• 2021

    • dicembre (1)

      • Disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura

        Art. 1.

        (Oggetto e finalità)

        1.La presente legge, nell’ambito del più generale obiettivo di promozione del lavoro femminile definito dalla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in attuazione delle normative e degli indirizzi dell’Unione europea, reca disposizioni per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle aree rurali e marginali, costiere, lacuali e fluviali, prevedendo interventi che garantiscano la valorizzazione delle competenze, delle esperienze e delle professionalità delle donne per lo sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile, il diritto alla maternità, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, i servizi di assistenza, la continuità della formazione, l’accesso al credito, alla terra e alle acque, nonché la rappresentanza di entrambi i sessi negli organismi decisionali e nelle cariche direttive del settore. La presente legge reca altresì disposizioni per eliminare le criticità esistenti nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e per contrastare le disparità salariali e le discriminazioni di genere, nonché per monitorare l’impatto di genere delle misure adottate nel medesimo settore.

         

        Art. 2.

        (Piano nazionale annuale di interventi per la promozione del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Al fine di promuovere il lavoro e l’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, è redatto, con cadenza triennale, un Piano nazionale di interventi.
        2. Il Piano nazionale di cui al comma 1, redatto sulla base di dati aggiornati sulle condizioni di vita e di lavoro delle donne nelle aree rurali, è finalizzato alla realizzazione e al finanziamento di interventi:
        3. a) per favorire la creazione e l’attività delle imprese a conduzione femminile;
        4. b) per promuovere l’agricoltura multifunzionale, basata su un modello gestionale in cui sia rilevante l’apporto del lavoro e nel quale il reddito derivi anche da un complesso di attività connesse a quelle agricole, con specifico riguardo alle esigenze di sviluppo e riqualificazione socio-economica delle aree rurali;
        5. c) per sostenere le imprese e il lavoro femminili, con particolare attenzione alle aree interne e disagiate, anche mediante la previsione di premialità utilizzabili nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale e nei programmi di sviluppo rurale regionali e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP);
        6. d) per tutelare la maternità e la genitorialità delle lavoratrici e delle imprenditrici agricole nonché per garantire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso la creazione di servizi alle famiglie e di politiche di welfare, a partire dall’istituzione di agri-asili e blu-asili, di agri-nidi e blu-nidi, di asili aziendali nelle imprese ittiche, di welfare aziendale e di servizi di sostituzione, nel rispetto delle normative regionali vigenti, e la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati;
        7. e) per promuovere reti di contrasto e prevenzione di fenomeni di molestie e violenza anche in raccordo con i centri antiviolenza, i consultori familiari e le aziende sanitarie locali;
        8. f) per promuovere azioni mirate per la tutela della salute e della sicurezza in ottica di genere delle lavoratrici agricole, ponendo una particolare attenzione alle attività che si svolgono in condizioni climatiche difficili;
        9. g) per potenziare l’offerta formativa e l’aggiornamento professionale delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole e sostenere la formazione del capitale umano nel quadro dello sviluppo di agricoltura 4.0, anche con modalità telematiche e a carattere individuale, ove occorra prevedendo la collaborazione con università, con istituti ed enti agrari;
        10. h) per attivare e potenziare i servizi di trasporto pubblico, prevedendo incentivi per l’acquisto di abbonamenti a tali servizi, al fine di promuovere un reale ed effettivo diritto alla mobilità sostenibile delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole;
        11. i) per rafforzare i servizi di assistenza sanitaria e di cura nei territori rurali e costieri periferici, anche attraverso la realizzazione di strutture agrosanitarie, avvalendosi, in tale ambito, delle esperienze regionali e internazionali già maturate in materia, nonché attraverso il potenziamento, entro un’ottica multifunzionale, delle strutture agrituristiche, consentendo l’utilizzo di quest’ultime per attività prescolastiche e post scolastiche e per servizi di accoglienza di anziani, disabili e soggetti fragili, coordinando le relative misure con quanto previsto dalla legge 18 agosto 2015, n. 24 in materia di agricoltura sociale;
        12. l) per contrastare fenomeni di intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nonchè per sostenere, con apposite azioni e attività mirate, la promozione e la nascita di imprese condotte da donne immigrate;
        13. m) per promuovere l’installazione e l’utilizzo della banda larga e ultralarga nelle zone rurali, prevedendo agevolazioni fiscali per le imprese agricole femminili che utilizzano infrastrutture digitali;
        14. n) per favorire l’economia agricola e ittica circolare in un’ottica di sostenibilità integrale dell’attività economica, di valorizzazione della biodiversità e del recupero di pratiche agro-ecologiche nelle imprese femminili;
        15. o) per incentivare l’aggregazione dell’offerta agricola anche attraverso il sostegno e la creazione di reti di imprese femminili, di cui all’articolo 3 del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e di distretti del cibo, di cui all’articolo 13; del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228;
        16. p) per promuovere la partecipazione delle donne all’impresa agricola familiare, in conformità ai principi di cui alla direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010 in materia di parità di trattamento tra uomini e le donne che esercitano un’attività di lavoro autonomo;
        17. q) per garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica delle aree rurali.
        18. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro del turismo, previa intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le modalità di adozione del Piano di cui al comma 1, in modo da assicurarne il coordinamento con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 e con gli atti di programmazione di competenza del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Piano, predisposto dall’ufficio di cui all’articolo 3 con il supporto dell’Osservatorio di cui all’articolo 4, è approvato con decreto del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del turismo.
        19. Per l’attuazione del Piano nazionale di cui al comma 1 sono stanziati 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Le risorse erogate per il finanziamento del Piano sono cumulabili con agevolazioni e contributi eventualmente già previsti dalla vigente normativa europea, nazionale o regionale. Le risorse di cui al presente comma possono essere integrate con quelle destinate all’attuazione delle misure previste dalle priorità del Piano strategico nazionale, i fondi della politica agricola comune e il FEAMP.

         

         

        Art. 3.

        (Ufficio per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale – Direzione generale dello sviluppo rurale, l’ufficio dirigenziale non generale per la promozione del lavoro, della formazione e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura.
        2. L’ufficio di cui al comma 1, che coordina la propria attività con quella del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), ha i seguenti compiti:
        3. a) monitorare l’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura;
        4. b) monitorare, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’evoluzione del lavoro femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riferimento alle retribuzioni, alle progressioni di carriera, al rispetto delle norme sulla maternità, alle situazioni di lavoro irregolare e a situazioni di molestie e violenza nei luoghi di lavoro;
        5. c) monitorare l’utilizzo e l’efficacia delle misure previste dalla Politica agricola comune, primo e secondo pilastro, dai piani triennali della pesca e dell’acquacoltura e dalle norme nazionali e regionali per la crescita del lavoro e dell’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura e l’impatto che tali misure hanno complessivamente sulle donne;
        6. d) condurre indagini periodiche volte ad accrescere le conoscenze sul lavoro e sull’imprenditoria femminile nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura nonché sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
        7. e) elaborare misure dedicate e percorsi condivisi con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per promuovere la parità tra i sessi nell’accesso al credito, alla terra e alle acque nonché per garantire il sostegno all’attività di impresa durante la maternità, la genitorialità e nell’assistenza ai figli e ai familiari;
        8. f) contribuire alla redazione del piano nazionale annuale di cui all’articolo 4.
        9. Per l’attività dell’ufficio di cui al comma 1 è stanziata una somma pari a 300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022.

         

         

         

        Art. 4.

        (Ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura)

        1. Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi all’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentite le associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, provvede con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (ONILFA) quale sede permanente cui partecipano rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali e associative delle donne impegnate a diverso titolo nel mondo agricolo e agroalimentare, attribuendo allo stesso le competenze previste dal decreto del Ministro per le politiche agricole 13 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dell’8 aprile 1998. La composizione dell’ONILFA è integrata con un rappresentante dell’ISMEA ed uno del CREA. Il Ministro delle politiche agricole può, con propri provvedimenti, integrarne ulteriormente la composizione.
        2. All’ONILFA sono assegnate le seguenti ulteriori funzioni:
        3. a) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad avviare politiche attive volte a sostenere la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura, comprese le attività formative, fornendo indicazioni in relazione a specifiche problematiche;
        4. b) sensibilizzare le pubbliche amministrazioni ad attuare e a diffondere politiche di sviluppo rurale attraverso la realizzazione di infrastrutture e di servizi nei territori rurali, destinate alle imprese femminili e alle donne, in conformità a quanto previsto dalla normativa dell’Unione europea;
        5. c) svolgere un ruolo di stimolo e di supporto all’azione del Governo, in sinergia con gli analoghi organismi istituiti presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione all’obiettivo di promuovere le azioni dell’Unione europea in favore dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura nell’ambito della programmazione 2021-2027;
        6. d) costituire un punto di contatto con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, anche per il suo tramite, con i competenti uffici delle regioni e delle province autonome, provvedendo altresì alla richiesta e allo scambio di informazioni disponibili in materia di lavoro femminile in agricoltura con gli organismi dell’Unione europea e regionali competenti;
        7. e) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale telematico, costantemente aggiornato, che metta a disposizione delle aspiranti imprenditrici agricole le normative vigenti in materia, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, avvisi concernenti la pubblicazione di bandi relativi al settore agricolo e consigli per la risoluzione di problemi concernenti le procedure amministrative;
        8. f) creare e rendere accessibile, nel proprio sito internet istituzionale, un portale, denominato « banca della solidarietà », che consenta alle imprenditrici e alle lavoratrici del settore agricolo nazionale di confrontare le loro esperienze e conoscenze con quelle delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole dei Paesi dell’Unione europea e dei Paesi in via di sviluppo;
        9. g) redigere un rapporto annuale per il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e il Ministro per le pari opportunità e la famiglia sullo stato di attuazione delle politiche in favore dello sviluppo del lavoro e dell’attività imprenditoriale delle donne in agricoltura;
        10. h) collaborare con le università e i centri di ricerca ai fini dell’istituzione di corsi di studio sui temi relativi alla presenza e alla rappresentanza delle donne nel settore dell’agricoltura, delle foreste e nel comparto agricolo, della pesca e dell’acquacoltura;
        11. i) collaborare con gli istituti tecnici superiori agroalimentari e con i cluster dei settori delle green e blu economy al fine di sviluppare percorsi di formazione per agevolare l’inserimento delle figure femminili specializzate nell’intera economia agricola e della pesca con particolare riferimento alle sfide climatiche e dell’economia circolare;
        12. l) partecipare alla redazione del Piano nazionale annuale di interventi di cui all’articolo 2.
        13. L’ONILFA si avvale della collaborazione dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
        14. Fanno parte dell’Osservatorio anche rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con lo stesso collabora la Cabina di regia nazionale della Rete del lavoro agricolo di qualità.
        15. I componenti dell’Osservatorio svolgono la propria attività a titolo gratuito e durano in carica tre anni.
        16. Al funzionamento dell’ONILFA si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le regioni provvedono a individuare una specifica struttura di collegamento con l’ONILFA ai fini dello scambio di dati e di informazioni.

         

         

         

        Art. 5.

        (Disposizioni per favorire la costituzione e l’aggregazione di imprese a conduzione femminile nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura)

        1. Al comma 1 dell’articolo 4 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, dopo la parola: «giovanile » sono inserite le seguenti: « e femminile ».
        2. Al comma 3 dell’articolo 29 del decreto- legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Per le medesime finalità di cui al primo periodo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali procede con propri decreti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e sulla base dei criteri di cui al comma 4, alla revisione della disciplina attuativa degli strumenti di competenza allo scopo di favorire la costituzione di imprese nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’itticoltura e dell’acquacoltura, in particolare a conduzione femminile, mediante gli interventi previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185 ».
        3. Al fine di favorire la concentrazione produttiva del sistema imprenditoriale agricolo a conduzione femminile, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Fondo per promuovere l’aggregazione dell’imprenditoria femminile agricola, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        4. Le risorse del Fondo di cui al comma 3 sono destinate alla realizzazione di iniziative e di percorsi di aggregazione imprenditoriale femminile agricola, compresa la costituzione di reti di imprese agricole femminili ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, con specifica attenzione a iniziative finalizzate alla valorizzazione delle produzioni tipiche territoriali e alla salvaguardia del sistema ambientale-paesaggistico nelle aree interne e costiere nonché nelle aree svantaggiate e all’integrazione tra economia verde, blu ed economia circolare.
        5. Con regolamento adottato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

        Art. 6.

        (Disposizioni per l’attuazione del principio della parità di genere)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, al fine di dare piena attuazione all’articolo 48 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in sede di rinnovo delle cariche degli enti strumentali agricoli e delle società non quotate in mercati regolamentati controllate, ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile, dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e operanti nel settore agricolo, si provvede ad assicurare che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato nel rispetto dei criteri previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.
        2. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo provvede a modificare il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251, in conformità ai seguenti criteri:
        3. a) per quanto concerne il comma 1 dell’articolo 3, prevedere che il rispetto della composizione degli organi sociali indicata all’articolo 2 del medesimo regolamento sia sempre assicurato, sopprimendo il limite dei tre mandati consecutivi;
        4. b) per quanto concerne il comma 5 dell’articolo 4, prevedere che i compiti attribuiti al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro delegato per le pari opportunità siano estesi anche al Ministro competente.
        5. Al comma 17-bis dell’articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dal primo periodo, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Nei propri statuti i consorzi provvedono a disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dal presente comma».
        6. Dopo la lettera b) del comma 3 dell’articolo 41 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, è inserita la seguente: « b-bis) sia retto da uno statuto che preveda, altresì, che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l’equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251. Qualora la composizione del consiglio di amministrazione risultante dall’elezione non rispetti il criterio di riparto previsto dalla presente lettera, si applicano le disposizioni del comma 5 dell’articolo 4 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 2012. Lo statuto, inoltre, deve disciplinare le modalità di formazione delle liste e i casi di sostituzione in corso di mandato in conformità a quanto disposto dalla presente lettera».
        7. Al comma 3 dell’articolo 2 della legge 28 luglio 2016, n. 154, le parole: «per tre mandati consecutivi» sono soppresse.

         

         

        Art. 7.

        (Istituzione della Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura)

        1. In corrispondenza con la Giornata internazionale delle donne rurali, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007, la Repubblica riconosce il 15 ottobre di ogni anno quale Giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura, al fine di far conoscere l’importanza sociale e la qualità dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura, nonché l’apporto dato dalle donne alla crescita civile e sociale del Paese, e allo scopo di assicurare la parità di trattamento tra uomo e donna in agricoltura.
        2. In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1 sono promossi eventi e iniziative, anche a livello regionale, destinati ai cittadini e in particolare al mondo della scuola, allo scopo di far conoscere le attività, le esperienze e le professionalità acquisite dalle donne in agricoltura.
        3. La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.
        4. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

         

         

         

        Art. 8.

        (Disciplina della qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura)

        1. Salvo che sia configurabile un diverso rapporto, al familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nell’impresa ittica è riconosciuta, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 230-bis del codice civile, la qualifica di coadiuvante dell’impresa di pesca e acquacoltura.

         

        Art. 9.

        (Rifinanziamento del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura)

        1. Il fondo rotativo di cui al comma 506 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, destinato all’attuazione delle disposizioni dei commi 504 e 505 del medesimo articolo 1, è rifinanziato in misura pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione delle risorse del fondo rotativo previste dal comma 1.

         

         

        Art. 10.

        (Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca)

        1. Al fine favorire la diffusione della cultura imprenditoriale e del lavoro femminile, con particolare riferimento al settore della ricerca applicata in agricoltura, nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca è istituito il Fondo per la promozione di studi sulle donne, l’agricoltura e la pesca, destinato alla realizzazione di studi di genere nel settore dell’agricoltura, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.
        2. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono altresì destinate all’istituzione di borse di studio in favore degli studenti che discutono una tesi di laurea in materie attinenti alle finalità di cui al medesimo Fondo.
        3. Con regolamento adottato mediante decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente articolo.

         

         

        Art. 11.

        (Copertura finanziaria)

        1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, pari a 32.300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2025, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
        2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
    • maggio (3)

      • “Decreto Sostegni” Profili di interesse della Commissione agricoltura

        • Articolo 1, commi 1-12 (Contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici e proroga dei termini per precompilata IVA)

        L’articolo 1 riconosce un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario

         

        • Articolo 1, commi 13-17-bis (Aiuti di importo limitato e aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti)

        L’articolo 1, commi da 13 a 17-bis, disciplina le condizioni per fruire di talune misure di aiuto autorizzate dalla Commissione europea, o per le quali è necessaria l’autorizzazione della Commissione europea, sulla base delle Sezioni 3.1 (“Aiuti di importo limitato”) e 3.12 (“Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti”) della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final (Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19), e successive modifiche. La disciplina europea relativa agli aiuti temporanei di importo limitato ne consente l’erogazione alle imprese che si trovano di fronte a un’improvvisa carenza o addirittura indisponibilità di liquidità. L’importo complessivo dell’aiuto non supera 1,8 milioni di EUR per impresa. L’aiuto – che deve essere concesso entro e non oltre il 31 dicembre 2021 – non può essere concesso a imprese che si trovavano già in difficoltà il 31 dicembre 2019, ad eccezione, alle condizioni previste, delle microimprese o alle piccole imprese. Particolari condizioni si applicano alle imprese operanti nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, mentre è prevista una disciplina speciale per le imprese dei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 1-bis (Contributo a fondo perduto per start up)

        L’articolo 1-bis – di cui le Commissioni riunite propongono l’inserimento con gli identici emendamenti 1.136 (testo 3), 1.89 e 1.138, approvati nel corso dell’esame in sede referente – al comma 1 riconosce per il 2021 un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 1.000 ai soggetti titolari di reddito d’impresa che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la cui attività d’impresa, in base alle risultanze del Registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è iniziata nel corso del 2019, a cui non spetta il contributo di cui all’ articolo 1 del decreto-legge in esame. Il contributo è riconosciuto a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 non sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019, purché siano rispettati gli altri requisiti e condizioni previsti dal citato articolo 1 del decreto-legge in esame.

         

         

        • Articolo 1-bis (Esenzione prima rata IMU per gli operatori economici destinatari del contributo a fondo perduto)

        Nel corso dell’esame in sede referente è stato proposto l’inserimento dell’articolo 1-bis (em. 6.0.226 t2 e idd.) che esenta dal pagamento della prima rata dell’IMU 2021 i soggetti destinatari del contributo a fondo perduto disposto dal provvedimento in esame (articolo 1, commi 1-4), cioè i soggetti passivi titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario, con alcune eccezioni e a specifiche condizioni, in termini di limiti di reddito, ricavi o compensi, valevoli per accedere al contributo. Per il ristoro ai comuni delle minori entrate viene costituito un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’interno con una dotazione di 142,5 milioni per l’anno 2021.

         

         

        • Articolo 7 e Articolo 8, commi da 1 a 8 e da 12 a 14 (Interventi di integrazione salariale con causale COVID-19)

        I commi da 1 a 8 e da 12 a 14 dell’articolo 8 prevedono – con riferimento ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, agli assegni ordinari di integrazione salariale e ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, già riconosciuti secondo una disciplina transitoria, posta in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19 – la concessione di ulteriori periodi di trattamento.

        Questi ultimi vengono ammessi – in relazione ai casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per eventi riconducibili alla suddetta emergenza – nella misura massima complessiva di: – tredici settimane, relative al periodo 1° aprile 202137 -30 giugno 2021, per i trattamenti ordinari di integrazione salariale (comma 1); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202138 -31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale in deroga (comma 2). In base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 26 marzo 2021, a tale numero di settimane si possono aggiungere, nella parte ancora non eventualmente fruita, le dodici settimane previste (sempre con causale COVID19) per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021 dalla normativa precedente39 (fermo restando il termine di fruizione di queste ultime entro il 30 giugno 2021); – ventotto settimane, relative al periodo 1° aprile 202140 -31 dicembre 2021, per gli assegni ordinari di integrazione salariale (commi 2 e 7), sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS sia per quelli dei Fondi di solidarietà bilaterali cosiddetti alternativi41 (relativamente a questi ultimi, il concorso finanziario statale è definito dal comma 7). Anche in tal caso, in base all’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le dodici settimane previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021; – centoventi giorni, relativi al periodo 1° aprile 2021-31 dicembre 2021, per i trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) (comma 8).

        Anche in tal caso, secondo l’interpretazione seguita dal messaggio dell’INPS n. 1297 del 2021, è ammesso il cumulo con le novanta giornate di trattamento previste (sempre con causale COVID-19) dalla suddetta normativa precedente per il periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021. La circolare dell’INPS n. 72 del 29 aprile 202142 specifica che le prestazioni di cui ai commi 1, 2 e 7 possono essere chieste anche con riferimento all’inizio della settimana in cui si colloca il suddetto termine del 1° aprile, quindi dal 29 marzo 2021. Al riguardo, l’emendamento 8.3 (testo 2) ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono, con l’inserimento di un comma 2-bis, di consentire il riconoscimento delle medesime prestazioni in continuità con quelle possibili (sempre con causale COVID-19) in base alla normativa precedente, ove interamente fruite, quindi con possibile decorrenza già dal 26 marzo 2021.

        I termini e le modalità per le domande, per gli invii dei dati e per i relativi pagamenti sono oggetto dei commi da 3 a 6 e 8 (oltre che della norma di rinvio posta dal comma 7). L’emendamento 8.37 (testo 2), approvato in sede referente, propone, con l’inserimento di un comma 3-bis e di un comma 3-ter, un differimento di termini temporali già scaduti, relativi alle domande o agli invii di dati per le prestazioni con causale COVID-19 previste dalle norme precedenti, e una riduzione per il 2021, pari a 5 milioni di euro, del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili”. Il comma 12 dello stesso articolo 8 definisce i limiti di spesa per i nuovi trattamenti suddetti (diversi dalle prestazioni oggetto del citato comma 7). I limiti vengono posti distintamente con riferimento alle seguenti tipologie: trattamenti ordinari di integrazione salariale ed assegni ordinari di integrazione salariale dei Fondi di solidarietà bilaterali istituiti presso l’INPS; trattamenti di integrazione salariale in deroga; trattamenti di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA). Ulteriori profili finanziari, relativi ad eventuali fattispecie specifiche, sono definiti dal successivo comma 13, mentre il comma 14 concerne la copertura finanziaria degli oneri (derivanti dai commi 7 e 12). Alla copertura concorrono le rimodulazioni di cui al precedente articolo 7, il quale opera alcune riduzioni degli stanziamenti e degli oneri previsti in materia per il periodo 16 novembre 2020-31 dicembre 2020 e per i primi mesi del 2021.

         

         

        Articolo 8, commi 9-11 (Disposizioni in materia di licenziamento) L’articolo 8, ai commi da 9 a 11, preclude ai datori di lavoro, salve specifiche eccezioni, la possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale e collettivo nonché di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo: a) fino al 30 giugno 2021, per coloro che richiedano il trattamento di cassa integrazione ordinaria; b) dal 1° luglio 2021 al 31 ottobre 2021, per coloro che richiedano l’assegno ordinario e il trattamento di integrazione salariale in deroga. Le disposizioni in esame, inoltre, sospendono di diritto, salve specifiche eccezioni, le procedure di licenziamento e le procedure inerenti l’esercizio della facoltà di recesso dal contratto per giustificato motivo oggettivo già avviate successivamente al 23 febbraio 2020. Il comma 10 dell’articolo dispone le medesime preclusioni e sospensioni contemplate al comma 9, ma prolungandone il periodo dal 1° luglio al 31 ottobre 2021, in considerazione: a) della concessione dell’ulteriore periodo di ventotto settimane per i trattamenti di assegno ordinario e di cassa integrazione salariale in deroga (per periodi intercorrenti tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 2 dell’articolo 8 in esame (alla cui scheda di lettura si rinvia); b) della concessione del trattamento di cassa integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (CISOA) per una durata massima di centoventi giorni (nel periodo ricompreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021), disposto dal comma 8 dell’articolo 8 in esame

         

         

        • Articolo 19 (Esonero contributivo per le filiere agricole della pesca e dell’acquacoltura)

        L’articolo 19 dispone, con riferimento al mese di gennaio del 2021, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL), per la quota a carico dei datori di lavoro, per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni, che svolgono determinate attività. Sono, altresì, determinati i limiti individuali per l’accesso agli esoneri contributivi.

