta seguendo da vicino la lunga vertenza tenendo contatti costanti con Regione e sindacati – hanno preso parte anche il sindaco di Gualtieri Renzo Bergamini e l’assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna Palma Costi.

  • 2018

    • agosto (1)

      • Tornano i voucher, non la dignità

        Mentre in Aula cominciano le votazioni del cosiddetto ‘decreto dignità‘ mi accorgo di come questo si riduca a ben poca cosa rispetto alla pomposità con cui lo aveva annunciato Il Ministro Di Maio.
        In commissione il lavoro della maggioranza e del Governo è stato contraddittorio e confuso con vari accantonamenti e non coperture degli emendamenti da parte della Ragioneria Generale.
        Se guardiamo alla sostanza generale possiamo dire che si voleva combattere la precarietà e la maggioranza è finita per attaccare il contratto a tempo determinato che comunque rappresenta la forma più tutelata tra le tipologie.

        L’intervento per rendere meno costoso il lavoro di fatto è quello del Governo Gentiloni, cioè il nostro.

        Impossibile non notare come manchino gli incentivi per la trasformazione del tempo da determinato a indeterminato. Si penalizza il lavoro somministrato e non si prevede un’adeguata norma transitoria. Da salvare alcuni emendamenti PD sull’aumento dell’indennità di licenziamento in conciliazione.

        Malissimo è stato trattato il tema dei voucher. Oggi, nel decreto promosso da Di Maio, i voucher tornano e si ripresentano nel modo peggiore, tanto che Cgil, Cisl e Uil hanno promosso una mobilitazione unitaria contro il ritorno a un loro uso generalizzato.
        Puntualmente, infatti, è stato dato il via libera ai voucher in agricoltura, enti locali e turismo, con un limite per le strutture alberghiere. Le commissioni Finanze e Lavoro della Camera hanno approvato l’emendamento della maggioranza e del Governo, per cui lo strumento potrà essere usato dagli alberghi seppur con il limite alle sole categorie specifiche stabilite dalla normativa attuale, ossia, pensionati, studenti, disoccupati e cassaintegrati. Per le strutture ricettive, si è fissato il limite di utilizzo alle aziende con massimo 8 dipendenti.

        Ma il punto è che c’è un allargamento temporale di utilizzo dei voucher in agricoltura, come nel turismo e per gli Enti Locali. Ad oggi, infatti, occorre comunicare data e ora di inizio della prestazione. Con questo emendamento, si avranno, per la comunicazione, fino a 10 giorni, al posto dei 3 precedenti, sia per l’agricoltura che per turismo ed enti locali.
        Con questa modalità le aziende che vogliono utilizzare il lavoro nero lo potranno fare, grazie alla fittizia copertura di un voucher da mostrare in qualsiasi momento in caso di ispezioni.

        Antonella Incerti

        Deputata PD 

    • luglio (1)

      • Tecno srl, Antonella Incerti (PD): “Priorità le condizioni dei lavoratori”

        Primo tavolo nazionale, nei giorni scorsi, per la vertenza Tecno Srl di Gualtieri. Un incontro chiesto dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Gualtieri e da una interrogazione parlamentare a prima firma Antonella Incerti (PD) per cercare di trovare una soluzione ad una crisi aziendale che coinvolge i circa 300 dipendenti della storica realtà gualtierese.

        All’audizione col Ministro Luigi Di Maio (Lavoro e Sviluppo Economico) ha partecipato anche la Deputata Antonella Incerti che ha sottolineato l’importanza e la delicatezza della questione, promettendo attenzione e lavoro “per trovare al più presto una soluzione che salvaguardi anzitutto le condizioni dei lavoratori”.

        “L’attuale proprietà non ha fornito garanzie su contenuti e prospettive del concordato preventivo – ha poi sottolineato la Incerti – ma nei prossimi giorni è stata convocata a Roma l’unica azienda che aveva avanzato finora una proposta di acquisto della Tecno Srl”.

