La legge sul biologico, un passo fondamentale

La legge sul biologico, che abbiamo approvato nella scorsa legislatura e arricchito dalle nuove norme nei giorni scorsi, rappresenta un grande passo in avanti nella tutela delle produzioni agricole e agroalimentari prodotte con questo sistema.

E’ un provvedimento, questo, atteso e anche molto utile perché parliamo di un settore che in questi anni ha dimostrato una grande dinamicità, non è più un fenomeno di nicchia ma piuttosto una specifica modalità di azione nel settore primario, un fenomeno che parla anche di salute, sicurezza alimentare, alimentazione sana. Potremmo definirla in questi anni, come ce lo ricordavano anche i dati, una vera rivoluzione culturale applicata all’alimentazione.

Ce lo confermano appunto i dati. Il trend è positivo: sono in aumento sia gli operatori certificati, sia la superficie coltivata, come peraltro appunto riportato dal SINAB nell’ultima relazione del luglio 2018.

Nel 2010 la superficie è aumentata moltissimo (del 71 per cento), anche con riferimento all’incremento del 59 per cento degli operatori nel settore; 1,9 milioni di ettari sono coltivati in Italia, con una crescita esponenziale di anno in anno; in termini assoluti nell’ultimo anno sono stati coltivati con metodo biologico oltre 110 mila ettari in più rispetto all’anno precedente. Alla crescente espansione delle superfici coltivate è direttamente proporzionale la crescita delle aziende specializzate nel settore: negli ultimi anni, è stato rilevato un incremento degli operatori di circa il 59 per cento in più, tra aziende agricole, preparatori industriali, distributori, importatori così come il numero delle aziende agricole in quota rappresentano oggi il 4,5 per cento delle aziende agricole in totale, così come il consumo interno di prodotto biologico ha un valore oggi rilevantissimo di circa due miliardi e mezzo di euro, con un incremento attuale del 10 per cento.

Insomma, tutti dati che dimostrano che il comparto è in grande crescita, che si basa sulla fiducia del consumatore, che sa di trovare un prodotto non trattato chimicamente, e che ricorre a tecniche agricole rispettose dell’ambiente.

Ma cosa fa la legge? Anzitutto ribadisce, per l’agricoltura biologica, come sia un’attività di interesse nazionale, con una funzione sociale, basata su qualità del prodotto e sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale.

La legge favorisce poi anche la riconversione di piccole aziende al biologico, assicurando a queste un mercato e una diffusione del prodotto ed è motore di sviluppo e creazione di opportunità di lavoro in zone fragili, che rischierebbero lo spopolamento, con le conseguenze che conosciamo anche per la tenuta del territorio

C’è poi lo stimolo alle istituzioni ancora ribadito per quanto riguarda l’utilizzo di produzione biologica del verde pubblico o di utilizzo nei luoghi di ristorazione collettiva o, come indicato, mense pubbliche o private convenzionali.

Questo provvedimento è, quindi, un altro importante tassello che si aggiunge a un’opera di riforma di tutto il sistema agroalimentare che è stata portata avanti nella legislatura precedente. E penso a leggi approvate sul tema della biodiversità agraria, sull’agricoltura sociale o alla legge contro gli sprechi alimentari ma anche alla normativa sul vino… Provvedimenti che hanno contribuito a tutelare le eccellenze italiane, prodotte seguendo il principio guida della qualità e del rispetto dell’ambiente e della biodiversità.

http://webtv.camera.it/archivio?legislatura=18&seduta=98&intervento=468278#