         

        • Articolo 30-bis (Canoni demaniali per le attività di pesca e acquacoltura)

        L’articolo aggiuntivo 30-bis – che le Commissioni di merito propongono di inserire con l’approvazione dell’emendamento 30.091 testo 2 e di altri identici – riconosce un contributo ai concessionari di aree demaniali marittime per le attività di acquacoltura, pesca e ripopolamento, nonché per la realizzazione di manufatti destinati al prodotto ittico, nel limite di spesa di 1 milione di euro per il 2021.

         

        • Articolo 38 (Sostegno al sistema delle fiere)

         L’articolo 38, al comma 1, rifinanzia di 150 milioni di euro per l’anno 2021 il Fondo per la promozione integrata sui mercati esteri per la concessione di contributi a fondo perduto – commisurati ai costi fissi sostenuti dal 1° marzo 2020 e non coperti da utili – a favore degli enti fieristici italiani per il supporto ai processi di internazionalizzazione degli stessi enti. Il comma 2 dispone che ai relativi oneri si provveda ai sensi dell’articolo 42. Il comma 3 istituisce, nello stato di previsione del Ministero del Turismo, un Fondo destinato al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento, dal rinvio e dal ridimensionamento, a causa della pandemia da COVID-19, di fiere e congressi. Il Fondo viene dotato di 100 milioni per l’anno 2021. Il comma 4 demanda le modalità di riparto del Fondo ad un decreto del Ministro del turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, tenendo conto dell’impatto economico negativo nel settore conseguente alle restrizioni determinate dalla pandemia. Ai sensi del comma 5, l’indennità di sostegno disciplinata dal comma 3 è incompatibile con i contributi a fondo perduto di cui al comma 1. Infine, il comma 6 dispone che agli oneri relativi al comma 3 si provveda ai sensi dell’articolo 42.

         

         

        • Articolo 39, comma 1 (Incremento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacultura)

        L’articolo 39, comma 1, incrementa, per il 2021, di 150 milioni di euro, il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

         

        • Articolo 39-bis (Accesso delle imprese agricole al Conto termico)

        L’articolo 39-bis, prevede che, nelle zone montane, le misure di incentivazione per interventi di incremento dell’efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni, c.d. “Conto termico 2.0”, si applicano anche alle imprese il cui titolare esercita le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile.

         

        • Articolo 39-bis (Semplificazioni in materia di controllo e certificazione delle macchine agricole e forestali)

        L’articolo 39-bis, consente, al comma 1, al MIPAAF, nell’ambito delle proprie competenze, e al fine di sviluppare le conoscenze tecniche indispensabili ad assicurare la competitività del settore meccanico agrario, di avvalersi previa stipula di apposita convenzione, per il 2021 e nel limite di spesa di cui al comma 3 che costituisce tetto di spesa massima, dell’assistenza tecnica dell’ENAMA (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola).

         

         

        • Articolo 39, commi 1-bis-1-septies (Disposizioni su alimenti, imballaggi e cooperative)

        I commi 1-bis-1-septies dell’articolo 39, che le Commissioni di merito propongono di introdurre con l’approvazione degli emendamenti 39.30 testo 3 e identici, contengono alcune disposizioni di carattere eterogeneo volte ad intervenire volte nei seguenti ambiti: prodotti ortofrutticoli di quarta gamma; caratteristiche della birra; proroga in materia di imballaggi; monitoraggio delle produzioni cerealicole e disciplina delle cooperative.

         

        • Articolo 39-bis (Disposizioni in materia di materiale vegetale spiaggiata)

        L’articolo 39-bis, novella l’articolo 185, comma 1, lettera f) del codice dell’ambiente in materia di esclusioni dall’applicazione della parte quarta inerente i rifiuti, inserendo tra le esclusioni previste anche il riferimento alla posidonia spiaggiata, laddove reimmessa nel medesimo ambiente marino o riutilizzata a fini agronomici o in sostituzione di materie prime all’interno dei cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.

         

        • Articolo 40-bis (Disposizioni temporanee per le cooperative sociali cosiddette di tipo b e in materia di prevalenza della mutualità delle cooperative)

        L’articolo 40-bis – di cui l’emendamento 40.0.17 ed altri emendamenti identici, approvati in sede referente, propongono l’inserimento – prevede alcune norme transitorie relative alla quota percentuale minima di lavoratori svantaggiati che devono essere occupati nelle cooperative sociali cosiddette di tipo b ed alla perdita, da parte di una società cooperativa, delle condizioni di mutualità prevalente

      • Legge Castagneti

        PROPOSTA DI LEGGE C .1650

        Norme per favorire lo sviluppo e la valorizzazione della castanicoltura sostenibile, il recupero della coltivazione dei castagneti, la prevenzione dell’abbandono colturale e la promozione e della filiera produttiva castanicola

         

         

        CAPO I

        DISPOSIZIONI GENERALI

        Art. 1

         (Ambito di applicazione e finalità)

         

        1.Lo Stato, al fine di favorire lo sviluppo delle zone montane e la valorizzazione della coltivazione sostenibile dei castagneti, nonché ai fini della tutela ambientale, della difesa del territorio e del suolo e della conservazione dei paesaggi tradizionali, di cui all’articolo 9, secondo comma, e all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, all’articolo 107, paragrafo 3, lettera d), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e alla Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 14, promuove e favorisce,  in base alle disposizioni della presente legge:

        1. interventi di recupero delle attività di coltivazione, di prevenzione dell’abbandono colturale, di manutenzione e salvaguardia dei castagneti da frutto e da legno, soprattutto abbandonati, nei territori collinari e montani anche di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale e a rischio di dissesto idrogeologico;
        2. interventi di sostegno e promozione del settore castanicolo nazionale e della sua filiera produttiva, valorizzando la multifunzionalità delle aziende del settore favorendo e sostenendo l’aggregazione dei produttori in forme associative.

         

        Art. 2

        (Definizioni)

        1.Ai fini e per gli effetti della presente legge si intende per:

        1. a) castanicoltori: chiunque esercita attività di coltivazione di castagneti per la produzione di frutti o per l’ottenimento di prodotti legnosi e non legnosi, individualmente o in forma di associazioni, consorzi o altre forme di aggregazione aventi personalità giuridica, in qualità di proprietario o conduttore;
        2. b) castagneti da frutto in attualità di coltura: i soprassuoli di Castanea sativa Mill. coltivati per la produzione di castagne e marroni, con densità da 30 a 200 piante innestate ad ettaro, soggetti a costanti pratiche colturali;
        3. d) castagneti da frutto oggetto di ripristino colturale : i castagneti da frutto che, per la sospensione delle cure colturali, presentano riduzione del numero di piante innestate e invasione spontanea di vegetazione arbustiva ed arborea oppure i cedui castanili a bassa densità derivanti dal taglio di precedenti castagneti da frutto, che si intende recuperare alla produzione di castagne e marroni dietro presentazione di apposito progetto agronomico autorizzato dalla competente Regione o Provincia autonoma;
        4. e) castagneti da legno: boschi cedui, fustaie transitorie, boschi di alto fusto di neoformazione e impianti di castagno reversibili, realizzati secondo la metodologia dell’arboricoltura da legno e con la finalità della produzione di specifici assortimenti legnosi.

         

         

        ART. 3

        (Tavolo di filiera per la frutta in guscio)

        1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Tavolo di filiera per la frutta in guscio, di seguito denominato “Tavolo”, comprendente una specifica sezione relativa alla castanicoltura, con compiti consultivi e di monitoraggio. I componenti del Tavolo durano in carica tre anni.
        2. Il Tavolo è composto dai rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero della transizione ecologica, del Ministero per i beni e le attività culturali, del Ministero della salute, delle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, delle organizzazioni professionali agricole, delle organizzazioni dei produttori, degli importatori e dei trasformatori, delle Associazioni nazionali, dei collegi e degli ordini professionali, dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), dell’ISTAT, del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), nonché da una rappresentanza delle Università e degli enti di ricerca competenti.
        3. Ai partecipanti al Tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza, indennità, emolumenti né rimborsi spese comunque denominati. L’istituzione del Tavolo non deve determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
        4. Nell’ambito del Tavolo è costituito l’Osservatorio statistico, economico e di mercato permanente, con il compito di raccogliere e di analizzare le informazioni derivanti dal monitoraggio dei dati economici del settore al fine di aggiornare i dati statistici, le indicazioni economiche, i prezzi e l’andamento del mercato.
        5. Gli esperti dell’Osservatorio economico e di mercato permanente sono scelti tra i componenti del Tavolo ed agli stessi non spettano compensi, gettoni di presenza, indennità, emolumenti né rimborsi spese comunque denominati.
        6. Le funzioni di supporto e di segreteria saranno assicurate dall’Ufficio competente del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali attraverso le risorse umane, strumentali e finanziarie assegnate a legislazione vigente.

        ART. 4

        (Piano di settore della filiera castanicola)

        1.Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa acquisita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è adottato il Piano di settore della filiera castanicola, di seguito denominato “Piano”.

        2.Il Piano è lo strumento programmatico strategico del settore destinato a fornire alle regioni gli indirizzi sulle misure e sugli obiettivi di interesse che possono essere inseriti nei singoli Piani di sviluppo rurale. Esso individua prioritariamente gli interventi volti a promuovere e favorire il recupero delle attività di coltivazione, la prevenzione dell’abbandono colturale e la salvaguardia dei castagneti da frutto e cedui, soprattutto abbandonati, nei territori collinari e montani, nonché volti ad incentivare lo sviluppo di una filiera sostenibile, integrata, competitiva, e multifunzionale sia dal punto di vista produttivo che ambientale, a definire forme di aggregazione professionale e interprofessionale volte  a  valorizzare la filiera castanicola e i suoi prodotti,  nonché a realizzare un coordinamento strategico della ricerca nel settore.

        1. Il Piano è altresì diretto a:
        2. a) fornire all’Osservatorio statistico, economico e di mercato permanente di cui all’articolo 3, comma 4, i dati sul numero di aziende agricole e sulle superfici investite, al fine di valutare la consistenza della produzione castanicola con cadenza almeno triennale e programmare politiche economiche adeguate;
        3. b) individuare i territori nei quali sono situati i castagneti come definiti dall’articolo 2;
        4. c) definire i criteri e le procedure per la concessione dei contributi di cui all’articolo 8, commi 1 e 2, e la tipologia di interventi ammissibili;
        5. d) determinare la percentuale di contributi erogabili ai sensi dell’articolo 8, comma 1, nel limite delle risorse disponibili.
        6. Il Piano ha durata triennale. In sede di prima applicazione, esso è adottato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
        7. All’attuazione del presente articolo si provvede nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

        ART. 5

        (Qualità delle produzioni e marchi)

        1.Le regioni, d’intesa con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, possono istituire, nel rispetto della normativa dell’Unione europea, marchi finalizzati a certificare il rispetto di standard di qualità nella filiera dei prodotti castanicoli.

        1. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha facoltà di proporre un marchio unico di qualità che le regioni possono adottare a livello regionale, interregionale o di distretto.
        2. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali promuove e favorisce la stipula di specifici protocolli e la redazione di disciplinari di coltivazione biologica sostenibile nell’ambito della filiera castanicola.

         

        CAPO II – INTERVENTI PUBBLICI PER LA FILIERA CASTANICOLA

        ART. 6

        (Miglioramento della competitività ed emergenze fitosanitarie)

        1. Per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo nel settore castanicolo finalizzati all’innovazione dei modelli colturali e al miglioramento della competitività della filiera e della produzione vivaistica nazionale, individuati mediante procedura ad evidenza pubblica, è autorizzata la spesa di 1 milione di euro annui a decorrere dal 2021. Con proprio decreto, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali definisce l’entità delle risorse disponibili, le modalità di accesso alla gara e le tipologie di progetti ammissibili.
        2. Per il finanziamento di progetti di ricerca multidisciplinari sulle emergenze fitosanitarie nel settore castanicolo al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) è concesso un contributo di 1.500.000 euro annui a decorrere dal 2021.
        3. I progetti di cui ai commi 1 e 2 dovranno essere aderenti alle linee di programmazione individuate dal Piano di cui all’articolo 4.
        4. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, pari a 2,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2021, si provvede ai sensi dell’articolo 11.

         

        Art. 7

        (Interventi di sostegno e valorizzazione della filiera castanicola e criteri di premialità)

        1. Nell’ambito degli strumenti di programmazione adottati in base alla normativa europea, statale e regionale sullo sviluppo rurale, può essere prevista la realizzazione di interventi di valorizzazione della filiera castanicola che favoriscano:
        2. a) l’utilizzo razionale di nuove tecniche colturali valutando caso per caso quelle tradizionali, in funzione della presenza di impianti tradizionali o storici o di impianti innovativi o intensivi;
        3. b) il miglioramento genetico dei prodotti;
        4. c) l’ammodernamento degli impianti;
        5. d) l’attuazione di progetti integrati di filiera;
        6. e) i corsi di formazione destinati ai castanicoltori, come definiti dall’articolo 2, comma 1, lettera a);
        7. f) il miglioramento della filiera vivaistica.
        8. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, acquisito il parere del Tavolo e in base alle indicazioni del Piano, d’intesa con le Regioni, può individuare criteri di premialità nell’ambito dei Piano di sviluppo rurale (PSR) e del Piano Strategico, in via prioritaria in favore delle “associazioni, organizzazioni dei produttori castanicoli o Consorzi riconosciuti in base alla normativa nazionale e dell’Unione europea. Il Ministro inoltre individua, in accordo con le regioni, specifiche misure ed interventi adeguati e dedicati alle aziende castanicole aggregate nell’ambito dei PSR, al fine di sostenere lo sviluppo del settore a livello locale.
        9. Le regioni possono dare attuazione alle disposizioni del comma 2 nei rispettivi PSR annuali e pluriennali.

         

        CAPO III – INCENTIVI AI CASTANICOLTORI

        Art. 8

         (Fondo per la promozione della filiera castanicola)

        1. I castanicoltori, come definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), possono richiedere la concessione di un contributo a copertura parziale delle spese da sostenere per le seguenti finalità:
        2. a) interventi di recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti da frutto in attualità di coltura;
        3. b) interventi di recupero e di ripristino dell’attività di coltivazione nei castagneti di cui all’articolo 2, comma 1, lett. d);
        4. c) interventi che prevedano l’utilizzo e la valorizzazione del castagno nella selvicoltura naturalistica o in impianti da arboricoltura da legno;
        5. d) interventi per la trasformazione di cedui di castagno in castagneti da frutto, purchè conformi alle disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
        6. Alle aziende che operano nell’ambito della filiera castanicola è concesso un contributo per favorire l’avvio di processi di integrazione e di associazione tra la produzione, la raccolta, lo stoccaggio, la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti del castagno, anche attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche destinate al commercio elettronico, e, in generale, per promuovere la multifunzionalità delle aziende castanicole.
        7. Per il finanziamento degli interventi di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è istituito un fondo, denominato “Fondo per la promozione della filiera castanicola”, con una dotazione iniziale di 8 milioni di euro per l’anno 2021 e di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, che costituiscono limite massimo di spesa.
        8. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa acquisita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, si provvede, entro due mesi dalla data di entrata in vigore del decreto di cui all’articolo 4, comma 1, e, successivamente, entro il 30 aprile di ogni anno, alla ripartizione del Fondo per la promozione della filiera castanicola tra le regioni nel cui territorio sono situati i castagneti individuati ai sensi del medesimo articolo.
        9. Le regioni destinatarie delle risorse ripartite disciplinano, assicurando l’invarianza dei limiti di spesa, le modalità di attuazione degli interventi previsti dal Piano nonché di assegnazione dei contributi di cui al presente articolo.
        10. I contributi previsti dalla presente legge sono sottoposti alla preventiva verifica di compatibilità con la normativa dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
        11. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 11.

         

        Art. 9

        (Controlli e sanzioni)

        1. Le regioni programmano i controlli sull’effettiva e puntuale realizzazione degli interventi oggetto dei contributi di cui all’articolo 8.
        2. Per lo svolgimento dei controlli le regioni possono avvalersi del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari, del Nucleo operativo ecologico e del Nucleo antisofisticazione dell’Arma dei carabinieri, oltreché della polizia provinciale.
        3. Nel caso in cui il castanicoltore o l’azienda castanicola beneficiari dei contributi di cui all’articolo 8 realizzino gli interventi in modo parziale o carente rispetto a quanto indicato nella relativa domanda, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria di importo pari ad una somma da un terzo a quattro quinti dell’ammontare erogato. Il castanicoItore o l’azienda di cui al periodo precedente sono altresì esclusi dall’assegnazione dei contributi.
        4. Nel caso in cui il castanicoltore o l’azienda castanicola beneficiari dei contributi di cui all’articolo 8 non realizzino gli interventi indicati nella relativa domanda, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria pari all’importo dei contributi erogati, aumentato di un terzo. Al castanicoltore o all’azienda di cui al periodo precedente è revocata l’assegnazione dei contributi concessi.
        5. Le somme derivanti dall’applicazione delle sanzioni sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo per la promozione del settore castanicolo.

         

         

         

        CAPO IV – DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

        Art. 10

        (Comitato di assaggio e valutazione delle tipologie commerciali di castagne)

        1. Al fine di introdurre protocolli di tracciabilità, analisi e di valutazione delle caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche delle varie tipologie commerciali di castagne a garanzia della qualità dei prodotti, nell’ambito del Tavolo di cui all’articolo 3, comma 1, è istituito un Comitato di tre assaggiatori esperti.
        2. Ai componenti del Comitato non spettano gettoni di presenza, compensi, indennità ed emolumenti e rimborsi spese comunque denominati. Le funzioni di supporto e di segreteria saranno assicurate dall’Ufficio competente del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali attraverso le risorse umane finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

         

        Art. 11

        (Disposizioni finanziarie)

        1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, pari a 10,5 milioni di euro per il 2021 e 12,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2022,  si provvede, quanto a 8 milioni di euro per il 2021 e 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, mediante corrispondente riduzione del fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2021, e quanto a 2,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2021, mediante corrispondente riduzione del fondo speciale di parte capitale iscritto ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
        2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
      • GIOVANI AGRICOLTORI, MUTUI A TASSO ZERO E CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO

        Interrogazione a risposta in commissione

        Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

        Per sapere, premesso che:

        ai sensi della legge 28 luglio 2016 n. 154 art. 16 Ismea ha costituito la “Banca delle Terre Agricole” con la  finalità di costituire un inventario completo della domanda  e dell’offerta dei terreni agri coli che si rendono disponibili in quanto  rientrati nella  disponibilità dell’ente. Nel corso degli anni la Banca è stata alimentata sia con i terreni delle operazioni fondiarie realizzate da Ismea, sia con i terreni appartenenti a Regioni, Province Autonome o altri soggetti pubblici,  anche  non  territoriali,  interessati  a  vendere,  per  il  tramite  della  Banca,  i  propri terreni, previa sottoscrizione di specifici accordi con l’Istituto;

        lo strumento della “Banca delle Terre Agricole”  costituisce una novità finalizzata a rimettere in circolo capitali e investimenti sul bene terra, segnando un punto fondamentale nella ricomposizione fondiaria e nella lotta all’abbandono dei terreni agricoli a beneficio della competitività dell’intero sistema agricolo italiano;

        da quando la Banca  è stata creata, ha già messo all’asta due lotti: il primo per un totale di 7mila ettari, il secondo per circa 8mila. Si va dai vigneti agli uliveti, fino ai campi di cereali, con una superficie media di circa 26 ettari;

        entro l’estate  Ismea  dovrebbe aprire una nuova asta  per l’assegnazione di 620  terreni. Si tratta di 320 lotti  non venduti  nelle tre precedenti tornate  più altri  300 nuovi appezzamenti , per un totale di 16 mila  ettari. Finora sono stati 213 i terreni  aggiudicati  attraverso  la manifestazione  d’interesse  e il versamento  della caparra  da parte dei giovani agricoltori;

        secondo un recente censimento in Italia sono oltre 548mila le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili;

        questa rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo;

        nonostante questo cambiamento epocale l’accesso alla terra  per giovani agricoltori  presenta  troppi ostacoli da superare. La gran parte delle terra che i giovani  gestiscono è in affitto. Le garanzie Ismea hanno tempi di istruttoria troppo lunghi tanto da incidere sulle garanzie che le banche richiedono. I prezzi dei terreni risultano in molti casi più alti del valore di mercato in quanto gli stessi sono parametrati sui valori di quando quei terreni  sono stati acquistati;

        quali interventi intende  promuovere  per semplificare  le procedure che consentono l’accesso alla terra e  quali sostegni  finanziari  intende favorire  per rendere  competitiva le aziende agricole  gestite  da giovani imprenditori.

        Antonella Incerti

    • aprile (2)

      • SNAI STRATEGIA NAZIONALE AREE INTERNE. NO ALLA RIDUZIONE DELLE RISORSE

        Una riduzione che potrebbe impattare sulla progettualità di una delle aree più avanzate: quella del nostro Appennino Reggiano, nel condividere la preoccupazione per una possibile riduzione dei fondi nazionali annunciata dalla MINISTRA CARFAGNA ho presentato un’interrogazione urgente

        Al Ministro per il sud e la coesione territoriale.

        — Per sapere – premesso che

        La Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) è un progetto nazionale, presentato nel 2012, che ha come obiettivo il rilancio socio-economico del Paese, ed in particolare di quelle aree interne caratterizzate da una forte diminuzione della popolazione, un tasso crescente di disoccupazione (specialmente quella giovanile), una carente offerta di servizi di base per la popolazione;

        sono 72 le aree selezionate nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, pari a 1060 Comuni (il 13.4% del totale nazionale), con una popolazione complessiva al di sotto dei 2 milioni di abitanti (3.3% del totale nazionale) e una superficie che rappresenta il 17% del suolo del Paese. Luoghi caratterizzati dalla distanza dai servizi essenziali e da un alto tasso di spopolamento. È pari a 1,142 miliardi di euro il valore complessivo delle strategie approvate, di cui 261 milioni di euro sono risorse statali, 693 milioni di euro provengono da Programmi finanziati dai fondi europei, mentre ulteriori 189 milioni di euro sono costituiti da altre risorse pubbliche e private.

        gli ambiti di intervento delle 71 aree approvate sono molteplici: mobilità, salute, scuola, efficienza e trasparenza della PA, natura, cultura e turismo, agricoltura e zootecnia, bosco, energia, imprese, infrastrutture e servizi digitali, lavoro e formazione e sicurezza del territorio. Moltissimi i progetti già in fase di attuazione.

        nel corso del 2020 sono stati stanziati ulteriori 310 milioni di risorse nazionali alla SNAI che, oltre a garantire una premialità all’area pilota che hanno fatto registrare le performance migliori e più coerenti con lo sviluppo della Strategia, consentiranno nei primi mesi del 2021 di attivare almeno 2 nuove aree per Region

        il 16 marzo scorso durante l’audizione alla Camera dei deputati la Minstra Carfagna ha annunciato l’intenzione di ridurre da 1, 5 miliardi a 900 milioni i fondi destinati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Strategia nazionale per le aree interne;

        la Federazione nazionale aree interne nel ribadire la necessità di rafforzare la Stategia nazionale per le aree interne attraverso interventi di riforma legislativa e con adeguati investimenti ha inoltrato alla Ministra una lettera nella quale ha riassunto l’esperienza della SNAI nei territori e avanzato proposte di riforma in un’ottica di semplificazione procedurale;

        quali iniziative di competenza intenda intraprendere per avviare un confronto sulla nuova Strategia nazionale per le aree interne nell’ambito della programmazione dei fondi europei.