        Presenti oltra ai sindacati e alle aziende anche l’assessore regionale Palma Costi e il sindaco di Gualtieri Renzo Bergamini.

         

         

    • giugno (3)

      • Donne al centro, chiesta una commissione d’inchiesta

        Una commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione delle donne italiane, che consegni al Paese un quadro aggiornato sulla condizione economica e sociale delle donne italiane. Questa la richiesta di alcune Deputate del PD, capeggiate da Susanna Cenni, presentata nei giorni scorsi alla Camera.

        La richiesta è stata sottoscritta anche dalla deputata reggiana Antonella Incerti che ha sottolineato la necessità di “monitorare le condizioni delle donne italiane nell’ottica di riorientare politiche di genere adeguate alla situazione attuale”. Secondo la deputata infatti “nonostante la scolarizzazione femminile, le qualifiche e il tasso di occupazione siano migliorati il ‘gender gap’ è ancora una piaga considerevole per le donne italiane in termini di differenze salariali e pensionistiche”.

        Una commissione di inchiesta che sappia fotografare la situazione della cittadinanza femminile italiana diventa quindi utile nell’ottica di suggerire politiche di genere e riequilibrare posizioni e condizioni economiche.

        Una richiesta, quella di questa commissione, che rappresenta anche un atto politico forte, l’intenzione di mantenere il tema della rappresentanza femminile e della tutela della donna al centro di un’agenda governativa che non pare avere per questi temi una sensibilità particolare, almeno stando alle recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del governo e della lettura del contratto propedeutico all’accordo sull’esecutivo giallo-verde.

        A firmare la richiesta presentata dalla Cenni, anche Chiara Braga, Chiara Gribaudo, Flavia Piccoli Nardelli, Silvia Fregolent, Carla Cantone, Barbara Pollastrini, Elena Carnevali, Lucia Ciampi, Stefania Pezzopane, Antonella Incerti, Debora Serracchiani, Laura Cantini, Francesca La Marca, oltre che da alcuni deputati maschi.

      • Ammortizzatori, arriva la proroga grazie al PD

        È grazie all’impegno del governo uscente che l’8 maggio scorso è stato deciso un anno di proroga per gli ammortizzatori sociali alle imprese che operano in aree di crisi economica.

        Si tratta di un risultato importante, ancor più perché ottenuto in un momento politico tanto complesso come la formazione del nuovo governo, che rappresenta anche un gesto di responsabilità del governo uscente. Una responsabilità verso le tante imprese che ancora non sono uscite dalla crisi economica e i tanti lavoratori che si trovano ad affrontare situazioni delicate determinate dalla carenza di liquidità o dalla riduzione dell’orario di lavoro.

        Il decreto, che porta le firme di Paolo Gentiloni e Carlo Calenda, stanzia risorse alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa riconosciuta nel periodo dall’8 ottobre 2016 al 30 novembre 2017, il cui programma di cassa integrazione straordinaria può così essere concesso, in deroga ai limiti di durata massima, fino al limite massimo di dodici mesi e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2018.

        La concessione di tale ulteriore intervento è subordinata alla stipula di un accordo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con l’intervento del Ministero dello sviluppo economico e della Regione competente; nonché alla presentazione di un piano di recupero occupazionale che preveda specifici percorsi di politiche attive del lavoro concordati con la regione e finalizzati alla rioccupazione dei lavoratori e alla dichiarazione di non ricorrenza delle condizioni per la concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria.

      • Incerti e Rossi: “Presto con la Bretella Campogalliano-Sassuolo”

        Presentata interpellanza urgente al MIT dopo le parole del sottosegretario Dall’Orco

        “Uno dei comparti produttivi più importanti del Paese, che comprende i distretti della ceramica, della meccanica, dell’agroalimentare nell’area reggiana-modenese, è connotato da una viabilità ormai obsoleta e inadeguata a sostenere un traffico pesante in costante aumento”.

