• 2021

    • dicembre (1)

      • Disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura

        Art. 1.

        (Oggetto e finalità)

        1.La presente legge, nell’ambito del più generale obiettivo di promozione del lavoro femminile definito dalla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in attuazione delle normative e degli indirizzi dell’Unione europea, reca disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle aree rurali e marginali, costiere, lacuali e fluviali, prevedendo interventi che garantiscano la valorizzazione delle competenze, delle esperienze e delle professionalità delle donne per lo sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile, il diritto alla maternità, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, i servizi di assistenza, la continuità della formazione, l’accesso al credito, alla terra e alle acque, nonché la rappresentanza di entrambi i sessi negli organismi decisionali e nelle cariche direttive del settore. La presente legge reca altresì disposizioni per eliminare le criticità esistenti nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e per contrastare le disparità salariali e le discriminazioni di genere, nonché per monitorare l’impatto di genere delle misure adottate nel medesimo settore.

         

        Art. 2.

        (Piano nazionale annuale di interventi per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Al fine di promuovere il lavoro e l’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, è redatto, con cadenza triennale, un Piano nazionale di interventi.
        2. Il Piano nazionale di cui al comma 1, redatto sulla base di dati aggiornati sulle condizioni di vita e di lavoro delle donne nelle aree rurali, è finalizzato alla realizzazione e al finanziamento di interventi:
        3. a) per favorire la creazione e l’attività delle imprese a conduzione femminile;
        4. b) per promuovere l’agricoltura multifunzionale, basata su un modello gestionale in cui sia rilevante l’apporto del lavoro e nel quale il reddito derivi anche da un complesso di attività connesse a quelle agricole, con specifico riguardo alle esigenze di sviluppo e riqualificazione socio-economica delle aree rurali;
        5. c) per sostenere le imprese e il lavoro femminili, con particolare attenzione alle aree interne e disagiate, anche mediante la previsione di premialità utilizzabili nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale e nei programmi di sviluppo rurale regionali e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP);
        6. d) per tutelare la maternità e la genitorialità delle lavoratrici e delle imprenditrici agricole nonché per garantire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso la creazione di servizi alle famiglie e di politiche di welfare, a partire dall’istituzione di agri-asili e blu-asili, di agri-nidi e blu-nidi, di asili aziendali nelle imprese ittiche, di welfare aziendale e di servizi di sostituzione, nel rispetto delle normative regionali vigenti, e la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati;
        7. e) per promuovere reti di contrasto e prevenzione di fenomeni di molestie e violenza anche in raccordo con i centri antiviolenza, i consultori familiari e le aziende sanitarie locali;
        8. f) per promuovere azioni mirate per la tutela della salute e della sicurezza in ottica di genere delle lavoratrici agricole, ponendo una particolare attenzione alle attività che si svolgono in condizioni climatiche difficili;
        9. g) per potenziare l’offerta formativa e l’aggiornamento professionale delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole e sostenere la formazione del capitale umano nel quadro dello sviluppo di agricoltura 4.0, anche con modalità telematiche e a carattere individuale, ove occorra prevedendo la collaborazione con università, con istituti ed enti agrari;
        10. h) per attivare e potenziare i servizi di trasporto pubblico, prevedendo incentivi per l’acquisto di abbonamenti a tali servizi, al fine di promuovere un reale ed effettivo diritto alla mobilità sostenibile delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole;
        11. i) per rafforzare i servizi di assistenza sanitaria e di cura nei territori rurali e costieri periferici, anche attraverso la realizzazione di strutture agrosanitarie, avvalendosi, in tale ambito, delle esperienze regionali e internazionali già maturate in materia, nonché attraverso il potenziamento, entro un’ottica multifunzionale, delle strutture agrituristiche, consentendo l’utilizzo di quest’ultime per attività prescolastiche e post scolastiche e per servizi di accoglienza di anziani, disabili e soggetti fragili, coordinando le relative misure con quanto previsto dalla legge 18 agosto 2015, n. 24 in materia di agricoltura sociale;
        12. l) per contrastare fenomeni di intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nonchè per sostenere, con apposite azioni e attività mirate, la promozione e la nascita di imprese condotte da donne immigrate;
        13. m) per promuovere l’installazione e l’utilizzo della banda larga e ultralarga nelle zone rurali, prevedendo agevolazioni fiscali per le imprese agricole femminili che utilizzano infrastrutture digitali;
        14. n) per favorire l’economia agricola e ittica circolare in un’ottica di sostenibilità integrale dell’attività economica, di valorizzazione della biodiversità e del recupero di pratiche agro-ecologiche nelle imprese femminili;
        15. o) per incentivare l’aggregazione dell’offerta agricola anche attraverso il sostegno e la creazione di reti di imprese femminili, di cui all’articolo 3 del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e di distretti del cibo, di cui all’articolo 13; del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228;
        16. p) per promuovere la partecipazione delle donne all’impresa agricola familiare, in conformità ai principi di cui alla direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010 in materia di parità di trattamento tra uomini e le donne che esercitano un’attività di lavoro autonomo;
        17. q) per garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica delle aree rurali.
        18. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro del turismo, previa intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le modalità di adozione del Piano di cui al comma 1, in modo da assicurarne il coordinamento con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 e con gli atti di programmazione di competenza del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Piano, predisposto dall’ufficio di cui all’articolo 3 con il supporto dell’Osservatorio di cui all’articolo 4, è approvato con decreto del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del turismo.
        19. Per l’attuazione del Piano nazionale di cui al comma 1 sono stanziati 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Le risorse erogate per il finanziamento del Piano sono cumulabili con agevolazioni e contributi eventualmente già previsti dalla vigente normativa europea, nazionale o regionale. Le risorse di cui al presente comma possono essere integrate con quelle destinate all’attuazione delle misure previste dalle priorità del Piano strategico nazionale, i fondi della politica agricola comune e il FEAMP.

         

         

        Art. 3.

        (Ufficio per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale – Direzione generale dello sviluppo rurale, l’ufficio dirigenziale non generale per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura.
        2. L’ufficio di cui al comma 1, che coordina la propria attività con quella del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), ha i seguenti compiti:
        3. a) monitorare l’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura;
        4. b) monitorare, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’evoluzione del lavoro femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle retribuzioni, alle progressioni di carriera, al rispetto delle norme sulla maternità, alle situazioni di lavoro irregolare e a situazioni di molestie e violenza nei luoghi di lavoro;
        5. c) monitorare l’utilizzo e l’efficacia delle misure previste dalla Politica agricola comune, primo e secondo pilastro, dai piani triennali della pesca e dell’acquacoltura e dalle norme nazionali e regionali per la crescita del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e l’impatto che tali misure hanno complessivamente sulle donne;
        6. d) condurre indagini periodiche volte ad accrescere le conoscenze sul lavoro e sull’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura nonché sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
        7. e) elaborare misure dedicate e percorsi condivisi con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per promuovere la parità tra i sessi nell’accesso al credito, alla terra e alle acque nonché per garantire il sostegno all’attività di impresa durante la maternità, la genitorialità e nell’assistenza ai figli e ai familiari;
        8. f) contribuire alla redazione del piano nazionale annuale di cui all’articolo 4.
        9. Per l’attività dell’ufficio di cui al comma 1 è stanziata una somma pari a 300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022.

         

         

         

        Art. 4.

        (Ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura)

        1. Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi all’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentite le associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, provvede con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (ONILFA) quale sede permanente cui partecipano rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali e associative delle donne impegnate a diverso titolo nel mondo agricolo e agroalimentare, attribuendo allo stesso le competenze previste dal decreto del Ministro per le politiche agricole 13 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell’8 aprile 1998. La composizione dell’ONILFA è integrata con un rappresentante dell’ISMEA ed uno del CREA. Il Ministro delle politiche agricole può, con propri provvedimenti, integrarne ulteriormente la composizione.
        2. All’ONILFA sono assegnate le seguenti ulteriori funzioni:
        3. a) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad avviare politiche attive volte a sostenere la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura, comprese le attività formative, fornendo indicazioni in relazione a specifiche problematiche;
        4. b) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad attuare e a diffondere politiche di sviluppo rurale attraverso la realizzazione di infrastrutture e di servizi nei territori rurali, destinate alle imprese femminili e alle donne, in conformità a quanto previsto dalla normativa dell’Unione europea;
        5. c) svolgere un ruolo di stimolo e di supporto all’azione del Governo, in sinergia con gli analoghi organismi istituiti presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione all’obiettivo di promuovere le azioni dell’Unione europea in favore dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura nell’ambito della programmazione 2021-2027;
        6. d) costituire un punto di contatto con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, anche per il suo tramite, con i competenti uffici delle regioni e delle province autonome, provvedendo altresì alla richiesta e allo scambio di informazioni disponibili in materia di lavoro femminile in agricoltura con gli organismi dell’Unione europea e regionali competenti;
        7. e) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale telematico, costantemente aggiornato, che metta a disposizione delle aspiranti imprenditrici agricole le normative vigenti in materia, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, avvisi concernenti la pubblicazione di bandi relativi al settore agricolo e consigli per la risoluzione di problemi concernenti le procedure amministrative;
        8. f) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale, denominato « banca della solidarietà », che consenta alle imprenditrici e alle lavoratrici del settore agricolo nazionale di confrontare le loro esperienze e conoscenze con quelle delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole dei Paesi dell’Unione europea e dei Paesi in via di sviluppo;
        9. g) redigere un rapporto annuale per il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e il Ministro per le pari opportunità e la famiglia sullo stato di attuazione delle politiche in favore dello sviluppo del lavoro e dell’attività imprenditoriale delle donne in agricoltura;
        10. h) collaborare con le università e i centri di ricerca ai fini dell’istituzione di corsi di studio sui temi relativi alla presenza e alla rappresentanza delle donne nel settore dell’agricoltura, delle foreste e nel comparto agricolo, della pesca e dell’acquacoltura;
        11. i) collaborare con gli istituti tecnici superiori agroalimentari e con i cluster dei settori delle green e blu economy al fine di sviluppare percorsi di formazione per agevolare l’inserimento delle figure femminili specializzate nell’intera economia agricola e della pesca con particolare riferimento alle sfide climatiche e dell’economia circolare;
        12. l) partecipare alla redazione del Piano nazionale annuale di interventi di cui all’articolo 2.
        13. L’ONILFA si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
        14. Fanno parte dell’Osservatorio anche rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con lo stesso collabora la Cabina di regia nazionale della Rete del lavoro agricolo di qualità.
        15. I componenti dell’Osservatorio svolgono la propria attività a titolo gratuito e durano in carica tre anni.
        16. Al funzionamento dell’ONILFA si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le regioni provvedono a individuare una specifica struttura di collegamento con l’ONILFA ai fini dello scambio di dati e di informazioni.

         

         

         

        Art. 5.

        (Disposizioni per favorire la costituzione e l’aggregazione di imprese a conduzione femminile nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura)

        1. Al comma 1 dell’articolo 4 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo la parola: «giovanile » sono inserite le seguenti: « e femminile ».
        2. Al comma 3 dell’articolo 29 del decreto- legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Per le medesime finalità di cui al primo periodo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali procede con propri decreti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e sulla base dei criteri di cui al comma 4, alla revisione della disciplina attuativa degli strumenti di competenza allo scopo di favorire la costituzione di imprese nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura, in particolare a conduzione femminile, mediante gli interventi previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185 ».
        3. Al fine di favorire la concentrazione produttiva del sistema imprenditoriale agricolo a conduzione femminile, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Fondo per promuovere l’aggregazione dell’imprenditoria femminile agricola, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        4. Le risorse del Fondo di cui al comma 3 sono destinate alla realizzazione di iniziative e di percorsi di aggregazione imprenditoriale femminile agricola, compresa la costituzione di reti di imprese agricole femminili ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, con specifica attenzione a iniziative finalizzate alla valorizzazione delle produzioni tipiche territoriali e alla salvaguardia del sistema ambientale-paesaggistico nelle aree interne e costiere nonché nelle aree svantaggiate e all’integrazione tra economia verde, blu ed economia circolare.
        5. Con regolamento adottato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

        Art. 6.

        (Disposizioni per l’attuazione del principio della parità di genere)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, al fine di dare piena attuazione all’articolo 48 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in sede di rinnovo delle cariche degli enti strumentali agricoli e delle società non quotate in mercati regolamentati controllate, ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile, dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e operanti nel settore agricolo, si provvede ad assicurare che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato nel rispetto dei criteri previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.
        2. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo provvede a modificare il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251, in conformità ai seguenti criteri:
        3. a) per quanto concerne il comma 1 dell’articolo 3, prevedere che il rispetto della composizione degli organi sociali indicata all’articolo 2 del medesimo regolamento sia sempre assicurato, sopprimendo il limite dei tre mandati consecutivi;
        4. b) per quanto concerne il comma 5 dell’articolo 4, prevedere che i compiti attribuiti al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro delegato per le pari opportunità siano estesi anche al Ministro competente.
        5. Al comma 17-bis dell’articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dal primo periodo, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Nei propri statuti i consorzi provvedono a disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dal presente comma».
        6. Dopo la lettera b) del comma 3 dell’articolo 41 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, è inserita la seguente: « b-bis) sia retto da uno statuto che preveda, altresì, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dalla presente lettera, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Lo statuto, inoltre, deve disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dalla presente lettera».
        7. Al comma 3 dell’articolo 2 della legge 28 luglio 2016, n. 154, le parole: «per tre mandati consecutivi» sono soppresse.

         

         

        Art. 7.

        (Istituzione della Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura)

        1. In corrispondenza con la Giornata internazionale delle donne rurali, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007, la Repubblica riconosce il 15 ottobre di ogni anno quale Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura, al fine di far conoscere l’importanza sociale e la qualità dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura, nonché l’apporto dato dalle donne alla crescita civile e sociale del Paese, e allo scopo di assicurare la parità di trattamento tra uomo e donna in agricoltura.
        2. In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1 sono promossi eventi e iniziative, anche a livello regionale, destinati ai cittadini e in particolare al mondo della scuola, allo scopo di far conoscere le attività, le esperienze e le professionalità acquisite dalle donne in agricoltura.
        3. La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.
        4. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

         

         

         

        Art. 8.

        (Disciplina della qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura)

        1. Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, al familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nell’impresa ittica è riconosciuta, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 230-bis del codice civile, la qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura.

         

        Art. 9.

        (Rifinanziamento del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura)

        1. Il fondo rotativo di cui al comma 506 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, destinato all’attuazione delle disposizioni dei commi 504 e 505 del medesimo articolo 1, è rifinanziato in misura pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione delle risorse del fondo rotativo previste dal comma 1.

         

         

        Art. 10.

        (Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca)

        1. Al fine favorire la diffusione della cultura imprenditoriale e del lavoro femminile, con particolare riferimento al settore della ricerca applicata in agricoltura, nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca è istituito il Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca, destinato alla realizzazione di studi di genere nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono altresì destinate all’istituzione di borse di studio in favore degli studenti che discutono una tesi di laurea in materie attinenti alle finalità di cui al medesimo Fondo.
        3. Con regolamento adottato mediante decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

         

        Art. 11.