      • AGRICOLTURA: GELATE, INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE

        Purtroppo anche quest’ anno le calamità naturali colpiscono in modo pesante la nostra agricoltura. Misure urgenti e veloci da mettere in campo.

        Al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

        Per sapere – premesso che:

        l’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito nelle ultime settimane il Centro-Nord ha provocato danni ingenti alle aziende ortofrutticole; dal monitoraggio delle principali organizzazioni agricole emerge una situazione drammatica per molte imprese agricole che hanno visto perdere in pochi giorni il lavoro di un intero anno. I danni ammonterebbero a centinaia di milioni di euro se si considerano le conseguenti irreversibili perdite commerciali;

        la Toscana, dalla costa alle aree interne, è stata interessata da diverse nottate di gelo che hanno colpito pesantemente le colture in campo, a partire dagli ortaggi, ma anche alberi da frutto in piena fioritura. Molte le aziende che hanno incendiato le rotoballe di fieno per provare ad alzare le temperature nei vigneti; in Emilia-Romagna ciliegi in fioritura, ma anche pereti e meleti, stanno infatti pagando a caro prezzo il gelo che si ripete da notti. In Romagna e Centro Emilia il peggio è toccato anche agli ortaggi a foglia destinati al consumo fresco, ma anche ai vigneti, con i germogli del Lambrusco completamente lessati dal freddo;

        il fenomeno meteorologico è risultato perticolarmente violento anche in Veneto e Piemonte . Oltre ai vigneti non si sono salvate alcune varietà di peschi, albicocchi e susini e seminativi quali barbabietola e mais.;

        scendendo verso il Sud, nel Barese si osserva l’identico scenario: alberi da frutto, ma anche l’uva da tavola hanno subito diversi danni. Danni ingenti sono stati segnalati in Basilicata, in Campania e in Puglia,

        questi continui eventi calamitosi, stanno compromettendo non solo il reddito ma l’esistenza stessa di numerose aziende agricole dislocate in tutto il Paese.

        Aziende agricole che da più di un anno sono costrette a fronteggiare gli effetti congiunturali negativi imposti dal perdurare della pandemia ;

        secondo quanto reso noto dalle associazioni di categoria sulla base dei dati del Crea gli eventi calamitosi hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale di oltre 20 miliardi di euro nel corso dell’ultimo decennio;

        siccità, gelo e alluvione sono le avversità che hanno procurato più danni durante il 2020, per un totale di 612,6 milioni di euro (dati Ismea, 2020) ;

        a seguito dell’evolversi dell’emergenza sanitaria e del protrarsi delle misure restrittive per il contenimento del contagio, il Governo ha adottato provvedimenti straordinari per sostenere le imprese del settore agricolo. L’art. 222-bis del decreto legge n. 34/2020 oltre a prevedere una misura a favore delle imprese agricole ubicate nei territori che hanno subìto danni per le eccezionali gelate occorse dal 24 marzo al 3 aprile 2020 ha incrementato di 10 milioni di euro, per il 2020, la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale – interventi indennizzatori;

        per affrontare queste nuove emergenze che aggiungono danni e problemi a una situazione già difficile, l’agricoltura ha bisogno di strumenti nuovi, strumenti più adeguati per dare risposte concrete.

        se non ritiene di dover estendere all’anno 2021 le disposizioni previste dall’articolo 222 –bis del decreto legge n. 34 del 2020 a favore delle imprese agricole danneggiate dalle avversità atmosferiche di eccezionale intensità del mese di aprile 2021 e incrementare la dotazione finanziaria del fondo di solidarietà nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102;

        se intende assumere iniziative , d’intesa con le regioni, per ottimizzare i tempi di riconoscimento dello stato di calamità, modificare il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 al fine di introdurre procedure amministrative semplificate nella distribuzione delle risorse finanziarie e dei risarcimenti fra territori e filiere produttive ;

        Antonella Incerti

    • marzo (1)

      • Commissione Agricoltura: APPROVATO IL DOCUMENTO ‘FROM FARM TO FORK’

        Dal piatto al consumatore
        Una strategia europea di grande ambizione : riduzione uso pesticidi, miglioramento del benessere animale , valorizzazione della agricoltura biologica .
        Una strategia accolta con una certa freddezza dal mondo agricolo. Invece – dal mio punto di vista – si tratta non solo di una grande opportunità per il nostro Paese poiché noi siamo all’avanguardia sia dal punto legislativo che di pratiche innovative, ma perché non è una strategia pensata nelle ‘stanze politiche di Bruxelles’.
        Piuttosto La sempre più stringente richiesta di a prodotti alimentari sicuri, sostenibili, equi e giusti, ci viene dai CONSUMATORI stessi . Che anche durante la pandemia hanno rivolto la loro scelta a prodotti sicuri, locali, di alta qualità , spesso provenienti da agricoltura biologica .
        D’altronde siamo davanti anche in questo : produzione biologica italiana al 15,2 % contro la media europea dell8% .
        Dunque, garantendo un reddito adeguato ai coltivatori, andiamo avanti su questa strada .
        Qui le condizioni che abbiamo posto :
        a) l’adozione delle future iniziative previste nel programma d’azione dovrebbe essere preceduta, al fine di garantire la sostenibilità delle misure, da valutazioni d’impatto approfondite, tenuto conto dell’esigenza di individuare i criteri di calcolo e i riferimenti temporali a partire dai quali misurare il conseguimento di ciascun obiettivo; in particolare, dovrebbero essere tenuti in debita considerazione, con riguardo alle situazioni specifiche dei singoli Stati membri, gli oneri a carico dei produttori e delle filiere, così come l’eventuale riduzione delle produzioni;
        b) in ragione dei maggiori oneri che saranno posti a carico della filiera agricola in fase di attuazione della strategia, dovrebbero essere stabilite, al fine di evitare fenomeni di concorrenza sleale, adeguate condizioni di reciprocità nelle relazioni con i partner commerciali extra Ue, con particolare riguardo ai criteri di produzione e ai profili dell’ambiente, del lavoro e della salute;
        c) la transizione verso sistemi alimentari sostenibili richiede per la sua realizzazione misure volte a tutelare la produttività e il reddito dei produttori primari;
        d) al fine di garantire il rafforzamento e di promuovere l’internazionalizzazione del sistema agroalimentare, dovrebbero essere introdotti strumenti che consentano la costruzione di alleanze strategiche di filiera tra produttori agricoli, industria di trasformazione e operatori di mercato, in grado di far arrivare celermente i prodotti ai consumatori finali e al tempo stesso di trasferire ai produttori le esigenze espresse dai consumatori;
        e) dovrebbero essere introdotte misure dirette a sostenere la competitività delle filiere zootecniche, in modo da assicurare il perseguimento degli obiettivi sia di efficienza energetica, sia di riduzione delle emissioni;
        f) l’implementazione della strategia, anche alla luce dell’esigenza di garantire prezzi equi e una maggiore redditività della produzione agricola, potrebbe costituire l’occasione per avviare in generale una discussione sugli interventi per il settore agricolo con riguardo a regimi fiscali, premialità, diritti dei lavoratori, dinamiche dei prezzi remunerative, nonché alle misure da adottare nell’ottica dell’economia circolare e di filiere solide e trasparenti; in tale contesto, dovrebbero essere attuati interventi volti ad assicurare un reddito equo agli agricoltori e la protezione dei produttori da importazioni di cibo di bassa qualità, nonché da misure di dumping economico, sociale ed ambientale;
        g) dovrebbero essere previsti specifici interventi a sostegno delle micro, piccole e medie imprese nella transizione verso pratiche e modelli produttivi più sostenibili, anche allo scopo di minimizzare gli oneri a loro carico; in particolare, al fine di scongiurare aggravi di carattere procedurale, dovrebbero essere ridotti quanto più possibile, gli adempimenti a carico delle suddette imprese, che andrebbero opportunamente modulati in funzione della dimensione e della tipologia dell’attività svolta;
        h) occorre garantire un’equa distribuzione del valore lungo le filiere agroalimentari contro i rischi di frodi e contraffazioni, nonché migliorare la posizione degli imprenditori agricoli nella catena del valore rafforzando il contrasto alle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese del settore agricolo e alimentare;
        i) nell’ambito degli interventi volti al potenziamento e alla promozione dell’agricoltura biologica occorre garantire il rispetto delle regole che rendono questi prodotti un valore aggiunto attraverso sistemi di controllo rigorosi, con particolare riguardo alle importazioni dei paesi terzi che adottano metodi di produzione biologica riconosciuti dall’UE;
        j) sarebbe opportuno riconoscere lo sviluppo delle filiere corte e i sistemi produttivi alternativi, volti a valorizzare forme di produzione, trasformazione e commercializzazione locali, basati su qualità nutrizionale, benessere animale ed ambientale;
        k) per il perseguimento degli obiettivi della strategia sono necessari adeguati investimenti nella ricerca scientifica, volti a sostenere gli agricoltori nella transizione verso la riduzione degli input preservando la sostenibilità economica dell’attività, nonché nell’innovazione tecnologica, anche attraverso la digitalizzazione e l’agricoltura di precisione, garantendo una sinergia tra le diverse fonti di finanziamento; maggiori investimenti nella ricerca scientifica sono, altresì fondamentali per contrastare le nuove fitopatie, la cui diffusione costantemente in aumento richiede anche trasparenza sui risultati ottenuti e task force dedicate, per assicurare la gestione sostenibile dei suoli agrari e per promuovere lo sviluppo delle migliori pratiche gestionali di allevamento;
        l) sarebbe altresì opportuno prevedere misure volte a ridurre l’impatto ambientale nei settori critici dell’allevamento intensivo del bestiame e a sostenere adeguatamente tutti i processi di miglioramento della sostenibilità e delle certificazioni della filiera, attraverso l’estensione di pratiche agricole sostenibili, la prosecuzione nella riduzione degli input e lo sviluppo dell’energia rinnovabile;
        m) gli interventi diretti a promuovere soluzioni per l’efficienza energetica nei settori agricolo e alimentare, anche attraverso lo sviluppo del fotovoltaico, dovrebbero essere accompagnati da un’adeguata pianificazione a livello territoriale, diretta a preservare la sostenibilità delle attività agricole, nel rispetto degli obiettivi di riduzione del consumo di suolo;
        n) l’attuazione della strategia richiede un coordinamento tra le istituzioni a tutti i livelli di governance e un coinvolgimento degli operatori, affinché le misure concertate a livello europeo possano aiutare l’implementazione della strategia verso obiettivi di riforma ambiziosi e condivisi, tenuto conto dell’impatto trasversale delle misure previste nel settore e nella filiera alimentare;
        o) l’introduzione di un sistema di regole armonizzate per un’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio, che rientra tra le azioni della strategia, deve escludere classificazioni, sulla base di indicatori sintetici che risultano fuorvianti per il consumatore, e fornire informazioni chiare sui valori nutrizionali degli alimenti, sulla scorta di quanto prevede il sistema “a batteria” italiano; tali regole dovrebbero in ogni caso avere carattere volontario, e non obbligatorio, e comunque escludere i prodotti agroalimentari a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta, nonché i prodotti con un unico ingrediente;
        p) appare invece necessaria l’introduzione di regole chiare ed armonizzate sull’obbligo dell’indicazione d’origine dei prodotti, che devono anch’esse fornire ai consumatori gli strumenti necessari per compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sostenibili;
        q) appare altresì necessario, nel quadro di attuazione della strategia, implementare le misure di contrasto al fenomeno delle contraffazioni, con particolare riferimento all’ “Italian sounding”, rafforzando gli strumenti di controllo ed armonizzando le relative procedure di indagine in ambito europeo;
        r) nell’ambito delle iniziative di cui sopra, un ruolo essenziale dovrebbe comunque essere svolto dall’educazione nutrizionale e dalle campagne di sensibilizzazione, attraverso azioni utili a formare ed informare i consumatori sulla qualità del cibo prodotto;
        s) andrebbero altresì valutate politiche e misure per ridurre le disuguaglianze sociali e promuovere l’accesso delle fasce più vulnerabili ad un sistema alimentare più sostenibile e sano;
        t) la strategia dovrebbe considerare maggiormente la pesca al fine di tenere conto delle potenzialità nello sviluppo degli elementi di sostenibilità del settore, favorendo l’adozione di modelli di economia circolare e a sostegno della rimozione e del sequestro di CO2, anche mediante l’utilizzo di imballaggi ecocompatibili; dovrebbero essere previsti interventi diretti a garantire la tracciabilità del pescato, sia in mare che nelle acque interne, ed una etichettatura chiara e comprensibile da parte del consumatore circa le informazioni sulla provenienza del prodotto ittico e lo stato di conservazione ; alcune indicazioni della strategia dovrebbero inoltre essere tenute in considerazione negli atti di programmazione del settore ittico; coerentemente ad un approccio più sostenibile ed ecocompatibile, la strategia andrebbe orientata verso la commercializzazione e un maggior consumo delle specie ittiche, sia del mare che delle acque interne, considerate “povere” ovvero poco note, o addirittura sconosciute ai consumatori, con il risultato di limitare la pressione sugli stock tradizionalmente pescati; l’acquacoltura in mare e nelle acque interne dovrebbe essere indirizzata verso modelli di gestione volti al controllo e al mantenimento della qualità ambientale e alla riduzione dell’impatto sull’ecosistema, nonché all’applicazione di sistemi di qualità; dovrebbero infine essere attuate politiche dirette a contemperare gli obiettivi di sostenibilità ambientale propri della strategia con quelli di tutela del reddito dei pescatori;
        u) si valuti l’opportunità di adottare a livello nazionale misure coerenti con la strategia sia nell’applicazione della normativa vigente in materia di biodiversità agricola e sprechi, sia nell’adeguamento del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), nonché nella definizione e nell’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) e, di concerto con le regioni, del Piano strategico nazionale e dei Piani di sviluppo rurale; l’adozione delle predette misure dovrebbe essere supportata da un’analisi dell’impatto degli obiettivi della strategia per l’Italia ed almeno includere azioni volte al potenziamento dell’agricoltura biologica, anche valorizzando le politiche e le esperienze locali sul cibo, nonché interventi a sostegno della ricerca, dell’innovazione, della formazione in agricoltura.
  • 2020

    • ottobre (3)

      • AUDIZIONI in Commissione Agricoltura: politiche del Farm To Fork

        Nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

        Le startegie “A Farm to Fork” e Biodiversità 2030 presentati il 21 Maggio scorso a Bruxelles dalla Commissione Europea sono, secondo le associazioni aderenti alla Coalizione Italiana CambiamoAgricoltura il primo vero tentativo di politica agroalimentare integrata, un fatto positivo che si colloca al centro del Green Deal accogliendo il principio che alimentazione, ambiente, salute e agricoltura sono materie strettamente connesse. In particolare la Strategia Farm to Fork, con approccio certamente innovativo, dichiara che “i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta” e che “la sostenibilità deve ora diventare l’obiettivo chiave da raggiungere”.

        Tra gli obiettivi della Strategia Farm to Fork, si evidenziano in particolare il ruolo positivo attribuito all’agricoltura biologica con l’impegno al raggiungimento del 25% della superficie agricola europea in biologico, la riduzione del 50% del rischio e della quantità dei pesticidi utilizzati in agricoltura e la maggior consapevolezza dei consumatori e delle imprese di trasformazione, affinché si riduca sia lo spreco alimentare che l’alimentazione a base di zuccheri, grassi e prodotti di origine animale.

        Per le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, il principale punto debole della Strategia Farm to Fork riguarda il settore zootecnico per il suo contributo alle emissioni climalteranti, non fissando obiettivi di riduzione vincolanti, insieme alla necessaria promozione della progressiva riduzione e qualificazione dei consumi di prodotti di origine animale, benchè la Commissione fornisca, coraggiosamente, i dati che danno la misura della sfida: a partire dal ‘peso’ del sistema agro-alimentare nel bilancio delle emissioni climalteranti (il 29% sul totale) di cui ben la metà rappresentato dalla sola filiera zootecnica, che utilizza oltre i 2/3 dei terreni agricoli europei, risultando così la maggior beneficiaria di sussidi PAC.

        La Strategia Farm to Fork riconosce “il ruolo chiave di agricoltori, pescatori e acquacoltori nel rendere i sistemi alimentari sostenibili”, e proprio per questo la nuova PAC dovrà, a differenza del passato, valorizzare questo ruolo di protagonisti del mondo agricolo promuovendo gli investimenti per l’ambiente, la difesa e restauro degli spazi naturali, aiutando le piccole aziende familiari che garantiscono il presidio dei territori, sostenendo maggiormente l’agricoltura biologica e spostando risorse per la zootecnia dalla produzione intensiva a quella estensiva e di qualità, con il miglioramento del benessere animale e la riduzione delle importazioni delle materie prime per i mangimi dai Paesi extraeuropei, causa principale della deforestazione.

      • IL BIOLOGICO MADE IN ITALY

        Con Coldiretti ed Ismea si è fatto il punto sul valore della produzione agricola biologica.

         

        Dati importanti di un settore in grande evoluzione e crescita. Siamo il primo Paese per operatori biologici con 80.643 addetti, 5,6 miliardi di valore prodotto, il 9% della produzione agricola, 3,3 miliardi il consumo degli italiani, all’avanguardia in Europa per valore qualità di produzione e dunque pronti alle politiche di riconversione ecologica e ai programmi su Biodiversità e Alimentazione.

        Prodotto che va salvaguardato attraverso attenti e potenziati controlli. Anche rispetto alle importazioni.

         

        La situazione emergenziale ha consolidato una tendenza alla crescita del settore che prosegue da oltre dieci anni. Si conferma la spinta che la Grande Distribuzione sta imprimendo al mercato biologico mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati dell’11%, gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco con aumenti del 7,2%.

        Si evidenzia anche un incremento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari (+13,1%). I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate.

        L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’ Asia, occorre quindi dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei.

        L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità, promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata riducendo i volumi delle importazioni potrà quindi fornire un ulteriore stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento del target del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal.

         

      • RECOVERY FUND: tante risorse per l’Agricoltura, da spendere bene

        I 209 Miliardi assegnati dall’Unione Europea al nostro Paese, sono una straordinaria occasione non solo per sostenere la ripresa dopo l’emergenza sanitaria da Covid 19 ma soprattutto per dare una svolta strutturale, mettere in campo politiche di lungo respiro. E’ fondamentale fare scelte precise, concrete, con tempistiche certe. Decidere quali sono le priorità del Paese.

        Stiamo lavorando alla messa a punto di un PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) con 6 missioni principali:

        1. digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
        2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
        3. Infrastrutture per la mobilità
        4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura
        5. Equità sociale, di genere e territoriale
        6. Salute

        Per l’Agricoltura si tratta di un passaggio cruciale. Su tutti questi punti può e deve giocare un ruolo da protagonista. Come partito democratico in COMAGRI abbiamo indicato quali sono i punti che noi riteniamo imprescindibili e daremo il nostro contributo alla risoluzione unitaria che ci apprestiamo a trasmettere al Governo. IL PARLAMENTO DEVE AVERE UN RUOLO PRIORITARIO.

        Il comparto agricolo è chiamato a contribuire alla transazione ecologica attraverso un programma un programma di INVESTIMENTI per conseguire gli obiettivi dello EUROPEAN GREEN DEA, potenziando le FONTI RINNOVABILI, migliorando l’efficienza energetica degli edifici rurali e del parco macchinari.

        Vanno introdotte misure che promuovano la sostenibilità delle produzioni agricole, gestendo il ciclo delle acque e del consumo del suolo.

        Competitività e sostegno al reddito, rafforzando le filiere, specie quelle strategiche. Rafforzare il sistema di informazione al consumatore per promuovere regimi alimentari sani e rispettosi dell’ambiente.

        Come PARTITO DEMOCRATICO abbiamo già avviato un confronto ed uno scambio di idee con tutte le associazioni agricole. E’ necessario il concorso di tutti per poter utilizzare al meglio le opportunità.

        Vi terrò aggiornati

         

         

    • maggio (1)

      • Lavoro agricolo, più salute e più dignità

        La regolarizzazione del lavoro agricolo, in tutte le sue forme, è una delle risposte più urgenti che occorre mettere in campo in un momento nel quale è necessario prestare ancora più attenzione alla tutela delle condizioni di salute dei lavoratori, oltre alle condizioni di tutela sociale nelle quali si trovano ad operare nelle nostre campagne.

        Si tratta di una battaglia di civiltà e di dignità, oltre che di salute pubblica, che già da tempo ho voluto intraprendere, insieme al mio partito, il Partito Democratico. E che ci vede impegnati anche per la regolarizzazione e la tutela di altre categorie di lavoratrici e lavoratori da troppo spesso ignorati, come ad esempio colf e badanti. Si tratta di 2 milioni di persone, di cui solo 865mila regolari, che svolgono una funzione fondamentale prendendosi cura di anziani e persone fragili, e spesso sono titolari di rapporti di lavoro “grigi”, che non tengono in conto le reali ore lavorate.

        Per quanto riguarda i lavoratori agricoli, poi, resta attualissima la mia interrogazione al Ministro dell’agricoltura del 15 aprile scorso.

        Ho chiesto al governo, insieme ad altri deputati, come individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore agricolo, ricordando che il Partito democratico aveva richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione .

        Inoltre ho chiesto quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.

        Il lavoro, ne sono convinta, deve ripartire con più garanzie rispetto al passato. Credo che questa crisi ci abbia insegnato che la dignità e la salute delle persone, tutte le persone, vadano tutelate maggiormente.

    • aprile (5)

      • Agricoltura post-Covid, serve il cambio di passo

        In queste difficilissime settimane l’agricoltura non si è mai fermata. Uomini e donne con il loro lavoro agricolo e nel sistema di trasformazione e distribuzione hanno continuato a garantirci alimenti freschi e di qualità.

        È stato un settore strategico, prioritario.

        Questo non vuol dire che non sia un settore in crisi perché far ripartire il mercato non sarà facile anche perché non potrà essere lo stesso di prima.

        Sono state utili nell’immediato le misure messe in campo dal Ministero e dal lavoro sinergico tra imprese agricole, sindacati, parlamentari. Sappiamo delle difficoltà sul tema reperimento manodopera, dell’esigenza di liquidità e di liberare risorse.

        Su questo si sta intervenendo e si continuerà nell’immediato,

        Tuttavia continuo a registrare una sottovalutazione nel dibattito e nelle progettualità sulla ripartenza quando qui si giocherà non solo l’esistenza delle tante piccole imprese agricole ma tutto il nostro modello di sviluppo ambientale e di resistenza ai cambiamenti climatici. Giustamente si è sottolineato (vedi intervento di Susanna Cenni 16 aprile) come nella TASK FORCE di esperti che dovrà coadiuvare il Governo non vi sono figure competenti su questo tema.