        Lo affermano i deputati reggiani del PD Antonella Incerti e Andrea Rossi, attraverso un’interpellanza urgente appena depositata nella quale segnalano al neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, la situazione della viabilità sull’asse Reggio-Modena.

        Un atto che prende le mosse dalle parole del Sottosegretario Michele Dell’Orco che, intervistato dal quotidiano “Corriere di Bologna” il 14 giugno 2018, annovera la Bretella di collegamento Campogalliano-Sassuolo tra le “opere inutili e costose che vanno fermate”.

        Secondo i deputati PD però “da lungo tempo i cittadini delle comunità interessate di Rubiera (Reggio) e Campogalliano (Modena) hanno denunciato, anche attraverso petizioni rivolte alle proprie Amministrazioni di riferimento, una situazione pericolosa per la propria salute e la propria sicurezza”.

        continua

    • maggio (1)

      • Festeggiamo i lavoratori, lavorando per loro

        La Festa del lavoro arriva in un periodo di grande incertezza politica, proprio quando la politica dovrebbe lavorare per sostenere i lavoratori e le lavoratrici, migliorando le loro condizioni. Mi auguro che sarà presto possibile dedicarci ai temi concreti e urgenti per i cittadini. Il lavoro deve a mio avviso essere declinato in varie parole chiave: stabilità, parità, conciliazione, salute e sicurezza, competenze.

        Un lavoro più stabile per i giovani, e non solo, è sempre stato una delle priorità della mia attività politica. Come negli ultimi cinque anni in Parlamento, voglio continuare a lavorare per l’aumento delle tutele, per sgravi contributivi per che assume gli under 35, per maggiori incentivi per l’imprenditoria giovanile, per la tutela del lavoro autonomo.

        continua

    • aprile (1)

      • Equità salariale di genere priorità del nuovo Parlamento

        L’occasione dell’Equal Pay Day 2018 – quest’anno dedicato in particolare al divario pensionistico tra donne e uomini – deve fungere da sprone per il nuovo Parlamento per inserire tra le priorità assolute l’obiettivo dell’equità salariale di genere. La situazione attuale non è più tollerabile: i dati provenienti da tutto il mondo sono sconfortanti e parlano di un’emergenza discriminatoria da affrontare a livello europeo oltre che nazionale.

        La parità nel mondo del lavoro e una riformulazione dell’organizzazione delle politiche di genere sono da sempre al centro del mio impegno politico. Occorre superare la disparità in tutti i settori lavorativi, dalla rappresentanza nelle istituzioni alle aziende, con l’eliminazione di tutte le discriminazioni salariali e di ingresso al lavoro.

        continua

    • marzo (1)

      • Sostenere ancora di più i lavoratori precari e sottopagati

        Da incentivare anche il welfare aziendale e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese

        Nel mondo del lavoro si registrano segnali indubbiamente incoraggianti. Tra questi, il recentissimo “patto della fabbrica” siglato tra Confindustria e sindacati per il rinnovo dei contratti di categoria: un nuovo modello di relazioni industriali partecipative e stabili per alzare la produttività, con più salari, più formazione, più competenze per i lavoratori, che sarà firmato ufficialmente il 9 marzo. Anche gli indicatori economici confermano come la locomotiva dell’economia emiliana stia viaggiando veloce e i benefici in termini di occupazione si avvertono anche in tutta la provincia reggiana. Ma a fronte di questi segnali positivi, secondo Antonella Incerti (candidata alla Camera Collegio uninominale 11 Scandiano – provincia di Reggio Emilia) c’è ancora tanto da fare.