        (Copertura finanziaria)

        1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, pari a 32.300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2025, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
        2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
    • maggio (1)

      • “Decreto Sostegni” Profili di interesse della Commissione agricoltura

        • Articolo 1, commi 1-12 (Contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici e proroga dei termini per precompilata IVA)

        L’articolo 1 riconosce un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario

         

        • Articolo 1, commi 13-17-bis (Aiuti di importo limitato e aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti)

        L’articolo 1, commi da 13 a 17-bis, disciplina le condizioni per fruire di talune misure di aiuto autorizzate dalla Commissione europea, o per le quali è necessaria l’autorizzazione della Commissione europea, sulla base delle Sezioni 3.1 (“Aiuti di importo limitato”) e 3.12 (“Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti”) della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final (Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19), e successive modifiche. La disciplina europea relativa agli aiuti temporanei di importo limitato ne consente l’erogazione alle imprese che si trovano di fronte a un’improvvisa carenza o addirittura indisponibilità di liquidità. L’importo complessivo dell’aiuto non supera 1,8 milioni di EUR per impresa. L’aiuto – che deve essere concesso entro e non oltre il 31 dicembre 2021 – non può essere concesso a imprese che si trovavano già in difficoltà il 31 dicembre 2019, ad eccezione, alle condizioni previste, delle microimprese o alle piccole imprese. Particolari condizioni si applicano alle imprese operanti nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, mentre è prevista una disciplina speciale per le imprese dei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 1-bis (Contributo a fondo perduto per start up)

        L’articolo 1-bis – di cui le Commissioni riunite propongono l’inserimento con gli identici emendamenti 1.136 (testo 3), 1.89 e 1.138, approvati nel corso dell’esame in sede referente – al comma 1 riconosce per il 2021 un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 1.000 ai soggetti titolari di reddito d’impresa che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la cui attività d’impresa, in base alle risultanze del Registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è iniziata nel corso del 2019, a cui non spetta il contributo di cui all’ articolo 1 del decreto-legge in esame. Il contributo è riconosciuto a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 non sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019, purché siano rispettati gli altri requisiti e condizioni previsti dal citato articolo 1 del decreto-legge in esame.

         

         

        • Articolo 1-bis (Esenzione prima rata IMU per gli operatori economici destinatari del contributo a fondo perduto)

        Nel corso dell’esame in sede referente è stato proposto l’inserimento dell’articolo 1-bis (em. 6.0.226 t2 e idd.) che esenta dal pagamento della prima rata dell’IMU 2021 i soggetti destinatari del contributo a fondo perduto disposto dal provvedimento in esame (articolo 1, commi 1-4), cioè i soggetti passivi titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario, con alcune eccezioni e a specifiche condizioni, in termini di limiti di reddito, ricavi o compensi, valevoli per accedere al contributo. Per il ristoro ai comuni delle minori entrate viene costituito un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’interno con una dotazione di 142,5 milioni per l’anno 2021.

         

         

        • Articolo 7 e Articolo 8, commi da 1 a 8 e da 12 a 14 (Interventi di integrazione salariale con causale COVID-19)

        I commi da 1 a 8 e da 12 a 14 dell’articolo 8 prevedono – con riferimento ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, agli assegni ordinari di integrazione salariale e ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, già riconosciuti secondo una disciplina transitoria, posta in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19 – la concessione di ulteriori periodi di trattamento.

        Questi ultimi vengono ammessi – in relazione ai casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per eventi riconducibili alla suddetta emergenza – nella misura massima complessiva di: – tredici settimane, relative al periodo 1° aprile 202137 -30 giugno 2021, per i trattamenti ordinari di integrazione salariale (comma 1); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202138 -31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale in deroga (comma 2). In base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 26 marzo 2021, a tale numero di settimane si possono aggiungere, nella parte ancora non eventualmente fruita, le dodici settimane previste (sempre con causale COVID19) per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021 dalla normativa precedente39 (fermo restando il termine di fruizione di queste ultime entro il 30 giugno 2021); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202140 -31 dicembre 2021, per gli assegni ordinari di integrazione salariale (commi 2 e 7), sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali cosiddetti alternativi41 (relativamente a questi ultimi, il concorso finanziario statale è definito dal comma 7). Anche in tal caso, in base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le dodici settimane previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021; – centoventi giorni, relativi al periodo 1° aprile 2021-31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) (comma 8).

        Anche in tal caso, secondo l’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le novanta giornate di trattamento previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021. La circolare dell’INPS n. 72 del 29 aprile 202142 specifica che le prestazioni di cui ai commi 1, 2 e 7 possono essere chieste anche con riferimento all’inizio della settimana in cui si colloca il suddetto termine del 1° aprile, quindi dal 29 marzo 2021. Al riguardo, l’emendamento 8.3 (testo 2) ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono, con l’inserimento di un comma 2-bis, di consentire il riconoscimento delle medesime prestazioni in continuità con quelle possibili (sempre con causale COVID-19) in base alla normativa precedente, ove interamente fruite, quindi con possibile decorrenza già dal 26 marzo 2021.

        I termini e le modalità per le domande, per gli invii dei dati e per i relativi pagamenti sono oggetto dei commi da 3 a 6 e 8 (oltre che della norma di rinvio posta dal comma 7). L’emendamento 8.37 (testo 2), approvato in sede referente, propone, con l’inserimento di un comma 3-bis e di un comma 3-ter, un differimento di termini temporali già scaduti, relativi alle domande o agli invii di dati per le prestazioni con causale COVID-19 previste dalle norme precedenti, e una riduzione per il 2021, pari a 5 milioni di euro, del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili”. Il comma 12 dello stesso articolo 8 definisce i limiti di spesa per i nuovi trattamenti suddetti (diversi dalle prestazioni oggetto del citato comma 7). I limiti vengono posti distintamente con riferimento alle seguenti tipologie: trattamenti ordinari di integrazione salariale ed assegni ordinari di integrazione salariale dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS; trattamenti di integrazione salariale in deroga; trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA). Ulteriori profili finanziari, relativi ad eventuali fattispecie specifiche, sono definiti dal successivo comma 13, mentre il comma 14 concerne la copertura finanziaria degli oneri (derivanti dai commi 7 e 12). Alla copertura concorrono le rimodulazioni di cui al precedente articolo 7, il quale opera alcune riduzioni degli stanziamenti e degli oneri previsti in materia per il periodo 16 novembre 2020-31 dicembre 2020 e per i primi mesi del 2021.

         

         

        Articolo 8, commi 9-11 (Disposizioni in materia di licenziamento) L’articolo 8, ai commi da 9 a 11, preclude ai datori di lavoro, salve specifiche eccezioni, la possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale e collettivo nonché di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo: a) fino al 30 giugno 2021, per coloro che richiedano il trattamento di cassa integrazione ordinaria; b) dal 1° luglio 2021 al 31 ottobre 2021, per coloro che richiedano l’assegno ordinario e il trattamento di integrazione salariale in deroga. Le disposizioni in esame, inoltre, sospendono di diritto, salve specifiche eccezioni, le procedure di licenziamento e le procedure inerenti l’esercizio della facoltà di recesso dal contratto per giustificato motivo oggettivo già avviate successivamente al 23 febbraio 2020. Il comma 10 dell’articolo dispone le medesime preclusioni e sospensioni contemplate al comma 9, ma prolungandone il periodo dal 1° luglio al 31 ottobre 2021, in considerazione: a) della concessione dell’ulteriore periodo di ventotto settimane per i trattamenti di assegno ordinario e di cassa integrazione salariale in deroga (per periodi intercorrenti tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 2 dell’articolo 8 in esame (alla cui scheda di lettura si rinvia); b) della concessione del trattamento di cassa integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) per una durata massima di centoventi giorni (nel periodo ricompreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 8 dell’articolo 8 in esame

         

         

        • Articolo 19 (Esonero contributivo per le filiere agricole della pesca e dell’acquacoltura)

        L’articolo 19 dispone, con riferimento al mese di gennaio del 2021, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL), per la quota a carico dei datori di lavoro, per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni, che svolgono determinate attività. Sono, altresì, determinati i limiti individuali per l’accesso agli esoneri contributivi.

         

        • Articolo 30-bis (Canoni demaniali per le attività di pesca e acquacoltura)

        L’articolo aggiuntivo 30-bis – che le Commissioni di merito propongono di inserire con l’approvazione dell’emendamento 30.091 testo 2 e di altri identici – riconosce un contributo ai concessionari di aree demaniali marittime per le attività di acquacoltura, pesca e ripopolamento, nonché per la realizzazione di manufatti destinati al prodotto ittico, nel limite di spesa di 1 milione di euro per il 2021.

         

        • Articolo 38 (Sostegno al sistema delle fiere)

         L’articolo 38, al comma 1, rifinanzia di 150 milioni di euro per l’anno 2021 il Fondo per la promozione integrata sui mercati esteri per la concessione di contributi a fondo perduto – commisurati ai costi fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili – a favore degli enti fieristici italiani per il supporto ai processi di internazionalizzazione degli stessi enti. Il comma 2 dispone che ai relativi oneri si provveda ai sensi dell’articolo 42. Il comma 3 istituisce, nello stato di previsione del Ministero del Turismo, un Fondo destinato al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, dal rinvio e dal ridimensionamento, a causa della pandemia da COVID-19, di fiere e congressi. Il Fondo viene dotato di 100 milioni per l’anno 2021. Il comma 4 demanda le modalità di riparto del Fondo ad un decreto del Ministro del turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, tenendo conto dell’impatto economico negativo nel settore conseguente alle restrizioni determinate dalla pandemia. Ai sensi del comma 5, l’indennità di sostegno disciplinata dal comma 3 è incompatibile con i contributi a fondo perduto di cui al comma 1. Infine, il comma 6 dispone che agli oneri relativi al comma 3 si provveda ai sensi dell’articolo 42.

         

         

        • Articolo 39, comma 1 (Incremento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacultura)

        L’articolo 39, comma 1, incrementa, per il 2021, di 150 milioni di euro, il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 39-bis (Accesso delle imprese agricole al Conto termico)

        L’articolo 39-bis, prevede che, nelle zone montane, le misure di incentivazione per interventi di incremento dell’efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni, c.d. “Conto termico 2.0”, si applicano anche alle imprese il cui titolare esercita le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile.

         

        • Articolo 39-bis (Semplificazioni in materia di controllo e certificazione delle macchine agricole e forestali)

        L’articolo 39-bis, consente, al comma 1, al MIPAAF, nell’ambito delle proprie competenze, e al fine di sviluppare le conoscenze tecniche indispensabili ad assicurare la competitività del settore meccanico agrario, di avvalersi previa stipula di apposita convenzione, per il 2021 e nel limite di spesa di cui al comma 3 che costituisce tetto di spesa massima, dell’assistenza tecnica dell’ENAMA (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola).

         

         

        • Articolo 39, commi 1-bis-1-septies (Disposizioni su alimenti, imballaggi e cooperative)

        I commi 1-bis-1-septies dell’articolo 39, che le Commissioni di merito propongono di introdurre con l’approvazione degli emendamenti 39.30 testo 3 e identici, contengono alcune disposizioni di carattere eterogeneo volte ad intervenire volte nei seguenti ambiti: prodotti ortofrutticoli di quarta gamma; caratteristiche della birra; proroga in materia di imballaggi; monitoraggio delle produzioni cerealicole e disciplina delle cooperative.

         

        • Articolo 39-bis (Disposizioni in materia di materiale vegetale spiaggiata)

        L’articolo 39-bis, novella l’articolo 185, comma 1, lettera f) del codice dell’ambiente in materia di esclusioni dall’applicazione della parte quarta inerente i rifiuti, inserendo tra le esclusioni previste anche il riferimento alla posidonia spiaggiata, laddove reimmessa nel medesimo ambiente marino o riutilizzata a fini agronomici o in sostituzione di materie prime all’interno dei cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.

         

        • Articolo 40-bis (Disposizioni temporanee per le cooperative sociali cosiddette di tipo b e in materia di prevalenza della mutualità delle cooperative)

        L’articolo 40-bis – di cui l’emendamento 40.0.17 ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono l’inserimento – prevede alcune norme transitorie relative alla quota percentuale minima di lavoratori svantaggiati che devono essere occupati nelle cooperative sociali cosiddette di tipo b ed alla perdita, da parte di una società cooperativa, delle condizioni di mutualità prevalente

    • marzo (1)

      • Commissione Agricoltura: APPROVATO IL DOCUMENTO ‘FROM FARM TO FORK’