        L’epidemia ha cambiato molte priorità e insieme le nostre abitudini alimentari di consumo e le modalità di lavoro.

        Serve allora dare una svolta nelle ridefinizione delle priorità e ridare valore a tutto il sistema e all’Agricoltura e ai suoi lavoratori.

        Un valore che non è solo economico ma culturale e sociale.

        Partendo dal fatto che dovremo investire di più sulla PRODUZIONE NAZIONALE rafforzando la filiera.

        Non siamo autosufficienti per mais, sementi, grano, proteine vegetali.

        Tutto il sistema agricolo va rinnovato dal punto di vista dei SERVIZI INFORMATICI.

        Ho sottolineato nella mia interrogazione in Aula (16 aprile ) il tema della difficoltà di reperimento di mano d’opera e delle garanzie necessarie da assicurare a questi lavoratori. (Caporalato e sfruttamento, regolarizzazione)

        Ma altrettanto non trascurabile è la carenza di competenze per essere in grado di tenere l’evoluzione tecnologica che sta caratterizzando questo comparto.

        Il grande ricorso a internet ha già modificato le interazioni umane e per non farsi trovare impreparati occorre vincere le forme del DIGITAL DIVIDE anche in quelle aree rurali remote dove trovano habitat naturale molte delle nostre aziende agricole.

        Va rinnovato tutto il sistema agricolo e agro alimentare dal punto di vista dei servizi informatici.

        INNOVAZIONE, RICERCA, COMPETITIVITÀ e SOSTENIBILITÀ.

        L’agricoltura è il presidio del territorio. Pensare di condurla in modo più sostenibile ed accettabile per garantire anche un ambiente più sano mi pare indispensabile.

        Serviranno risorse economiche e di ‘pensiero’.

        In questo ci potrà aiutare anche un ripensamento della POLITICA AGRICOLA EUROPEA.

        Le risorse non bastano.

      • Agricoltura, molto è ancora da fare

        Sono tante le proposte in campo per sostenere settori della filiera agricola e agroalimentare, toccate profondamente dall’emergenza in corso. Ne ho sintetizzate alcune, per punti, che saranno oggetto di futuri approfondimenti.

        Floricolo

        • E’ necessario fondo nazionale per indennizzi a fondo perduto per perdita e smaltimento prodotto

        • Serve piano di rilancio del settore florovivaistico (con interconnessione mercati floricoli, realtà cooperative, grossiti, vettori traporto e creazione piattaforma floricola italiana)

        Lattiero

        • Serve il sostegno all’acquisto di prodotto italiano con accordi Gdo (latte bovino, filiera ovicaprina)

        Sono già previse, in questo senso, da un odg in Senato azioni di promozione per il latte italiano su mercato interno, nonché la concessione di aiuti all’ammasso privato per evitare crollo prezzi filiera bovina ed ovina

        Pesca

        • Serve l’estensione del bonus 600 euro per pescatori autonomi (circa 5000, rappresentano quasi la metà della piccola pesca)

        • Serve anche alleggerimento temporaneo (fino al 31 dicembre) della pressione fiscale e contributiva alla pesca professionale

        • Serve infine l’esonero contributivo per le assunzioni nel settore pesca per uno o due anni

        E’ inoltre previsto da un odg del Senato la sospensione di canoni di concessioni demaniali, misure di sostegno per divieto temporaneo della pesca in acque interne, nonché il credito d’imposta per l’erogazione di risorse al settore

        Emergenza manodopera

        • Occorre un tavolo mipaf/lavoro imprese/sindacati

        • Serve l’ attivazione di una piattaforma logistica (modello francese)per l’incontro domanda offerta su lavoro in agricoltura

        • Serve semplificazione per l’utilizzo di manodopera proveniente da altri settori, studenti, percettori di ammortizzatori

        • Serve regolarizzazione (anche temporanea) di lavoratori immigrati per lavoro stagionale in agricoltura e pesca (anche utilizzando art 20 TU immigrazione)

        Al senato nell’odg approvato ci sono interventi su locali braccianti di prevenzione Covid, prevista anche la riapertura di flussi di lavoratori agricoli da est europa, con esonero contributivo sull’assunzione di percettori di altri redditi

        Fondo Nazionale sostegno maggiore produzione nazionale

        (finalità accrescimento produzione nazionale)

        • Occorre finanziamento di incentivi per produzione primaria nazionale mais, grano, farine proteiche

        • Serve sostegno a produzione e selezione di qualità sementi nazionali

        • Serve sostegno alla filiera nazionale cerealicola

        • Proponiamo un sostegno alle famiglie con riconoscimento e detrazione fiscale 19% per acquisto prodotti Dop Igp e Biologici (con esclusione vino e bevande)

        • Servono campagne di incentivazione alla vendita di prodotti Dop, Igp e Biologici italiani

        • Serve maggiore sostegno alle piattaforme di vendita on line e consegne a domicilio prodotti agricoli

        Consorzi

        • Serve sostegno partecipazione a eventi e fiere settore

        • Proponiamo il rimborso di spese anticipate per partecipazione a fiere, su eventi cancellati

        Piccoli birrifici artigianali (un migliaio di imprese- circa 3000 dipendenti)

        • Proponiamo il riconoscimento della categoria ad oggi non rientrata tra i soggetti previsti da Cura Italia

        • Serve sostegno di progetti finanziati e strutturati per la promozione della birra artigianale indipendente

        • Serve un contributo per la compensazione perdite (prodotti deperibile)

      •  Cura Italia, un primo passo anche… agricolo

        L’emergenza coronavirus ha costretto il governo a prendere numerose decisioni, che hanno avuto un impatto significativo sulla vita di tutti i cittadini, sui lavoratrici e i lavoratori, sulle imprese.

        Gli obiettivi sono: cercare di arginare il diffondersi del contagio, non lasciare nessuno da solo, aiutare chi è in difficoltà, gettare le basi per una ripresa economica quando tutto questo sarà finito.

        Ultimo in ordine di tempo il cosiddetto decreto “Cura Italia”, introduce misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese.

         

        Si interviene su quattro fronti principali e si prendono altre misure settoriali.

        • Per prima cosa si punta a finanziare e a potenziare il Sistema sanitario nazionale, la Protezione civile e gli altri soggetti pubblici che in queste settimane sono in prima linea per contrastare l’emergenza.
        • Il secondo obiettivo è quello di sostenere l’occupazione e i lavoratori, attraverso l’estensione delle misure speciali in tema di ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale, e a favore dei lavoratori per la difesa del lavoro prevedendo norme speciali in materia di riduzione dell’orario di lavoro e di sostegno al reddito.
        • Si vuole poi supportare il credito per famiglie e micro, piccole e medie imprese, tramite il sistema bancario e l’utilizzo del fondo centrale di garanzia.
        • Si stabilisce la sospensione – ed è il quarto “pilastro” di questa vera e propria manovra – degli obblighi di versamento per tributi e contributi ed altri adempimenti fiscali e incentivi fiscali per la sanificazione dei luoghi di lavoro e premi ai dipendenti che restano in servizio.

         

        Nel POTENZIAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE vengono, ad esempio, disposti incentivi a favore del personale; aumentate le risorse umane per il ministero della Salute; potenziate le reti di assistenza sul territorio; previste delle aree sanitarie temporanee; disposti incentivi per avere più dispositivi medici e di protezione individuale; l’arruolamento di medici e infermieri militari; l’assunzione urgente di funzionari tecnici per la biologia, la chimica e la fisica presso le strutture sanitarie militari.

         

        Nel SOSTEGNO DEL LAVORO E DEI LAVORATORI sono ad esempio previste: la cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario; la cassa integrazione ordinaria per le imprese in cassa integrazione straordinaria; la trasformazione degli assegni di solidarietà in assegno ordinario; la cassa integrazione in deroga; il congedo e indennità per i lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti alla gestione separata e autonomi; il congedo, indennità e bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per i lavoratori del settore pubblico e sanitario; l’indennità lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali.

         

        Nel SOSTEGNO DELLA LIQUIDITÀ ATTRAVERSO IL SISTEMA BANCARIO sono previste, tra le numerose disposizioni, il Fondo centrale di garanzia Pmi; la modifica alla disciplina del Fondo indennizzo risparmiatori; il contenimento dei costi garanzia confidi per le Pmi; misure per il credito all’esportazione; l’stensione del Fondo solidarietà mutui “prima casa” a lavoratori autonomi e liberi professionisti; le misure di sostegno finanziario alle imprese, e alle Pmi.

         

        Nel SOSTEGNO DELLA LIQUIDITÀ DELLE FAMIGLIE E DELLE IMPRESE sono infine previste, tra le altre, la rimessione in termini per i versamenti e sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi e dei premi per l’assicurazione obbligatoria; premi ai lavoratori dipendenti; il credito d’imposta per spese di sanificazione ambienti di lavoro; il credito d’imposta per botteghe e negozi; la sospensione termini relativi all’attività degli enti impositori.

         

        Per saperne di più: http://deputatipd.it/files/documenti/45_DecretoCuraItalia_0.pdf

        E in agricoltura?

        L’approvazione del maxiemendamento al Senato che recupera tutti gli emendamenti approvati in commissione arricchisce in modo significativo i contenuti normativi che riguardano l’agricoltura del “Cura Italia“, e l’approvazione di un robusto Ordine del Giorno condiviso di maggioranza che IMPEGNA il Governo crea le premesse per completare il quadro delle misure sui prossimi provvedimenti.

        Di seguito una  sintesi delle misure contenute:

        1) L’articolo 22, si consente a regioni e province autonome di riconoscere, nei limiti delle risorse messe a disposizione, trattamenti di integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo non superiore a nove settimane, ai datori di lavoro del settore privato per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, e sono esplicitamente citati i datori di lavoro agricoli, della pesca e del terzo settore. Il trattamento è equiparato a lavoro ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola.

        2) L’articolo 28 riconosce, per il 2020, un’indennità una tantum per il mese di marzo 2020 pari a 600 euro in favore dei lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’INPS (relative agli artigiani, agli esercenti attività commerciali ed ai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali), qualora tali soggetti non siano titolari di pensione e non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

        3) Analogamente l’articolo 30 riconosce la medesima indennità in favore degli operai agricoli a tempo determinato che non siano titolari di pensione e che nel 2019 abbiano svolto almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo. Le predette indennità non concorrono alla formazione del reddito fiscale imponibile.

        4) L’articolo 32 proroga dal 31 marzo 2020 al 1° giugno 2020 il termine di presentazione delle domande per i trattamenti di disoccupazione agricola, relative agli eventi di disoccupazione verificatisi nell’anno 2019. Restano valide le domande già presentate.

        5) L’articolo 49 prevede un potenziamento e un’estensione dell’intervento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, in deroga alla sua disciplina ordinaria. Le disposizioni si applicano, fino al 17 dicembre 2020, in quanto compatibili, anche alle garanzie rilasciate da ISMEA, cui assegna ulteriori 80 milioni di euro per l’anno 2020.

        6) L’articolo 72 istituisce, un nuovo Fondo per la promozione integrata verso i mercati esteri, con una dotazione finanziaria iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato all’adozione di misure di comunicazione, di potenziamento delle attività di promozione del Made in Italy nonché per il cofinanziamento di iniziative di promozione dei mercati esteri realizzate da altre pubbliche amministrazioni mediante apposite convenzioni anche per la realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione volta a sostenere le esportazioni italiane e l’internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare e negli altri settori colpiti dall’emergenza derivante dalla diffusione del Covid-19.

        7) L’articolo 78 prevede specifiche misure in favore del settore agricolo e della pesca che sono state significativamente integrate in sede di conversione.

        Più in dettaglio, aumenta dal 50 per cento al 70 per cento la percentuale relativa all’importo per il quale può essere richiesta l’anticipazione dei pagamenti diretti disposti nell’ambito della politica agricola comune (PAC) a favore degli imprenditori agricoli. In sede di conversione è stata introdotta una semplificazione procedurale che consentirà alle aziende di ottenere in forma semplificata, già a partire dal mese di maggio, una anticipazione degli aiuti diretti del primo pilastro della PAC, con fondi nazionali, in misura pari al 70 per cento del valore dei titoli in portafoglio, calcolata sulla base dei dati in possesso della pubblica amministrazione, presenti nel fascicolo aziendale delle aziende agricole. L’emendamento approvato consente anche di accelerare l’erogazione delle risorse nazionali attese dalle aziende agricole, concedendo la possibilità di pagare gli aiuti in due fasi, di acconto e di saldo, consentendo alle pubbliche amministrazioni che gestiscono gli aiuti di versare immediatamente gli acconti e di eseguire i controlli previsti al momento del pagamento dei saldi.

        Viene istituito un Fondo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dotandolo di 100 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato alla copertura delle spese per gli interessi passivi sui finanziamenti bancari erogati per garantire capitale circolare o per ristrutturare i debiti per la copertura dei costi degli interessi sui mutui maturati nel corso degli ultimi due anni, nonché a sostenere l’arresto temporaneo delle attività di pesca. In sede di conversione è stata introdotta una estensione anche al settore dell’acquacoltura e si sono definite le modalità di attuazione del Fondo, in deroga alle disposizioni stabilite del Regolamento (UE) 2019/316 della Commissione del 21 febbraio 2019 che modifica il Regolamento (UE) n. 1408/2013, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea agli aiuti «de minimis» nel settore agricolo, in relazione al riconoscimento formale dell’emergenza COVID-19 come calamità naturale, ai sensi del Regolamento (UE) n. 702/2014, e del Regolamento (UE) n. 717/2014 della Commissione, del 27 giugno 2014, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti ”de minimis” nel settore della pesca e dell’acquacoltura e del florovivaismo.

        I versamenti e gli adempimenti i termini relativi alle ritenute alla fonte, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta e dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, sono sospesi per le imprese del settore florovivaistico dalla data di entrata in vigore della legge di conversione e per le stesse sono sospesi anche i versamenti da autoliquidazione relativi all’imposta sul valore aggiunto compresi fra il 1 aprile e il 30 giugno. I versamenti sospesi saranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di luglio 2020. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato.

        E’ stato introdotta l’estensione del Fondo di garanzia per le PMI di cui all’articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266 anche alle imprese agricole oltre che a quelle artigiane.

        Viene incrementato di 50 milioni per l’anno 2020 il Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti, al fine di poter far fronte alle maggiori necessità – causa l’emergenza CODIV-19 – legate alla distribuzione di derrate alimentari, e dette risorse saranno utilizzate anche a favore delle aste telematiche, della logistica della vendita diretta del prodotto ittico alla GDO e ai punti vendita al dettaglio delle comunità urbane.

        E stata introdotta una prima norma che sanziona e punisce le pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori ai sensi della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, e la subordinazione di acquisto di prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura a certificazioni non obbligatorie riferite al COVID-19 né indicate in accordi di fornitura per la consegna dei prodotti su base regolare antecedenti agli accordi stessi.

        Per i lavoratori a tempo determinato e stagionali, e limitatamente a lavorazioni generiche e semplici, non richiedenti specifici requisiti professionali, per le quali è prevista la effettuazione della sorveglianza sanitaria, la visita medica avrà validità annuale, permettendo al lavoratore risultato idoneo di prestare la propria attività anche presso diverse imprese agricole (nell’arco di quel periodo di tempo) per lavorazioni che presentano i medesimi rischi, senza la necessità di ulteriori accertamenti medici, semplificandone le procedure.

        E’ stato modificato l’ambito di applicazione della normativa antimafia prevedendo, nel caso di concessione di terreni agricoli e zootecnici demaniali, che la stessa sia necessaria, se gli stessi fruiscono di contributi superiori a 5.000, siano essi di provenienza europea sia di provenienza statale. E stato inoltre previsto l’esonero dalla documentazione antimafia per i provvedimenti anche di erogazione di ammontare non superiore ai 150.000 euro.

        E’ introdotta per i prodotti agricoli e alimentari a Denominazione d’origine protetta o a Indicazione d’origine protetta, inclusi i prodotti vitivinicoli e le bevande spiritosi, la possibilità di sottoporsi a pegno rotativo, le cui modalità di registrazione della costituzione e dell’estinzione del pegno rotativo saranno definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, e con la previsione che per i prodotti per i quali vige l’obbligo di annotazione nei registri telematici istituiti nell’ambito del Sistema Informativo Agricolo Nazionale l’annotazione sia assolta con la sola registrazione nei predetti registri.

        Alla filiera avicola, per la sicurezza alimentare e il benessere animale, sono destinate agevolazioni erogate a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca, 100 milioni di euro. Le agevolazioni sono concesse ai sensi della normativa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in merito ai contratti di filiera e di distretto.

        E’ introdotta una deroga, limitatamente al periodo di crisi, alle ordinarie procedure di autorizzazione definite ai sensi del d.lgs. 387/2003 e s.m.i.. per l’utilizzo dei sottoprodotti derivanti da processi di trattamento e trasformazione del latte, negli impianti di digestione anaerobica del proprio territorio regionale, pur preventivamente formulando preventiva richiesta straordinaria all’autorità sanitaria competente che, effettuatele necessarie verifiche documentali, procederà all’accoglimento/diniego entro i successivi tre giorni lavorativi dalla data richiesta.

        Detto intervento si rende necessario in relazione alla riduzione della domanda di latte e derivati ed alla minore capacità del sistema industriale di trasformarli e tenuto conto inoltre delle limitazioni del sistema di distribuzione, si ritiene necessario favorire una gestione dei prodotti e residui non destinabili al consumo o ad altri utilizzi industriali, alla valorizzazione energetica mediante impianti di digestione anaerobica. Analogamente sempre previa autorizzazione dell’autorità sanitaria competente, ai soggetti di cui all’articolo 2135 del Codice Civile, l’utilizzo agronomico delle acque reflue addizionate con siero, scotta, latticello e acque di processo delle paste filate, nonché l’utilizzo di siero puro o in miscela con gli effluenti di allevamento su tutti i tipi di terreno e in deroga all’articolo 15 comma 3 del decreto interministeriale n. 5046 del 25 febbraio 2016.

        Sempre con inerenza al tema impianti a biogas, i termini per la pubblicazione del bando per l’accesso agli incentivi di cui all’articolo 1, comma 954, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, introdotti dall’articolo 40-ter del decreto legge 30 dicembre 2019 n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, sono prorogati al 30 settembre 2020.

        E’ introdotta la possibilità agli Organismi autorizzati all’attività di controllo e di certificazione dei prodotti agricoli biologici e di quelli ad indicazione geografica protetta a norma dei Regolamenti (UE) n. 1151/2012, (UE) n. 1308/2013, (CE) n. 110/2008 e (UE) n. 251/2014, che i certificati di idoneità siano rilasciati, anche sulla base di una valutazione del rischio da parte dei predetti Organismi in ordine alla sussistenza o alla permanenza delle condizioni di certificabilità, anche senza procedere alle visite in azienda laddove siano state raccolte informazioni ed evidenze sufficienti e sulla base di dichiarazioni sostitutive, fermo restando l’obbligo di successiva verifica aziendale da parte degli Organismi da svolgersi a seguito della cessazione dell’emergenza.

        Per le aziende della pesca :

        1. tutte le certificazioni e i collaudi dei motopescherecci adibiti alla pesca professionale, sono prorogati al 31 dicembre 2020

        2. entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge si ridefinisce un percorso di riprogrammazione delle risorse previste dal Programma Operativo Nazionale del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, al fine di favorire il massimo utilizzo possibile delle relative misure.

        Alle micro, piccole e medie imprese agricole (ex art. 2135 del c.c.), singole e associate, la possibilità di rinegoziare i mutui e gli altri finanziamenti destinati a soddisfare le esigenze di conduzione e/o miglioramento delle strutture produttive, in essere al 1º marzo 2020, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, e le operazioni di rinegoziazione sono esenti da ogni imposta e da ogni altro onere, anche amministrativo, a carico della impresa, ivi comprese le spese istruttorie.

        E’ prorogata la validità dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale, rilasciati ai sensi del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, in scadenza tra il 23 febbraio ed il 31 maggio 2020, al 31 dicembre 2020.

        I certificati di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 14 agosto 2012 n. 150 (patentino fitofarmaci), i cui corsi di formazione e/o esami finali necessari per il loro rinnovo non siano stati eseguiti alla data di pubblicazione del presente decreto legge conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020.

        L’articolo 105 che per le aziende agricole estende ai parenti e affini sino al sesto grado (in luogo del quarto grado attualmente previsto) le prestazioni da loro svolte che non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato. A tal fine viene modificato l’articolo 74 del decreto legislativo n. 276 del 2003, che prevede che non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato le prestazioni svolte dai suddetti soggetti in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori.

        In sede di conversione, per le sole aree montane di cui alla Legge 97 del 1994 fino alla fine dell’emergenza Covid-19 le disposizioni sopra citate, che non integrano rapporto d lavoro, si applicano anche ai soggetti che offrono aiuto e sostegno a tutte le aziende agricole.

        E’ infine consentito ai Centri di Assistenza Fiscale di cui all’art.78 della Legge 413/91, l’acquisizione telematica delle deleghe, dei mandati, delle dichiarazioni sostitutive e dell’altra documentazione necessaria ai fini della elaborazione delle pratiche, prevedendo l’invio della copia per immagine dei documenti sottoscritti e, in alternativa, possibilità di affidare l’incarico al CAF o all’intermediario abilitato anche mediante la sola autorizzazione conferita con modalità telematiche.

