Equità salariale di genere priorità del nuovo Parlamento

L’occasione dell’Equal Pay Day 2018 – quest’anno dedicato in particolare al divario pensionistico tra donne e uomini – deve fungere da sprone per il nuovo Parlamento per inserire tra le priorità assolute l’obiettivo dell’equità salariale di genere. La situazione attuale non è più tollerabile: i dati provenienti da tutto il mondo sono sconfortanti e parlano di un’emergenza discriminatoria da affrontare a livello europeo oltre che nazionale.

La parità nel mondo del lavoro e una riformulazione dell’organizzazione delle politiche di genere sono da sempre al centro del mio impegno politico. Occorre superare la disparità in tutti i settori lavorativi, dalla rappresentanza nelle istituzioni alle aziende, con l’eliminazione di tutte le discriminazioni salariali e di ingresso al lavoro.

Alla Camera, già nella scorsa legislatura il mio lavoro è andato sin da subito in questa direzione con la presentazione della proposta di legge “Legge quadro per la parità dei sessi e contro le discriminazioni di genere” come prima firmataria. Ritengo fondamentale prevedere azioni concrete e tempestive non solo sul fronte salariale, quindi mi batterò perché tutte le proposte inserite in quella legge vengano recepite e approvate.

Ho proposto innanzitutto una strategia per la promozione di politiche di conciliazione tra vita lavorativa e familiare, tra tempi di lavoro retribuito, delle relazioni e della cura, anche di sé, per determinare un processo di riequilibrio nei ruoli assunti da donne e uomini nell’organizzazione della società, del lavoro e della sfera privata. Dobbiamo poi contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco che colpisce soprattutto le donne e la loro legittima aspirazione di maternità. Lo Stato dovrebbe inoltre favorire il consolidamento, lo sviluppo e l’avvio di attività imprenditoriali a conduzione femminile e promuovere la presenza delle donne nelle professioni, agevolandone l’accesso al credito.

Anche la rappresentanza paritaria nelle cariche elettive così come nelle società a controllo pubblico e nelle società partecipate sono tasselli da aggiungere per ottenere una parità reale nella politica così come nel mondo del lavoro.