        Dal piatto al consumatore
        Una strategia europea di grande ambizione : riduzione uso pesticidi, miglioramento del benessere animale , valorizzazione della agricoltura biologica .
        Una strategia accolta con una certa freddezza dal mondo agricolo. Invece – dal mio punto di vista – si tratta non solo di una grande opportunità per il nostro Paese poiché noi siamo all’avanguardia sia dal punto legislativo che di pratiche innovative, ma perché non è una strategia pensata nelle ‘stanze politiche di Bruxelles’.
        Piuttosto La sempre più stringente richiesta di a prodotti alimentari sicuri, sostenibili, equi e giusti, ci viene dai CONSUMATORI stessi . Che anche durante la pandemia hanno rivolto la loro scelta a prodotti sicuri, locali, di alta qualità , spesso provenienti da agricoltura biologica .
        D’altronde siamo davanti anche in questo : produzione biologica italiana al 15,2 % contro la media europea dell8% .
        Dunque, garantendo un reddito adeguato ai coltivatori, andiamo avanti su questa strada .
        Qui le condizioni che abbiamo posto :
        a) l’adozione delle future iniziative previste nel programma d’azione dovrebbe essere preceduta, al fine di garantire la sostenibilità delle misure, da valutazioni d’impatto approfondite, tenuto conto dell’esigenza di individuare i criteri di calcolo e i riferimenti temporali a partire dai quali misurare il conseguimento di ciascun obiettivo; in particolare, dovrebbero essere tenuti in debita considerazione, con riguardo alle situazioni specifiche dei singoli Stati membri, gli oneri a carico dei produttori e delle filiere, così come l’eventuale riduzione delle produzioni;
        b) in ragione dei maggiori oneri che saranno posti a carico della filiera agricola in fase di attuazione della strategia, dovrebbero essere stabilite, al fine di evitare fenomeni di concorrenza sleale, adeguate condizioni di reciprocità nelle relazioni con i partner commerciali extra Ue, con particolare riguardo ai criteri di produzione e ai profili dell’ambiente, del lavoro e della salute;
        c) la transizione verso sistemi alimentari sostenibili richiede per la sua realizzazione misure volte a tutelare la produttività e il reddito dei produttori primari;
        d) al fine di garantire il rafforzamento e di promuovere l’internazionalizzazione del sistema agroalimentare, dovrebbero essere introdotti strumenti che consentano la costruzione di alleanze strategiche di filiera tra produttori agricoli, industria di trasformazione e operatori di mercato, in grado di far arrivare celermente i prodotti ai consumatori finali e al tempo stesso di trasferire ai produttori le esigenze espresse dai consumatori;
        e) dovrebbero essere introdotte misure dirette a sostenere la competitività delle filiere zootecniche, in modo da assicurare il perseguimento degli obiettivi sia di efficienza energetica, sia di riduzione delle emissioni;
        f) l’implementazione della strategia, anche alla luce dell’esigenza di garantire prezzi equi e una maggiore redditività della produzione agricola, potrebbe costituire l’occasione per avviare in generale una discussione sugli interventi per il settore agricolo con riguardo a regimi fiscali, premialità, diritti dei lavoratori, dinamiche dei prezzi remunerative, nonché alle misure da adottare nell’ottica dell’economia circolare e di filiere solide e trasparenti; in tale contesto, dovrebbero essere attuati interventi volti ad assicurare un reddito equo agli agricoltori e la protezione dei produttori da importazioni di cibo di bassa qualità, nonché da misure di dumping economico, sociale ed ambientale;
        g) dovrebbero essere previsti specifici interventi a sostegno delle micro, piccole e medie imprese nella transizione verso pratiche e modelli produttivi più sostenibili, anche allo scopo di minimizzare gli oneri a loro carico; in particolare, al fine di scongiurare aggravi di carattere procedurale, dovrebbero essere ridotti quanto più possibile, gli adempimenti a carico delle suddette imprese, che andrebbero opportunamente modulati in funzione della dimensione e della tipologia dell’attività svolta;
        h) occorre garantire un’equa distribuzione del valore lungo le filiere agroalimentari contro i rischi di frodi e contraffazioni, nonché migliorare la posizione degli imprenditori agricoli nella catena del valore rafforzando il contrasto alle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese del settore agricolo e alimentare;
        i) nell’ambito degli interventi volti al potenziamento e alla promozione dell’agricoltura biologica occorre garantire il rispetto delle regole che rendono questi prodotti un valore aggiunto attraverso sistemi di controllo rigorosi, con particolare riguardo alle importazioni dei paesi terzi che adottano metodi di produzione biologica riconosciuti dall’UE;
        j) sarebbe opportuno riconoscere lo sviluppo delle filiere corte e i sistemi produttivi alternativi, volti a valorizzare forme di produzione, trasformazione e commercializzazione locali, basati su qualità nutrizionale, benessere animale ed ambientale;
        k) per il perseguimento degli obiettivi della strategia sono necessari adeguati investimenti nella ricerca scientifica, volti a sostenere gli agricoltori nella transizione verso la riduzione degli input preservando la sostenibilità economica dell’attività, nonché nell’innovazione tecnologica, anche attraverso la digitalizzazione e l’agricoltura di precisione, garantendo una sinergia tra le diverse fonti di finanziamento; maggiori investimenti nella ricerca scientifica sono, altresì fondamentali per contrastare le nuove fitopatie, la cui diffusione costantemente in aumento richiede anche trasparenza sui risultati ottenuti e task force dedicate, per assicurare la gestione sostenibile dei suoli agrari e per promuovere lo sviluppo delle migliori pratiche gestionali di allevamento;
        l) sarebbe altresì opportuno prevedere misure volte a ridurre l’impatto ambientale nei settori critici dell’allevamento intensivo del bestiame e a sostenere adeguatamente tutti i processi di miglioramento della sostenibilità e delle certificazioni della filiera, attraverso l’estensione di pratiche agricole sostenibili, la prosecuzione nella riduzione degli input e lo sviluppo dell’energia rinnovabile;
        m) gli interventi diretti a promuovere soluzioni per l’efficienza energetica nei settori agricolo e alimentare, anche attraverso lo sviluppo del fotovoltaico, dovrebbero essere accompagnati da un’adeguata pianificazione a livello territoriale, diretta a preservare la sostenibilità delle attività agricole, nel rispetto degli obiettivi di riduzione del consumo di suolo;
        n) l’attuazione della strategia richiede un coordinamento tra le istituzioni a tutti i livelli di governance e un coinvolgimento degli operatori, affinché le misure concertate a livello europeo possano aiutare l’implementazione della strategia verso obiettivi di riforma ambiziosi e condivisi, tenuto conto dell’impatto trasversale delle misure previste nel settore e nella filiera alimentare;
        o) l’introduzione di un sistema di regole armonizzate per un’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio, che rientra tra le azioni della strategia, deve escludere classificazioni, sulla base di indicatori sintetici che risultano fuorvianti per il consumatore, e fornire informazioni chiare sui valori nutrizionali degli alimenti, sulla scorta di quanto prevede il sistema “a batteria” italiano; tali regole dovrebbero in ogni caso avere carattere volontario, e non obbligatorio, e comunque escludere i prodotti agroalimentari a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta, nonché i prodotti con un unico ingrediente;
        p) appare invece necessaria l’introduzione di regole chiare ed armonizzate sull’obbligo dell’indicazione d’origine dei prodotti, che devono anch’esse fornire ai consumatori gli strumenti necessari per compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sostenibili;
        q) appare altresì necessario, nel quadro di attuazione della strategia, implementare le misure di contrasto al fenomeno delle contraffazioni, con particolare riferimento all’ “Italian sounding”, rafforzando gli strumenti di controllo ed armonizzando le relative procedure di indagine in ambito europeo;
        r) nell’ambito delle iniziative di cui sopra, un ruolo essenziale dovrebbe comunque essere svolto dall’educazione nutrizionale e dalle campagne di sensibilizzazione, attraverso azioni utili a formare ed informare i consumatori sulla qualità del cibo prodotto;
        s) andrebbero altresì valutate politiche e misure per ridurre le disuguaglianze sociali e promuovere l’accesso delle fasce più vulnerabili ad un sistema alimentare più sostenibile e sano;
        t) la strategia dovrebbe considerare maggiormente la pesca al fine di tenere conto delle potenzialità nello sviluppo degli elementi di sostenibilità del settore, favorendo l’adozione di modelli di economia circolare e a sostegno della rimozione e del sequestro di CO2, anche mediante l’utilizzo di imballaggi ecocompatibili; dovrebbero essere previsti interventi diretti a garantire la tracciabilità del pescato, sia in mare che nelle acque interne, ed una etichettatura chiara e comprensibile da parte del consumatore circa le informazioni sulla provenienza del prodotto ittico e lo stato di conservazione ; alcune indicazioni della strategia dovrebbero inoltre essere tenute in considerazione negli atti di programmazione del settore ittico; coerentemente ad un approccio più sostenibile ed ecocompatibile, la strategia andrebbe orientata verso la commercializzazione e un maggior consumo delle specie ittiche, sia del mare che delle acque interne, considerate “povere” ovvero poco note, o addirittura sconosciute ai consumatori, con il risultato di limitare la pressione sugli stock tradizionalmente pescati; l’acquacoltura in mare e nelle acque interne dovrebbe essere indirizzata verso modelli di gestione volti al controllo e al mantenimento della qualità ambientale e alla riduzione dell’impatto sull’ecosistema, nonché all’applicazione di sistemi di qualità; dovrebbero infine essere attuate politiche dirette a contemperare gli obiettivi di sostenibilità ambientale propri della strategia con quelli di tutela del reddito dei pescatori;
        u) si valuti l’opportunità di adottare a livello nazionale misure coerenti con la strategia sia nell’applicazione della normativa vigente in materia di biodiversità agricola e sprechi, sia nell’adeguamento del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), nonché nella definizione e nell’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) e, di concerto con le regioni, del Piano strategico nazionale e dei Piani di sviluppo rurale; l’adozione delle predette misure dovrebbe essere supportata da un’analisi dell’impatto degli obiettivi della strategia per l’Italia ed almeno includere azioni volte al potenziamento dell’agricoltura biologica, anche valorizzando le politiche e le esperienze locali sul cibo, nonché interventi a sostegno della ricerca, dell’innovazione, della formazione in agricoltura.
  • 2020

    • ottobre (2)

      • AUDIZIONI in Commissione Agricoltura: politiche del Farm To Fork

        Nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

        Le startegie “A Farm to Fork” e Biodiversità 2030 presentati il 21 Maggio scorso a Bruxelles dalla Commissione Europea sono, secondo le associazioni aderenti alla Coalizione Italiana CambiamoAgricoltura il primo vero tentativo di politica agroalimentare integrata, un fatto positivo che si colloca al centro del Green Deal accogliendo il principio che alimentazione, ambiente, salute e agricoltura sono materie strettamente connesse. In particolare la Strategia Farm to Fork, con approccio certamente innovativo, dichiara che “i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta” e che “la sostenibilità deve ora diventare l’obiettivo chiave da raggiungere”.

        Tra gli obiettivi della Strategia Farm to Fork, si evidenziano in particolare il ruolo positivo attribuito all’agricoltura biologica con l’impegno al raggiungimento del 25% della superficie agricola europea in biologico, la riduzione del 50% del rischio e della quantità dei pesticidi utilizzati in agricoltura e la maggior consapevolezza dei consumatori e delle imprese di trasformazione, affinché si riduca sia lo spreco alimentare che l’alimentazione a base di zuccheri, grassi e prodotti di origine animale.

        Per le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, il principale punto debole della Strategia Farm to Fork riguarda il settore zootecnico per il suo contributo alle emissioni climalteranti, non fissando obiettivi di riduzione vincolanti, insieme alla necessaria promozione della progressiva riduzione e qualificazione dei consumi di prodotti di origine animale, benchè la Commissione fornisca, coraggiosamente, i dati che danno la misura della sfida: a partire dal ‘peso’ del sistema agro-alimentare nel bilancio delle emissioni climalteranti (il 29% sul totale) di cui ben la metà rappresentato dalla sola filiera zootecnica, che utilizza oltre i 2/3 dei terreni agricoli europei, risultando così la maggior beneficiaria di sussidi PAC.

        La Strategia Farm to Fork riconosce “il ruolo chiave di agricoltori, pescatori e acquacoltori nel rendere i sistemi alimentari sostenibili”, e proprio per questo la nuova PAC dovrà, a differenza del passato, valorizzare questo ruolo di protagonisti del mondo agricolo promuovendo gli investimenti per l’ambiente, la difesa e restauro degli spazi naturali, aiutando le piccole aziende familiari che garantiscono il presidio dei territori, sostenendo maggiormente l’agricoltura biologica e spostando risorse per la zootecnia dalla produzione intensiva a quella estensiva e di qualità, con il miglioramento del benessere animale e la riduzione delle importazioni delle materie prime per i mangimi dai Paesi extraeuropei, causa principale della deforestazione.

      • IL BIOLOGICO MADE IN ITALY

        Con Coldiretti ed Ismea si è fatto il punto sul valore della produzione agricola biologica.

         

        Dati importanti di un settore in grande evoluzione e crescita. Siamo il primo Paese per operatori biologici con 80.643 addetti, 5,6 miliardi di valore prodotto, il 9% della produzione agricola, 3,3 miliardi il consumo degli italiani, all’avanguardia in Europa per valore qualità di produzione e dunque pronti alle politiche di riconversione ecologica e ai programmi su Biodiversità e Alimentazione.

        Prodotto che va salvaguardato attraverso attenti e potenziati controlli. Anche rispetto alle importazioni.

         

        La situazione emergenziale ha consolidato una tendenza alla crescita del settore che prosegue da oltre dieci anni. Si conferma la spinta che la Grande Distribuzione sta imprimendo al mercato biologico mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati dell’11%, gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco con aumenti del 7,2%.

        Si evidenzia anche un incremento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari (+13,1%). I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate.

        L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’ Asia, occorre quindi dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei.

        L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità, promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata riducendo i volumi delle importazioni potrà quindi fornire un ulteriore stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento del target del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal.

         

    • febbraio (2)

      • Elezioni regionali, maturità emiliano romagnola

        E’ passato ormai un mese e molto è stato detto, da molti punti di vista, sulle elezioni regionali del 26 gennaio scorso.

        Sento comunque la necessità, in questo spazio di riflessione, di condividere con tutti voi alcune semplici e brevi considerazioni su quella tornata elettorale, che ha avuto un peso certamente superiore a quanto normalmente accade in una (pur importante) elezione regionale.

        Con il risultato maturato dalle urne il 26 maggio, l’Emilia Romagna ha infatti respinto con nettezza il vento del sovranismo e lo ha fatto, a dispetto dei pronostici, dando una grande lezione di democrazia, partecipazione e capacità di giudizio.

        Ha insegnato che c’è una fetta di società civile, concentrata in prevalenza in prossimità dei grandi centri urbani, per cui il giudizio svolto dalle nostre amministrazioni in questi anni merita la riconferma.

        Che, in altri termini, l’identità emiliano romagnola è più forte di quella spinta al cambiamento priva di contenuti. Insomma, la maturità politica dei nostri corregionali, che ogni giorno si confrontano con un livello di servizi spesso eccellente, si è dimostrata altissima.

        Un’elezione che, se da una parte fa tirare a tutti noi un sospiro di sollievo, non ci consegna un quadro privo di criticità.

        A partire dal tema della montagna, dove i risultati non sono certo stati brillanti e dove la percezione di distanza e di rassegnazione vanno combattute con la forza delle decisioni, con la presenza e con la conoscenza di un territorio complesso, che non si può liquidare con qualche promessa, che non va lasciato solo ma non deve nemmeno fare l’errore di sentirsi solo.

        Ci lascia però anche il sapore dolce di un percorso che continua, tra mille difficoltà, ma con la consapevolezza che ci si confronta con una classe dirigente all’altezza.

        Una squadra di governo di cui faranno parte quattro consiglieri reggiani, oltre all’assessore all’agricoltura Alessio Mammi e al capo di gabinetto Giammaria Manghi.

        A tutti il mio in bocca al lupo per la nuova avventura e la massima disponibilità alla collaborazione

      • Coronavirus, fiducia nei medici e nelle autorità

        Sono giorni particolari per noi emiliani. Giorni caratterizzati da grandi tensioni per le misure adottate in riferimento alla prevenzione della diffusione del Coronavirus.

        Mai come ora, mai come in questi giorni è necessario ricondurre tutto al valore della competenza e della coesione delle nostre comunità.

        Ritengo che il senso di responsabilità vada esercitato da ognuno di noi nel modo più sereno possibile, mai come ora è necessario affidarci ai medici, ai virologi, agli immunologi. Persone che ogni giorno, sul campo, mettono impegno e competenza al servizio di tutti. Sono loro che dobbiamo ascoltare e dalle loro direttive è giusto farsi guidare, riscoprendo così il senso dell’ascolto e, appunto, della competenza.

        E serve proteggere se stessi prendendosi cura degli altri. Tutto il resto è sciacallaggio.

  • 2019

    • dicembre (3)

      • Aree rurali: serve un piano nazionale

        Abbiamo discusso di aree rurali, di attività agricole e di tutela dell’ambiente, venerdì 6 dicembre alle Cantine Albinea Canali insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini.

        In quell’occasione ho ribadito come vada rimarcata l’importanza delle aree rurali per la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese. E come finalmente l’agricoltura sia tornata a essere al centro del dibattito e degli interventi.

        Ho poi sottolineato come i cambiamenti climatici siano una minaccia da affrontare con urgenza e determinazione: come? Cambiando il modo di fare agricoltura, modificando tecniche e mentalità. E sulla zone rurali, ho sollecitato la necessità di un piano nazionale per combattere il dissesto idrogeologico, che tenga in considerazione la tutela ambientale e la realizzazione di infrastrutture e servizi sociali e sanitari, fondamentali per i cittadini.

        Infine, ho sollecitato però anche a cambiare lo sguardo sulle aree rurali: sono zone che regalano molteplici opportunità, occorre iniziare a pensare a sfruttare tutte le occasioni e a valorizzarle come meritano.

      • Una legge per salvare il mare

        Si chiama legge salva-mare ed è una proposta che, insieme ai colleghi del Partito Democatico, abbiamo lanciato per perseguire l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi.

        A muoverci in questa direzione la considerazione che così non si può andare avanti. La presenza dei rifiuti in mare e nelle acque interne è un’emergenza mondiale che va affrontata rapidamente prima che le conseguenze siano irreparabili.

        Gli ultimi dati diffusi dall’Ispra1 e dal Sistema per la protezione dell’ambiente SNPA sulle acque del Mediterraneo confermano la drammaticità della situazione. Tonnellate di rifiuti arrivano nei nostri mari, in particolare plastica, attraverso i fiumi che costituiscono la principale via di trasporto, le foci dei fiumi presentano infatti il maggior quantitativo di rifiuti galleggianti, ma altrettanto allarmante è la situazione dei fondali e delle spiagge. E il quadro non migliora salendo in superfice, dove abbondano macroplastiche e microplastiche, ossia le particelle più piccole di 5 mm.

        Le materie plastiche sono le componenti principali dei rifiuti marini, che si stima rappresentino fino all’85% dei rifiuti trovati lungo le coste (beach litter), sulla superficie del mare e sul fondo dell’oceano (marine litter). Si stima che vengano prodotte annualmente, a livello mondiale, 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, di cui almeno 8 milioni di tonnellate si perdono in mare ogni anno.