        L’ Ordine del Giorno condiviso di maggioranza IMPEGNA il Governo :

        a procedere in tempi rapidi alla verifica del fabbisogno di lavoro nei comparti agricolo ed agroalimentare sull’intero territorio nazionale, così da permettere di risolvere l’ingente problema delle imprese di garantirsi manodopera per le produzioni, e laddove sia necessario, l’emersione del lavoro e l’incontro legale e trasparente di domanda e offerta di lavoro agricolo, in particolare, a favorire, per le campagne di raccolta in arrivo,

        1- l’assunzione con esonero contributivo dei percettori di reddito di cittadinanza, pensionati e lavoratori in cassa integrazione, prevedendo non solo le opportune modifiche normative che lo rendano possibile per il periodo dell’emergenza, ma soprattutto appositi incentivi, sia per i datori di lavoro, per i quali potrebbe essere previsto un esonero contributivo, e per i lavoratori, la cumulabilità fino a 5mila euro, il non computo a fini impositivi, con modalità semplificate;

        2- semplificare le condizioni legittimanti il ricorso agli istituti della codatorialità e del distacco,

        attribuendo al legame tra socio e cooperativa la stessa valenza del contratto di rete ai fini dell’operatività degli istituti del distacco e codatorialità;

        3- garantire l’allestimento di locali, anche abbandonati o in disuso, per un congruo alloggiamento

        dei braccianti, con adeguati livelli di precauzione e tutela, ai fini anche della prevenzione del COVID-19, aumentando al tempo stesso i controlli;

        4- riaprire, il prima possibile, il flusso dei lavoratori agricoli interrotto dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, in particolare dall’Est Europa, ivi inclusa la realizzazione del c.d. “corridoio verde” e la promozione di iniziative simili con tutti i paesi di provenienza dei lavoratori stagionali agricoli;

        In particolare:

        settore della pesca:

        1- a prevedere la possibilità di garantire, nel rispetto della disciplina unionale relativa agli aiuti de minimis nello specifico settore della pesca e dell’acquacoltura, che le risorse siano erogabili anche mediante lo strumento del credito di imposta;

        2- di sospendere il pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime per le attività di pesca e acquacoltura da parte di imprese, cooperative e loro consorzi;

        3- a prevedere adeguate misure di sostegno, a favore delle imprese interessate, per quanto concerne i divieti temporanei di pesca professionale nelle acque interne;

        settore florovivaistico:

        1- a istituire presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali un fondo con congrua dotazione per l’anno 2020 per risarcire le imprese del settore florovivaistico dei danni subiti a causa dell’emergenza;

        2- a valutare la possibilità di accesso al credito di imposta per spese energetiche sostenute da filiera ed interventi finalizzati con fondi ISMEA;

        3- prevedere altresì la proroga del c.d. bonus verde anche per il 2021, con un aumento dell’ammontare complessivo oggetto di detrazione;

        per i settori del florovivaistico e del latte, a prevedere la sospensione dei versamenti di ritenute, contributi e premi, di cui agli articoli 61 e 62 del decreto;

        per il settore del latte

        1- prevedere l’avvio di azioni di promozione del latte italiano sul mercato interno,

        2- attivando procedure per la piena trasparenza di quantità e destinazione delle produzioni importate, anche in accordo con le Istituzione Europee,

        3- con la intera filiera, per la durata dell’emergenza, della concessione di aiuti all’ammasso privato del latte in polvere, burro e formaggi duri, al fine di contenere la repentina diminuzione dei prezzi;

        a garantire la tutela delle imprese dell’agriturismo, che come le altre del settore turistico-ricettivo sono state particolarmente colpite dall’emergenza in corso, e la cui crisi, presumibilmente, non avrà un rientro a breve;

        a prevedere misure finalizzate a garantire la continuità produttiva e l’operatività dell’intera filiera bieticolo-saccarifera, messa a rischio dalla situazione di emergenza epidemiologica da CoVID-19 in atto e dai contenziosi in essere conseguenti alla riforma del settore del 2006;

        Per tutto il settore

        ad incentivare la riconversione anche temporanea per i servizi a domicilio di beni alimentari per la durata della crisi dovuta al COVID-19;

        a garantire le necessarie forme di liquidità per le imprese dei settori agricolo ed agroalimentare per superare la forte crisi di liquidità attuale, al fine di permettere alle imprese di far fronte alle necessarie spese dell’anno, ai mutui, alle anticipazioni della nuova annata;

        a valutare la possibilità per tutte le aziende agricole di:

        – prevedere l’esonero contributivo a favore dei giovani agricoltori per l’anno corrente;

      • Lavoratori agricoli, quali tutele

        Nei giorni scorsi ho interrogato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali  Teresa Bellanova su un tema di grande rilevanza.

        Secondo quanto riportato dalla stessa Ministra interrogata, infatti, è stimato in circa 350.000 unità il numero di lavoratrici e lavoratori agricoli che mancano nel comparto dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria. Tutte le principali associazioni del mondo agricolo hanno sottolineato la gravità della situazione, che rischia di lasciare senza manodopera adeguata una parte rilevante della filiera agricolo-alimentare;

        Contemporaneamente vi sono molti richiedenti asilo che hanno visto respinta la propria domanda di asilo e che, quindi, sono in condizioni di irregolarità e sono oggetto di sfruttamento lavorativo; questi lavoratori in misura rilevante associano alla precarietà lavorativa e allo sfruttamento anche una precarietà e fragilità abitativa caratterizzata per lo più da insediamenti informali rurali, veri e propri ghetti in prossimità dei campi; tale situazione, già inaccettabile in tempi normali, diventa ancor più insostenibile e potenzialmente pericolosa in presenza di una pandemia globale;

        A nostro parere, oltre a garantire il rinnovo dei permessi di soggiorno scaduti ai lavoratori stagionali regolari, i richiedenti asilo potrebbero usufruire della norma di cui all’articolo 20-bis del decreto legislativo 25 luglio 2008, n. 286, introdotto dall’articolo 1, comma 1, lettera h), del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, che prevede la possibilità di rilasciare il permesso di soggiorno per calamità; inoltre, occorrerebbe organizzare l’evacuazione delle persone che vivono negli insediamenti informali prossimi alle attività agricole e agevolare accordi con i proprietari di strutture alberghiere o ricettive, anche utilizzando gli strumenti previsti all’articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 18 del 2020; indispensabili appaiono, inoltre, la costruzione di una piattaforma telematica di facile utilizzo per l’incrocio di domanda e offerta di lavoro agricolo, come approntato ad esempio in Francia, che garantisca il reperimento legale della manodopera e autorizzi gli spostamenti fra le aree agricole del Paese, nonché strumenti per l’esonero o l’alleggerimento contributivo finalizzato all’utilizzo di personale che usufruisce di reddito di cittadinanza, pensioni, ammortizzatori sociali.

        Al fine di individuare le risposte più idonee a questa fase di emergenza per il settore, il Partito democratico nei giorni scorsi ha richiesto la convocazione di un tavolo con Governo e parti sociali che coinvolga la piccola e grande distribuzione, per sostenere al meglio sia la produzione che la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione.

        Ecco perché ho chiesto al Ministro quali iniziative intenda adottare per garantire il reperimento della manodopera necessaria al sistema dell’agricoltura italiana attraverso forme e soluzioni che mettano in sicurezza queste persone dal punto di vista lavorativo, strettamente connesso a quelli abitativo, della salute e della dignità sociale.

      • No voucher ma liquidità e semplificazioni in agricoltura

        La continuità della filiera agricola e agroalimentare, anche con l’ausilio di tanti lavoratori immigrati rappresenta oggi, in piena pandemia, un elemento irrinunciabile per sostenere la corretta erogazione di alimenti e beni primari a tutta la popolazione. È indispensabile pertanto che il Governo continui a contrastare il caporalato e il lavoro nero in agricoltura, anche valutando la proroga automatica dei permessi di soggiorno per i braccianti regolari. Chiediamo che venga tutelata la salute di tutti i lavoratori della filiera agricola applicando loro le norme per salvaguardare la salute pubblica presenti nei decreti relativi al coronavirus.

        L’agricoltura Italiana non si è mai fermata e sta garantendo al nostro Paese la continuità nell’approvvigionamento alimentare. Per queste ragioni, così come per il ruolo di presidio ambientale e sociale, al mondo agricolo dobbiamo sostegno, strumenti adeguati e semplificazioni, tanto più in una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo ed alla luce di una possibile criticità nell’approvvigionamento di manodopera per le prossime raccolte.

        Non ci convince la riapertura di una discussione sui voucher in questo momento. Pensiamo che siano altre le azioni da poter attivare subito e rispondendo alle esigenze delle imprese e alla tutela del lavoro agricolo.  Già nei giorni scorsi Paolo De Castro ha avanzato la proposta di una smobilitazione delle risorse ferme e non utilizzate tra i fondi non impegnati in ambito comunitario. Condividiamo tale ipotesi su cui Governo e Regioni possono lavorare. Mettiamo il prima possibile a disposizione delle aziende agricole risorse che potrebbero generare una importante iniezione di liquidità finalizzata il più possibile a progetti innovativi

        Circa le serie difficoltà rappresentate dalle imprese agricoli per il reperimento di personale occorre facilitare, in condizioni di sicurezza, la mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE e mettere in sicurezza sanitaria, e nel rispetto dei protocolli firmati pochi giorni fa, i lavoratori immigrati presenti nel Paese facilitando la loro regolarizzazione e l’emersione da situazioni non trasparenti.

        Creiamo velocemente piattaforme agili, come in Francia, che consentano facile incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro agricolo, e costruiamo strumenti per esonero o alleggerimento contributivo finalizzato all’utilizzo di personale che usufruisce di reddito di cittadinanza, pensioni, ammortizzatori.

    • febbraio (3)

      • Castagni, la mia proposta di legge va avanti

        Ritengo davvero una buona notizia che in Commissione sia stata incardinata la mia Proposta di Legge AC 1650 che intende recuperare e salvaguardare con apposita manutenzione i castagneti.

        Il castagno è infatti da sempre strettamente legato ai nostri territori montani e oggi molti sono abbandonati a incuria e a destino incerto. Ritengo invece vadano ripresi, vada sostenuta la filiera, vaadano recuperate le strutture rurali in cui si lavorano i frutti…

        In base ai dati della divisione statistica della FAO (Faostat), nel 2017 a livello mondiale sono state prodotte complessivamente 2.327.495 tonnellate di castagne su una superficie di 603.076 ettari. Il dato comprende tutte le principali specie di castagno da frutto coltivate nel mondo. L’Italia è il quinto produttore mondiale di castagne con 52.356 tonnellate, preceduta dalla Cina con 1.937.719 tonnellate (l’83 per cento della produzione mondiale), dalla Bolivia con 85.047, dalla Turchia con 62.904 e dalla Corea del Sud con 52.764.

        Nel corso degli ultimi cinquanta anni la produzione italiana è crollata: nel 1961 era infatti superiore a 120.000 tonnellate. Le cause di questa riduzione sono molte: il calo dei consumi, l’aumento dei concorrenti, le tecniche di produzione antiquate, le situazioni climatiche avverse e la presenza di nuove patologie.

        Nella mia proposta di legge si punta a migliorare la competitività della filiera castanicola italiana nel lungo periodo, riconoscere il ruolo di sostenibilità economica, sociale e ambientale della castanicoltura nelle aree rurali, anche coerentemente con gli indirizzi della Strategia nazionale per le aree interne, promuovere un approccio integrato e partecipato, assicurare il coordinamento della filiera nonché l’informazione e la promozione del prodotto. Una proposta di legge che nasce dall’esigenza di affrontare i problemi del settore castanicolo italiano, resi più evidenti, nel mercato interno, dalle emergenze fitosanitarie degli anni scorsi e, nei mercati esteri, dalle difficoltà rispetto alla concorrenza asiatica, con enormi ripercussioni economiche sui produttori, sugli operatori della filiera e sui territori.

        Lo strumento operativo proposto (articoli 3, 4 e 5) è quello della concessione di contributi diretti ai proprietari o ai conduttori dei castagneti per la copertura parziale delle spese per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti medesimi, per il ripristino dei castagneti abbandonati; per sostenere l’integrazione e l’associazionismo all’interno della filiera castanicola tra la produzione, la raccolta, lo stoccaggio, la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti del castagno, insieme alla multifunzionalità delle aziende castanicole.

      • Governo promuova etichettatura NutrInform Battery, no a Nutriscore

        Chiediamo al governo di adoperarsi presso le autorità europee affinché tengano nella dovuta considerazione la nostra proposta di etichettatura alternativa denominata NutrInform Battery. Inoltre che si adoperi in modo che i prodotti DOP e IGP siano esclusi dall’applicazione dei sistemi di etichettatura nutrizionale come stabilito a livello nazionale e di lavorare di concerto con gli altri Stati membri per promuovere percorsi di educazione alimentare nonché di formazione per la conoscenza dei sistemi di etichettatura destinate ai consumatori.

        Questo quanto ho dichiarato intervenendo in Aula per annunciare il voto favorevole del Pd alla mozione di maggioranza sull’etichettatura dei prodotti alimentari.

        Altri sistemi di etichettatura, in particolare il sistema Nutriscore, è un sistema fuorviante, incompleto, discriminatorio e che paradossalmente finisce per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali, come l’olio e formaggi importanti, ad esempio il nostro Parmigiano Reggiano.

        Il nutri Score mina profondamente la peculiarità dei nostri prodotti Made in Italy che hanno specificità uniche al mondo capaci di trasmettere tradizioni plurisecolari di generazioni di agricoltori.

        Noi abbiamo la possibilità di far passare questa proposta, si tratta di creare delle alleanze, si tratta di creare delle sinergie, si tratta di avere la capacità come Paese di andare a negoziare con l’Unione europea affinché la nostra proposta possa avere l’agibilità di riuscita.

      • Biogas, arrivano nuovi incentivi

        E’ passato nel recente decreto Milleproroghe il mio emendamento sugli incentivi all’utilizzo di biogas in agricoltura per impianti di biometano e digestato di potenza inferiore ai 300 KW

        Un grande risultato al fine di perseguire gli obiettivi legati all’utilizzo di fonti rinnovabili entro il 2030. Un grande risultato, riconosciuto anche da molte associazioni di catoegoria agricole, impegnate, soprattutto nell’ottica di sostenere le imprese agricole impegnate nel difficile processo di innovazione per lo sviluppo sostenibile, nell’ottica generale di un’economia green e circolare per cui il settore è agricolo è in prima fila

        L’emendamento completa un quadro complessivo di sostegno alla produzione di biogas definito dalla legge di bilancio 2020, nella quale lo stesso biogas viene inserito tra le “Misure per favorire l’economia circolare del territorio”. L’articolo 60 della legge introduce un nuovo sistema incentivante per il comparto, legato all’utilizzo di rifiuti e deiezioni prodotti dagli allevamenti.

        Nel dettaglio la norma prevede che gli impianti di produzione di elettrica esistenti alimentati a biogas ed entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2007, “con l’obbligo di utilizzo di almeno il 40% in peso di effluenti zootecnici, e che riconvertano la loro produzione giornaliera secondo un nuovo regime programmabile”, possano godere di nuovi sussidi.

        Inoltre, attraverso questo emendamento, si torna a utilizzare la sostanza organica anche per contrastare la preoccupante desertificazione dei terreni.

  • 2019

    • dicembre (2)

      • Aree rurali: serve un piano nazionale

        Abbiamo discusso di aree rurali, di attività agricole e di tutela dell’ambiente, venerdì 6 dicembre alle Cantine Albinea Canali insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini.

        In quell’occasione ho ribadito come vada rimarcata l’importanza delle aree rurali per la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese. E come finalmente l’agricoltura sia tornata a essere al centro del dibattito e degli interventi.

        Ho poi sottolineato come i cambiamenti climatici siano una minaccia da affrontare con urgenza e determinazione: come? Cambiando il modo di fare agricoltura, modificando tecniche e mentalità. E sulla zone rurali, ho sollecitato la necessità di un piano nazionale per combattere il dissesto idrogeologico, che tenga in considerazione la tutela ambientale e la realizzazione di infrastrutture e servizi sociali e sanitari, fondamentali per i cittadini.

        Infine, ho sollecitato però anche a cambiare lo sguardo sulle aree rurali: sono zone che regalano molteplici opportunità, occorre iniziare a pensare a sfruttare tutte le occasioni e a valorizzarle come meritano.

      • Una legge per salvare il mare

        Si chiama legge salva-mare ed è una proposta che, insieme ai colleghi del Partito Democatico, abbiamo lanciato per perseguire l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi.

        A muoverci in questa direzione la considerazione che così non si può andare avanti. La presenza dei rifiuti in mare e nelle acque interne è un’emergenza mondiale che va affrontata rapidamente prima che le conseguenze siano irreparabili.

        Gli ultimi dati diffusi dall’Ispra1 e dal Sistema per la protezione dell’ambiente SNPA sulle acque del Mediterraneo confermano la drammaticità della situazione. Tonnellate di rifiuti arrivano nei nostri mari, in particolare plastica, attraverso i fiumi che costituiscono la principale via di trasporto, le foci dei fiumi presentano infatti il maggior quantitativo di rifiuti galleggianti, ma altrettanto allarmante è la situazione dei fondali e delle spiagge. E il quadro non migliora salendo in superfice, dove abbondano macroplastiche e microplastiche, ossia le particelle più piccole di 5 mm.

        Le materie plastiche sono le componenti principali dei rifiuti marini, che si stima rappresentino fino all’85% dei rifiuti trovati lungo le coste (beach litter), sulla superficie del mare e sul fondo dell’oceano (marine litter). Si stima che vengano prodotte annualmente, a livello mondiale, 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, di cui almeno 8 milioni di tonnellate si perdono in mare ogni anno.

        Occorre muoversi e farlo per tempo, con una legislazione attenta e che sappia rispondere anzitutto ai bisogni… del mare.

    • novembre (2)

      • Agricoltura, ecco come ci muoviamo sul bilancio

        Quattro aree di intervento chiare, un focus sulle reali esigenze degli agricoltori, l’attenzione al difficile momento di un settore storicamente trainante per la nostra economia. E’ questo il cuore degli emendamenti che ho presentato, da capogruppo in Commission Agricoltura, insieme al gruppo Pd alla Camera dei Deputati e ai senatori che affronteranno per primi la legge di bilancio.

        Abbiamo pensato alcune modifiche alla legge che vadano realmente incontro ad alcune urgenze del settore ma che sappiano anche individuare profili di crescita, sbocchi innovativi per l’agricoltura nazionale, proposte che insomma intervengano sull’urgenza ma sappiano anche aiutare il ripensamento complessivo del settore.

        In estrema sintesi, sono quattro le aree di intervento sulle quali si è concentrata la nostra attenzione.

        Il primo riguarda l’istituzione di una cabina di regia con il compito di coordinare le attività del Servizio Fitosanitario Nazionale con i corrispondenti Servizi a livello regionale, individuando ricerche e sperimentazioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto della diffusione delle fitopatologie, con l’obiettivo di prevenire l’introduzione di nuovi organismi nocivi e contrastare la diffusione dei medesimi organismi nocivi, ristabilire l’equilibrio biologico e evitare danni all’agricoltura.

        Il secondo riguarda invece l’urgente necessità di interventi volti a fare fronte alla perdita di reddito dei produttori agricoli, a rafforzare i rapporti di filiera nei medesimi settori anche attraverso il sostegno dei contratti di filiera.

        Con il terzo emendamento invece si propone di lavorare perché “qualora si verifichino crisi all’interno dei comparti produttivi agricoli, le risorse del fondo nazionale possano essere destinate a interventi volti a potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti agricoli in crisi presso i consumatori e a migliorare la qualità dei medesimi prodotti”. Informazione e promozione della qualità fanno riconoscere i prodotti che meritano attenzione e sostegno.

        Il made in Italy sarà poi sostenuto anche attraverso il sostegno ai consorzi di tutela dei prodotti.

        Con il quarto punto invece si punta a rifinanziare con un contributo ad hoc gli agricoltori che intraprendono l’attività prima dei 40 anni, per garantire un ricambio generazionale necessario per cui serviranno molti anni.

        Abbiamo presentato gli emendamenti Pd alla legge di bilancio nei giorni scorsi ad una folta platea di agricoltori, associazioni e addetti ai lavori.

      • Maltempo, agricoltura in ginocchio. Subito stato di calamità

        La difficile situazione metereologica che ha riguardato anche il territorio reggiano in questi giorni è stata oggetto di un mio intervento in aula in questi giorni per sottolineare come si tratti di una “situazione drammatica e preoccupante” derivante da “72 ore di pioggia incessante e battante”.

        Oltre ad aver sottolineato la difficoltà delle famiglie sfollate e i segnali d’allerta dei corsi d’acqua, come capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, ho poi concentrato l’attenzione sulla difficilissima situazione delle coltivazioni agricole.

        E’ l’agricoltura – ho detto – che sta subendo i danni più ingenti. Danni che vanno ad aggravare un’annata già molto difficile, soprattutto per l’Emilia Romagna ma non solo. Sono ettari coltivati che sono completamente allagati, danni alle stalle e a molti capi di bestiame, sono andati sommersi quadri elettrici e molti mezzi agricoli sono danneggiati. Alcune delle aziende agricole da noi non sono ancora raggiungibili e soprattutto preoccupa la situazione che si sta aggravando nelle ultime ore.

        Da qui la richiesta di una risposta chiara e tempestiva. Sia la Regione Emilia Romagna che la Regione Toscana hanno chiesto lo stato di calamità naturale. Chiediamo quindi al Governo di sostenere questa loro richiesta e di intervenire immediatamente con l’ausilio di alcuni fondi, per sostenere soprattutto le aziende agricole.

        Aggiungo che sarò impegnata in prima persona, in Aula e in Commissione, affinché si trovino le risorse per dare risposte e si mettano in campo misure strutturali per affrontare lo stato di calamità come una ‘nuova normalità’ e non un’emergenza. Nel frattempo però occorre agire e farlo tempestivamente.

    • ottobre (4)

      • Parmigiano Reggiano, la mia risoluzione per per fermare subito i dazi

        La vicenda che riguarda i dazi che gli USA intendono mettere sull’importazione di alcuni prodotti, fra cui il Parmigiano Reggiano, è uno dei temi che ho affrontato in queste settimane. Mi sono infatti fatta portavoce di un allarme, unanimemente condiviso tra i produttori, gli agricoltori e le associazioni di categoria, su un provvedimento che rischia di penalizzare fortemente una delle economie trainanti del territorio.

        Un allarme che arriva all’indomani del pronunciamento del WTO che ha di fatto dato il via libera agli USA per l’imposizione di dazi fino a 7,5 miliardi di dollari.

        Oggi il dazio applicato dagli Stati Uniti sul Parmigiano Reggiano – come ha recentemente ricordato il numero uno del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli – è di 2,5 dollari al chilo, potrebbe salire a 20. Il che significa che sugli scaffali il costo salirebbe dagli attuali 40 a 60 dollari al chilo. Un prezzo inavvicinabile tanto che secondo le stime il mercato americano potrebbe crollare dell’80-90 per cento passando così dalla 10 mila tonnellate di oggi che arrivano negli Usa a una, duemila.

        Un tema su cui non è più possibile rimandare decisioni per contrastare una scelta estremamente penalizzante per un prodotto di altissima qualità come il Parmigiano Reggiano.

        La deputata ha quindi presentato una risoluzione alla Commissione Agricoltura e ha richiesto che venga calendarizzata la questione in uno dei prossimi question time alla Camera, così da portare in aula un tema di stretta attualità e di importanza prioritaria.

        Nella risoluzione si impegna il governo a farsi promotore presso le competenti sedi dell’unione europea affinché venga attivato un tavolo negoziale con le autorità statunitensi per analizzare la situazione sui dazi nei vari settori produttivi e per trovare un punto di incontro che vada a beneficio di tutti e in particolare dei nostri produttori agroalimentari.

        Al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che ha ironicamente consigliato a Trump di “provare il Parmigiano Reggiano con l’uva”, ho poi consegnato una bottiglietta di aceto balsamico, per farle provare un abbinamento ancora migliore, con l’intento di migliorare la conoscenza e l’apprezzamento per un prodotto unico nel suo genere.

        La dico semplice… Il Parmigiano Reggiano deve continuare a rappresentare uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy, da tutelare a livello internazionale per le sue indiscusse qualità organolettiche e per la sua produzione del tutto priva di conservanti o coadiuvanti che dir si voglia.

        Di stretta attualità anche la battaglia tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano sulla questione della promozione del re dei formaggi basata sull’assenza del lisozima, conservante derivato dall’uovo. Secondo me è necessario garantire la sicurezza alimentare e trasparenza nell’etichettatura nei confronti dei consumatori.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura, in cui da poco sono capogruppo Pd. Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano. Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta. Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la battaglia informativa voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano.

      • Capogruppo PD in commissione, bella responsabilità

        Nella riassegnazione dei ruoli all’interno delle commissioni, conseguente al cambio di governo avvenuto tra agosto e settembre, mi è toccata una bella responsabilità, quella di diventare capogruppo PD in commissione agricoltura.

        Un ruolo che assume rilevanza centrale, oggi che il Ministro dell’Agricoltura è Teresa Bellanova, figura che conosce il mondo agricolo come pochi avendone fatto parte in ogni sede, dalla bracciante al ministero. Una figura che stimo e con cui stiamo lavorando davvero bene in questo inizio di mandato.

        Le mie priorità, nella commissione che ho voluto fortemente anche dai banchi dell’opposizione, rimangono le stesse ma da un pulpito più centrale. Continuerò a battermi per la redditività agricola, per difendere le produzioni di qualità, il biologico e il cibo sano, le specificità e le biodiversità.