        Innanzitutto sul tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, poi sullo sviluppo del welfare aziendale, che sta dando sicuramente buoni risultati – penso al sostegno per lo studio dei figli o ai fondi pensionistici integrativi – ma che deve essere incrementato e diffuso, per non limitarsi solo nelle imprese di grandi dimensioni. L’azione del Governo a guida PD ha già favorito il welfare aziendale, dando la possibilità di utilizzare il premio di produttività in servizi, quali i rimborsi per le spese del lavoro domestico, della badante o dell’asilo, o per la previdenza e la sanità integrativa”.

        continua

    • febbraio (4)

      • Donne e lavoro: stop a stipendi bassi e discriminazioni

        Antonella Incerti mette al centro del suo impegno la parità di salario e una serie di provvedimenti per conciliare lavoro e famiglia  

        Secondo Antonella Incerti, candidata alla Camera dei Deputati (collegio uninominale 11), nonostante alcuni miglioramenti intervenuti negli ultimi anni, la possibilità per le donne di entrare nel mondo del lavoro è ancora troppo bassa, inferiore di circa il 27% rispetto agli uomini, anche se nella provincia di Reggio Emilia il tasso di occupazione femminile si attesta al 61%, contro il 48% del dato nazionale, secondo solo a Bolzano.

        Le donne italiane, inoltre, faticano di più: molto spesso spetta a loro il compito di accompagnare i figli a scuola, di prendersi cura della casa, di assistere i parenti anziani: si sobbarcano insomma tanto lavoro non retribuito, mentre a livello professionale continuano a guadagnare meno dei colleghi maschi. Il motivo? Non solo discriminazioni – che pure esistono – ma anche perché spesso sono occupate in settori meno retribuiti, oppure perché hanno lavori part-time.

        continua

      • Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: i tre impegni di Antonella Incerti

        Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: Antonella Incerti, candidata PD collegio uninominale 11 – Reggio Emilia, annuncia le priorità del suo programma.

        Il primo impegno della candidata riguarda la cura e protezione del territorio, che ha dimostrato anche in passato la sua fragilità dal punto di vista idrogeologico (l’alluvione a Lentigione, il problema frane di Ligonchio). Su questo tema occorre un impegno forte e costante, a sostegno delle popolazioni e delle attività imprenditoriali che già hanno avuto la forte di reagire.

        Arginare il dissesto idrologico significa strutturare un progetto innovativo di protezione ambientale del territorio, che comporti anche la corretta gestione della risorsa acqua e un adeguato piano di lavori pubblici. “Siamo tutti consapevoli della grande forza e ricchezza della nostra montagna – commenta Antonella Incerti – e vogliamo lavorare insieme per sfruttarne appieno le potenzialità, anche a livello turistico”.

        continua

      • LAVORO PIÙ STABILE

        Un lavoro più stabile per i giovani, e non solo, è uno dei miei obiettivi primari. Come ho già fatto negli ultimi cinque anni in Parlamento, voglio continuare a lavorare per l’aumento delle tutele dei lavoratori, per ulteriori sgravi contributivi per che assume gli under 35, per maggiori incentivi per l’imprenditoria giovanile, per la tutela delle partite IVA e per il sostegno alla piccola-media impresa. Anche se i dati occupazionali registrano un positivo incremento, le sofferenze ci sono ancora e la politica deve continuare a fornire risposte chiare e tempestive, oltre a politiche industriali capaci di riattivare e aumentare la produzione e i posti di lavoro.

      • Mi prendo cura. Delle persone, della mia terra.

        Impegnarsi in politica, secondo me, significa prendersi cura. Prima di tutto delle persone e della loro vita: degli affetti così come delle preoccupazioni. Del futuro e della felicità. Della comunità e del luogo nel quale vivono e dove cresceranno i loro figli. Perché affrontare insieme le mille complesse questioni quotidiane – dall’istruzione al lavoro, dalla sanità alla pensione, con un occhio di riguardo alla cultura – è una sfida ardua che mi ha sempre appassionata. E che richiede competenza, studio, pazienza e soprattutto capacità di ascoltare, per poi fornire risposte rapide ed efficaci.

        Il mio percorso nelle istituzioni pubbliche – dal Comune di Albinea, del quale sono stata amministratrice per molti anni, fino alla recente esperienza alla Camera dei Deputati, della quale vado particolarmente orgogliosa – è stato caratterizzato proprio dalla ricerca costante di soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone, offrendo loro più opportunità, più giustizia e più equità.

        continua