        Occorre muoversi e farlo per tempo, con una legislazione attenta e che sappia rispondere anzitutto ai bisogni… del mare.

      • Sisma, accelerare la ricostruzione

        Insieme al gruppo del PD alla Camera, abbiamo approvato nei giorni scorsi un testo molto atteso, quello dedicato alla ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti.

        Un testo su cui mi sono impegnata in prima persona, per dare risposte ai tanti territori che ancora vivono l’incubo della ricostruzione, che è stato oggetto di lunga discussione e modificato rispetto alla stesura originaria con molti emendamenti.

        In particolare, si introducono misure per garantire il superamento della situazione emergenziale e il conseguente ripristino di condizioni di normalità, nonché misure finalizzate ad accelerare le procedure per la realizzazione degli interventi funzionali a superare la fase dell’emergenza, a garantire condizioni socio-abitative adeguate alle popolazioni interessate e ad assicurare la realizzazione degli interventi per la riparazione e la ricostruzione degli edifici pubblici e privati.

        Quattro gli aspetti di assoluto valore: l’ampliamento delle aree di intervento, che precedentemente si riferivano al solo terremoto del Centro Italia; la scelta di un approccio veramente onnicomprensivo, affinché la ricostruzione non riguardi solo l’edilizia, ma anche il tessuto economico e sociale delle comunità; la ricerca di soluzioni concrete, ascoltando i suggerimenti dei territori, attraverso la semplificazione delle procedure e il rafforzamento quantitativo e qualitativo del personale; la volontà di migliorare la governance del processo di ricostruzione, puntando a un percorso di uscita dallo stato emergenziale, senza nascondersi come il ritorno alla normalità sia ancora un obiettivo lontano.

    • novembre (2)

      • Agricoltura, ecco come ci muoviamo sul bilancio

        Quattro aree di intervento chiare, un focus sulle reali esigenze degli agricoltori, l’attenzione al difficile momento di un settore storicamente trainante per la nostra economia. E’ questo il cuore degli emendamenti che ho presentato, da capogruppo in Commission Agricoltura, insieme al gruppo Pd alla Camera dei Deputati e ai senatori che affronteranno per primi la legge di bilancio.

        Abbiamo pensato alcune modifiche alla legge che vadano realmente incontro ad alcune urgenze del settore ma che sappiano anche individuare profili di crescita, sbocchi innovativi per l’agricoltura nazionale, proposte che insomma intervengano sull’urgenza ma sappiano anche aiutare il ripensamento complessivo del settore.

        In estrema sintesi, sono quattro le aree di intervento sulle quali si è concentrata la nostra attenzione.

        Il primo riguarda l’istituzione di una cabina di regia con il compito di coordinare le attività del Servizio Fitosanitario Nazionale con i corrispondenti Servizi a livello regionale, individuando ricerche e sperimentazioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto della diffusione delle fitopatologie, con l’obiettivo di prevenire l’introduzione di nuovi organismi nocivi e contrastare la diffusione dei medesimi organismi nocivi, ristabilire l’equilibrio biologico e evitare danni all’agricoltura.

        Il secondo riguarda invece l’urgente necessità di interventi volti a fare fronte alla perdita di reddito dei produttori agricoli, a rafforzare i rapporti di filiera nei medesimi settori anche attraverso il sostegno dei contratti di filiera.

        Con il terzo emendamento invece si propone di lavorare perché “qualora si verifichino crisi all’interno dei comparti produttivi agricoli, le risorse del fondo nazionale possano essere destinate a interventi volti a potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti agricoli in crisi presso i consumatori e a migliorare la qualità dei medesimi prodotti”. Informazione e promozione della qualità fanno riconoscere i prodotti che meritano attenzione e sostegno.

        Il made in Italy sarà poi sostenuto anche attraverso il sostegno ai consorzi di tutela dei prodotti.

        Con il quarto punto invece si punta a rifinanziare con un contributo ad hoc gli agricoltori che intraprendono l’attività prima dei 40 anni, per garantire un ricambio generazionale necessario per cui serviranno molti anni.

        Abbiamo presentato gli emendamenti Pd alla legge di bilancio nei giorni scorsi ad una folta platea di agricoltori, associazioni e addetti ai lavori.

      • Maltempo, agricoltura in ginocchio. Subito stato di calamità

        La difficile situazione metereologica che ha riguardato anche il territorio reggiano in questi giorni è stata oggetto di un mio intervento in aula in questi giorni per sottolineare come si tratti di una “situazione drammatica e preoccupante” derivante da “72 ore di pioggia incessante e battante”.

        Oltre ad aver sottolineato la difficoltà delle famiglie sfollate e i segnali d’allerta dei corsi d’acqua, come capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, ho poi concentrato l’attenzione sulla difficilissima situazione delle coltivazioni agricole.

        E’ l’agricoltura – ho detto – che sta subendo i danni più ingenti. Danni che vanno ad aggravare un’annata già molto difficile, soprattutto per l’Emilia Romagna ma non solo. Sono ettari coltivati che sono completamente allagati, danni alle stalle e a molti capi di bestiame, sono andati sommersi quadri elettrici e molti mezzi agricoli sono danneggiati. Alcune delle aziende agricole da noi non sono ancora raggiungibili e soprattutto preoccupa la situazione che si sta aggravando nelle ultime ore.

        Da qui la richiesta di una risposta chiara e tempestiva. Sia la Regione Emilia Romagna che la Regione Toscana hanno chiesto lo stato di calamità naturale. Chiediamo quindi al Governo di sostenere questa loro richiesta e di intervenire immediatamente con l’ausilio di alcuni fondi, per sostenere soprattutto le aziende agricole.

        Aggiungo che sarò impegnata in prima persona, in Aula e in Commissione, affinché si trovino le risorse per dare risposte e si mettano in campo misure strutturali per affrontare lo stato di calamità come una ‘nuova normalità’ e non un’emergenza. Nel frattempo però occorre agire e farlo tempestivamente.

    • ottobre (3)

      • Parmigiano Reggiano, la mia risoluzione per per fermare subito i dazi

        La vicenda che riguarda i dazi che gli USA intendono mettere sull’importazione di alcuni prodotti, fra cui il Parmigiano Reggiano, è uno dei temi che ho affrontato in queste settimane. Mi sono infatti fatta portavoce di un allarme, unanimemente condiviso tra i produttori, gli agricoltori e le associazioni di categoria, su un provvedimento che rischia di penalizzare fortemente una delle economie trainanti del territorio.

        Un allarme che arriva all’indomani del pronunciamento del WTO che ha di fatto dato il via libera agli USA per l’imposizione di dazi fino a 7,5 miliardi di dollari.

        Oggi il dazio applicato dagli Stati Uniti sul Parmigiano Reggiano – come ha recentemente ricordato il numero uno del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli – è di 2,5 dollari al chilo, potrebbe salire a 20. Il che significa che sugli scaffali il costo salirebbe dagli attuali 40 a 60 dollari al chilo. Un prezzo inavvicinabile tanto che secondo le stime il mercato americano potrebbe crollare dell’80-90 per cento passando così dalla 10 mila tonnellate di oggi che arrivano negli Usa a una, duemila.

        Un tema su cui non è più possibile rimandare decisioni per contrastare una scelta estremamente penalizzante per un prodotto di altissima qualità come il Parmigiano Reggiano.

        La deputata ha quindi presentato una risoluzione alla Commissione Agricoltura e ha richiesto che venga calendarizzata la questione in uno dei prossimi question time alla Camera, così da portare in aula un tema di stretta attualità e di importanza prioritaria.

        Nella risoluzione si impegna il governo a farsi promotore presso le competenti sedi dell’unione europea affinché venga attivato un tavolo negoziale con le autorità statunitensi per analizzare la situazione sui dazi nei vari settori produttivi e per trovare un punto di incontro che vada a beneficio di tutti e in particolare dei nostri produttori agroalimentari.

        Al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che ha ironicamente consigliato a Trump di “provare il Parmigiano Reggiano con l’uva”, ho poi consegnato una bottiglietta di aceto balsamico, per farle provare un abbinamento ancora migliore, con l’intento di migliorare la conoscenza e l’apprezzamento per un prodotto unico nel suo genere.

        La dico semplice… Il Parmigiano Reggiano deve continuare a rappresentare uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy, da tutelare a livello internazionale per le sue indiscusse qualità organolettiche e per la sua produzione del tutto priva di conservanti o coadiuvanti che dir si voglia.

        Di stretta attualità anche la battaglia tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano sulla questione della promozione del re dei formaggi basata sull’assenza del lisozima, conservante derivato dall’uovo. Secondo me è necessario garantire la sicurezza alimentare e trasparenza nell’etichettatura nei confronti dei consumatori.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura, in cui da poco sono capogruppo Pd. Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano. Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta. Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la battaglia informativa voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano.

      • Per un cibo sano e giusto… Il PD è presente

        Parlare di cibo “sano e giusto”, discutere di come sostenere le produzioni agricole italiane, di come aiutare le produzioni biologiche e di qualità, la distintività dei nostri prodotti della filiera agroalimentare… Questo l’obiettivo di un incontro che ho promosso, insieme alla collega parlamentare on. Susanna Cenni, alla Festa Nazionale dell’Unità a Ravenna il 2 settembre scorso.

        Tanti i presenti, in prevalenza agricoltori, che hanno partecipato alla serata. Una partecipazione davvero oltre le attese per un confronto pubblico di largo interesse per le tematiche toccate e per le autorevoli presenze.

        A coordinare gli interventi è stato il consigliere regionale PD Mirco Bagnari.

        Bagnari ha affrontato tanti temi, dalla PAC alle condizioni di lavoro nelle imprese agricole, dalla redditività degli agricoltori alle leggi su biologico, filiera corta e contro le aste al doppio ribasso. E lo ha fatto con l’Eurodeputato Paolo De Castro, in diretta Skype da Bruxelles, con me e Susanna Cenni, con Nicola Bertinelli, presidente regionale Coldiretti e numero uno del Consorzio Parmigiano Reggiano, Giovanna Parmigiani per Confagricoltura, Cristiano Fini per Cia, Antonino Russo della Flai Cgil, Raffaella Buonaguro della Fai CISL e Fabio Ciconte della Fondazione Terra.

        Una rappresentanza degli stakeholder del mondo agricolo piuttosto significativa che ci ha permesso di affrontare il tema della qualità delle produzioni agroalimentare da più punti di vista. Da parte mia ho cercato di sottolineare come la qualità del cibo che produciamo, insieme al necessario adattamento ai cambiamenti climatici, sia uno dei temi più significativi della nostra epoca. Una delle sfide su cui sto concentrando i miei sforzi puntando sulla filiera e ragionando di diritti, di tutele della dignità del lavoro, di azioni di sostegno alla redditività degli agricoltori.

        Un percorso che come partito democratico, come sottolineato anche dalla collega Susanna Cenni, abbiamo intrapreso nel periodo in cui eravamo al governo ma che non abbiamo mai interrotto nemmeno nel periodo di opposizione, durante il quale siamo riusciti ad incardinare ad esempio il provvedimento di tutela contro le aste al doppio ribasso, un vero e proprio flagello sulla redditività agricola.

        Tanti e interessanti gli interventi dei presenti, con De Castro che ha annunciato che è ormai ad un passo dall’esecutività lo stanziamento di 277 milioni per le regioni colpite dal maltempo nell’autunno dello scorso anno, con l’assessore Caselli che ha sottolineato gli ottimi risultati raggiunti dalla Regione Emilia Romagna soprattutto in termini di export agroalimentare. E ancora Bertinelli, Fini e Parmigiani che hanno posto l’attenzione sulla necessità di capire quanto la distintività italiana vada tutelata. Interessante il contributo delle associazioni sindacali, rappresentate da Russo, Buonaguro e da Ciconte della Fondazione Terra. Compensi equi e tutela del lavoro, contro ogni forma di caporalato, sono infatti temi centrali oggi quando si parla di agricoltura con una visione d’insieme.

      • Il mio impegno per il pomodoro riccio di Parma

        Tra le tante eccellenze agroalimentare che il nostro straordinario territorio sa produrre, grazie agli sforzi e alle conoscenze di agricoltori capaci, c’è anche il pomodoro riccio di Parma.

        Una varietà antica che merita attenzione nell’ottica, che rappresenta un po’ la bussola con cui mi muovo nelle mie iniziative in commissione agricoltura, della tutela e valorizzazione del cibo sano, alla portata di tutti e che garantisce la giusta redditività a chi lo produce.

        Ho presentato la mia proposta di legge dal titolo Salvaguardia, valorizzazione e promozione del Antico pomodoro Riccio di Parma” alla fine di settembre. L’iter è solo all’inizio ma credo valga la pena sottolineare alcuni aspetti fondamentali di una legge che sarebbe di grande rilevanza per una produzione significativa per il contesto emiliano.

        Il pomodoro Riccio di Parma è una varietà molto antica, le cui prime selezioni furono effettuate dall’agronomo Carlo Rognoni nel 1867 e sono poi continuate fino ai giorni nostri per opera degli agricoltori custodi che ne hanno mantenuto il seme. A differenza di altri pomodori, il pomodoro Riccio di Parma è caratterizzato dalla presenza delle solcature e dalla “spalla” verde, caratteristiche che l’industria conserviera ha considerato come difetti tecnologici, contribuendo così al suo abbandono.

        Inadatta alla raccolta meccanizzata, si tratta di una varietà che si sarebbe completamente estinta se non ci si fossero stati gli agricoltori custodi che negli ultimi anni hanno coltivato 42.500 piantine utilizzando il sistema con sostegni, che ha permesso di recuperare una tradizione risalente a oltre 150 anni fa.

        Entrando nel dettaglio della legge, l’articolo 1 riporta l’espresso riconoscimento del pomodoro Riccio di Parma e dei siti destinati alla relativa produzione quali patrimonio agroalimentare e culturale nazionale e, in quanto tale, da salvaguardare, valorizzare e promuovere. L’articolo 2 invece è denominato «Produzione e commercializzazione» e disciplina, dunque, due fasi delicate quanto complesse, avuto riguardo sempre ai profili valoriali che il prodotto esprime nonché a quanto previsto dalla legislazione dell’Unione europea e nazionale in tema di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti destinati al consumatore finale o alla collettività. L’intera produzione del pomodoro Riccio di Parma è strumento di coesione e di integrazione sociali e assicura l’equilibrio tra crescita economica e sostenibilità ambientale. Essa concorre al contenimento dei fenomeni del consumo dei suoli e dell’abbandono dei terreni.

        Con l’enunciato al comma 1 dell’articolo 2, si arriva a prefigurare la filiera del pomodoro Riccio di Parma in chiave etica e socialmente virtuosa, per poi richiedere a tutti gli attori che animano la stessa di assicurare l’armonizzazione degli obiettivi di sviluppo con quelli di salvaguardia ambientale, nel solco del principio di sostenibilità sancito a livello sovranazionale. Il comma 2 dell’articolo 2 stabilisce invece che la commercializzazione del pomodoro Riccio di Parma deve essere coerente con il quadro normativo in materia di certificazione dei prodotti a denominazione, al fine di assicurare e tutelare la leale concorrenza sul mercato e il diritto del consumatore a fruire di informazioni precise, chiare e facilmente comprensibili.

        L’articolo 3 dispone quindi un contributo di 100 mila euro al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CREA) per sviluppare tecniche agronomiche di produzione orientate alla qualità e al miglioramento delle caratteristiche del Pomodoro Riccio di Parma. Il contributo è destinato a potenziare il finanziamento dei progetti di ricerca del CREA con la possibilità di coinvolgere con forme di partenariato altri enti di ricerca universitari, in particolare l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. L’ultimo articolo reca la copertura finanziaria.