        In un filo diretto con il ministero, dalla commissione potrò anche essere più efficace nel sostenere come gli investimenti nell’innovazione agricola, nel riadattamento delle colture ai cambiamenti climatici, nel sostegno alle aziende agricole in difficoltà possa e debba essere più incisivo, più tempestivo.

        Per farlo avrò bisogno di tutti… Dagli altri esponenti della commissione al servizio regionale guidato dall’amica Simona Caselli, fino all’indispensabile supporto del nostro riferimento al Parlamento Europeo Paolo De Castro e all’imprescindibile aiuto delle associazioni di categoria. Continuerò poi a girare per le aziende agricole del mio territorio, perché niente è più utile per capre le reali necessità degli agricoltori che parlare con loro, seguire il loro lavoro, comprendere i loro bisogni.

      • Per un cibo sano e giusto… Il PD è presente

        Parlare di cibo “sano e giusto”, discutere di come sostenere le produzioni agricole italiane, di come aiutare le produzioni biologiche e di qualità, la distintività dei nostri prodotti della filiera agroalimentare… Questo l’obiettivo di un incontro che ho promosso, insieme alla collega parlamentare on. Susanna Cenni, alla Festa Nazionale dell’Unità a Ravenna il 2 settembre scorso.

        Tanti i presenti, in prevalenza agricoltori, che hanno partecipato alla serata. Una partecipazione davvero oltre le attese per un confronto pubblico di largo interesse per le tematiche toccate e per le autorevoli presenze.

        A coordinare gli interventi è stato il consigliere regionale PD Mirco Bagnari.

        Bagnari ha affrontato tanti temi, dalla PAC alle condizioni di lavoro nelle imprese agricole, dalla redditività degli agricoltori alle leggi su biologico, filiera corta e contro le aste al doppio ribasso. E lo ha fatto con l’Eurodeputato Paolo De Castro, in diretta Skype da Bruxelles, con me e Susanna Cenni, con Nicola Bertinelli, presidente regionale Coldiretti e numero uno del Consorzio Parmigiano Reggiano, Giovanna Parmigiani per Confagricoltura, Cristiano Fini per Cia, Antonino Russo della Flai Cgil, Raffaella Buonaguro della Fai CISL e Fabio Ciconte della Fondazione Terra.

        Una rappresentanza degli stakeholder del mondo agricolo piuttosto significativa che ci ha permesso di affrontare il tema della qualità delle produzioni agroalimentare da più punti di vista. Da parte mia ho cercato di sottolineare come la qualità del cibo che produciamo, insieme al necessario adattamento ai cambiamenti climatici, sia uno dei temi più significativi della nostra epoca. Una delle sfide su cui sto concentrando i miei sforzi puntando sulla filiera e ragionando di diritti, di tutele della dignità del lavoro, di azioni di sostegno alla redditività degli agricoltori.

        Un percorso che come partito democratico, come sottolineato anche dalla collega Susanna Cenni, abbiamo intrapreso nel periodo in cui eravamo al governo ma che non abbiamo mai interrotto nemmeno nel periodo di opposizione, durante il quale siamo riusciti ad incardinare ad esempio il provvedimento di tutela contro le aste al doppio ribasso, un vero e proprio flagello sulla redditività agricola.

        Tanti e interessanti gli interventi dei presenti, con De Castro che ha annunciato che è ormai ad un passo dall’esecutività lo stanziamento di 277 milioni per le regioni colpite dal maltempo nell’autunno dello scorso anno, con l’assessore Caselli che ha sottolineato gli ottimi risultati raggiunti dalla Regione Emilia Romagna soprattutto in termini di export agroalimentare. E ancora Bertinelli, Fini e Parmigiani che hanno posto l’attenzione sulla necessità di capire quanto la distintività italiana vada tutelata. Interessante il contributo delle associazioni sindacali, rappresentate da Russo, Buonaguro e da Ciconte della Fondazione Terra. Compensi equi e tutela del lavoro, contro ogni forma di caporalato, sono infatti temi centrali oggi quando si parla di agricoltura con una visione d’insieme.

      • Il mio impegno per il pomodoro riccio di Parma

        Tra le tante eccellenze agroalimentare che il nostro straordinario territorio sa produrre, grazie agli sforzi e alle conoscenze di agricoltori capaci, c’è anche il pomodoro riccio di Parma.

        Una varietà antica che merita attenzione nell’ottica, che rappresenta un po’ la bussola con cui mi muovo nelle mie iniziative in commissione agricoltura, della tutela e valorizzazione del cibo sano, alla portata di tutti e che garantisce la giusta redditività a chi lo produce.

        Ho presentato la mia proposta di legge dal titolo Salvaguardia, valorizzazione e promozione del Antico pomodoro Riccio di Parma” alla fine di settembre. L’iter è solo all’inizio ma credo valga la pena sottolineare alcuni aspetti fondamentali di una legge che sarebbe di grande rilevanza per una produzione significativa per il contesto emiliano.

        Il pomodoro Riccio di Parma è una varietà molto antica, le cui prime selezioni furono effettuate dall’agronomo Carlo Rognoni nel 1867 e sono poi continuate fino ai giorni nostri per opera degli agricoltori custodi che ne hanno mantenuto il seme. A differenza di altri pomodori, il pomodoro Riccio di Parma è caratterizzato dalla presenza delle solcature e dalla “spalla” verde, caratteristiche che l’industria conserviera ha considerato come difetti tecnologici, contribuendo così al suo abbandono.

        Inadatta alla raccolta meccanizzata, si tratta di una varietà che si sarebbe completamente estinta se non ci si fossero stati gli agricoltori custodi che negli ultimi anni hanno coltivato 42.500 piantine utilizzando il sistema con sostegni, che ha permesso di recuperare una tradizione risalente a oltre 150 anni fa.

        Entrando nel dettaglio della legge, l’articolo 1 riporta l’espresso riconoscimento del pomodoro Riccio di Parma e dei siti destinati alla relativa produzione quali patrimonio agroalimentare e culturale nazionale e, in quanto tale, da salvaguardare, valorizzare e promuovere. L’articolo 2 invece è denominato «Produzione e commercializzazione» e disciplina, dunque, due fasi delicate quanto complesse, avuto riguardo sempre ai profili valoriali che il prodotto esprime nonché a quanto previsto dalla legislazione dell’Unione europea e nazionale in tema di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti destinati al consumatore finale o alla collettività. L’intera produzione del pomodoro Riccio di Parma è strumento di coesione e di integrazione sociali e assicura l’equilibrio tra crescita economica e sostenibilità ambientale. Essa concorre al contenimento dei fenomeni del consumo dei suoli e dell’abbandono dei terreni.

        Con l’enunciato al comma 1 dell’articolo 2, si arriva a prefigurare la filiera del pomodoro Riccio di Parma in chiave etica e socialmente virtuosa, per poi richiedere a tutti gli attori che animano la stessa di assicurare l’armonizzazione degli obiettivi di sviluppo con quelli di salvaguardia ambientale, nel solco del principio di sostenibilità sancito a livello sovranazionale. Il comma 2 dell’articolo 2 stabilisce invece che la commercializzazione del pomodoro Riccio di Parma deve essere coerente con il quadro normativo in materia di certificazione dei prodotti a denominazione, al fine di assicurare e tutelare la leale concorrenza sul mercato e il diritto del consumatore a fruire di informazioni precise, chiare e facilmente comprensibili.

        L’articolo 3 dispone quindi un contributo di 100 mila euro al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CREA) per sviluppare tecniche agronomiche di produzione orientate alla qualità e al miglioramento delle caratteristiche del Pomodoro Riccio di Parma. Il contributo è destinato a potenziare il finanziamento dei progetti di ricerca del CREA con la possibilità di coinvolgere con forme di partenariato altri enti di ricerca universitari, in particolare l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. L’ultimo articolo reca la copertura finanziaria.

    • agosto (1)

      • Buone vacanze, tra dubbi e incertezze

        Agosto è appena iniziato e, nell’augurare buone vacanze a chi ha la possibilità di godersi qualche giorno di riposo, vorrei con alcune righe sottolineare alcuni temi di questa stagione politica intensa e difficoltosa sotto molti aspetti.

        Sotto l’ombrellone ci andremo quest’anno con tante ansie e preoccupazioni. Il Paese è di fatto “senza governo”, viaggia con il pilota automatico (forse sarebbe meglio dire con il “capitano” automatico) sulle ali di un populismo diffuso, di una demagogia priva di sostanza, di un’azione divisiva e vuota, di una sostanziale assenza di un progetto per l’Italia.

        Sui banchi del Parlamento si respira un’aria di rassegnazione ma soprattutto di consapevolezza di quanto i reali problemi di questo Paese non vengano in alcun modo affrontati, sacrificati sull’altare di misure demagogiche che iniziano a scricchiolare e denunciare la loro inconsistenza. I dati sulla crescita zero del Pil nel secondo trimestre 2019, a tal proposito, non ci hanno purtroppo sorpreso: era evidente, dal nostro osservatorio privilegiato, quanto l’azione di governo (o sarebbe meglio dire di non governo) potesse avere ripercussioni negative sull’andamento del sistema Paese.

        D’altra parte cosa ci si può attendere da un governo animato da una conflittualità interna senza precedenti nella storia repubblicana. La rottura dei rapporti sulla Tav è solo la punta dell’iceberg di una divisione ormai palese tra Lega e 5 Stelle, la cui convivenza è evidentemente artefatta e dannosa per tutti gli italiani.

        Esiste insomma un governo ufficiale, quello guidato dal premier Conte, e uno ufficioso, quello che vede il Ministro Salvini evitare le aule della rappresentanza democratica, ma anche i suoi uffici, per dedicarsi alla campagna elettorale permanente.

        Le preoccupazioni si moltiplicano se si pensa alla manovra finanziaria alle porte. Il disinteresse dimostrato fin qui dal governo gialloverde per quanto riguarda scuola, sanità, lavoro – solo per dirne alcuni – cancella ogni speranza di vedere finalmente affrontati temi centrali per quanto riguarda la competitività del nostro Paese. Noi, dai banchi dell’opposizione, faremo una proposta alternativa con la quale cercheremo di dare il nostro contributo, almeno in termini di discussione costruttiva, su quanto sarebbe necessario fare.

        IL CASO BIBBIANO

        Non posso e non voglio tacere di una vicenda che tutti noi stiamo vivendo con sofferenza e preoccupazione. Parlo ovviamente dell’inchiesta aperta sul sistema degli affidi in Val d’Enza, un’inchiesta di cui si parla – spesso a sproposito – in tutto il Paese e su cui alcune forze politiche hanno ritenuto utile (per chi? Non certo per i minori coinvolti) costruire una becera propaganda politica.

        È naturale che si tratti di un tema che tocca le coscienze ed è naturale che sia necessario sostenere il lavoro degli organi inquirenti, affinché possano al più presto accertare eventuali responsabilità. Mi auguro che – se verranno confermati illeciti nel sistema di gestione degli affidi – vi siano pene esemplari.

        Non credo però che vadano demonizzati i nostri servizi sociali e educativi, facendo di tutta l’erba un fascio, non credo che – per quanto un sindaco che conosco e stimo come Andrea Carletti sia stato coinvolto su questioni amministrative – ci siano responsabilità politiche da ascrivere al PD, come alcuni avversari politici hanno deciso di fare in modo smaccato e davvero strumentale.

        Esiste in questa vicenda una sola e chiara priorità, a cui tutti dovremmo tendere, indipendentemente dal credo politico: la tutela dei minori. E tutela dei minori significa anche sostenere l’istituto dell’affido, se messo in atto con professionalità e nel rispetto totale dei diritti delle famiglie e soprattutto dei bambini. Questo è quello in cui credo. Ribadisco: se a Bibbiano così non è stato, si faccia chiarezza e si puniscano i responsabili, ma non cadiamo nell’errore di demonizzare il sistema nel suo complesso, perché quello sarebbe imperdonabile.

        BUONE VACANZE… REGGIANE

        In chiusura un pensiero positivo… Nel mio quotidiano peregrinare nel nostro meraviglioso territorio, da rappresentante reggiana nella commissione agricoltura, sto scoprendo una miriade di eccellenze. Lo dico anche con un filo di sano stupore: conosco molto bene il nostro appennino, la nostra bassa e la zona pedemontana in cui sono nata e cresciuta… Ma avere il privilegio di girare per conoscere le tante realtà associative, imprenditoriali e paesaggistiche ti offre uno spaccato ancora più preciso sia del territorio sia delle persone che lo abitano, lo vivono, lo tutelano e lo fanno crescere.

        Per questo, mi sento di consigliare a tutti – durante questo periodo vacanziero – di dedicare qualche ora alla scoperta del nostro territorio, delle nostre specialità enogastronomiche e di alcuni scorci paesaggistici davvero suggestivi.

        Non ne cito nessuno per non scegliere ma il nostro è un territorio molto ricco che noi reggiani spesso sottovalutiamo. Perciò… Buone vacanze. Reggiane!

    • giugno (4)

      • No alle vendite sottocosto, no al doppio ribasso

        E’ per dire no alle vendite sottocosto e no alle aste a doppio ribasso che nei giorni scorsi sono intervenuta nella discussione generale sulla proposta di Legge del Partito Democratico (A1549 Cenni ed altri ) che mira a regolamentare e vietare meccanismi e pratiche di concorrenza sleale nella vendita di prodotti agricoli e agroalimentari .

        Una legge che vuole garantire maggiore trasparenza, certezza nella definizione dei prezzi e soprattutto garantire una retribuzione adeguata all’agricoltore. Aste on Line al doppio ribasso mettono infatti i produttori in condizione di offrire prezzi così bassi che hanno come diretta conseguenza il rivalersi sull’anello più debole, cioè sui lavoratori agricoli.

        Abbiamo affrontato tema del sottocosto nell’articolo 1. Abbiamo deciso, anche a seguito di un confronto con diversi attori della filiera, di non vietarlo, ma piuttosto regolamentarlo in particolare per prodotti alimentari freschi e deperibili. Si tratta infatti di un elemento che favorisce una illegalità diffusa; è il settore, come dicevo prima, dove finiscono per soccombere sempre i più deboli e questo vale a maggior ragione per le vendite all’asta con doppio ribasso, affrontato, poi nell’articolo 2, di cui si chiede espressamente il divieto.

        Un esempio emblematico è quello rappresentato da un prodotto di largo consumo, il pomodoro, che, di fatto, è diventato solo un prodotto merce e di una catena che non molto tempo fa ha acquistato a 31,5 centesimi l’una venti milioni di bottiglie di passata. Cifra raggiunta con un’asta a doppio ribasso; quindi, con un sistema di contrattazione non trasparente che penalizza la filiera produttiva. Le aste a doppio ribasso, lo ricordiamo, si affidano infatti a due gare e la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Così, è tutta la filiera che si impoverisce e così si finirà per favorire un fenomeno che invece abbiamo cercato, anche a livello legislativo, di fermare, come il caporalato, costringendo i produttori a tenere il più basso possibile, soprattutto, il costo del lavoro. Sono gli stessi produttori che lo dicono.

        Ma un effetto che questa legge conta di raggiungere è sicuramente il sostegno alle filiere etiche. L’articolo 5, infatti, mette in campo un sistema di agevolazioni fiscali e di accesso ai fondi per quelle imprese che concorrono a realizzare progetti che creano filiere etiche di produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti agroalimentari. Ma anche quelli che sono in grado di certificare l’applicazione dei contratti nazionali collettivi, creando così, oltre a buoni prodotti, buona occupazione.

        Si tratta insomma di una legge che va a incontrare oltremodo una sensibilità sempre più diffusa e attenta dello stesso consumatore verso l’acquisto di prodotti etici che siano rispettosi dell’ambiente, della legalità e dei diritti dei lavoratori.

      • La Spergola alla Camera dei Deputati

        La Spergola è stata protagonista assoluta di un evento che ha avuto luogo a Roma mercoledì 19 giugno scorso, alla Camera dei Deputati. Un evento che, anche da membro della Commissione Agricoltura, ho voluto fortemente insieme alla Compagnia della Spergola.

        Un’occasione di grande visibilità e di promozione del vitigno reggiano, un’eccellenza da valorizzare e sulla quale puntare forte come tratto distintivo di un territorio.

        Con questo obiettivo, insieme a sindaci dei centri coinvolti e ai parlamentari reggiani che hanno presenziato all’evento, abbiamo presentato il libro “Spergola, un vitigno reggiano. Viaggio tra storia, vitigno e territorio”, a cura di Gaetano Palombella della Associazione Italiana Sommeliers.

        Abbiamo ascoltato gli interventi dei sindaci, delle autorità e dei produttori e infine, al ristorante della Camera, abbiamo degustato ottimi vini, accompagnati da prodotti della tradizione reggiana.

        E’ stata insomma una straordinaria occasione per parlare di un prodotto reggiano d’eccellenza in un luogo prestigioso, nel cuore delle Istituzioni, alla presenza di rappresentanti politici, sindaci della provincia reggiana, produttori, cantine e giornalisti, anche della stampa eno-gastronomica. Tra le priorità del mio mandato c’è proprio la tutela e promozione ad ogni livello della Spergola e degli altri prodotti eno-gastronomici della nostra terra quindi sono estremamente soddisfatta della riuscita della giornata.

      • Agricoltura in appennino, il mio viaggio nel biologico

        Proseguono le mie visite nelle tante realtà agricole del nostro territorio, che rappresentano una ricchezza di prodotti che nemmeno immaginavo. Ognuno con una sua specificità.

        Nei giorno scorsi, accompagnata da Federica di “Agrobiodiverso”, associazione che si impegna per la tutela della biodiversità, ho visitato “La fattoria di Sara” a Regnano, “L’orto di Lucia” ad Albinea, l’azienda agricola Bellarosa ad Albinea, l’azienda agricola “Allegra Fattoria” di Carpineti, l’Antico Munio Cadonega di Viano.

        Ho scoperto un vero e proprio trionfo di biodiversita’, l’entusiasmo dei giovani agricoltori che scommettono su terra e cibo buono, la riscoperta di colture perdute, agriturismi immersi nelle nostre colline. E le donne protagoniste.

        Qualche giorno dopo sono stata, per una visita analoga, nell’alto appennino. Laddove tante altre aziende del nostro territorio credono nell’agricoltura e negli allevamenti biologici: una sfida quotidiana per molti giovani che affrontano grandi fatiche e qualche buona soddisfazione.

        Ho visitato “Agriappennino” di Cecciola, “Zanni Gianni” di Gazzolo, “Il laghetto” di Ramiseto, “La Beppina” di Cinquecerri, “Le Comuncaglie” di Cinquecerri, “La contadinella” di Piolo di Ligonchio.

      • Con Agrobiodiverso tra aziende agricole pedemontane

        Un piacevole tour fra realtà agricole che hanno a cuore il biologico, attente alla qualità del prodotto e al rispetto per la terra coltivata e per gli animali allevati.

        E’ stato questo il risultato di una giornata trascorsa in compagnia di Federica Secchi di Agrobiodiverso tra vigneti, allevamenti e campi coltivati, con l’obiettivo di conoscere le realtà grandi e piccole del territorio pedemontano e provare a dare ascolto e a capire le problematiche di chi ogni giorno mette fatica, impegno e risorse per valorizzare il nostro bellissimo territorio.

        Siamo state dunque a Riverzana di Canossa a scoprire un borgo suggestivo e un’azienda attivissima che sta restituendo bellezza e idee ad un luogo meraviglioso, a due passi dai castelli di Rossena e Canossa.

        Abbiamo proseguito poi verso San Polo, dove all’azienda Terre di Pezzano abbiamo scoperto un allevamento di capponi unico per attenzione al benessere animale e qualità del prodotto finito.

        Infine abbiamo fatto tappa a Scandiano, all’azienda agricola Prati al Sole ad osservare direttamente l’impegno di giovani agricoltori per produrre orticole di altissima qualità con metodo biologico.

        L’impegno nei confronti loro e delle tante aziende agricole che sto visitando in questo periodo è quello di portare le loro storie e le loro necessità al centro della discussione politica della commissione agricoltura. Un impegno che giorno dopo giorno sento sempre più mio.

         

    • aprile (4)

      • Cambiamenti climatici, occorre muoversi subito

        C’è un tema che è entrato tardivamente, ma ritengo comunque positivamente, nelle agende politiche di molti. Si tratta del tema dei cambiamenti climatici e dell’impatto che stanno avendo sul nostro pianeta.

        Un tema che io ho molto a cuore e di cui spesso mi sono fatta portavoce anche in Commissione Agricoltura.

        Il 15 marzo scorso i giovani e gli studenti di tutto il mondo, sull’esempio della studentessa svedese Greta Thunberg, hanno invaso le piazze per chiedere ai rispettivi Capi di Stato un impegno più forte per contrastare i cambiamenti climatici e salvare il pianeta; in Italia centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi hanno dato vita a cortei e manifestazioni, interpretando un messaggio potente di cambiamento e chiedendo con urgenza azioni concrete e radicali. I cambiamenti climatici in atto, come dimostrato dalla comunità scientifica internazionale riunita nell’Intergovernmental Panal on Climate Change (Ipcc), sono determinati dall’attività umana, in particolare dall’uso dei combustibili fossili, e rischiano di compromettere in maniera irreversibile la sicurezza e la sopravvivenza stessa del pianeta e degli esseri viventi; eventi climatici estremi sono all’origine di conflitti e migrazioni di massa che sconvolgono la vita di milioni di persone, la distruzione delle risorse naturali e il livello di inquinamento degli oceani, del suolo e dell’aria hanno impatti devastanti sulla salute umana e sulla qualità dell’ecosistema. Nonostante le preoccupanti risultanze dell’ultimo rapporto dell’Onu sul clima, l’ASviS (Alleanza per lo sviluppo sostenibile), nel documento presentato a febbraio 2019 alla Camera dei deputati, esaminando i provvedimenti adottati dal Governo e la situazione dell’Italia rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, osserva come nella legge di bilancio 2019 non si riscontri quell’inversione di tendenza in grado di garantire i giusti investimenti per la transizione ecologica del Paese. In particolare, si rileva come nel principale documento di programmazione del Governo non si trovino misure in grado di avviare un quadro strategico per l’adattamento ai cambiamenti climatici, per il quale pur esiste un piano nazionale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

        Inoltre, la mancata attuazione della direttiva firmata il 16 marzo 2018 dal Presidente del Consiglio dei ministri – che prevedeva la costituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri della «Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile» e l’indicazione di molte delle iniziative previste dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, approvata dal Cipe nel dicembre 2017 – ha di fatto bloccato ogni sviluppo in tale direzione.

        La portata e l’urgenza della crisi climatica richiedono con forza, in Italia e in Europa, un più forte impulso all’affermazione di un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale e sulla lotta alle disuguaglianze anche generazionali, derivanti dall’esposizione agli impatti dei cambiamenti climatici; la sostenibilità ambientale, ancora oggi percepita come vincolo, rappresenta al contrario, se interpretata in modo positivo e di concerto con gli attori economici e sociali, una straordinaria opportunità di sviluppo, innovazione e competitività per il tessuto industriale e produttivo.

        L’Italia può raccogliere la leadership nel contrasto ai cambiamenti climatici con un suo contributo importante e concreto, costruito in sinergia con gli altri partner europei, candidandosi con il massimo impegno ad ospitare la prossima Conferenza sul clima nel 2020, così come annunciato dal Governo italiano in occasione della COP24 di Katowice. Una proposta che abbiamo girato al governo, insieme alla richiesta di intervenire sulla riduzione delle emissioni di gas serra, sull’accelerazione della transizione energetica per ridurre le emissioni di Co2, sulla realizzazione di una nuova fiscalità ambientale, insistere sulla sostenibilità ambientale in tutti i campi, anche con sostegni economici importanti, sul favorire la mobilità elettrica in tutti i modi possibili.