    • agosto (1)

      • Buone vacanze, tra dubbi e incertezze

        Agosto è appena iniziato e, nell’augurare buone vacanze a chi ha la possibilità di godersi qualche giorno di riposo, vorrei con alcune righe sottolineare alcuni temi di questa stagione politica intensa e difficoltosa sotto molti aspetti.

        Sotto l’ombrellone ci andremo quest’anno con tante ansie e preoccupazioni. Il Paese è di fatto “senza governo”, viaggia con il pilota automatico (forse sarebbe meglio dire con il “capitano” automatico) sulle ali di un populismo diffuso, di una demagogia priva di sostanza, di un’azione divisiva e vuota, di una sostanziale assenza di un progetto per l’Italia.

        Sui banchi del Parlamento si respira un’aria di rassegnazione ma soprattutto di consapevolezza di quanto i reali problemi di questo Paese non vengano in alcun modo affrontati, sacrificati sull’altare di misure demagogiche che iniziano a scricchiolare e denunciare la loro inconsistenza. I dati sulla crescita zero del Pil nel secondo trimestre 2019, a tal proposito, non ci hanno purtroppo sorpreso: era evidente, dal nostro osservatorio privilegiato, quanto l’azione di governo (o sarebbe meglio dire di non governo) potesse avere ripercussioni negative sull’andamento del sistema Paese.

        D’altra parte cosa ci si può attendere da un governo animato da una conflittualità interna senza precedenti nella storia repubblicana. La rottura dei rapporti sulla Tav è solo la punta dell’iceberg di una divisione ormai palese tra Lega e 5 Stelle, la cui convivenza è evidentemente artefatta e dannosa per tutti gli italiani.

        Esiste insomma un governo ufficiale, quello guidato dal premier Conte, e uno ufficioso, quello che vede il Ministro Salvini evitare le aule della rappresentanza democratica, ma anche i suoi uffici, per dedicarsi alla campagna elettorale permanente.

        Le preoccupazioni si moltiplicano se si pensa alla manovra finanziaria alle porte. Il disinteresse dimostrato fin qui dal governo gialloverde per quanto riguarda scuola, sanità, lavoro – solo per dirne alcuni – cancella ogni speranza di vedere finalmente affrontati temi centrali per quanto riguarda la competitività del nostro Paese. Noi, dai banchi dell’opposizione, faremo una proposta alternativa con la quale cercheremo di dare il nostro contributo, almeno in termini di discussione costruttiva, su quanto sarebbe necessario fare.

        IL CASO BIBBIANO

        Non posso e non voglio tacere di una vicenda che tutti noi stiamo vivendo con sofferenza e preoccupazione. Parlo ovviamente dell’inchiesta aperta sul sistema degli affidi in Val d’Enza, un’inchiesta di cui si parla – spesso a sproposito – in tutto il Paese e su cui alcune forze politiche hanno ritenuto utile (per chi? Non certo per i minori coinvolti) costruire una becera propaganda politica.

        È naturale che si tratti di un tema che tocca le coscienze ed è naturale che sia necessario sostenere il lavoro degli organi inquirenti, affinché possano al più presto accertare eventuali responsabilità. Mi auguro che – se verranno confermati illeciti nel sistema di gestione degli affidi – vi siano pene esemplari.

        Non credo però che vadano demonizzati i nostri servizi sociali e educativi, facendo di tutta l’erba un fascio, non credo che – per quanto un sindaco che conosco e stimo come Andrea Carletti sia stato coinvolto su questioni amministrative – ci siano responsabilità politiche da ascrivere al PD, come alcuni avversari politici hanno deciso di fare in modo smaccato e davvero strumentale.

        Esiste in questa vicenda una sola e chiara priorità, a cui tutti dovremmo tendere, indipendentemente dal credo politico: la tutela dei minori. E tutela dei minori significa anche sostenere l’istituto dell’affido, se messo in atto con professionalità e nel rispetto totale dei diritti delle famiglie e soprattutto dei bambini. Questo è quello in cui credo. Ribadisco: se a Bibbiano così non è stato, si faccia chiarezza e si puniscano i responsabili, ma non cadiamo nell’errore di demonizzare il sistema nel suo complesso, perché quello sarebbe imperdonabile.

        BUONE VACANZE… REGGIANE

        In chiusura un pensiero positivo… Nel mio quotidiano peregrinare nel nostro meraviglioso territorio, da rappresentante reggiana nella commissione agricoltura, sto scoprendo una miriade di eccellenze. Lo dico anche con un filo di sano stupore: conosco molto bene il nostro appennino, la nostra bassa e la zona pedemontana in cui sono nata e cresciuta… Ma avere il privilegio di girare per conoscere le tante realtà associative, imprenditoriali e paesaggistiche ti offre uno spaccato ancora più preciso sia del territorio sia delle persone che lo abitano, lo vivono, lo tutelano e lo fanno crescere.

        Per questo, mi sento di consigliare a tutti – durante questo periodo vacanziero – di dedicare qualche ora alla scoperta del nostro territorio, delle nostre specialità enogastronomiche e di alcuni scorci paesaggistici davvero suggestivi.

        Non ne cito nessuno per non scegliere ma il nostro è un territorio molto ricco che noi reggiani spesso sottovalutiamo. Perciò… Buone vacanze. Reggiane!

    • giugno (3)

      • La Spergola alla Camera dei Deputati

        La Spergola è stata protagonista assoluta di un evento che ha avuto luogo a Roma mercoledì 19 giugno scorso, alla Camera dei Deputati. Un evento che, anche da membro della Commissione Agricoltura, ho voluto fortemente insieme alla Compagnia della Spergola.

        Un’occasione di grande visibilità e di promozione del vitigno reggiano, un’eccellenza da valorizzare e sulla quale puntare forte come tratto distintivo di un territorio.

        Con questo obiettivo, insieme a sindaci dei centri coinvolti e ai parlamentari reggiani che hanno presenziato all’evento, abbiamo presentato il libro “Spergola, un vitigno reggiano. Viaggio tra storia, vitigno e territorio”, a cura di Gaetano Palombella della Associazione Italiana Sommeliers.

        Abbiamo ascoltato gli interventi dei sindaci, delle autorità e dei produttori e infine, al ristorante della Camera, abbiamo degustato ottimi vini, accompagnati da prodotti della tradizione reggiana.

        E’ stata insomma una straordinaria occasione per parlare di un prodotto reggiano d’eccellenza in un luogo prestigioso, nel cuore delle Istituzioni, alla presenza di rappresentanti politici, sindaci della provincia reggiana, produttori, cantine e giornalisti, anche della stampa eno-gastronomica. Tra le priorità del mio mandato c’è proprio la tutela e promozione ad ogni livello della Spergola e degli altri prodotti eno-gastronomici della nostra terra quindi sono estremamente soddisfatta della riuscita della giornata.

      • Emergenza climatica, ecco la mozione PD

        Una mozione per lo stato di emergenza ambientale e climatica. E’ quella depositata dal PD al Senato e rilanciata nei giorni scorsi dal nostro segretario Nicola Zingaretti. Una mozione che è stata inviata a tutti i parlamentari, ma dalla maggioranza finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

        Secondo noi, infatti, la sostenibilità è l’unico modello possibile per garantire il pianeta e l’unica possibilità che abbiamo per guardare al futuro con serenità.

        A questo si aggiunge la nostra preoccupazione per la decisione del governo italiano di non firmare per azzerare le emissioni entro il 2050.

        La sostenibilità ambientale non è un vincolo ma un modo per produrre in maniera diversa, rendere più competitivi i prodotti, salvare il pianeta. Questo non si può fare con degli spot ma con delle scelte di campo molto nette.

        Il piano verde, ad esempio, è uno dei punti fondamentali del nostro Piano per l’Italia. C’è un altro modo per creare benessere, con coerenza, impegno e buona amministrazione. Un impegno che noi siamo intenzionati a rispettare perché serve all’Italia.

      • Agricoltura in appennino, il mio viaggio nel biologico

        Proseguono le mie visite nelle tante realtà agricole del nostro territorio, che rappresentano una ricchezza di prodotti che nemmeno immaginavo. Ognuno con una sua specificità.

        Nei giorno scorsi, accompagnata da Federica di “Agrobiodiverso”, associazione che si impegna per la tutela della biodiversità, ho visitato “La fattoria di Sara” a Regnano, “L’orto di Lucia” ad Albinea, l’azienda agricola Bellarosa ad Albinea, l’azienda agricola “Allegra Fattoria” di Carpineti, l’Antico Munio Cadonega di Viano.

        Ho scoperto un vero e proprio trionfo di biodiversita’, l’entusiasmo dei giovani agricoltori che scommettono su terra e cibo buono, la riscoperta di colture perdute, agriturismi immersi nelle nostre colline. E le donne protagoniste.

        Qualche giorno dopo sono stata, per una visita analoga, nell’alto appennino. Laddove tante altre aziende del nostro territorio credono nell’agricoltura e negli allevamenti biologici: una sfida quotidiana per molti giovani che affrontano grandi fatiche e qualche buona soddisfazione.

        Ho visitato “Agriappennino” di Cecciola, “Zanni Gianni” di Gazzolo, “Il laghetto” di Ramiseto, “La Beppina” di Cinquecerri, “Le Comuncaglie” di Cinquecerri, “La contadinella” di Piolo di Ligonchio.

    • aprile (4)

      • E’ il 1° Maggio, ribadiamo con forza le nostre idee sul lavoro!

        Mentre scrivo queste righe, siamo alla vigilia di un 1° Maggio particolare, caratterizzato da un governo che risolve il tema del lavoro con una serie di promesse vuote e prive di visione, che non ha adottato un solo provvedimento che sappia interpretare davvero le esigenze delle varie fasce della popolazione su questo tema, che preferisce la logica dell’assistenzialismo a quella della creazione di posti di lavoro.

        Le nostre proposte sul tema del lavoro ci sono, sono in campo da tempo e sono state ribadite con forza recentemente dal nostro segretario Nicola Zingaretti.

        Come sottolineato da Zingaretti, dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perché le persone non ce la fanno più. E occorre un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre sarebbe utile favorire l’occupazione di donne e giovani, aumentare le indennità per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull’equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali

        Per ribadire quanto fatto nella passata legislatura e per ribadire le nostre idee e le nostre posizioni sul tema del lavoro, sarò in piazza ad Albinea il 1° Maggio con i sindacati. Sempre dalla parte dei lavoratori!

      • Agricoltura, un decreto al ribasso

        Si doveva fare di più, non possiamo essere soddisfatti. Questo il mio commento sul decreto con cui il governo ha inteso disciplinare le molte esigenze degli agricoltori senza rispondere, se non molto parzialmente, ai reali bisogni di un comparto così importanti per la crescita e il benessere del Paese.

        Un decreto arrivato con un grandissimo ritardo, dopo essere sparito dai radar per due mesi, situazione che tra l’altro sta diventando frequente. Purtroppo non viene incontro alle richieste dei contadini, degli agricoltori, dei lavoratori della filiera agricola. Dispiace invece dover notare che, come ogni volta che la Lega va al governo, torna il tema delle quote latte. A danno di chi invece si è comportato correttamente…

        In questo provvedimento ci sono molte bandierine. Ma dove sono, ad esempio, le risposte promesse da Salvini ai pastori sardi? Finita la campagna elettorale, spariscono tutte. Prima si promettono aiuti agli agricoltori colpiti dalla Xilella e poi si fa marcia indietro, tradendo aspettative e necessità importanti.

        Il Partito democratico  ha deciso di astenersi sul provvedimento perché – nonostante alcune nostre proposte siano state accolte – si doveva fare di più, si doveva fare meglio. La maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dal Pd al decreto emergenze agricole che chiedevano di stanziare risorse aggiuntive per le gelate in Emilia Romagna del febbraio e marzo 2018. Il nostro obiettivo era di estendere le giuste e opportune misure per la Puglia anche agli agricoltori che hanno subito ingenti danni in Emilia Romagna. Il governo, che ha deciso di non tener conto della nostra proposta adducendo motivazioni pretestuose, deve assumersi la responsabilità di una scelta dannosa e incomprensibile.

        Manca in questo provvedimento una visione di sistema, non si capisce in che direzione si vuole andare, e con quali criteri vengono assegnate le poche risorse che ci sono. Servono risposte serie per gli agricoltori italiani. Ci auguriamo che al Senato possa essere integrato e migliorato, perchè così non è sufficiente.

        CI STIAMO BATTENDO CONTRO LE ASTE A DOPPIO RIBASSO 

        Ci stiamo battendo, e continueremo a farlo contro le aste a doppio ribasso.

        Oltre all’emendamento al decreto emergenze in agricoltura, abbiamo presentato una proposta di legge per bloccare questa pratica purtroppo presente nel settore agro-alimentare, e contro il “sottocosto” di alimenti freschi nella grande distribuzione.

        L’obiettivo è contrastare quello che c’è dietro i prezzi ‘stracciati’ di alcuni prodotti al supermercato ossia spesso illegalità, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente.

        Puntiamo inoltre a migliorare le cosiddette ‘etichette parlanti’, inserendo informazioni sulla provenienza delle materie prime e sul rispetto delle norme che hanno regolato il lavoro di quelle produzioni.

         

        Il mio intervento alla Camera

         

      • Troppo basse le pensioni minime degli agricoltori

        Il Paese che vogliamo è un Paese che riconosce dignità alle pensioni degli agricoltori.

        Ho avuto l’occasione di parlarne all’assemblea dei pensionati Cia, il 16 aprile scorso, con la vice presidente della Regione Elisabetta Gualmini, e i colleghi Paola De Micheli e Giuseppe Labbate

        Ho ribadito come, dal mio punto di vista, sono troppo basse le pensioni minime degli agricoltori e come le misure messe in campo da questo Governo non producono crescita né lavoro. Ma ho sottolineato anche come le cosiddette pensioni di cittadinanza sono da rivedere perché producono grandi discriminazioni e come vada ridotto il carico fiscale a cui sono sottoposti i pensionati, compresi gli agricoli.

         

      • Al Vinitaly per la spergola

        Una bella giornata, quella che ho trascorso insieme alla commissione agricoltura e a tanti amministratori reggiani, al Vinitaly – principale fiera internazionale dedicata al vino – lo scorso 8 aprile. Una giornata in cui, insieme alla Compagnia della Spergola, abbiamo assistito alla presentazione ufficiale del libro dedicato alla questa eccellenza tutta reggiana che affonda le sue radici nella nostra terra e in particolare nella zona pedecollinare della nostra bella provincia. Un libro che ripercorre la storia del vitigno reggiano, brillantemente redatto dall’associazione italiana sommelier.

        Durante la giornata ho avuto l’occasione di incontrare anche parecchi produttori del nostro territorio, che hanno fatto e fanno della qualità e dell’attenzione al prodotto un marchio inconfondibile di rispetto e di tutela delle produzioni vitivinicole reggiane.

        La tutela della spergola, così come del lambrusco e delle altre eccellenze reggiane, sono al centro della mia azione politica in particolare in questa legislatura in cui sono stata scelta per la commissione agricoltura. Un impegno, quello per la tutela dei prodotti della nostra terra, che ritengo davvero una bella sfida, pur in un contesto politico difficile.

    • febbraio (6)

      • Primarie PD, noi scegliamo la partecipazione e… Zingaretti

        “Libertà è partecipazione” cantava Gaber tempo fa… Parole che oggi potrebbero sembrare superate ma noi crediamo che non lo siano. Il 3 Marzo il Partito Democratico sceglierà infatti il suo segretario attraverso la consultazione dei suoi iscritti e simpatizzanti, radunando il suo popolo per un momento di partecipazione.

        Ma mentre c’è chi declina la partecipazione in chiave semplicemente virtuale – con fantasiose consultazioni su temi di primaria importanza condotte su altrettanto discutibili piattaforme – noi preferiamo continuare a guardarci negli occhi, chiamando a raccolta quanti si riconoscono in un progetto politico di centro sinistra.

        E lo facciamo con i nostri strumenti, i nostri circoli, le nostre facce. Fieri di scegliere la democrazia vera e non quella di facciata, la partecipazione cantata da Gaber e non quella dei social, orgogliosi di credere ancora in un progetto fatto di condivisione delle scelte politiche e di responsabilizzazione di tutti.

        Per questo ritengo che sia fondamentale recarsi al seggio domenica prossima, versare il piccolo contributo richiesto per l’organizzazione della consultazione, e scegliere la proposta politica che più è conforme alle proprie istanze e alle proprie inclinazioni.

        Consapevoli che un grande partito plurale deve saper far convivere anime diverse sotto uno stesso tetto, deve saper discutere e saper trovare una sintesi che non lasci nessuno indietro, deve saper mettere in campo proposte credibili e una classe politica rappresentativa e competente.

        Ci sono in campo più candidati che competono ma sono tutti parte del nostro partito. Tuttavia bisogna scegliere.

        Io consiglio di votare Nicola Zingaretti perché ha un profilo culturale, politico e umano che può ben interpretare la necessità di un leader che guida e di costruttore di unità.

        Ha esperienza di governo e di partito, è giovane e può prendere in mano una nuova generazione politica. È. aperto al nuovo e sappiamo quanto sia importante essere capace di interpretare e leggere i cambiamenti.

        È certamente quella persona che può tenere insieme il Partito Democratico e ricostruire un Centro Sinistra di cui questo Paese ha bisogno.

        In ogni caso andare a votare e siate protagonisti. Io credo che, a prescindere da quello che sarà l’esito delle Primarie di domenica, scegliere la partecipazione sia sempre una grande vittoria.

      • Vita breve ai fitofarmaci, approvata la mozione

        Dopo l’approvazione della legge sull’agricoltura biologica, è arrivato l’ok all’unanimità della Camera all’unanimità alla mozione per la riduzione dei fitofarmaci in agricoltura.

        Un passaggio per cui mi sono battuta per difendere la nostra agricoltura e darle valore, nell’ottica di rispettare le priorità riconosciute anche dall’Unione Europea.

        Sono molto soddisfatta per l’approvazione unitaria, frutto di un equilibrio ricercato, che ha tenuto conto di tutto ciò che è emerso dalla discussione tra i gruppi parlamentari.

        Si tratta di una mozione che chiede un passo avanti verso la limitazione nell’uso di fitofarmaci, che tenga in considerazione come il “multiresiduo” danneggi i prodotti e le acque che beviamo.

        Serve poi campagna di sensibilizzazione, ai cittadini e alle istituzioni – in particolare alle Regioni – in merito ai danni derivanti dal loro utilizzo. Un utilizzo che va meglio regolamentato anche dal prossimo piano di azione nazionale oltre anche dalla nuova PAC, da cui tutti ci aspettiamo grande attenzione verso l’agricoltura biologica ed ecosostenibile.

        È importante inoltre, come riconosciuto dalla mozione, ridurre le sostanze chimiche e di sintesi negli ecosistemi e promuovere programmi di ricerca che prescindano dall’utilizzo di fitofarmaci dannosi su salute e ambiente, incrementando anche le sanzioni nell’ottica di dare valore all’agricoltura biologica e di qualità.

      • Agricoltura, all’ascolto dei produttori della Bassa

        Ho scelto di dedicare il mio secondo mandato elettorale all’impegno sui temi dell’agricoltura. Un comparto che rappresenta il cuore pulsante del mio territorio, ma che necessità di sostegno e di competenza. Per farlo, ho scelto di visitare di persona alcune aziende agricole, accompagnata dai referenti delle associazioni, e con l’obiettivo di capire da vicino le esigenze e le preoccupazioni degli operatori del settore. Alle prese ogni giorni con problematiche diverse e di diversa natura.

        Lunedì 18 febbraio ho visitato alcune aziende agricole della Bassa reggiana, in particolare di quella fetta di terra tra Guastalla e Boretto. Ho incontrato persone gentili e grandi lavoratori, gente che si alza alle 5 del mattino ma che ha sempre il sorriso sulle labbra…

        Ho assaggiato grandi formaggi, prodotti col latte di mucche allevate con cura e attenzione, nelle aziende agricole Chiericati di San Girolamo di Guastalla e Fondo Possioncella di Guastalla… Ho incontrato la grande passione di Pietro Codeluppi nel coltivare angurie e meloni di grande qualità nel solco di una grande tradizione, o le grandi produzioni dell’azienda agricola Anzola di Boretto che produce orticole di ogni genere con attenzione all’ambiente e al territorio. Ho incontrato due instancabili allevatori di suini come i fratelli Zambelli di San Rocco di Guastalla e un creatore di “nettare” come Fabio Simonazzi col suo aceto balsamico tradizionale.

        Una giornata intensa, accompagnata da molti amici, per fare tesoro di tante esperienze significative. Esperienze di cui sono fiera di farmi portavoce anche dai banchi della Commissione Agricoltura.

      • Alla CIA per ribadire la centralità dell’agricoltura

        La sostenibilità ambientale, sociale ed economica… Un’agricoltura che può fare dell’Italia un Paese migliore, tra innovazione e legame con il territorio. E ancora il ricambio generazionale, che ha portato molti ragazzi e ragazze a fare impresa agricola con passione straordinaria.

        Questi i temi del mio intervento all’assemblea provinciale della Cia (Confederazione italiana agricoltori) il 26 gennaio scorso.

        Un’agricoltura quindi quella reggiana, che presenta punti di forza che garantiscono sufficiente redditività alle produzioni principali, e che guarda all’Europa ed alle sue politiche con speranza e qualche apprensione.

        Tra l’altro come ha sottolineato l’on. Paolo De Castro – intervenuto via skype – la nuova Pac 2021-27 non sarà approvata nella legislatura europea che sta per finire, quindi la discussione potrebbe tornare in alto mare, ma nel periodo transitorio saranno confermati gli attuali livelli di pagamenti.

        Il prof. Gabriele Canali dell’Università di Piacenza sottolinea che nessuno in Italia sta affrontando in modo adeguato i contenuti della riforma, che ritiene troppo ‘appiattita’ sul fattore terra, quando la nostra agricoltura dovrebbe chiedere di premiare anche i fattori capitale e lavoro.

        Il presidente nazionale di CIA Dino Scanavino a sua volta è stato molto critico sull’incapacità della Commissione Ue e del Parlamento di portare a termine la riforma in tempi utili, perché questo vuol dire restare con norme vecchie di 10 anni e non sempre adeguate all’agricoltura che cambia, oltre per certi aspetti a penalizzare i nostri produttori.

      • Uova, più competitività per la filiera italiana

        In Italia il settore delle uova ha assunto negli ultimi anni un ruolo rilevante nel comparto agroalimentare. Nel 2017 sono state prodotte 12 miliardi e 600 milioni di uova. Sul territorio italiano sono state consumate 13 miliardi e 34 milioni di uova per un consumo pro capite di 215 uova. L’industria pastaria assorbe circa 650 milioni di uova, l’industria dolciaria e dei gelati circa un miliardo, le altre preparazioni industriali circa 350 milioni. A tali cifre devono aggiungersi circa 2,2 miliardi di uova che vengono assorbite dalle piccole e piccolissime aziende artigiane.

        Ragioni che mi hanno spinto a presentare in commissione agricoltura una risoluzione per impegnare il governo a valutare l’opportunità di assumere eventuali azioni per rendere obbligatoria la stampigliatura delle uova esclusivamente nel luogo di produzione delle stesse. Ma anche che contribuiscano ad adottare iniziative per prevedere che le confezioni poste in vendita al consumatore finale rechino visibile l’indicazione del Paese di origine delle uova.

        Inoltre ho chiesto di adottare iniziative per prevedere che in ogni documento che accompagna la spedizione di uova all’industria alimentare venga dato conto del luogo di origine del bene e che di questo venga informato il consumatore attraverso sistemi di etichettatura volontaria. Senza dimenticare l’incentivo, a mio avviso necessario, di attivare ogni forma di controllo necessario per evitare che uova provenienti da Paesi terzi siano commercializzate come uova italiane.

        Insomma credo sia utile favorire ogni intervento finanziario e strutturale utile per incrementare la competitività della filiera avicola e il percorso di qualità già ampiamente intrapreso dalle aziende del settore.

      • Lisozima: la mia battaglia per la trasparenza

        In merito alle recenti prese di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano riguardanti il cambio di denominazione del lisozima sulle confezioni di Grana Padano, ho presentato il 19 dicembre scorso un’interrogazione a risposta scritta in commissione al ministero della salute.

        Un’interrogazione che attende risposta, soprattutto in merito alla richiesta formulata su quanto il ministero stia facendo per “garantire la sicurezza alimentare e trasparenza nell’etichettatura nei confronti dei consumatori”. Il lisozima è infatti diventato “coadiuvante tecnologico” e non “conservante” nella denominazione sull’etichetta.

        La mia interrogazione attende ancora risposta e il tema è di primario interesse per i consumatori, oltre che per i produttori di un’eccellenza reggiana come il Parmigiano Reggiano. Quindi sarebbe ora di prendere una posizione chiara.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura . Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano.

        Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta.

        Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la richiesta di chiarezza voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano. Un’operazione trasparenza a cui è ora di dare risposta.

    • gennaio (2)

      • Incerti: “Ex Tecnogas di Gualtieri: trovata l’intesa sulla via d’uscita dalla crisi”

        Finalmente una svolta per la risoluzione della crisi dell’ex Tecnogas di Gualtieri (Reggio Emilia). Stamattina, presso il Ministero dello Sviluppo economico a Roma, tutte le parti interessate – la componente datoriale, quella sindacale e le istituzioni – hanno raggiunto un accordo di massima per definire un piano di rilancio che risolva gli aspetti occupazionali, finanziari e produttivi della Tecno srl (ex Tecnogas), l’importante azienda produttrice di elettrodomestici da tempo in una situazione di grave precarietà. Primo obiettivo: tutelare i 300 lavoratori dell’azienda attraverso strumenti e misure di salvaguardia dell’occupazione.

        Dopo vari tavoli senza alcun esito – commenta l’onorevole reggiana Antonella Incertioggi è stata imboccata la strada giusta e si può guardare con fiducia al futuro. L’intesa di massima che si va delineando è stata raggiunta grazie al contributo di tutte le parti: nel giro di 2/3 mesi contiamo di risolvere questa crisi in modo positivo, grazie anche alla chiara volontà e disponibilità della società acquirente nell’offrire strumenti di garanzia e salvaguardia dei lavoratori”.

        All’incontro, oltre ai funzionari del Mise e all’onorevole Incerti – che sta seguendo da vicino la lunga vertenza tenendo contatti costanti con Regione e sindacati – hanno preso parte anche il sindaco di Gualtieri Renzo Bergamini e l’assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna Palma Costi.

      • Il mio viaggio tra le eccellenze della Val d’Enza

        Una giornata intensa, tra allevamenti e vigneti, tra formaggi e uova, tra persone che hanno a cuore il proprio lavoro tanto da farlo diventare un’eccellenza. Una parola a volte abusata ma mai come in questo caso idonea a rappresentare il mondo agricolo reggiano. Questo, in estrema sintesi, il senso della mia visita ad alcune aziende agricole della Val d’Enza lunedì 14 gennaio scorso.

        Ho imparato tanto, in questa giornata, ho ascoltato – perché ritengo che questo sia necessario fare anzitutto – le esigenze dei titolari delle aziende agricole, ma anche dei lavoratori e degli operatori delle associazioni. In particolare della Cia (Confederazione italiana agricoltura) che ha organizzato questa giornata e che ringrazio.

        Ringrazio anche le aziende agricole Codeluppi di Campegine, Dall’Aglio di Gattatico, Rinaldini Vini di Sant’Ilario e Spaggiari di Montecchio. Ottimi esempi di come fare agricoltura profittevole puntando sulla qualità e sul benessere animale. E grazie anche al presidente della Cia provinciale Antenore Cervi, di cui abbiamo visitato anche l’allevamento di galline da terra, e alla vicepresidente Arianna Alberici che ci hanno accompagnato in questa giornata istruttiva e piacevole.

        Questi alcuni scatti della giornata

  • 2018

    • dicembre (3)

      • La legge sul biologico, un passo fondamentale

        La legge sul biologico, che abbiamo approvato nella scorsa legislatura e arricchito dalle nuove norme nei giorni scorsi, rappresenta un grande passo in avanti nella tutela delle produzioni agricole e agroalimentari prodotte con questo sistema.

        E’ un provvedimento, questo, atteso e anche molto utile perché parliamo di un settore che in questi anni ha dimostrato una grande dinamicità, non è più un fenomeno di nicchia ma piuttosto una specifica modalità di azione nel settore primario, un fenomeno che parla anche di salute, sicurezza alimentare, alimentazione sana. Potremmo definirla in questi anni, come ce lo ricordavano anche i dati, una vera rivoluzione culturale applicata all’alimentazione.

        Ce lo confermano appunto i dati. Il trend è positivo: sono in aumento sia gli operatori certificati, sia la superficie coltivata, come peraltro appunto riportato dal SINAB nell’ultima relazione del luglio 2018.

        Nel 2010 la superficie è aumentata moltissimo (del 71 per cento), anche con riferimento all’incremento del 59 per cento degli operatori nel settore; 1,9 milioni di ettari sono coltivati in Italia, con una crescita esponenziale di anno in anno; in termini assoluti nell’ultimo anno sono stati coltivati con metodo biologico oltre 110 mila ettari in più rispetto all’anno precedente. Alla crescente espansione delle superfici coltivate è direttamente proporzionale la crescita delle aziende specializzate nel settore: negli ultimi anni, è stato rilevato un incremento degli operatori di circa il 59 per cento in più, tra aziende agricole, preparatori industriali, distributori, importatori così come il numero delle aziende agricole in quota rappresentano oggi il 4,5 per cento delle aziende agricole in totale, così come il consumo interno di prodotto biologico ha un valore oggi rilevantissimo di circa due miliardi e mezzo di euro, con un incremento attuale del 10 per cento.

        Insomma, tutti dati che dimostrano che il comparto è in grande crescita, che si basa sulla fiducia del consumatore, che sa di trovare un prodotto non trattato chimicamente, e che ricorre a tecniche agricole rispettose dell’ambiente.

        Ma cosa fa la legge? Anzitutto ribadisce, per l’agricoltura biologica, come sia un’attività di interesse nazionale, con una funzione sociale, basata su qualità del prodotto e sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale.

        La legge favorisce poi anche la riconversione di piccole aziende al biologico, assicurando a queste un mercato e una diffusione del prodotto ed è motore di sviluppo e creazione di opportunità di lavoro in zone fragili, che rischierebbero lo spopolamento, con le conseguenze che conosciamo anche per la tenuta del territorio

        C’è poi lo stimolo alle istituzioni ancora ribadito per quanto riguarda l’utilizzo di produzione biologica del verde pubblico o di utilizzo nei luoghi di ristorazione collettiva o, come indicato, mense pubbliche o private convenzionali.