         

      • Agricoltura, un decreto al ribasso

        Si doveva fare di più, non possiamo essere soddisfatti. Questo il mio commento sul decreto con cui il governo ha inteso disciplinare le molte esigenze degli agricoltori senza rispondere, se non molto parzialmente, ai reali bisogni di un comparto così importanti per la crescita e il benessere del Paese.

        Un decreto arrivato con un grandissimo ritardo, dopo essere sparito dai radar per due mesi, situazione che tra l’altro sta diventando frequente. Purtroppo non viene incontro alle richieste dei contadini, degli agricoltori, dei lavoratori della filiera agricola. Dispiace invece dover notare che, come ogni volta che la Lega va al governo, torna il tema delle quote latte. A danno di chi invece si è comportato correttamente…

        In questo provvedimento ci sono molte bandierine. Ma dove sono, ad esempio, le risposte promesse da Salvini ai pastori sardi? Finita la campagna elettorale, spariscono tutte. Prima si promettono aiuti agli agricoltori colpiti dalla Xilella e poi si fa marcia indietro, tradendo aspettative e necessità importanti.

        Il Partito democratico  ha deciso di astenersi sul provvedimento perché – nonostante alcune nostre proposte siano state accolte – si doveva fare di più, si doveva fare meglio. La maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dal Pd al decreto emergenze agricole che chiedevano di stanziare risorse aggiuntive per le gelate in Emilia Romagna del febbraio e marzo 2018. Il nostro obiettivo era di estendere le giuste e opportune misure per la Puglia anche agli agricoltori che hanno subito ingenti danni in Emilia Romagna. Il governo, che ha deciso di non tener conto della nostra proposta adducendo motivazioni pretestuose, deve assumersi la responsabilità di una scelta dannosa e incomprensibile.

        Manca in questo provvedimento una visione di sistema, non si capisce in che direzione si vuole andare, e con quali criteri vengono assegnate le poche risorse che ci sono. Servono risposte serie per gli agricoltori italiani. Ci auguriamo che al Senato possa essere integrato e migliorato, perchè così non è sufficiente.

        CI STIAMO BATTENDO CONTRO LE ASTE A DOPPIO RIBASSO 

        Ci stiamo battendo, e continueremo a farlo contro le aste a doppio ribasso.

        Oltre all’emendamento al decreto emergenze in agricoltura, abbiamo presentato una proposta di legge per bloccare questa pratica purtroppo presente nel settore agro-alimentare, e contro il “sottocosto” di alimenti freschi nella grande distribuzione.

        L’obiettivo è contrastare quello che c’è dietro i prezzi ‘stracciati’ di alcuni prodotti al supermercato ossia spesso illegalità, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente.

        Puntiamo inoltre a migliorare le cosiddette ‘etichette parlanti’, inserendo informazioni sulla provenienza delle materie prime e sul rispetto delle norme che hanno regolato il lavoro di quelle produzioni.

         

        Il mio intervento alla Camera

         

      • Troppo basse le pensioni minime degli agricoltori

        Il Paese che vogliamo è un Paese che riconosce dignità alle pensioni degli agricoltori.

        Ho avuto l’occasione di parlarne all’assemblea dei pensionati Cia, il 16 aprile scorso, con la vice presidente della Regione Elisabetta Gualmini, e i colleghi Paola De Micheli e Giuseppe Labbate

        Ho ribadito come, dal mio punto di vista, sono troppo basse le pensioni minime degli agricoltori e come le misure messe in campo da questo Governo non producono crescita né lavoro. Ma ho sottolineato anche come le cosiddette pensioni di cittadinanza sono da rivedere perché producono grandi discriminazioni e come vada ridotto il carico fiscale a cui sono sottoposti i pensionati, compresi gli agricoli.

         

      • Al Vinitaly per la spergola

        Una bella giornata, quella che ho trascorso insieme alla commissione agricoltura e a tanti amministratori reggiani, al Vinitaly – principale fiera internazionale dedicata al vino – lo scorso 8 aprile. Una giornata in cui, insieme alla Compagnia della Spergola, abbiamo assistito alla presentazione ufficiale del libro dedicato alla questa eccellenza tutta reggiana che affonda le sue radici nella nostra terra e in particolare nella zona pedecollinare della nostra bella provincia. Un libro che ripercorre la storia del vitigno reggiano, brillantemente redatto dall’associazione italiana sommelier.

        Durante la giornata ho avuto l’occasione di incontrare anche parecchi produttori del nostro territorio, che hanno fatto e fanno della qualità e dell’attenzione al prodotto un marchio inconfondibile di rispetto e di tutela delle produzioni vitivinicole reggiane.

        La tutela della spergola, così come del lambrusco e delle altre eccellenze reggiane, sono al centro della mia azione politica in particolare in questa legislatura in cui sono stata scelta per la commissione agricoltura. Un impegno, quello per la tutela dei prodotti della nostra terra, che ritengo davvero una bella sfida, pur in un contesto politico difficile.

    • febbraio (5)

      • Vita breve ai fitofarmaci, approvata la mozione

        Dopo l’approvazione della legge sull’agricoltura biologica, è arrivato l’ok all’unanimità della Camera all’unanimità alla mozione per la riduzione dei fitofarmaci in agricoltura.

        Un passaggio per cui mi sono battuta per difendere la nostra agricoltura e darle valore, nell’ottica di rispettare le priorità riconosciute anche dall’Unione Europea.

        Sono molto soddisfatta per l’approvazione unitaria, frutto di un equilibrio ricercato, che ha tenuto conto di tutto ciò che è emerso dalla discussione tra i gruppi parlamentari.

        Si tratta di una mozione che chiede un passo avanti verso la limitazione nell’uso di fitofarmaci, che tenga in considerazione come il “multiresiduo” danneggi i prodotti e le acque che beviamo.

        Serve poi campagna di sensibilizzazione, ai cittadini e alle istituzioni – in particolare alle Regioni – in merito ai danni derivanti dal loro utilizzo. Un utilizzo che va meglio regolamentato anche dal prossimo piano di azione nazionale oltre anche dalla nuova PAC, da cui tutti ci aspettiamo grande attenzione verso l’agricoltura biologica ed ecosostenibile.

        È importante inoltre, come riconosciuto dalla mozione, ridurre le sostanze chimiche e di sintesi negli ecosistemi e promuovere programmi di ricerca che prescindano dall’utilizzo di fitofarmaci dannosi su salute e ambiente, incrementando anche le sanzioni nell’ottica di dare valore all’agricoltura biologica e di qualità.

      • Agricoltura, all’ascolto dei produttori della Bassa

        Ho scelto di dedicare il mio secondo mandato elettorale all’impegno sui temi dell’agricoltura. Un comparto che rappresenta il cuore pulsante del mio territorio, ma che necessità di sostegno e di competenza. Per farlo, ho scelto di visitare di persona alcune aziende agricole, accompagnata dai referenti delle associazioni, e con l’obiettivo di capire da vicino le esigenze e le preoccupazioni degli operatori del settore. Alle prese ogni giorni con problematiche diverse e di diversa natura.

        Lunedì 18 febbraio ho visitato alcune aziende agricole della Bassa reggiana, in particolare di quella fetta di terra tra Guastalla e Boretto. Ho incontrato persone gentili e grandi lavoratori, gente che si alza alle 5 del mattino ma che ha sempre il sorriso sulle labbra…

        Ho assaggiato grandi formaggi, prodotti col latte di mucche allevate con cura e attenzione, nelle aziende agricole Chiericati di San Girolamo di Guastalla e Fondo Possioncella di Guastalla… Ho incontrato la grande passione di Pietro Codeluppi nel coltivare angurie e meloni di grande qualità nel solco di una grande tradizione, o le grandi produzioni dell’azienda agricola Anzola di Boretto che produce orticole di ogni genere con attenzione all’ambiente e al territorio. Ho incontrato due instancabili allevatori di suini come i fratelli Zambelli di San Rocco di Guastalla e un creatore di “nettare” come Fabio Simonazzi col suo aceto balsamico tradizionale.

        Una giornata intensa, accompagnata da molti amici, per fare tesoro di tante esperienze significative. Esperienze di cui sono fiera di farmi portavoce anche dai banchi della Commissione Agricoltura.

      • Alla CIA per ribadire la centralità dell’agricoltura

        La sostenibilità ambientale, sociale ed economica… Un’agricoltura che può fare dell’Italia un Paese migliore, tra innovazione e legame con il territorio. E ancora il ricambio generazionale, che ha portato molti ragazzi e ragazze a fare impresa agricola con passione straordinaria.

        Questi i temi del mio intervento all’assemblea provinciale della Cia (Confederazione italiana agricoltori) il 26 gennaio scorso.

        Un’agricoltura quindi quella reggiana, che presenta punti di forza che garantiscono sufficiente redditività alle produzioni principali, e che guarda all’Europa ed alle sue politiche con speranza e qualche apprensione.

        Tra l’altro come ha sottolineato l’on. Paolo De Castro – intervenuto via skype – la nuova Pac 2021-27 non sarà approvata nella legislatura europea che sta per finire, quindi la discussione potrebbe tornare in alto mare, ma nel periodo transitorio saranno confermati gli attuali livelli di pagamenti.

        Il prof. Gabriele Canali dell’Università di Piacenza sottolinea che nessuno in Italia sta affrontando in modo adeguato i contenuti della riforma, che ritiene troppo ‘appiattita’ sul fattore terra, quando la nostra agricoltura dovrebbe chiedere di premiare anche i fattori capitale e lavoro.

        Il presidente nazionale di CIA Dino Scanavino a sua volta è stato molto critico sull’incapacità della Commissione Ue e del Parlamento di portare a termine la riforma in tempi utili, perché questo vuol dire restare con norme vecchie di 10 anni e non sempre adeguate all’agricoltura che cambia, oltre per certi aspetti a penalizzare i nostri produttori.

      • Uova, più competitività per la filiera italiana

        In Italia il settore delle uova ha assunto negli ultimi anni un ruolo rilevante nel comparto agroalimentare. Nel 2017 sono state prodotte 12 miliardi e 600 milioni di uova. Sul territorio italiano sono state consumate 13 miliardi e 34 milioni di uova per un consumo pro capite di 215 uova. L’industria pastaria assorbe circa 650 milioni di uova, l’industria dolciaria e dei gelati circa un miliardo, le altre preparazioni industriali circa 350 milioni. A tali cifre devono aggiungersi circa 2,2 miliardi di uova che vengono assorbite dalle piccole e piccolissime aziende artigiane.

        Ragioni che mi hanno spinto a presentare in commissione agricoltura una risoluzione per impegnare il governo a valutare l’opportunità di assumere eventuali azioni per rendere obbligatoria la stampigliatura delle uova esclusivamente nel luogo di produzione delle stesse. Ma anche che contribuiscano ad adottare iniziative per prevedere che le confezioni poste in vendita al consumatore finale rechino visibile l’indicazione del Paese di origine delle uova.

        Inoltre ho chiesto di adottare iniziative per prevedere che in ogni documento che accompagna la spedizione di uova all’industria alimentare venga dato conto del luogo di origine del bene e che di questo venga informato il consumatore attraverso sistemi di etichettatura volontaria. Senza dimenticare l’incentivo, a mio avviso necessario, di attivare ogni forma di controllo necessario per evitare che uova provenienti da Paesi terzi siano commercializzate come uova italiane.

        Insomma credo sia utile favorire ogni intervento finanziario e strutturale utile per incrementare la competitività della filiera avicola e il percorso di qualità già ampiamente intrapreso dalle aziende del settore.

      • Lisozima: la mia battaglia per la trasparenza

        In merito alle recenti prese di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano riguardanti il cambio di denominazione del lisozima sulle confezioni di Grana Padano, ho presentato il 19 dicembre scorso un’interrogazione a risposta scritta in commissione al ministero della salute.

        Un’interrogazione che attende risposta, soprattutto in merito alla richiesta formulata su quanto il ministero stia facendo per “garantire la sicurezza alimentare e trasparenza nell’etichettatura nei confronti dei consumatori”. Il lisozima è infatti diventato “coadiuvante tecnologico” e non “conservante” nella denominazione sull’etichetta.

        La mia interrogazione attende ancora risposta e il tema è di primario interesse per i consumatori, oltre che per i produttori di un’eccellenza reggiana come il Parmigiano Reggiano. Quindi sarebbe ora di prendere una posizione chiara.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura . Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano.

        Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta.

        Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la richiesta di chiarezza voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano. Un’operazione trasparenza a cui è ora di dare risposta.

    • gennaio (1)

      • Il mio viaggio tra le eccellenze della Val d’Enza

        Una giornata intensa, tra allevamenti e vigneti, tra formaggi e uova, tra persone che hanno a cuore il proprio lavoro tanto da farlo diventare un’eccellenza. Una parola a volte abusata ma mai come in questo caso idonea a rappresentare il mondo agricolo reggiano. Questo, in estrema sintesi, il senso della mia visita ad alcune aziende agricole della Val d’Enza lunedì 14 gennaio scorso.

        Ho imparato tanto, in questa giornata, ho ascoltato – perché ritengo che questo sia necessario fare anzitutto – le esigenze dei titolari delle aziende agricole, ma anche dei lavoratori e degli operatori delle associazioni. In particolare della Cia (Confederazione italiana agricoltura) che ha organizzato questa giornata e che ringrazio.

        Ringrazio anche le aziende agricole Codeluppi di Campegine, Dall’Aglio di Gattatico, Rinaldini Vini di Sant’Ilario e Spaggiari di Montecchio. Ottimi esempi di come fare agricoltura profittevole puntando sulla qualità e sul benessere animale. E grazie anche al presidente della Cia provinciale Antenore Cervi, di cui abbiamo visitato anche l’allevamento di galline da terra, e alla vicepresidente Arianna Alberici che ci hanno accompagnato in questa giornata istruttiva e piacevole.

        Questi alcuni scatti della giornata

  • 2018

    • dicembre (3)

      • Ritirata la risoluzione ONU, sollievo ma non abbassiamo la guardia

        Ritirare la risoluzione ONU che avrebbe voluto su alcuni alimenti l’indicazione a semaforo, con relativi effetti negativi sui mercati di alcuni alimenti che rappresentano eccellenze, anche in termini di alimentazione sana ed equilibrata, è stata accolta da molti di noi con un sospiro di sollievo.

        Una vicenda che ci ha creato apprensione e che ci ha spinto ad una mozione unitaria della Camera con la quale abbiamo ripercorso la vicenda chiedendo al Governo di difendere, con la massima determinazione, il settore agroalimentare italiano in tutte le sedi politiche e diplomatiche internazionali, in particolare all’ONU (e nelle sue agenzie come OMS e FAO) e nell’ambito dell’Unione europea. Ma anche ad attivarsi con tutti gli strumenti a sua disposizione nella trattativa all’ONU per contrastare l’ulteriore diffusione dell’etichettatura a semaforo sui prodotti alimentari, al fine di promuovere invece l’utilizzo di sistemi di etichettatura che diano corrette informazioni nutrizionali e indichino l’origine dei principali ingredienti utilizzati.

        Senza dimenticare l’impegno nel promuovere campagne per incoraggiare regimi alimentari equilibrati in Italia, dove siano presenti tutti gli alimenti salutari della dieta italiana.

        Il fatto che la risoluzione Onu sull’indicazione a semaforo sia stata ritirata se da una parte consola dall’altra certo non ci fa abbassare la guardia. Promuovere la corretta e sana alimentazione, sostenendo produzioni di qualità nel rispetto di valori nutrizionali sintomatici di salute e benessere, resta un principio che sosterrò anche dai banchi della Commissione Agricoltura.

         

      • La legge sul biologico, un passo fondamentale

        La legge sul biologico, che abbiamo approvato nella scorsa legislatura e arricchito dalle nuove norme nei giorni scorsi, rappresenta un grande passo in avanti nella tutela delle produzioni agricole e agroalimentari prodotte con questo sistema.

        E’ un provvedimento, questo, atteso e anche molto utile perché parliamo di un settore che in questi anni ha dimostrato una grande dinamicità, non è più un fenomeno di nicchia ma piuttosto una specifica modalità di azione nel settore primario, un fenomeno che parla anche di salute, sicurezza alimentare, alimentazione sana. Potremmo definirla in questi anni, come ce lo ricordavano anche i dati, una vera rivoluzione culturale applicata all’alimentazione.

        Ce lo confermano appunto i dati. Il trend è positivo: sono in aumento sia gli operatori certificati, sia la superficie coltivata, come peraltro appunto riportato dal SINAB nell’ultima relazione del luglio 2018.

        Nel 2010 la superficie è aumentata moltissimo (del 71 per cento), anche con riferimento all’incremento del 59 per cento degli operatori nel settore; 1,9 milioni di ettari sono coltivati in Italia, con una crescita esponenziale di anno in anno; in termini assoluti nell’ultimo anno sono stati coltivati con metodo biologico oltre 110 mila ettari in più rispetto all’anno precedente. Alla crescente espansione delle superfici coltivate è direttamente proporzionale la crescita delle aziende specializzate nel settore: negli ultimi anni, è stato rilevato un incremento degli operatori di circa il 59 per cento in più, tra aziende agricole, preparatori industriali, distributori, importatori così come il numero delle aziende agricole in quota rappresentano oggi il 4,5 per cento delle aziende agricole in totale, così come il consumo interno di prodotto biologico ha un valore oggi rilevantissimo di circa due miliardi e mezzo di euro, con un incremento attuale del 10 per cento.

        Insomma, tutti dati che dimostrano che il comparto è in grande crescita, che si basa sulla fiducia del consumatore, che sa di trovare un prodotto non trattato chimicamente, e che ricorre a tecniche agricole rispettose dell’ambiente.

        Ma cosa fa la legge? Anzitutto ribadisce, per l’agricoltura biologica, come sia un’attività di interesse nazionale, con una funzione sociale, basata su qualità del prodotto e sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale.

        La legge favorisce poi anche la riconversione di piccole aziende al biologico, assicurando a queste un mercato e una diffusione del prodotto ed è motore di sviluppo e creazione di opportunità di lavoro in zone fragili, che rischierebbero lo spopolamento, con le conseguenze che conosciamo anche per la tenuta del territorio

        C’è poi lo stimolo alle istituzioni ancora ribadito per quanto riguarda l’utilizzo di produzione biologica del verde pubblico o di utilizzo nei luoghi di ristorazione collettiva o, come indicato, mense pubbliche o private convenzionali.

        Questo provvedimento è, quindi, un altro importante tassello che si aggiunge a un’opera di riforma di tutto il sistema agroalimentare che è stata portata avanti nella legislatura precedente. E penso a leggi approvate sul tema della biodiversità agraria, sull’agricoltura sociale o alla legge contro gli sprechi alimentari ma anche alla normativa sul vino… Provvedimenti che hanno contribuito a tutelare le eccellenze italiane, prodotte seguendo il principio guida della qualità e del rispetto dell’ambiente e della biodiversità.

        http://webtv.camera.it/archivio?legislatura=18&seduta=98&intervento=468278#

      • Su Lisozima, l’operazione trasparenza del Consorzio è positiva

        In merito alle recenti prese di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha presentato un ricorso al TAR per avere ragguagli  sul cambio di denominazione del lisozima – che diventa da “conservante” a “coadiuvante” – sulle confezioni di Grana Padano, ho ritenuto di esprimere pubblicamente la mia posizione.

        La tutela delle produzioni agroalimentari del territorio è una delle principali mission della mia attività parlamentare in questa legislatura ed è soprattutto in questo senso che interpreto la mia presenza in Commissione Agricoltura.

        Seguo pertanto molto da vicino le questioni che riguardano il Parmigiano Reggiano e il rapporto con i ‘cugini’ del Grana Padano.

        Ritengo in questo senso che la produzione tipica del territorio reggiano vada preservata nella sua specificità, che è garanzia di qualità del prodotto e di un’alimentazione sana, e che vada marcata la sua differenza ove questa sia scientificamente riconosciuta.

        Sono consapevole che su questa vicenda ci sono stati e ci saranno pronunciamenti scientifici significativi, ma ritengo importante comprendere e sostenere la richiesta di chiarezza voluta dal Consorzio Parmigiano Reggiano.

        Un’operazione trasparenza che sosterrò anche dai banchi della Commissione

    • novembre (3)

      • La Incerti a Madrid al summit contro la fame e la malnutrizione

        Ha partecipato, il 29 e 30 ottobre scorsi a Madrid, al vertice parlamentare globale contro la fame e la malnutrizione, la deputata Pd Antonella Incerti.

        L’onorevole Incerti è intervenuta sul tema della lotta contro lo spreco alimentare portando il modello italiano della “legge Gadda”, approvata il 2 agosto 2016, sulla limitazione dei rifiuti, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale, che mira a incoraggiare i modelli per ridurre gli sprechi e al contempo a incoraggiare la redistribuzione di alimenti e prodotti farmaceutici invenduti e non utilizzati a fini di solidarietà sociale.

        Ha precisato ulteriormente che gli obiettivi della legge sono, altresì, creare un quadro normativo in cui inserire le norme vigenti in materia di agevolazioni fiscali, responsabilità civile e di procedure per la sicurezza igienica e sanitaria; definire chiaramente gli operatori del settore alimentare; introdurre la possibilità per le autorità di fornire cibo confiscato a organizzazioni senza scopo di lucro; individuare strutture amministrative per i donatori attraverso la semplificazione delle procedure di donazione per la distribuzione; incoraggiare il valore prioritario del recupero di alimenti per il consumo umano per impedire la loro distruzione; riconoscere il tavolo di coordinamento del MIPAAF per la consultazione di tutte le materie coinvolte nella lotta allo spreco alimentare e alla povertà. Inoltre la Incerti ha sottolineato la necessità di assettare 2 milioni di euro di aumento della dotazione del Fondo nazionale 2016 per la distribuzione di cibo ai bisognosi e per l’acquisto di cibo per i poveri; programmare campagne di comunicazione sui canali RAI per incoraggiare le imprese a donare ed educare i consumatori sulla questione dei rifiuti; incoraggiare le relazioni con il mondo agricolo per la raccolta sul campo. Infine, la Deputata Pd ha parlato di come introdurre la possibilità per i comuni di incoraggiare le persone che donano alle organizzazioni senza scopo di lucro a ridurre la loro tassa sui rifiuti.

      • Legge su Km 0, Incerti: “Crea solo confusione”

         “La cifra di questa legge è l’approssimazione, dunque l’inutilità, a volte anche la dannosità per la confusione che genera”. Questo il commento della Deputata Pd Antonella Incerti al testo di legge, da poco approvato dalla Camera sulla filiera corte e il cosiddetto “chilometro zero utile”.

        A non convincere la Incerti, la trattazione inerente la ristorazione collettiva, dunque “un comparto economico – lo abbiamo sentito bene dalle audizioni – di rilevanza straordinaria, nazionale. Cito qualche dato: 3 mila aziende, un fatturato di 6 miliardi e mezzo, un impatto sociale enorme con più di 120 mila occupati, un miliardo e mezzo di pasti annui, di cui un quinto mense scolastiche”.

        Nel corso dello stesso intervento in aula, la Incerti si è chiesta “come si può pensare che su un comparto così importante non ci sia nessuna legislazione in merito, tanto da approntarne una nuova? Ebbene, in realtà siamo in presenza di una normativa articolata, decennale, dal codice degli appalti già citato più volte, al decreto sulle mense biologiche, che abbiamo approvato, che già prevedono chiaramente dei bandi di gara d’appalto dove sia garantita una adeguata utilizzazione dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta e biologica, o comunque a basso impatto ambientale”.