        Questo provvedimento è, quindi, un altro importante tassello che si aggiunge a un’opera di riforma di tutto il sistema agroalimentare che è stata portata avanti nella legislatura precedente. E penso a leggi approvate sul tema della biodiversità agraria, sull’agricoltura sociale o alla legge contro gli sprechi alimentari ma anche alla normativa sul vino… Provvedimenti che hanno contribuito a tutelare le eccellenze italiane, prodotte seguendo il principio guida della qualità e del rispetto dell’ambiente e della biodiversità.

        http://webtv.camera.it/archivio?legislatura=18&seduta=98&intervento=468278#

      • Su Lisozima, l’operazione trasparenza del Consorzio è positiva

        In merito alle recenti prese di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha presentato un ricorso al TAR per avere ragguagli  sul cambio di denominazione del lisozima – che diventa da “conservante” a “coadiuvante” – sulle confezioni di Grana Padano, ho ritenuto di esprimere pubblicamente la mia posizione.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura.

        Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano.

        Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta.

        Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la richiesta di chiarezza voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano.

        Un’operazione trasparenza che sosterrò anche dai banchi della Commissione

    • novembre (3)

      • Piccoli comuni, appello PD: “Legge in attesa di attuazione”

        La legge del 2017, nata per incrementare le dotazioni economiche ai piccoli comuni – quelli in zone remote, periferiche, montane o semplicemente lontane dai grandi centri abitati – è ancora in attesa di attuazione completa da parte del nuovo governo.

        Un allarme lanciato dal deputato Enrico Borghi (Pd) e sostenuto da altri colleghi tra cui la reggiana Antonella Incerti.

        Secondo quanto dichiarato da Borghi in aula è indispensabile sostenere il principio per cui vivere, risiedere, operare nei territori caratterizzata da una polverizzazione amministrativa è una risorsa per il Paese. “Abitare nei piccoli comuni – ha chiarito Borghi – significa svolgere  una funzione anche nell’interesse dell’intera nazione, perché una comunità presente su un determinato territorio montano, rurale, caratterizzato da dissesto idrogeologico, da dispersione demografica, da complessità orografica, consente un presidio del territorio, una tutela dell’ambiente, e consente di potere prevenire dissesti, fenomeni, inurbamenti che costano molto di più alle casse e all’erario rispetto alla permanenza di quella comunità su quel territorio. Si è sancito, cioè, il principio che la residenzialità nei piccoli comuni costituisce una risorsa per la nazione”.

        Un principio che potrebbe riguardare anche comuni del territorio provinciale reggiano. Comuni che sono in attesa della pubblicazione dell’elenco e dello stanziamento del fondo, determinato dalla legge nella precedente legislatura, che dovrebbe ammontare a circa 160 milioni di euro.

      • Piano invasi, Incerti: “Tempi troppo lenti”

        Il piano di sviluppo rurale, e in particolare il piano invasi, è stato al centro di un’interrogazione parlamentare condotta dalla Deputata PD Antonella Incerti nei mesi scorsi. Un importante piano da tempo sul tavolo del Ministero dell’Agricoltura, approntato dal governo precedente e in larga parte ancora da attuare.

        Proprio da questa necessità è partita l’interrogazione dell’onorevole Incerti che ha sottolineato, anche nella controreplica, la necessità di “procedere in modo veloce all’approvazione dei progetti che lei stesso ha indicato sia nei piani di sviluppo rurale che nei piani agricoltura come nei piani invasi”.

        Il piano invasi, in modo particolare, è stato il focus dell’intervento di Antonella Incerti. “Nel piano che è stato licenziato con la nostra legge di bilancio del 2018 – ha dichiarato – c’erano priorità, modi e tempi di realizzazione, c’era il modo di completare gli interventi riguardanti le grandi dighe esistenti ed incompiute”.

        Il riferimento è in particolare a “quelle aree a rischio idrogeologico”, dove “il tema della possibilità di utilizzare da parte degli agricoltori la risorsa idrica diventa un fatto di produttività e di competitività di straordinaria importanza”.

        La Incerti ha promesso attenzione nel monitorare l’elenco delle opere prioritarie, in particolare ”quelle opere che avevano urgente progettazione, che erano già in fase di progettazione esecutiva, anche perché in effetti, poi, questo piano autorizzava anche 50 milioni di euro proprio per gli studi e la progettazione”.

        Secondo la Deputata PD infatti i “i tempi sono stati abbastanza lenti. So che ci sono stati dei problemi a monte anche, quindi che non dipendono direttamente dal Governo, ma credo che anche questa mia sollecitazione serva per far sì che i ritardi, visto che comunque c’erano le disponibilità finanziarie, possano in qualche modo essere superati e avviare le procedure e la graduatoria”.

      • La Costituzione al femminile, incontro a Gattatico

        Il ruolo delle donne nella scrittura della Costituzione, quando la legge fondamentale della Repubblica Italiana compie 70 anni. Questo il tema di un incontro che ha avuto luogo sabato 13 ottobre nella Sala Maria Cervi dell’Istituto Cervi di Gattatico.

        Un’iniziativa dedicata dall’Istituto Cervi, organizzatore insieme a Auser, Anpi, Gif, EnERgie diffuse e Regione Emilia Romagna, a Genoeffa Cervi, madre dei sette fratelli Cervi. Il tutto in occasione del 70esimo anniversario della Costituzione.

        A “La Costituzione è anche delle donne”, questo il titolo dell’iniziativa, hanno partecipato ricercatrici e storiche che hanno dedicato parte della propria attività allo studio della Resistenza, oltre alla consigliera regionale Roberta Mori e alle onorevoli Antonella Incerti e Rosy Bindi.

        Dedicato alla figura i Nilde Iotti l’intervento dell’onorevole Antonella Incerti. “Nel momento in cui assistiamo al tentativo di mettere in discussione i diritti, in particolare quello delle donne, duramente conquistati, – ha dichiarato la Incerti – è bene rimarcare come fondamentale sia stato il contribuito delle costituenti come Nilde Iotti che – a partire dal piano giuridico – hanno avviato un profondo rinnovamento sulla via dei principi di uguaglianza e non discriminazione”.

    • ottobre (1)

      • Biodiversità, esperienze e quadro normativo

        Discutere di biodiversità, di colture e culture che stanno facendo crescere la consapevolezza di quello che mangiamo e non solo. Questo l’obiettivo di un incontro che ha avuto luogo domenica 7 ottobre scorso, nella sala civica della Rocca di Novellara, all’interno della manifestazione “Gusterò” un festival inserito nel circuito delle “Città Slow”.

        Un’occasione importante per conoscere le storie di tante piccole realtà del territorio, impegnate nella valorizzazione della biodiversità, e per conoscere l’architrave normativa che finalmente ne sostiene l’attività.

        Hanno partecipato dunque le Deputata Pd Antonella Incerti, membro della Commissione Agricoltura, Simona Caselli, assessore regionale all’agricoltura, l’agronomo Simone Bertani e molti produttori che hanno portato la loro esperienza all’attenzione dei presenti. Coordinati dal giornalista di Telereggio Paolo Borciani.

        Dopo il saluto introduttivo del sindaco di Novellara Elena Carletti, si sono susseguite le testimonianze dei produttori, che hanno portato alla luce sfide e difficoltà del produrre oggi cereali, frumenti, ortaggi, miele e molto altro.

        Esperienze da cui è emersa la necessità di “fare rete” tra piccoli produttori, di trovare strumenti innovativi per confrontarsi e dotarsi di strumenti comuni di promozione. Consorzi, associazioni o piccole realtà informali che stanno nascendo con l’obiettivo di dare supporto ad attività che sono chiamate a difendere la biodiversità ma anche ad essere sostenibili e performanti sul mercato.

        Anche con queste finalità esiste finalmente in Italia da alcuni anni (Novembre 2015) una legge che disciplina le iniziative volte a tutelare le biodiversità.

        “Una legge quadro – ha spiegato l’onorevole Antonella Incerti – che arriva forse tardi ma che testimonia l’impegno e la consapevolezza rispetto all’importanza del tema. Perché quello della biodiversità è il tema del futuro, ci porta a interrogarci sulla sopravvivenza del pianeta e sulla qualità del cibo per le generazioni future”.

        Una legge che arriva dopo Expo, che secondo la Incerti “ha rappresentato un momento importante per creare nel Paese maggiore consapevolezza sul cibo e sul legame tra agricoltura e cibo”.

        Si tratta di una legge “che traccia un quadro generale dotandosi di strumenti che prima non c’erano, ad esempio un’anagrafe nella quale sono registrati tutti i geni e in particolare le risorse genetiche che sono in via d’estinzione. Un’anagrafe sotto il controllo pubblico. Una legge che però dovrà essere integrata da decreti attuativi, da declinazioni delle Regioni, da nuove leggi sul biologico, sulla filiera corta e sulla produzione in azienda”.

        In generale, secondo la deputata PD, è necessario mantenere alta l’attenzione sul tema anche nell’ottica di “sostenere il ritorno dei giovani al recupero delle colture, anche nella logica di recuperare aree del pianeta che sono state spazzate via da colture di tipo univoco e intensivo. Generazioni che hanno bisogno però di risorse e di conoscenza, che il pubblico dev’essere in grado di fornire”.

        Tra gli altri interventi, interessanti spunti dall’agronomo Simone Bertani – che ha presentato il progetto dell’associazione informale “AgroBioDiverso”, che raggruppa produttori dell’appennino reggiano – e quella del prof. Graziano Rossi, che ha presentato il progetto di recupero dei mais antichi. Infine l’assessore regionale Simona Caselli ha ribadito l’impegno, anche in termini economici (oltre 50 milioni in progetti finanziati), della Regione nella tutela delle biodiversità.

    • settembre (4)

      • A Festareggio si discute ancora. Per fortuna…

        In una situazione politica difficile, in una location nuova e con tanti dubbi, ancora una volta Festareggio si è dimostrata un appuntamento imprescindibile per la città.

        Non è retorico ma è un dato di fatto, testimoniato dai numeri della kermesse che si è tenuta alle Fiere di Reggio dal 21 agosto al 10 settembre. Tre settimane di incontri, concerti, iniziative culturali, politiche e gastronomiche per ribadire come il Pd reggiano continui a credere in un’attività che parta dal confronto.

        “Guardare in faccia le persone, discutere con loro, confrontarsi – commenta a tal proposito la Deputata Antonella Incerti – continua ad essere il nostro modo di fare politica. E siamo consapevoli che tra chi ci fa visita a Festareggio ci siano tanti delusi, scontenti, amareggiati, elettori che abbiamo perso ma soprattutto persone da riconquistare con il nostro stile, fatto di competenza, passione e serietà. E poi ci sono i volontari di sempre, quelli che prestano servizio con generosità e credono in quello che fanno. A tutti loro va un enorme grazie perché senza sarebbe impossibile continuare”.

        Ovviamente Festareggio si è confermata l’occasione per approfondire l’attività parlamentare, per invitare i vertici nazionali del nostro partito, per affrontare tematiche decisive per il futuro del territorio e del Paese. Con un approccio aperto alle soluzioni, critico ma non pregiudiziale, competente e franco.

        Il tutto è riassumibile nell’espressione “senso di comunità”, una comunità attiva e dinamica quella reggiana, che affronta le difficoltà e mette sul piatto idee e proposte per il futuro.

         

      • Agricoltura, l’Europa verso la rinazionalizzazione?

        Le novità in termini di Politica agricola comunitaria, a pochi mesi dalla chiusura di una legislatura europea che all’agricoltura ha destinato attenzione e risorse, ma anche le paure per una forte ipotesi di rinazionalizzazione e le ombre del populismo antieuropeista che potrebbe avere conseguenze importanti anche per quanto riguarda il mondo agricolo. Temi affrontati nella serata di venerdì 7 settembre, allo “Spazio alle idee” di Festareggio, per un incontro al quale hanno partecipato la Deputata PD Antonella Incerti, membro della commissione agricoltura, l’eurodeputato Paolo De Castro e l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli. Ha moderato il giornalista di Telereggio Paolo Borciani.

        E’ stata la padrona di casa Antonella Incerti a introdurre i tanti e importanti temi affrontati durante la serata, annunciando come “a livello nazionale non abbiamo misurato ancora quasi nulla. Abbiamo infatti da poco incontrato ministro Centinaio ma per ora non si è entrato nel merito delle questioni”.

        Secondo la Deputata PD “siamo in un momento molto sfidante per l’agricoltura, soprattutto in un’area come la nostra, caratterizzata da grande innovazione, dove è possibile misurare quanto avvenuto negli ultimi anni. Si tratta anche di un momento di grandi cambiamenti, soprattutto climatici, elementi ormai costanti dell’attività delle imprese agricole. Di fronte a questa complessità ci troviamo con un taglio significativo delle risorse europee – il 5% solo nell’ultimo anno – e con una proposta di Pac che mira alla rinazionalizzazione delle competenze. Continuiamo quindi a vedere un approccio che non tiene conto di un contesto molto mutato e di criteri di assegnazione piuttosto discutibili”.

        L’eurodeputato De Castro ha approfittato dell’invito della Incerti per ricordare come siano arrivati in Italia circa 7 miliardi di euro all’anno da destinare all’agricoltura. Venendo invece alla proposta di riforma della PAC, sul tavolo oggi l’ha definita “proposta molto radicale che a meno di un anno dalla fine della legislatura è davvero impossibile che venga discussa, votata e approvata. Anche perché propone di desintare le risorse agli Stati membri che poi possono decidere in autonomia dove investirli e come investirli, opzione che darà ovviamente adito ad una discussione vivace e a molti emendamenti”.

        Sulla questione è intervenuta anche l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli. “I tempi tecnici per l’approvazione non ci sono – ha detto – ma bisogna stare attenti perché qualcuno vorrebbe approvare almeno lo schema complessivo e i tagli sono importanti. La questione in generale è di ‘coperta corta’ e ritengo che questo non sia il momento di disinvestire sull’agricoltura. Ovviamente la PAC ha un grande peso e bisogna continuare a combattere per portare a casa le risorse che abbiamo: per l’Emilia Romagna si tratta di 500/600 mln di euro all’anno”.

        Si è parlato anche di pratiche commerciali sleali, adottate dai colossi internazionali della distribuzione ai danni delle imprese agrolimentari, per cui è in discussione una direttiva che prevede  fattispeci e sanzioni.

        E infine un pensiero al voto europeo del 2019, sul quale l’eurodeputato De Castro ha invitato – prima di scegliere eventualmente forze antieuropeiste – a guardare “cosa succederà in Inghilterra nella primavera 2019, quando la Brexit mostrerà davvero i suoi effetti”.

         

      • Lentigione, dopo le pressioni del Pd il governo fa quello che deve

        È stato un mese importante per Lentigione, la frazione di Brescello colpita nel dicembre 2017 da una violenta alluvione.

        E’ stata infatti deliberato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri lo stanziamento di fondi per le famiglie alluvionate, già previsto dal governo Gentiloni nel corso della precedente legislatura ma apparentemente dimenticato nei primi mesi del nuovo esecutivo.

        Decisivo, almeno a giudicare dal tempismo della decisione, l’incontro pubblico che si è tenuto a Festareggio nei giorni immediatamente precedenti la decisione del governo, al quale hanno partecipato tra gli altri alcuni esponenti del Comitato nato con l’obiettivo di sollecitare l’intervento in questo senso. C’erano anche, oltre alla deputata Antonella Incerti, anche il sottosegretario alla presidenza della Regione Giammaria Manghi oltre al sindaco di Gualtieri Bergamini, a quello di Boretto Gazza e al capogruppo Pd di Brescello Maria Cristina Saccani.

        Durante la serata è stato sollecitato l’intervento del Governo perché davvero le famiglie di Lentigione non avrebbero potuto più aspettare e dopo pochi giorni il consiglio dei ministri ha deliberato la decisione.