        Sono temi, secondo la Incerti, che gli amministratori locali affrontano da circa un decennio e in particolare per quanto riguarda la richiesta di utilizzazione di prodotti IGP, DOP, STG, che sono ben presenti nelle mense scolastiche.

        In particolare, la Incerti ha chiesto la soppressione dell’articolo 5 dove “si prevede l’uso di questi prodotti a chilometro zero o filiera corta in quantità congrua”. Insomma “costituirebbe secondo la legge un titolo preferenziale per la valutazione tecnica dell’offerta prevista nelle procedure di aggiudicazione degli appalti concernenti la ristorazione collettiva”.

        In questo senso la proposta “che vuole eliminare il parametro della congruità dell’uso dei prodotti a chilometro zero o di filiera in quanto, di per sé, il loro impiego non è una garanzia della qualità dei prodotti finiti. Inoltre, questo riferimento alla congruità è poco definito, come gran parte della legge e quindi passibile di interpretazioni discordanti. Dovremmo fare chiarezza, invece, ancora una volta, creiamo confusione”.

      • Ferrarini, la Incerti (PD) interroga il Mise: “Fondi per i lavoratori”

        Ha partecipato nella mattinata di mercoledì 24 ottobre al tavolo di confronto che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico sulla vicenda Ferrarini, storica azienda reggiana che vive un momento di crisi finanziaria, la deputata PD Antonella Incerti.

        Sul tema l’onorevole Incerti ha rilevato come “la situazione degli ordini e dell’attività aziendale sia migliorata rispetto all’ultimo tavolo dell’agosto scorso, notizia della quale ci rallegriamo”.

        L’onorevole Incerti è attiva da tempo sulla questione, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, ragion per cui ha depositato, insieme al collega Fragomeli, un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze per conoscere, vista la forte correlazione tra la vicenda Ferrarini e il crack delle banche venete, come il Governo intenda intervenire “a sostegno dei risparmiatori vittime dei crack degli istituti di credito, ma appare altresì urgente che una quota delle risorse pubbliche sia vincolata al sostegno dei lavoratori che, indirettamente, stanno subendo gli effetti delle crisi bancarie”. Nonché se “è previsto che una quota delle risorse pubbliche per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie sarà destinata, altresì, al sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi per le ragioni assimilabili al caso del Gruppo Ferrarini e dunque correlate con l’acquisto delle azioni degli stessi istituti di credito, in particolare attraverso una destinazione vincolata di tali risorse per il pagamento degli stipendi pregressi in favore dei lavoratori”.

    • ottobre (1)

      • Biodiversità, esperienze e quadro normativo

        Discutere di biodiversità, di colture e culture che stanno facendo crescere la consapevolezza di quello che mangiamo e non solo. Questo l’obiettivo di un incontro che ha avuto luogo domenica 7 ottobre scorso, nella sala civica della Rocca di Novellara, all’interno della manifestazione “Gusterò” un festival inserito nel circuito delle “Città Slow”.

        Un’occasione importante per conoscere le storie di tante piccole realtà del territorio, impegnate nella valorizzazione della biodiversità, e per conoscere l’architrave normativa che finalmente ne sostiene l’attività.

        Hanno partecipato dunque le Deputata Pd Antonella Incerti, membro della Commissione Agricoltura, Simona Caselli, assessore regionale all’agricoltura, l’agronomo Simone Bertani e molti produttori che hanno portato la loro esperienza all’attenzione dei presenti. Coordinati dal giornalista di Telereggio Paolo Borciani.

        Dopo il saluto introduttivo del sindaco di Novellara Elena Carletti, si sono susseguite le testimonianze dei produttori, che hanno portato alla luce sfide e difficoltà del produrre oggi cereali, frumenti, ortaggi, miele e molto altro.

        Esperienze da cui è emersa la necessità di “fare rete” tra piccoli produttori, di trovare strumenti innovativi per confrontarsi e dotarsi di strumenti comuni di promozione. Consorzi, associazioni o piccole realtà informali che stanno nascendo con l’obiettivo di dare supporto ad attività che sono chiamate a difendere la biodiversità ma anche ad essere sostenibili e performanti sul mercato.

        Anche con queste finalità esiste finalmente in Italia da alcuni anni (Novembre 2015) una legge che disciplina le iniziative volte a tutelare le biodiversità.

        “Una legge quadro – ha spiegato l’onorevole Antonella Incerti – che arriva forse tardi ma che testimonia l’impegno e la consapevolezza rispetto all’importanza del tema. Perché quello della biodiversità è il tema del futuro, ci porta a interrogarci sulla sopravvivenza del pianeta e sulla qualità del cibo per le generazioni future”.

        Una legge che arriva dopo Expo, che secondo la Incerti “ha rappresentato un momento importante per creare nel Paese maggiore consapevolezza sul cibo e sul legame tra agricoltura e cibo”.

        Si tratta di una legge “che traccia un quadro generale dotandosi di strumenti che prima non c’erano, ad esempio un’anagrafe nella quale sono registrati tutti i geni e in particolare le risorse genetiche che sono in via d’estinzione. Un’anagrafe sotto il controllo pubblico. Una legge che però dovrà essere integrata da decreti attuativi, da declinazioni delle Regioni, da nuove leggi sul biologico, sulla filiera corta e sulla produzione in azienda”.

        In generale, secondo la deputata PD, è necessario mantenere alta l’attenzione sul tema anche nell’ottica di “sostenere il ritorno dei giovani al recupero delle colture, anche nella logica di recuperare aree del pianeta che sono state spazzate via da colture di tipo univoco e intensivo. Generazioni che hanno bisogno però di risorse e di conoscenza, che il pubblico dev’essere in grado di fornire”.

        Tra gli altri interventi, interessanti spunti dall’agronomo Simone Bertani – che ha presentato il progetto dell’associazione informale “AgroBioDiverso”, che raggruppa produttori dell’appennino reggiano – e quella del prof. Graziano Rossi, che ha presentato il progetto di recupero dei mais antichi. Infine l’assessore regionale Simona Caselli ha ribadito l’impegno, anche in termini economici (oltre 50 milioni in progetti finanziati), della Regione nella tutela delle biodiversità.

    • settembre (2)

      • Agricoltura, l’Europa verso la rinazionalizzazione?

        Le novità in termini di Politica agricola comunitaria, a pochi mesi dalla chiusura di una legislatura europea che all’agricoltura ha destinato attenzione e risorse, ma anche le paure per una forte ipotesi di rinazionalizzazione e le ombre del populismo antieuropeista che potrebbe avere conseguenze importanti anche per quanto riguarda il mondo agricolo. Temi affrontati nella serata di venerdì 7 settembre, allo “Spazio alle idee” di Festareggio, per un incontro al quale hanno partecipato la Deputata PD Antonella Incerti, membro della commissione agricoltura, l’eurodeputato Paolo De Castro e l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli. Ha moderato il giornalista di Telereggio Paolo Borciani.

        E’ stata la padrona di casa Antonella Incerti a introdurre i tanti e importanti temi affrontati durante la serata, annunciando come “a livello nazionale non abbiamo misurato ancora quasi nulla. Abbiamo infatti da poco incontrato ministro Centinaio ma per ora non si è entrato nel merito delle questioni”.

        Secondo la Deputata PD “siamo in un momento molto sfidante per l’agricoltura, soprattutto in un’area come la nostra, caratterizzata da grande innovazione, dove è possibile misurare quanto avvenuto negli ultimi anni. Si tratta anche di un momento di grandi cambiamenti, soprattutto climatici, elementi ormai costanti dell’attività delle imprese agricole. Di fronte a questa complessità ci troviamo con un taglio significativo delle risorse europee – il 5% solo nell’ultimo anno – e con una proposta di Pac che mira alla rinazionalizzazione delle competenze. Continuiamo quindi a vedere un approccio che non tiene conto di un contesto molto mutato e di criteri di assegnazione piuttosto discutibili”.

        L’eurodeputato De Castro ha approfittato dell’invito della Incerti per ricordare come siano arrivati in Italia circa 7 miliardi di euro all’anno da destinare all’agricoltura. Venendo invece alla proposta di riforma della PAC, sul tavolo oggi l’ha definita “proposta molto radicale che a meno di un anno dalla fine della legislatura è davvero impossibile che venga discussa, votata e approvata. Anche perché propone di desintare le risorse agli Stati membri che poi possono decidere in autonomia dove investirli e come investirli, opzione che darà ovviamente adito ad una discussione vivace e a molti emendamenti”.

        Sulla questione è intervenuta anche l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli. “I tempi tecnici per l’approvazione non ci sono – ha detto – ma bisogna stare attenti perché qualcuno vorrebbe approvare almeno lo schema complessivo e i tagli sono importanti. La questione in generale è di ‘coperta corta’ e ritengo che questo non sia il momento di disinvestire sull’agricoltura. Ovviamente la PAC ha un grande peso e bisogna continuare a combattere per portare a casa le risorse che abbiamo: per l’Emilia Romagna si tratta di 500/600 mln di euro all’anno”.

        Si è parlato anche di pratiche commerciali sleali, adottate dai colossi internazionali della distribuzione ai danni delle imprese agrolimentari, per cui è in discussione una direttiva che prevede  fattispeci e sanzioni.

        E infine un pensiero al voto europeo del 2019, sul quale l’eurodeputato De Castro ha invitato – prima di scegliere eventualmente forze antieuropeiste – a guardare “cosa succederà in Inghilterra nella primavera 2019, quando la Brexit mostrerà davvero i suoi effetti”.

         

      • La compagnia della Spergola si allarga

        Una cerimonia ufficiale, nella Rocca di Scandiano, ha sancito l’allargamento della Compagnia della Spergola, importante realtà che unisce non solo gli attori protagonisti della filiera produttiva, ma coinvolge anche le Amministrazioni Comunali per portare avanti una sola missione: tutelare la viticultura locale, in coerenza con i principi della salvaguardia ambientale e della valorizzazione del territorio.

        Hanno infatti aderito i Comuni di Castellarano, Casalgrande, Viano e Vezzano con le loro cantine. Insieme a Scandiano, Albinea, Bibbiano e Quattro Castella completano i territori nei quali cresce il prezioso vitigno che ovunque sta ottenendo grandi successi e ottimi riscontri.

        “La legge 194/2015 tutela e dà valore alla biodiversità – commenta a tal proposito l’on. Antonella Incerti, membro della commissione agricoltura della Camera dei Deputati – e la Spergola è un buon esempio di come la varietà rappresenti una ricchezza e di come un vitigno possa riassumere in sé la qualità del territorio reggiano , il paesaggio, la sua storia. Il fatto che Cantine, produttori ed Amministrazioni si uniscano in una Compagnia rappresenta un modello da seguire”.

    • agosto (2)

      • Irrigazione, l’impegno per un’agricoltura sostenibile

        La tutela delle risorse idriche è senza dubbio uno dei temi di maggior rilevanza per uno sviluppo agricolo sostenibile. Una considerazione che ha mosso l’onorevole Antonella Incerti (PD) a interrogare il Sottosegretario Manzato in merito allo stato di attuazione e di avanzamento del Piano operativo Agricoltura, nonché sull’attuazione del Piano nazionale irriguo PIN e del Piano Nazionale Invasi finanziato dal Governo Gentiloni.

        “La concentrazione delle precipitazioni, infatti, e la modifica delle temperature medie – ha scritto la Incerti nella sua interrogazione – rendono ancora più centrale il ruolo dell’acqua in agricoltura , soprattutto in un territorio come quello italiano dove la pratica irrigua, dal prelievo alla distribuzione in campo, è fondamentale per le produzioni agricole italiane”.

        Secondo la Deputata PD “a supporto delle innovazioni per l’agricoltura irrigua e la lotta al cambiamento climatico il Mipaaf ha intrapreso in questi anni molteplici azioni e, in particolare, significativi sono stati i finanziamenti per l’efficientamento degli investimenti irrigui”.

        Oggetto dell’interrogazione è stata quindi la richiesta di “comunicare alla Camera informazioni sullo stato d’avanzamento del Piano operativo Agricoltura”, ma anche “se stia per prendere alcun provvedimento utile ad accelerare l’attuazione del Piano irriguo nazionale e del Piano nazionale invasi”, nonché “se intenda rafforzare la dotazione finanziaria del Piano irriguo nazionale”.

        Il sottosegretario ha risposto nei giorni scorsi che “la gestione razionale della risorsa idrica è una priorità assoluta del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo che ha investito negli ultimi 15 anni ben oltre 1,6 miliardi di euro per rendere gli impianti di irrigazione sempre più efficienti e puntando sulla gestione collettiva delle acque per evitare i prelievi da pozzi privati, difficilmente controllabili”.

        Il sottosegretario ha anche garantito che procede l’analisi dei progetti inerenti il piano irriguo nazionale (graduatoria entro fine settembre) e il piano nazionale invasi. Su quest’ultimo “una graduatoria parziale sarà resa definitiva di una valutazione da parte delle Autorità di Distretto”.

      • A Felina per presentare l’attenzione al biologico

        Le coltivazioni biologiche e la biodiversità sono state al centro del Felina Festival Slow Food, che anche quest’anno ha avuto luogo nel borgo montano tra il 27 e il 29 luglio.

        Un’occasione, quella a cui ha partecipato l’onorevole Antonella Incerti, anche per approfondire nello specifico la biodiversità dei cereali, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni di cereali con metodo biologico, la riscoperta di diversi genotipi di grani antichi e la produzione di diverse varietà tradizionali, ognuna con proprie distintività.

        Appuntamento che ha permesso alla Deputata Pd di presentare la sua proposta di legge dal titolo “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”, redatta a quattro mani con Susanna Cenni.

        Una proposta di legge che mira a tutelare e promuovere le produzioni biologiche, fissando regole comuni che possano contribuire a tale obiettivo.

        Interessante a tal proposito il primo articolo del testo che definisce la produzione biologica “attività di interesse nazionale con funzione sociale, basata prioritariamente sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale e sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità che concorre al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’intensità di emissioni di gas a effetto serra (…) e fornisce in tale ambito appositi servizi ecosistemici”.

        La proposta di legge vorrebbe anche istituire il “Tavolo di filiera dei prodotti biologici” per valorizzare le produzioni agricole primarie, i prodotti e i sottoprodotti derivanti dalle diverse fasi della filiera biologica; favorire lo sviluppo dei processi per ottimizzazione dei costi di produzione; conservare il territorio, le risorse naturali, la salute pubblica e la biodiversità; promuovere l’istituzione e lo sviluppo dei distretti biologici.

        Si mira anche a equiparare la coltivazione biologica alla coltivazione biodinamica solo se “nel rispetto delle disposizioni del regolamento” e, per quanto riguarda gli organismi di settore, istituire il Tavolo tecnico per l’agricoltura biologica, normandone la composizione e i compiti.

    • luglio (2)

      • CIA Reggio incontra Antonella Incerti

        L’On. Antonella Incerti (PD) ha incontrato nei giorni scorsi presso la sede reggiana di CIA – Agricoltori Italiani i dirigenti dell’associazione, con alla testa il presidente regionale Cristiano Fini ed il collega provinciale Antenore Cervi. Si è trattato di un contatto che da entrambe le parti viene auspicato come prodromico ad altri più approfonditi confronti, sullo stato e sulle esigenze dell’agricoltura – non solo provinciale – stante il fatto che l’On. Incerti è l’unica tra gli eletti reggiani a far parte della Commissione Agricoltura nei due rami del Parlamento, nel suo caso a Montecitorio.

        Un contatto da entrambe le parti ritenuto necessario, per consentire all’On. Incerti di acquisire elementi utili per rappresentare le problematiche e le istanze del territorio, una delle aree agricole di rilievo nazionale, collegata tra l’altro ad un settore agroalimentare di alto livello e ad un comparto industriale e di servizi collaterali che insieme fanno del primario reggiano un comparto d’avanguardia, grazie ad una tradizione di qualità di indubbio valore.

        “Tanti i temi affrontati – ha spiegato la Deputata PD – dalla difesa e valorizzazione del Made in Italy al reddito degli agricoltori, dalla cura del paesaggio e territorio agricolo ai problemi di semplificazione delle procedure burocratiche. E ancora le risorse idriche e la gestione del sistema idrico. Un buon confronto per lavorare in commissione in modo proficuo ed utile ”

        Rispetto al trattato Ceta, si tratta di un “tema tecnico diventato terreno di scontro politico ed ideologico” secondo Cervi – la gestione della Politica agricola comune (Pac), di cui si sta discutendo la prossima riforma; temi molto sentiti tra gli agricoltori come l’invaso in val d’Enza (l’On. Incerti ha presentato un’interrogazione sul Piano invasi già previsto dal precedente governo), fino alla pressione degli animali selvatici sull’attività agricola, alle complicazione burocratiche del sistema assicurativo.

        E’ stato fatto anche un rapido giro d’orizzonte sull’andamento del settore a livello provinciale: problemi manifesta il settore cerealicolo per gli effetti del maltempo ripetuto negli ultimi mesi, cosa che ha danneggiato anche la viticoltura collinare, mentre le cantine stanno però per liquidare cifre record ricavate dalla vendemmia dello scorso anno. Regge il settore suinicolo, mentre l’allevamento legato al Parmigiano Reggiano non può che augurarsi che continui la congiuntura favorevole.

      • “Allarme immotivato sul Parmigiano Reggiano”

        L’On. Incerti commenta le anticipazioni sulla campagna promossa da OMS e ONU. Già pronta un’interrogazione di chiarimento al Ministro per le Politiche Agricole

        Un allarme immotivato. Una notizia da verificare e approfondire in fretta”. L’onorevole reggiana Antonella Incerti commenta la notizia della campagna contro cancro, diabete e malattie cardiovascolari lanciata da Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e ONU, che si appresterebbe a equiparare alcune eccellenze gastronomiche italiane a fumo e junk food.

        L’obiettivo annunciato (e condivisibile) è quello ridurre nella dieta l’apporto di grassi saturi, sale, zuccheri e alcol, includendo però come “nocivi alla salute” – almeno stando alle notizie circolate in queste ore – alcuni prodotti tra i quali proprio il Parmigiano Reggiano. “Non c’è dubbio – incalza Incerti – che una sana alimentazione e uno stile di vita corretto non possano che essere un obiettivo positivo. Ma da lì a lanciare un allarme che si potrebbe riversare, come anticipato dalla stampa, su prodotti italiani quali Parmigiano Reggiano, prosciutto, olio d’oliva e vino ce ne passa. Ci siamo battuti sempre a tutela delle peculiarità del Made in Italy chiedendo l’indicazione sull’origine dei prodotti alimentari, a garanzia della qualità e salubrità dei nostri prodotti”.

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    • giugno (2)

      • In Commissione Agricoltura per sostenere le eccellenze reggiane

        Una scelta importante, che rappresenta anche un presidio strategico in termini di valorizzazione delle eccellenze territoriali. L’onorevole Antonella Incerti, deputata eletta tra le fila del Partito Democratico nella provincia di Reggio, è ufficialmente membro della Commissione Agricoltura, che si è insediata nei giorni scorsi.

        Una commissione che ha eletto come Presidente il deputato del Movimento 5 Stelle Filippo Gallinella e vicepresidente Susanna Cenni (PD). “Buon lavoro a loro e a noi” ha commentato Antonella Incerti durante l’insediamento della Commissione, annunciando anche che “la prossima settimana è prevista la prima audizione con il Ministro Centinaio”.

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      • Incerti e Rossi: “Presto con la Bretella Campogalliano-Sassuolo”

        Presentata interpellanza urgente al MIT dopo le parole del sottosegretario Dall’Orco

        “Uno dei comparti produttivi più importanti del Paese, che comprende i distretti della ceramica, della meccanica, dell’agroalimentare nell’area reggiana-modenese, è connotato da una viabilità ormai obsoleta e inadeguata a sostenere un traffico pesante in costante aumento”.

        Lo affermano i deputati reggiani del PD Antonella Incerti e Andrea Rossi, attraverso un’interpellanza urgente appena depositata nella quale segnalano al neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, la situazione della viabilità sull’asse Reggio-Modena.

        Un atto che prende le mosse dalle parole del Sottosegretario Michele Dell’Orco che, intervistato dal quotidiano “Corriere di Bologna” il 14 giugno 2018, annovera la Bretella di collegamento Campogalliano-Sassuolo tra le “opere inutili e costose che vanno fermate”.

        Secondo i deputati PD però “da lungo tempo i cittadini delle comunità interessate di Rubiera (Reggio) e Campogalliano (Modena) hanno denunciato, anche attraverso petizioni rivolte alle proprie Amministrazioni di riferimento, una situazione pericolosa per la propria salute e la propria sicurezza”.

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    • maggio (1)

      • Il vino reggiano conquista VINITALY, parla Frascari (EmiliaWine)

        Reduce dai successi del Vinitaly, il presidente di Emilia Wine e del Consorzio di tutela dei vini reggiani Davide Frascari fa il punto sulla situazione dei vini di casa nostra, rivendicando il grande lavoro svolto a difesa delle produzioni tipiche quali ad esempio il lambrusco e la spergola.

        “E’ stato un grande investimento quello dei consorzi di Reggio e Modena, ripagato da un’ottima partecipazione e da numeri in crescita. E’ la più importante vetrina internazionale dedicata al vino, quest’ano visitata da 165mila persone per un +4% rispetto all’anno scorso. Quello dell’Emilia Romagna è stato il padiglione più visitato e quindi lo sforzo congiunto di due consorzi è stato premiato anche da un’ottimo ritorno in termini di promozione”.

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    • febbraio (2)

      • Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: i tre impegni di Antonella Incerti

        Tutela del territorio, comparto agro-alimentare, lavoro: Antonella Incerti, candidata PD collegio uninominale 11 – Reggio Emilia, annuncia le priorità del suo programma.

        Il primo impegno della candidata riguarda la cura e protezione del territorio, che ha dimostrato anche in passato la sua fragilità dal punto di vista idrogeologico (l’alluvione a Lentigione, il problema frane di Ligonchio). Su questo tema occorre un impegno forte e costante, a sostegno delle popolazioni e delle attività imprenditoriali che già hanno avuto la forte di reagire.

        Arginare il dissesto idrologico significa strutturare un progetto innovativo di protezione ambientale del territorio, che comporti anche la corretta gestione della risorsa acqua e un adeguato piano di lavori pubblici. “Siamo tutti consapevoli della grande forza e ricchezza della nostra montagna – commenta Antonella Incerti – e vogliamo lavorare insieme per sfruttarne appieno le potenzialità, anche a livello turistico”.

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      • Mi prendo cura. Delle persone, della mia terra.

        Impegnarsi in politica, secondo me, significa prendersi cura. Prima di tutto delle persone e della loro vita: degli affetti così come delle preoccupazioni. Del futuro e della felicità. Della comunità e del luogo nel quale vivono e dove cresceranno i loro figli. Perché affrontare insieme le mille complesse questioni quotidiane – dall’istruzione al lavoro, dalla sanità alla pensione, con un occhio di riguardo alla cultura – è una sfida ardua che mi ha sempre appassionata. E che richiede competenza, studio, pazienza e soprattutto capacità di ascoltare, per poi fornire risposte rapide ed efficaci.

        Il mio percorso nelle istituzioni pubbliche – dal Comune di Albinea, del quale sono stata amministratrice per molti anni, fino alla recente esperienza alla Camera dei Deputati, della quale vado particolarmente orgogliosa – è stato caratterizzato proprio dalla ricerca costante di soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone, offrendo loro più opportunità, più giustizia e più equità.

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