        “Si tratta di un atto dovuto, rispetto a fondi il cui stanziamento era già stato deciso dal governo precedente – ha dichiarato Antonella Incerti – Inoltre, ritengo che una decisione tanto importante forse avrebbe dovuto arrivare con un tempismo diverso. Detto questo sono contenta che, anche se tardi, quelle risorse siano arrivate”.

         

        Sotto, le immagini della serata dedicata a Lentigione organizzata a Festareggio

      • La compagnia della Spergola si allarga

        Una cerimonia ufficiale, nella Rocca di Scandiano, ha sancito l’allargamento della Compagnia della Spergola, importante realtà che unisce non solo gli attori protagonisti della filiera produttiva, ma coinvolge anche le Amministrazioni Comunali per portare avanti una sola missione: tutelare la viticultura locale, in coerenza con i principi della salvaguardia ambientale e della valorizzazione del territorio.

        Hanno infatti aderito i Comuni di Castellarano, Casalgrande, Viano e Vezzano con le loro cantine. Insieme a Scandiano, Albinea, Bibbiano e Quattro Castella completano i territori nei quali cresce il prezioso vitigno che ovunque sta ottenendo grandi successi e ottimi riscontri.

        “La legge 194/2015 tutela e dà valore alla biodiversità – commenta a tal proposito l’on. Antonella Incerti, membro della commissione agricoltura della Camera dei Deputati – e la Spergola è un buon esempio di come la varietà rappresenti una ricchezza e di come un vitigno possa riassumere in sé la qualità del territorio reggiano , il paesaggio, la sua storia. Il fatto che Cantine, produttori ed Amministrazioni si uniscano in una Compagnia rappresenta un modello da seguire”.

    • agosto (2)

      • Irrigazione, l’impegno per un’agricoltura sostenibile

        La tutela delle risorse idriche è senza dubbio uno dei temi di maggior rilevanza per uno sviluppo agricolo sostenibile. Una considerazione che ha mosso l’onorevole Antonella Incerti (PD) a interrogare il Sottosegretario Manzato in merito allo stato di attuazione e di avanzamento del Piano operativo Agricoltura, nonché sull’attuazione del Piano nazionale irriguo PIN e del Piano Nazionale Invasi finanziato dal Governo Gentiloni.

        “La concentrazione delle precipitazioni, infatti, e la modifica delle temperature medie – ha scritto la Incerti nella sua interrogazione – rendono ancora più centrale il ruolo dell’acqua in agricoltura , soprattutto in un territorio come quello italiano dove la pratica irrigua, dal prelievo alla distribuzione in campo, è fondamentale per le produzioni agricole italiane”.

        Secondo la Deputata PD “a supporto delle innovazioni per l’agricoltura irrigua e la lotta al cambiamento climatico il Mipaaf ha intrapreso in questi anni molteplici azioni e, in particolare, significativi sono stati i finanziamenti per l’efficientamento degli investimenti irrigui”.

        Oggetto dell’interrogazione è stata quindi la richiesta di “comunicare alla Camera informazioni sullo stato d’avanzamento del Piano operativo Agricoltura”, ma anche “se stia per prendere alcun provvedimento utile ad accelerare l’attuazione del Piano irriguo nazionale e del Piano nazionale invasi”, nonché “se intenda rafforzare la dotazione finanziaria del Piano irriguo nazionale”.

        Il sottosegretario ha risposto nei giorni scorsi che “la gestione razionale della risorsa idrica è una priorità assoluta del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo che ha investito negli ultimi 15 anni ben oltre 1,6 miliardi di euro per rendere gli impianti di irrigazione sempre più efficienti e puntando sulla gestione collettiva delle acque per evitare i prelievi da pozzi privati, difficilmente controllabili”.

        Il sottosegretario ha anche garantito che procede l’analisi dei progetti inerenti il piano irriguo nazionale (graduatoria entro fine settembre) e il piano nazionale invasi. Su quest’ultimo “una graduatoria parziale sarà resa definitiva di una valutazione da parte delle Autorità di Distretto”.

      • Su Parco Veneri, inaccettabile attacco alla coop sociale Lo Stradello

        In merito all’attacco formulato da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle reggiano alla coop sociale Lo Stradello, sulla piantumazione di Parco Veneri, la Deputata PD Antonella Incerti ha dichiarato quanto segue:

        “L’attacco, strumentale e di cattivo gusto, alla cooperativa “Lo Stradello” da parte di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle reggiano fa rabbrividire. Se è vero che c’è stato un errore nell’operazione di sfalcio al Parco Veneri, è altrettanto vero – e assai più importante – che la cooperativa “Lo Stradello” da anni è un punto di riferimento per l’accoglienza e il reinserimento lavorativo di soggetti disabili, fiore all’occhiello dei nostri servizi sociali. Attaccarsi ad un errore di questo tipo, a cui per altro si è già posto rimedio, con velleità di polemica politica di basso rango significa non comprendere il valore di esperienze di questo livello, sottoporre alla pubblica gogna ragazzi e operatori che ogni giorno si battono per superare le barriere dell’indifferenza e dell’emarginazione. Purtroppo la dice lunga sulla cifra e sullo stile del Movimento 5 Stelle.

        Io sto con Lo Stradello”

        (Nell’immagine la visita dell’on. Incerti durante la campagna elettorale alla coop sociale Lo Stradello)

    • giugno (2)

      • Punto nascite di Castelnovo, studiare un modello alternativo

        Resta al centro dell’attenzione la vicenda del punto nascite di Castelnovo Monti. Si susseguono incontri di approfondimento e momenti istituzionali di confronto a più livelli. Antonella Incerti, Deputata PD eletta proprio nel territorio montano di Reggio Emilia, ha dichiarato: “La mia proposta è chiara e in campo da tempo. Si tratta di studiare un modello sperimentale e alternativo all’attuale per salvaguardare la sicurezza e la qualità del servizio in zone di montagna come Castelnovo Monti. Una proposta che, come chiarito anche nell’incontro tra parlamentari aperto alla cittadinanza di alcuni giorni fa, deve eventualmente anche partire da un livello nazionale perché deve mettere in discussione l’accordo Stato-Regioni del 2010 che partiva da altri presupposti”.

        Una proposta che dovrà dunque passare anche attraverso uno stimolo al Ministero affinché produca una nuova e approfondita analisi sugli ospedali di montagna, per costruire un nuovo modello di ospedale in aree periferiche che sia sostenuto con appositi finanziamenti e anche da una legislazione ad hoc e che consideri le caratteristiche di questo tipo di territori.

        Secondo Incerti, comunque, la qualità del servizio e la massima sicurezza delle DONNE sono gli elementi imprescindibili sui quali focalizzare l’attenzione. Oltre naturalmente al generale interesse a continuare a investire e migliorare l’intero sistema socio-sanitario della montagna reggiana, a cominciare – come già annunciato anche dalla Regione Emilia Romagna – dal potenziamento dei servizi dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti.

        Altro fattore delicato è sicuramente relativo al personale medico a disposizione: “In questo contesto – aggiunge Antonella Incerti – non va infatti sottovalutata la penuria di personale medico disponibile a raggiungere i centri di montagna per esercitare la professione. Un dato di realtà che va affrontato se si vuole risolvere il problema”.

      • Incerti e Rossi: “Presto con la Bretella Campogalliano-Sassuolo”

        Presentata interpellanza urgente al MIT dopo le parole del sottosegretario Dall’Orco

        “Uno dei comparti produttivi più importanti del Paese, che comprende i distretti della ceramica, della meccanica, dell’agroalimentare nell’area reggiana-modenese, è connotato da una viabilità ormai obsoleta e inadeguata a sostenere un traffico pesante in costante aumento”.

        Lo affermano i deputati reggiani del PD Antonella Incerti e Andrea Rossi, attraverso un’interpellanza urgente appena depositata nella quale segnalano al neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, la situazione della viabilità sull’asse Reggio-Modena.

        Un atto che prende le mosse dalle parole del Sottosegretario Michele Dell’Orco che, intervistato dal quotidiano “Corriere di Bologna” il 14 giugno 2018, annovera la Bretella di collegamento Campogalliano-Sassuolo tra le “opere inutili e costose che vanno fermate”.

        Secondo i deputati PD però “da lungo tempo i cittadini delle comunità interessate di Rubiera (Reggio) e Campogalliano (Modena) hanno denunciato, anche attraverso petizioni rivolte alle proprie Amministrazioni di riferimento, una situazione pericolosa per la propria salute e la propria sicurezza”.

        continua

    • maggio (2)

      • Sanità in montagna, la risposta delle donne

        Nei giorni scorsi a Castelnovo Monti un gruppo di donne dell’area di centro-sinistra ha avviato un percorso di approfondimento e di confronto sui temi inerenti la sanità, a partire dai servizi che riguardano in modo specifico le donne.

        Il gruppo intende vigilare e impegnarsi perché il livello di funzionalità e sicurezza del servizio ospedaliero raggiunto in questi anni non solo sia salvaguardato, ma sappia interpretare i cambiamenti di una domanda sempre più mirata alle specializzazioni. In questa direzione va il progetto di consolidamento dell’ospedale S. Anna appena avviato e che si intende seguire con attenzione.

        continua

      • Il vino reggiano conquista VINITALY, parla Frascari (EmiliaWine)

        Reduce dai successi del Vinitaly, il presidente di Emilia Wine e del Consorzio di tutela dei vini reggiani Davide Frascari fa il punto sulla situazione dei vini di casa nostra, rivendicando il grande lavoro svolto a difesa delle produzioni tipiche quali ad esempio il lambrusco e la spergola.

        “E’ stato un grande investimento quello dei consorzi di Reggio e Modena, ripagato da un’ottima partecipazione e da numeri in crescita. E’ la più importante vetrina internazionale dedicata al vino, quest’ano visitata da 165mila persone per un +4% rispetto all’anno scorso. Quello dell’Emilia Romagna è stato il padiglione più visitato e quindi lo sforzo congiunto di due consorzi è stato premiato anche da un’ottimo ritorno in termini di promozione”.

        continua

    • marzo (1)

      • Ora un patto con il territorio

        Antonella Incerti, neo eletta alla Camera dei Deputati: “Voglio portare avanti una agenda di territorio per rappresentare la mia gente e tutta la provincia reggiana”

        Stringere un patto forte con il territorio reggiano, con tutte le persone che domenica scorsa – in una tornata elettorale negativa per il Partito Democratico a livello nazionale – le hanno comunque rinnovato la fiducia, eleggendola di nuovo alla Camera dei Deputati. Antonella Incerti vuole ricambiare la fiducia dando seguito a quanto promesso in campagna elettorale: “Ho presentato ai cittadini una mia agenda politica strettamente legata ai temi locali: cura e protezione del territorio, supporto al comparto agro-alimentare, qualità del lavoro e diritti. Dalla montagna fino alla Bassa, voglio continuare ad ascoltare tutte le richieste e a valorizzare le specificità della provincia reggiana, rappresentandola tutti i giorni in Parlamento”. continua

    • febbraio (7)

      • Turismo, fare sistema davvero per raccontarsi

        Antonella Incerti: “Turismo, cccorre unire le forze e individuare un soggetto unico per promuovere un’area vasta che comprenda tutta la provincia reggiana e non solo”

        Unire le forze, fare sistema e raccontarsi al meglio, per attrarre più turisti e valorizzare le ricchezze culturali e enogastronomiche del territorio. Questa è la ricetta di Antonella Incerti, candidata PD alla Camera nel collegio uninominale 11. Per promuovere al meglio l’offerta turistica reggiana, infatti, è necessario mettere al centro il turista di oggi, che fa un uso massiccio delle tecnologie e funge da ambasciatore dei luoghi visitati, raccomandandoli ad altri turisti attraverso la rete. continua

      • Ospedale S. Anna: mantenere il presidio ginecologico H24

        Giorgio Pagliari e Antonella Incerti chiedono di preservare tutti i servizi esistenti nella struttura sanitaria di Castelnovo Monti  

        “Ritengo che la soppressione della guardia ginecologica con orario H24 sia una decisione non condivisibile e pertanto auspico che chi ha le competenze per farlo possa rivedere e superare la nuova organizzazione dell’orario, al fine di garantire una sanità di ottima qualità anche agli abitanti dell’Appennino Reggiano”, afferma Giorgio Pagliari, candidato del Partito Democratico al Senato, in riferimento ai nuovi orari della guardia ginecologica all’Ospedale S. Anna di Castelnovo Monti.

         “Credo sia necessario mantenere un adeguato presidio ginecologico, comprensivo di guardia notturna, insieme a tutte le nuove attività di supporto e sostegno alla gravidanza” conferma Antonella Incerti, candidata del Partito Democratico alla Camera dei Deputati (collegio uninominale 11), interviene sul tema.

        continua

      • La montagna in testa: il tour di ascolto del territorio di Antonella Incerti

        Antonella Incerti, candidata PD alla Camera dei Deputati (collegio uninominale 11), ha organizzato nelle giornate di domenica 11 febbraio e lunedì 12 febbraio diversi appuntamenti con cittadini, associazioni e realtà della montagna reggiana, finalizzati innanzitutto all’ascolto delle esigenze del territorio ma utili anche per condividere il resoconto dei risultati ottenuti grazie alle politiche degli enti locali e del Parlamento. “La nostra montagna ha enormi potenzialità e ricchezza – dichiara Antonella Incerti – ma va sostenuta con progetti e politiche innovative”.

        L’agenda della candidata prevede diverse tappe, con appuntamenti pubblici concentrati tra Castelnovo ne’ Monti, Felina e Vetto. Una presentazione agli elettori è prevista per domenica 11 febbraio alle 16 proprio presso la sala del Consiglio di Castelnovo ne’ Monti, alla presenza di Antonella Incerti e Giorgio Pagliari, sempre del Partito Democratico, che corre per il Senato nel collegio uninominale 7.

        continua

      • Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: i tre impegni di Antonella Incerti

        Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: Antonella Incerti, candidata PD collegio uninominale 11 – Reggio Emilia, annuncia le priorità del suo programma.

        Il primo impegno della candidata riguarda la cura e protezione del territorio, che ha dimostrato anche in passato la sua fragilità dal punto di vista idrogeologico (l’alluvione a Lentigione, il problema frane di Ligonchio). Su questo tema occorre un impegno forte e costante, a sostegno delle popolazioni e delle attività imprenditoriali che già hanno avuto la forte di reagire.

        Arginare il dissesto idrologico significa strutturare un progetto innovativo di protezione ambientale del territorio, che comporti anche la corretta gestione della risorsa acqua e un adeguato piano di lavori pubblici. “Siamo tutti consapevoli della grande forza e ricchezza della nostra montagna – commenta Antonella Incerti – e vogliamo lavorare insieme per sfruttarne appieno le potenzialità, anche a livello turistico”.

        continua

      • Mi prendo cura. Delle persone, della mia terra.

        Impegnarsi in politica, secondo me, significa prendersi cura. Prima di tutto delle persone e della loro vita: degli affetti così come delle preoccupazioni. Del futuro e della felicità. Della comunità e del luogo nel quale vivono e dove cresceranno i loro figli. Perché affrontare insieme le mille complesse questioni quotidiane – dall’istruzione al lavoro, dalla sanità alla pensione, con un occhio di riguardo alla cultura – è una sfida ardua che mi ha sempre appassionata. E che richiede competenza, studio, pazienza e soprattutto capacità di ascoltare, per poi fornire risposte rapide ed efficaci.

        Il mio percorso nelle istituzioni pubbliche – dal Comune di Albinea, del quale sono stata amministratrice per molti anni, fino alla recente esperienza alla Camera dei Deputati, della quale vado particolarmente orgogliosa – è stato caratterizzato proprio dalla ricerca costante di soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone, offrendo loro più opportunità, più giustizia e più equità.

        continua